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Lui & Lei

Una pizza molto hot - Prima parte


di man2269
21.01.2024    |    6.800    |    20 9.5
"Solo alla vista di quel perizoma indossato, il mio cazzo iniziò a sussultare..."
Non è nostro solito uscire la sera nei giorni infrasettimanali per andare a mangiare una pizza. Preferiamo nel fine settimana, perché vogliamo che l’orario non sia l’interesse principale della nostra serata, per il semplice fatto che la sveglia la mattina suona prestissimo. Ma ciò che ci spinse a farlo, quella sera, fu la voglia di andare a trovare il nostro amico Marco.
Oramai era diventato una prassi consolidata, andarlo a trovare ogni qualvolta cambiava pizzeria. A Marco ha sempre fatto molto piacere, ci ha sempre trattato molto bene, per l’accoglienza e soprattutto per le attenzioni che ci riservava, venendo di continuo vicino al tavolo, senza mai approfittare della sua gentilezza. In verità, in questa sua ultima pizzeria, molto conosciuta d’altronde, c’eravamo stati già una settimana prima, ma senza avvisarlo. Volevamo fargli una sorpresa, visto che c’è lo chiedeva, continuamente, di andarlo a trovare. Non vedendolo, chiedemmo ai sui colleghi, la quale ci dissero che aveva fatto il turno di mattina.
Avevamo, comunque, mangiato un ottima pizza, solo che mia moglie non aveva potuto salutare Marco con il solito bacio, ma soprattutto non aveva potuto godere dei sui sguardi.
Bel ragazzo, perbene, fisico molto curato, in forma e con modi gentilissimi, cosa rara per la sua età, ma soprattutto un ragazzo molto discreto e riservato.
Ci siamo incontrati diverse volte, in diverse occasioni sempre particolari. Momenti piacevoli e molto passionali creando delle situazioni particolari tra cui situazioni di autdoor. Diciamo un ragazzo che merita di essere rivisto più e più volte.
In settimana dissi a mia moglie che mercoledì sera saremmo ritornati alla pizzeria di Marco. Questa volta, però, lo avvisai, sulla solita chat, che saremmo passati per la pizzeria. Gli chiesi se lavorasse. Mi rispose, poco dopo, confermando che era di turno e che, se ci avessimo fatto sapere l’orario, ci avrebbe, con la sua solita gentilezza, riservato un tavolo.
“Che facciamo allora stasera, andiamo a mangiarci la piazza dal mio amico?” Con un sorriso beffardo e malizioso, che solo lei riesce a fare, mi accolse appena rientrai da lavoro.
“Certo che si” gli risposi sorridendo alla sua malizia, cosa che suscitò in me un brivido di eccitazione.
“Ok, va bene, allora inizio a prepararmi” prendendo subito la via del bagno per farsi la doccia.
Come al solito il suo prepararsi è un qualcosa da raccontare e, forse, anche da immortalare. Eravamo in camera da letto e stava iniziando ad indossare l’intimo. Si infilò un perizoma nero, con laccetti sui fianchi, larghi circa un paio di centimetri, che riportavano motivi brillanti. Solo alla vista di quel perizoma indossato, il mio cazzo iniziò a sussultare. La guardai e gli feci un sorriso.
Lo stesso fece lei, già sapendo cosa avesse suscitato in me quella visione paradisiaca.
“Cosa c’è, perché mi guardi” e con un sorriso, abbassò lo sguardo per sistemarsi meglio il perizoma.
“Lo sai, sei una troia e lo fai apposta”
Riprese a guardarmi e, maliziosamente, mi sorrise di nuovo.
“Sto solo indossando il mio perizoma” mi sorrise.
Era la volta del reggiseno, rigorosamente nero. Mi venne un sorriso spontaneo nel pensare alla fatica delle bretelle, per sorreggere un seno di quelle dimensioni.
Si voltò e si sedette sul letto e iniziò ad infilarsi le calze autoreggenti, sempre nere con balza in pizzo.
