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Il tir della lussuria - Prima Parte


di man2269
10.01.2017    |    12.460    |    13 8.9
"Conosco abbastanza bene la zona”..."
Abbiamo sempre avuto una brutta immagine dei camionisti. Un immagine dettata anche da alcune scene, a volte, viste in alcuni film.
Abbiamo sempre pensato che potessero essere tutti uomini rozzi, obesi, maleducati e trasandati, senza un minimo di cervello. Invece ci siamo dovuti ricredere solo quando abbiamo deciso, o meglio, ho deciso, di fare vivere una situazione particolare a mia moglie, proprio, all’interno di un tir.
Era da tempo che un ragazzo di giovane età, almeno da come diceva, ci contattava. Aveva letto il nostro annuncio e aveva voglia di conoscerci. Ci aveva invitato più volte sul suo tir per una semplice conoscenza e farci visitare la sua cabina che tanto ne andava fiero.
Non nascondo che la situazione mi piaceva moltissimo ed ero sicuro, conoscendola molto bene, che sarebbe piaciuta anche a mia moglie.
Mi ha sempre affascinato il fatto di farlo all’interno di uno di quei bestioni. Capire come era fatto l’interno di un tir. Poi, pensare che oltre a noi due ci sarebbe stata un’altra persona che ci guardava, o che magari poteva interagire con noi, la cosa risultava essere ancora più eccitante.
Ma l’immagine che oramai mi ero fatta di questa categoria era negativa sotto tutti i punti d’aspetto. Un immagine stampata nella mia testa che non dava ampio spazio di veduta oltre quella. Per cui, ogni qualvolta avevo modo di parlare con quel ragazzo, non mi spingevo mai ad andare oltre il semplice dialogo.
La cosa che comunque mi incuriosiva è che ci contattava sempre con molto garbo e con una gentilezza che pochi hanno. Avevo capito da subito che avevo a che fare con una persona abbastanza preparata. I suoi messaggi erano scritti molto bene e il fatto che, diciamo, mi ha spinto a provare questa esperienza, sono stati questi suoi modi garbati e anche la non insistenza da parte sua.
Ed ecco, che in una calda serata d’estate, trovai un suo messaggio di saluti nella chat. Subito decisi che quella poteva essere la serata giusta per far vivere a mia moglie una nuova esperienza.
Come mio solito fare ero stato molto attento a cancellare tutti i messaggi nella chat, ogni qualvolta il ragazzo ci aveva contattato, per evitare, che mia moglie, potesse venire a conoscenza di questa situazione.
Volevo fargli una sorpresa e creargli una situazione particolarmente eccitante, mantenendola all’oscuro di tutto ciò.
“Che dici ti va di uscire stasera” domandai a mia moglie.
“lo sai che non dico mai di no quando mi chiedi di uscire” erano state le sue parole.
D’altronde era proprio così…era un invito a nozze. Ama uscire e nessuno la trattiene quando gli fanno una proposta simile soprattutto se siamo soli.
“Va bene, allora preparati che ci andiamo a fare una passeggiata” gli replicai.
“Ritienilo già fatto, farò subito e non ti farò attendere molto” mi disse con quel sorriso che solo lei sa darmi e che non riesco a resistergli.
“Fai con calma, lo sai che non mi piace quando ti prepari di fretta. Rischi di dimenticarti di qualche piccolo dettaglio” gli risposi sorridendo.
“Stai tranquillo so quale sono le cose che ti piacciono” mi disse anche lei sorridendo.
Si lo sa benissimo. Sa perfettamente che mi piace ogni minimo particolare curato di lei.
Adesso non mi rimaneva altro che definire l’incontro con il ragazzo.
Si trovava, con il suo tir, dalle nostre zone. Sostava in un punto ben preciso. Subito cominciai a tempestarlo di domande e gli feci capire che non davamo, nonostante mia moglie era all’oscuro di tutto, nullo per scontato. Che il nostro incontro era, inizialmente solo conoscitivo, e poi magari, capire da vicino, se vi erano i presupposti per andare oltre la semplice conoscenza e divertirci tutti e tre insieme con mia moglie al centro delle nostre attenzioni come unica protagonista.
