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Prima lui e poi lei..... Parte 3


di Membro VIP di Annunci69.it pipppero
11.10.2016    |    5.881    |    3 9.6
"La moglie di Andrea (che chiameremo Paola) era una bella signora, bionda, formosa quanto basta, con lo sguardo birichino..."
Terza parte.
Nei mesi successivi ci furono altri incontri a casa di Andrea, quando sua moglie organizzava con le amiche noi ne approfittavamo per vederci.
Un giorno vidi arrivare un messaggio da Andrea, ero già tutto eccitato perché quando mi scriveva era per organizzare un incontro. Questa volta però dall’anteprima del messaggio si capiva che c’era qualche cosa di diverso. Lo lessi subito.
Andrea: “Ciao. Come stai? Io da qualche tempo ho in mente qualcosa di nuovo per noi.”
Incuriosito ed eccitato risposi ed iniziò una conversazione molto eccitante.
Io: “Io sto bene. Quando ti sento mi sale subito un eccitazione incredibile. Ma tu cosa hai in mente?”
Andrea: “Adesso che ci conosciamo bene vorrei allargare il nostro rapporto”
Io: “Allargare il nostro rapporto? A me il sesso di gruppo non piace”
Andrea: “Tranquillo nemmeno a me. Però vorrei provare un’esperienza nuova”
Io: “Prova a descrivermela, magari piace anche a me”
Andrea: “Vorrei coinvolgere mia moglie”
Con questa frase la mia eccitazione arrivò al culmine. La moglie di Andrea (che chiameremo Paola) era una bella signora, bionda, formosa quanto basta, con lo sguardo birichino. Non l’avevo conosciuta di persona ma avevo visto nella loro casa diverse foto.
La mia mente cominciò a fantasticare, pensavo a come fosse inculare Andrea mentre leccavo la figa di Paola oppure fare un pompino ad Andrea assieme a Paola.
La mia fantasia venne interrotta dal suono di un nuovo messaggio.
Andrea: “Lei però non sa nulla…”
Andrea: “Vorrei coinvolgerla a sua insaputa”
Dopo questo messaggio la mia eccitazione si accese ancora di più, immaginavo già la scena dell’incontro con la paura di essere scoperto.
Io: “Solo l’idea mi elettrizza. Però dobbiamo preparare l’incontro molto bene. Quando possiamo sentirci?”
La gestione del mio tempo era condizionata dagli impegni famigliari, una moglie che non sapeva nulla di questo mio hobby e una figlia da gestire. La scusa della serata tra colleghi doveva essere utilizzata con parsimonia.
Andrea: “Domani sera verso le 19:00 posso parlare liberamente”
Io: “Ok. Ti chiamo domani sera.”
Aspettare le 19:00 per sentire Andrea fu difficilissimo, non riuscivo a concentrarmi sul lavoro, mi ritrovavo a fantasticare durante le riunioni.
Finalmente arrivarono le 19:00 ed io puntualissimo feci squillare il telefono di Andrea il quale mi rispose con voce squillante.
Andrea: “Ciao. E’ un piacere sentirti”
Io: “E’ sempre un piacere sentirti, ma in questo caso il piacere è doppio”
Andrea: “Sai, è da un po’ che ci penso e adesso ho deciso che tu sei la persona giusta. Vorrei condividere questa esperienza con mia moglie, la quale però non sa nulla di noi.”
Io: “Giusto per capire meglio. Tu vorresti che noi lo raccontassimo a lei o che lei fosse partecipe dei nostri giochi?”
Andrea: “Non so fino a dove ci porterà questa avventura, vorrei che lei ti conoscesse come mio amico e poi quando avrà raggiunto la giusta confidenza spingerci oltre.”
Io: “Ma hai mai parlato con tua moglie di questo tuo lato bisex?”
Andrea: “Non proprio, solo qualche battuta. Comunque sono deciso a condividere con lei questa mia attrazione anche verso gli uomini e col tuo aiuto farle capire che può essere bello per entrambi.”
Pausa di silenzio.
Andrea: “Io voglio organizzare una cena a casa mia invitandoti come amico del lavoro, poi da cosa nasce cosa.”
Io: “Va bene ci sto. E’ troppo eccitante. Quando possiamo organizzare?”
Andrea: “La prossima settimana, mercoledì, cena verso le 20:00 da me. So che non abbiamo ancora impegni perciò devo sbrigarmi a dirglielo.”