Indossate entrambe le calze, si alzò dal letto e si girò verso di me. Alla sola vista, di quella immagine, un’ondata di eccitazione, misto con tanta sensualità, pervase il mio corpo, provocando spasimi di eccitazione da far schizzare l’asticella ormonale ai massimi livelli. Incantevole come sempre, nelle sue forme sinuose che la rendono una donna, con la D maiuscola, ciò che ha inebriato, deliziato e sedotto, dal primo giorno, la mia anima.
“Adesso, se non ti copri presto, ti sbatto sul letto e ti scopo” gli dissi prima di avvicinarmi a lei.
Dai sussulti, passai direttamente ad un’eccitazione incontrollabile. Il mio cazzo dalle mutande cominciava a reclamare. Quella visone era troppa per restare inermi.
“E cosa aspetti, non vedo l’ora” mi disse sorridendo.
“Sei una vera puttana” gli risposi mentre, avvicinandomi a lei, gli infili la mano fra le gambe. Un calore invase la mia mano e cominciai a stringere la sua fica che sentivo pronta per accogliere il mio cazzo già abbastanza duro.
Lei mi guardò e, mordendosi il labbro inferiore, emanò un genito di piacere.
“Ah, sì, ti voglio” ansimò ancora.
Allungò la mano sulle mie mutande. Accarezzò il mio cazzo, già duro. In un attimo la sua mano era già nelle mie mutande. Afferrò il mio cazzo e iniziò a segarlo. Quella sua mano che si muoveva velocemente, su e giù, era qualcosa di favoloso.
“Dai muoviti altrimenti la pizza non la mangiamo più” gli risposi lasciando la presa a malincuore. Anche lei fece lo stesso ma con più dispiacere.
Continuò a vestirsi. Stava indossando una gonna corta con pieghe verticali, la cosiddetta gonna scozzese. Con quel suo culo sodo e pronunciato, gli stava una meraviglia. Subito dopo si infilò una maglietta tutta trasparente, di colore nero, da lasciare ben poco all’immaginazione del suo seno prorompente e di quel reggiseno tutto in vista. L’eccitazione mi pervase tutto il corpo e il mio cazzo rispondeva agli impulsi che il mio cervello non riuscivano quasi più a trattenere. Mancava il tocco di classe. Si risedette sul letto e iniziò ad infilarsi gli stivali in camoscio bordeaux, alti oltre le ginocchia, con tacco a spillo.
Completata l’opera non restò che ammirarla in tutto il suo splendore.
Mi avvicinai, gli alzai la gonna e gli mollai uno schiaffo sul culo.
“Ah, si” ansimò nuovamente.
“Sei una grandissima troia” gli dissi in stato confusionale ed eccitato.
Mi sorrise guardandosi allo specchio
“Ti piaccio come sto’” mi chiese.
“Sei da infarto” gli risposi.
Mi guardò ed uscì dalla camera da letto accennando quel solito sorrisetto malizioso.
Appena pronti, non prima di aver dato l’ultimo ritocco alle sue carnose labbra con un rossetto rosso fuoco, ci accingemmo a scendere e ci mettemmo in auto verso la pizzeria dove ci stava aspettando, per modo di dire, Marco, e avvisandolo del tempo che ci avremmo impiegati per stare da lui.
Arrivati, subito riuscii a parcheggiare, giusto a due passi dalla pizzeria. Entrati ci trovammo difronte proprio il nostro amico Marco, che non appena ci vide ci venne incontro per salutarci, lasciando ciò che stava facendo.
“Siete in anticipo rispetto al tempo che mi avete comunicato” ci disse.
“In realtà non c’era molto traffico, anzi quasi niente, e subito abbiamo fatto” gli risposi.
“Vabbè ma avari sicuramente spinto sull’acceleratore, immagino” riprese.
“E’ vero, ho spinto un pochino il piede sull’acceleratore” accennai un sorriso.