Logicamente tutto dipendeva anche da lei. Non l’ho mai obbligata a fare qualcosa che non gli andasse. Ho sempre preferito che sia lei a decidere se una persona possa essere di suo gradimento. D'altronde come si vuol dire anche l’occhio vuole la sua parte.
Il ragazzo, come sempre, con modi molto gentili disse che era pienamente d’accordo e che era già un onore fare la nostra conoscenza. Era molto intrigato da noi.
Mi fece capire esattamente dove si trovava con il suo tir. Come segno di riconoscimento mi scrisse il nome che era davanti alla cabina del suo tir. Quel nome, o meglio, quell’appellativo con cui si identificava e che lui avrebbe acceso per far si che riconoscessi subito il suo tir. La zona la conoscevo bene. Sicuramente non avrei fatto fatica a trovarlo. E poi quell’appellativo sul tir era tutto un programma.
Attendevo con ansia mia moglie che mi raggiungesse il più in fretta possibile. Aveva già fatto la doccia e ora era in camera da letto. Non credo avrebbe impiegato ancora molto tempo.
Dalla porta, mezza socchiusa, intravedevo il suo corpo. Indossava solo il perizoma. Era intenda, con una gamba alzata sul letto, a massaggiarsi il corpo con della crema. Quella crema che mi fa sobbalzare i sensi per il profumo sensuale che emana.
Preferii distogliere lo sguardo per evitare rigonfiamenti nelle parti basse dove già avvertivo una piccola attività sismica.
Attesi che si finisse di preparare e mi raggiungesse sul divano dove ero seduto.
Poco dopo lo spettacolo che si presentò davanti ai miei occhi era paradisiaco.
Rimasi, come sempre, per un attimo a contemplare quella donna che avevo davanti ai miei occhi. Era mia moglie si, ma, ancora oggi, ogni qualvolta la guardo rimango folgorato. Bha, forse sarà perché l’amo troppo e ormai abbiamo un intesa unica.
Aveva scelto un vestitino scollato nero molto leggero, che gli scendeva lungo i fianchi in modo spettacolare, tacchi vertiginosi e molto sexy. Le gambe erano state poco prima trattate con crema corpo il cui effetto era ben visibile. La guardai in viso e subito mi abbozzò un sorriso. Quel sorriso che irradiò il suo viso. Era stupenda come sempre da far perdere la testa.
Capelli sciolti mossi, schiumati per avere un effetto bagnato. Le sue labbra erano accentuate da un rossetto di colore rosso acceso e i suoi occhi contornati da un filo di matita di colore nero.
Il viso non aveva bisogno di altro, a parte per l’abbronzatura che aveva, ma non gli è mai piaciuto truccarsi molto forte e d’altronde l’ho sempre amata per la sua bellezza naturale.
“Mamma mia” mi venne spontanea questa esclamazione.
“Cosa c’è, non mi riconosci più” mi rispose continuando a tenere quel magnifico sorriso.
“Certo che ti riconosco. E’ che ogni volta diventi sempre più bella ed eccitante” furono le mie parole.
Non vedovo l’ora di scendere e mettermi in auto per non perdere più tempo.
Allora presi le chiavi e ci avviammo giù in garage per prendere l’auto.
Appena subito in auto mi chiese: “dove hai intenzione di portarmi di bello?”
“Da nessuna parte in particolare. Ho voglia di uscire con te” gli risposi senza ulteriori spiegazioni.
Già sapevo che quella situazione gli sarebbe piaciuta moltissimo. Non vedevo l’ora di arrivare sul posto e vedere la faccia che avrebbe fatto.
Nel frattempo inviai un messaggio al ragazzo:
“Stiamo arrivando. Come detto la lei non sa ancora nulla” gli scrissi molto velocemente anche per non far capire nulla a mia moglie.
“Ok, d’accordo, vi sto aspettando nel mio tir al posto che ti ho indicato” fu la sua risposta poco dopo.