Io: “Domani te lo confermo, sai non è facile organizzare. Grazie della fiducia che hai nei miei confronti.”
Andrea: “Di nulla. Tu mi piaci e non solo per il sesso. Aspetto la tua conferma.”
Io: “Certo. Stasera al più tardi domani. A presto.”
La sera stessa, dopo aver detto a mia moglie che sarei stato fuori con i colleghi, confermai ad Andrea l’appuntamento.
I giorni che seguirono furono pieni di momenti passati ad immaginare le scene possibili, comprese quelle in cui Paola infuriata sbatteva entrambi fuori di casa. Poi arrivò il grande giorno.
Ricordo benissimo quel giorno, era mercoledì 17 Febbraio, in qui giorni la temperatura era particolarmente bassa. Quel mattino indossai un completo blu gessato con camicia bianca rigorosamente senza cravatta, scarpe e accessori neri. Il solito profumo Boss. Misi il cappotto nero e mi avviai verso il lavoro.
La giornata sembrava infinita, riunioni noiosissime e conversazioni che il quel momento mi sembravano inutili. Nella mia testa c’era solo la serata che stava per arrivare.
Giunsero finalmente le 18:00, lasciai l’ufficio dicendo che avevo un impegno, passai dal fioraio per prendere un pensiero per Paola e mi diressi verso l’appartamento di Andrea.
Arrivai in anticipo e per non fare vedere che ero impaziente di iniziare feci qualche giretto nel quartiere facendo arrivare le 20:05, suonai al citofono e sentii una voce femminile alla quale risposi eccitatissimo solo con il mio nome e il portone si aprì.
Stava iniziando una serata che poteva essere incredibile.
Appena varcata la porta d’ingresso dell’appartamento venni folgorato dal pensiero che distrattamente potevo far capire di conoscere molto bene quelle stanze e il cuore mi sembrò fermarsi.
Andrea, come se mi avesse letto nel pensiero, mi venne incontro mi presentò Paola, alla quale piacquero molto i miei fiori, e mi fece fare il giro della casa.
Poco dopo ci trovammo seduti sul divano, sì proprio quel divano dove assieme ad Andrea avevamo goduto più e più volte in varie posizioni, io ero in mezzo.
Paola, seduta alla mia sinistra, indossava con disinvoltura un tubino bordeaux lungo fino al ginocchio e con un’abbondante scollatura che mostrava le sue meravigliose rotondità, scarpe di pelle lucida nera con tacco 12 e rigorosamente senza calze anche se inverno, le gambe accavallate erano lisce e affusolate. Andrea, alla mia destra, indossava una camicia grigia tinta unita su di un paio di pantaloni neri attillati che mettevano in risalto la sua erezione.
Sorseggiando un aperitivo parlammo di vari argomenti cercando di soffermarci il meno possibile su quello relativo al lavoro, io sapevo molto poco del lavoro di Andrea, e cercando di approfondire quello delle vacanze molto più generico e gestibile.
Terminato l’aperitivo Paola ci chiese di accomodarci a tavola, tovaglia bianca con centro tavola blu, candele accese, sottopiatti blu in tinta con il centrotavola. Tutto perfetto.
Paola pose sulla tavola una pirofila con dei succulenti spaghetti ai frutti di mare e si mise a tavola, anche a tavola avevo Paola alla mia sinistra e Andrea alla mia destra. Mangiammo di gusto sia gli spaghetti sia il pesce al forno portato in tavola come secondo, Paola era un’ottima cuoca, poi facemmo una pausa prima di passare al dolce.
Durante questa pausa, parlando di vacanze in un villaggio naturista in cui erano stati, sentii la mano di Andrea accarezzarmi la coscia. Ebbi un fremito, continuavo a chiacchierare con Paola ma facevo fatica ad articolare le frasi, ero eccitatissimo, anche io cominciavo ad avere un’erezione che si sarebbe notata se mi fossi alzato.
Fu a quel punto che Paola disse: “Andrea perché non mi hi mai parlato di questo tuo collega con cui è così piacevole passare del tempo?”
Andrea: “Sai non ce n’è mai stata l’occasione. Siamo colleghi da qualche mese ma ci siamo trovati subito in sintonia.”
E mentre diceva queste parola allungò ancora un po’ il braccio fino a toccarmi l’uccello che era diventato durissimo.
Io deglutii e preso dall’eccitazione dissi: “Ti confermo Paola che la compagnia di Andrea è davvero piacevole, almeno quanto la tua. Anche se tu sei molto più bella.”