“Attendete giusto 5 minuti, il tempo che preparano il tavolo e vi accomodate” ci disse, ritornando al suo posto di lavoro.
Giusto il tempo di guardarci intorno e un ragazzo ci chiamò per farci accomodare.
Seduti al tavolo, demmo uno sguardo al menù e in pochissimo tempo fummo pronti per ordinare.
Durante l’attesa dieti uno sguardo alla chat.
Ecco, c’è un messaggio di Marco,
“Qualsiasi cosa vi occorre basta chiedere” ci disse dal messaggio.
“Marco ascolta, voglio che la mia piazza me la prepari tu con le tue mani” gli risponde mia moglie con un messaggio vocale la cui sensualità della sua voce mi porta in estasi.
“Altrimenti non le la do’” riprese con un altro messaggio vocale. Mi rivolse lo guardo e mi accennò un sorriso.
“Va bene” risponde subito Marco completando il messaggio con dei smile.
“Ma io ti verrei leccare tutta, mentre mangi la pizza” diceva il messaggio successivo di Marco.
“Va benissimo, ti aspetto allora” rispose mia moglie.
Era già tutta eccitata, si vedeva dal volto, dai suoi occhi. Magari bagnatissima in mezzo alle gambe.
Ci fu un po’ di pausa nei messaggi, giusto il tempo che vedemmo apparire Marco, che ci portava le due pizze.
“Ecco a voi” disse appoggiando le pizze sul tavolo, con un piccolo sorriso.
“Grazie” rispondemmo entrambi.
Non ce lo saremmo mai aspettati che potesse lasciare il suo posto e occuparsi anche del servizio ai tavoli, non essendo il suo ruolo. Rimanemmo entrambi meravigliati.
“Purtroppo qua è diverso, sono più rigidi” ci disse.
“In ogni caso vi lascio mangiare tranquilli” allungando le mani su di noi in segno di saluto.
Le pizze erano ottime e le gustammo con piacere.
Terminato le pizze, mia moglie, inviò un messaggio vocale a Marco.
“Complimenti la pizza era ottima, peccato che non potrà esserci un dopo pizza”
La risposta di Marco non si fece attendere, forse non aspettava altro.
“Se volete vado in bagno in sala, almeno ci salutiamo. Entro prima io e poi voi mi seguite subito dopo”
A questo punto la cosa cominciò a farsi interessante e molto intrigante. Quella situazione stava stuzzicando la mia fantasia e iniziava a piacermi.
“Dove?” risposi.
“In fondo a destra” subito riprese.
Era da tempo che fantasticavamo una situazione del genere. In un bagno di qualche centro commerciale o di qualche altra attività.
Ci piaceva il fatto di entrare in un bagno e scopare in piedi. Ci eccitava da morire.
“Attiriamo troppa attenzione” gli risposti.
“Se viene solo lei?” subito replicai.
“Decide lei” rispose Marco
“Dimmi tu quando farla venire” subito gli dissi senza pensarci su nemmeno un attimo.
“Dammi 2-3 minuti” furono le sue parole.
“Appena te lo dico, vai subito in bagno, in fondo a destra, ti aspetta Marco” dissi a mia moglie.
“No, devi venire anche tu” rispose mia moglie.
“Attiriamo troppa attenzione” gli dissi
“Stai tranquilla, vai e goditi il momento” la tranquillizzai.
La situazione si stava facendo molto eccitante.
Non ci siamo mai divisi in questo gioco, per il semplice fatto che il tutto è nato perché ci ha sempre eccitato nel vedere lei scopare con un altro e viceversa. Ma la situazione era diversa adesso. L’eccitazione stava salendo anche a me.
“Va bene” rispose mia moglie.
“Vado” era Marco che stava andando in bagno.
“Ok, puoi andare” dissi a mia moglie.
Ebbe un attimo di esitazione prima di alzarsi e dirigersi verso il bagno dove la stava aspettando Marco.
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