Spensi il telefono e mi concentrati alla strada, ma di tanto in tanto non potevo far a meno di girare lo sguardo verso di lei e fissarla per poi passargli una mano sulla gamba.
Il mio cazzo già era pronto. Avrei avuto la voglia di fermarmi per strada. Scendere e portarla davanti al cofano dell’auto. Girarla, alzargli il vestitino e sbattermela a pecora sotto gli occhi di qualche passante incredulo. Sarebbe stato una scopata pazzesca. Dopotutto non fosse stata la prima volta a fare una cosa del genere.
Ma era meglio aspettare. Forse quella situazione avrebbe potuto essere ancora più eccitante.
Nel frattempo eravamo quasi arrivati sul posto. Imboccai la rotonda e subito presi la prima uscita. Era una zona chiusa dove andavano a caricare i tir. La strada era molto larga e lungo i cigli vi erano sostati due o tre tir con le tendine chiuse, molto probabilmente stavano già dormendo. L’informazione che mi aveva dato il ragazzo era abbastanza precisa e subito scorsi il tir che ci interessava.
Appena vicino mi fermai difronte la cabina. La scritta, per la quale avrei riconosciuto il tir giusto, era accesa così come mi aveva detto. Mi fermai e spensi il motore. Guardavo mia moglie che non parlava. Non capiva dove eravamo e perché ci trovassimo in quel posto.
“Scendi dall’auto e sali in quel tir” gli dissi senza aggiungere altro.
Si girò e mi guardò con gli occhi sbigottiti. Forse mi stava prendendo per matto o qualcosa del genere.
Io che gli stavo chiedendo di scendere dall’auto e di salire all’interno di un tir fermo con una scritta accesa, senza nemmeno sapere chi ci fosse nella cabina.
Sapevo, anche perfettamente, che non avrebbe mai acconsentito a quella mia richiesta assurda.
I nostri sguardi rimasero per un attimo a fissarci l’uno con l’altro, quando la sua voce interruppe quel silenzio…
“Ma che stai dicendo” mi rispose con tono molto dolce.
Oramai aveva capito tutto ma si rifiutò categoricamente di scendere dall’auto.
“Non preoccuparti, scendi e comincia a salire nel tir, ti raggiungo immediatamente” gli replicai.
“No, non esiste che scendo dall’auto e salgo senza di te in quel coso” mi disse anche un pochino spaventata.
Ad un tratto la portiera del tir, del posto di guida, si aprì e il ragazzo scese a terra. Richiuse la portiera e si avvicino alla nostra auto dalla parte di lei.
“Buonasera ragazzi” si presentò con molta gentilezza e con un piccolo sorriso.
Era un ragazzo alto e molto carino. Alla vista del ragazzo rimasi molto contento. Non era uno di quei camionisti di cui mi sono sempre fatto un immagine sbagliata, anzi dovetti ricredermi immediatamente.
“Ciao, come va?” gli replicai io e subito dopo anche mia moglie lo salutò.
“Tutto bene” rispose il ragazzo.
Allora scendemmo dall’auto e ci presentammo dandoci la mano.
Da vicino il ragazzo era davvero un bel ragazzo, l’età che aveva detto era sicuramente quell’esatta.
Indossava un paio di jeans e una camicia. Aveva un ottima presenza e soprattutto si vedeva che era molto ben curato.
“E’ stato difficile arrivare qua” mi disse.
“No, assolutamente. Conosco abbastanza bene la zona”.
“Ah, meglio così, almeno non hai dovuto pensare troppo per come arrivare a destinazione” disse sorridendo.
A quel punto ci invitò a salire nel tir per visitare l’interno della cabina, di cui tanto mi aveva parlato nei tanti messaggi che ci eravamo scambiati da diversi mesi a quella parte.
Non esitammo più di tanto anche per toglierci dalla strada. Così ci accompagnò dalla parte del passeggero e ci aprì la portiera.
La salita era molto alta. Invitai mia moglie ad entrare per prima. Mi porse la borsa e la aiutai a salire. Appena su in cima la raggiunsi in un attimo. Entrati entrambi il ragazzo richiuse la porta e si avviò dal lato guida per salire a bordo.
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