Paola: “Grazie. Anche tu non sei male, assieme ad Andrea fate una bella coppia. Spero che al lavoro vi comportiate bene.”
Andrea continuando a massaggiarmi il cazzo durissimo e ormai bagnato disse: “Tranquilla cara sai che sei l’unica donna che attira le mie attenzioni, anche se per eleganza e bella compagnia il nostro amico non è da scartare.”
Paola: “Non mi dirai che sei interessato.”
Andrea: “Perché no. E’ bello fare nuove esperienze.”
Io ero pietrificato, avevo la mano di Andrea che continuava a massaggiarmi l’uccello, lo sguardo di Paola che sembrava entrarmi dentro, le uniche parole che mi uscirono dalla bocca furono: “Io avrei bisogno di andare in bagno.”
Paola rispose prontamente: “E’ la seconda porta nel corridoio.”
Io impacciato, terrorizzato dalla possibilità che Paola notasse la mia erezione, andai velocemente in bagno. Chiusi la porta, mi slacciai velocemente i pantaloni, calai i boxer e versai nel water il liquido accumulato durante il massaggio e che rischiava di bagnare i pantaloni dell’abito.
Mi diedi una sciacquata, mi ricomposi e tornai nel salone, dove Paola e Andrea avevano preparato una superba torta gelato.
Pensai che il gelato avrebbe raffreddato l’ambiente e invece mi sbagliavo, appena seduto mi sentii toccare la caviglia. Pensai subito ad Andrea ma era la caviglia sinistra, era Paola che aveva allungato un piede e mi stava accarezzando la caviglia salendo piano piano.
Guardai Andrea che era intento a mangiare quel delizioso gelato, poi guardai Paola che mi sorrise mise in bocca il cucchiaino di gelato gustandolo in modo così erotico e sensuale che non riuscii a smettere di guardare.
Sentivo il piede di Paola salire fino alla coscia, sapevo che avrebbe trovato il mio uccello in un’erezione incredibile, ma ero paralizzato e continuavo a fissare quelle labbra carnose che leccavano il cucchiaino.
Paola si sfilò lentamente il cucchiaio dalla bocca, lo fece scendere lentamente nella ciottola del gelato e lo portò nuovamente alla bocca mentre con il piede ormai era quasi arrivata al mio uccello.
A quel punto successe una cosa incredibile, non so se volutamente o maldestramente il gelato cadde dal cucchiaino andando a scivolare in mezzo ai due fantastici seni di Paola, il freddo del gelato fece diventare i capezzoli di Paola durissimi e si vedevano nettamente attraverso il vestito perché non portava il reggiseno.
Paola fece un urletto e contemporaneamente allungò il piede incontrando il mio uccello ormai duro come il marmo. Il gelato continuando a scivolare sulla pelle le provocò un brivido che mi trasmise direttamente all’uccello. Ero in estasi.
Ma fu a quel punto che Paola si alzò scusandosi per l’incidente e disse che doveva cambiarsi lasciando soli me ed Andrea. Andrea, appena allontanata la moglie, mi strinse l’uccello attraverso i pantaloni, prese la mia mano e la appoggiò sul suo facendomi sentire quanto era duro.
Senza renderci conto del tempo che passava, mentre eravamo intenti a massaggiarci a vicenda ci interrompemmo quando sentimmo il picchiettare dei tacchi di Paola che si stava avvicinando al salone.
Paola apparve fasciata in una corta vestaglia di seta che lasciava trasparire tutta la sua bellezza, si vedevano i capezzoli ancora turgidi contornati da areole rosate, le gambe tornite e lisce come la seta della vestaglia, l’unica cosa che non si vedeva era il perizoma.
Paola si scusò per l’abbigliamento e disse che si era dovuta cambiare il vestito sporco di gelato e si era dovuta sciacquare. Io rimasi impietrito, avrei voluto dirle che la vestaglia le stava ancora meglio del vestito la rendeva più sexy ma non ebbi il coraggio. Parole che prontamente disse Andrea: “Cara non ti preoccupare così sei ancora più sexy e sono convinto che il nostro amico stia apprezzando.”
Io guardai Paola e non riuscii a dire nulla, ma penso che il mio sguardo fosse sufficiente a farle capire quanto la desiderassi.
Paola con un lento movimento slacciò la vestaglia e rimase completamente nuda all’ingresso del salone.

Continua….
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