Lui & Lei
Il massaggio di mia Moglie (storia vera)


05.05.2025 |
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""È stato bellissimo, " sussurrò, guardandomi con occhi pieni di amore..."
@@@ Storia vera. Io e mia moglie Valentina ci massaggiamo a vicenda@@@La luce soffusa della mansarda avvolgeva ogni angolo della stanza, creando un’atmosfera intima e rilassante. I profumi di incenso e oli essenziali si mescolavano nell’aria, rendendo l’ambiente perfetto per quello che stava per accadere. Io, Marco, a 50 anni ancora robusto e pieno di energia, mi sentivo già anticipare il momento che Valentina e io avevamo pianificato con cura. Lei, la mia adorata moglie, bionda e minuta, con un seno piccolo e una figa rasata, era già sdraiata sul tappetino di seta, pronta per il massaggio.
"Pronto, amore mio?" le chiesi, avvicinandomi con l’olio tiepido tra le mani.
"Sì, amore. Non vedo l’ora," rispose lei, con un sorriso che mi fece sciogliere il cuore.
Iniziai a massaggiare la sua schiena, con movimenti lenti e circolari, lasciando che le mie mani scivolassero sulla sua pelle morbida. Sentivo il suo corpo rilassarsi sotto le mie dita, ogni tensione che si scioglieva come neve al sole. Valentina emise un sospiro di piacere, e io sapevo che stavo facendo un buon lavoro.
"Così bene, amore. Continua," sussurrò, la sua voce già velata dalla passione.
Proseguii con il massaggio, spostandomi sulle sue gambe, poi sulle braccia, fino a raggiungere i punti più intimi. Quando le mie mani sfiorarono i suoi seni, sentii un brivido correre lungo il suo corpo. Valentina si mosse leggermente, invitandomi a continuare.
"Vuoi che vada oltre?" le chiesi, già sapendo la risposta.
"Sì, per favore," rispose, con un tono che non ammetteva dubbi.
Le mie dita iniziarono a esplorare il suo clitoride, delicatamente all’inizio, poi con più intensità man mano che sentivo il suo corpo rispondere. Valentina gemette piano, poi più forte, e io sapevo che stava arrivando al culmine.
"Amore, non fermarti," disse, con una voce che era quasi un pianto di piacere.
La raggiunsi con le labbra, baciandola intensamente mentre le mie dita continuavano a stimolarla. Sentivo il suo corpo contrarsi, poi rilassarsi, e sapevo che aveva raggiunto l’orgasmo.
"È stato bellissimo," sussurrò, guardandomi con occhi pieni di amore.
Era il mio turno ora. Valentina si alzò e mi fece sdraiare sul tappetino. I suoi occhi si posarono sul mio cazzo, molto molto piccolo, come sapeva bene, ma per lei era sempre stato perfetto.
"Lasciati andare, amore mio," mi disse, prendendo l’olio e iniziando a massaggiare la mia schiena.
Le sue mani erano magiche, e io mi lasciai trasportare dal piacere. Sentivo ogni tensione sciogliersi, ogni preoccupazione scomparire. Quando iniziò a massaggiarmi le gambe, sentii un brivido di eccitazione corrermi lungo la schiena.
"Sei pronto per il massaggio prostatico?" mi chiese, con un sorriso malizioso.
"Sì, amore. Sono pronto," risposi, sentendo già l’anticipazione crescere dentro di me.
Lei prese un dito e lo lubrificò abbondantemente, poi iniziò a massaggiarmi delicatamente l’ano. Sentivo una sensazione strana e intensa, ma incredibilmente piacevole. Quando inserì il dito, sentii un’ondata di piacere che mi travolse.
"Va bene, amore?" mi chiese, muovendo il dito con maestria.
"Sì, tesoro. È incredibile," risposi, già sentendo il mio orgasmo avvicinarsi.
Le sue dita continuarono a massaggiarmi, e io mi lasciai andare completamente, perdendomi nel piacere che mi stava regalando. Quando raggiunsi l’orgasmo, fu un’esplosione di sensazioni che mi fecero gemere ad alta voce.
"È stato bellissimo, amore mio," dissi, guardandola con occhi pieni di gratitudine.
"Sempre per te, amore mio," rispose, abbracciandomi con affetto.
Eravamo nel nostro tempio del piacere proibito, e sapevamo che questa era solo l’iniziazione a una notte di passione e amore.
La mansarda era avvolta da un silenzio sacro, rotto solo dal lieve fruscio del telo di seta che Valentina stendeva sul mio corpo. Il tessuto morbido scivolava sulla mia pelle, accarezzandomi con una delicatezza che faceva vibrare ogni fibra del mio essere. La sua mano si posò sul mio petto, e io sentii il calore del suo corpo avvicinarsi al mio, mentre ci abbracciavamo in un intimo abbraccio.
Le nostre labbra si incontrarono in un bacio lento e profondo, un bacio che parlava di anni di complicità e passione. Sentii il suo respiro accelerare, mentre le sue dita si intrecciavano ai miei capelli. Il bacio si fece più intenso, e io mi persi nel suo sapore, nel modo in cui sapeva farmi sentire desiderato nonostante i miei “difetti”. Era un bacio che mi faceva dimenticare tutto, che mi faceva sentire completo.
Ma poi, Valentina si allontanò. Il suo sguardo era intenso, carico di un desiderio che non aveva bisogno di parole. Senza dire nulla, lei si alzò dal letto e si diresse verso un angolo della stanza, dove avevamo sistemato i nostri “strumenti” per il piacere. Io rimasi sdraiato, a guardarla con occhi carichi di aspettativa, sapendo già cosa stava per fare.
Lei tornò con lo strapon allacciato alla vita. Il mio cuore accelerò, mentre la osservavo avvicinarsi con un’espressione che era un misto di determinazione e passione. Senza bisogno di parole, io mi girai a pancia in su, sapendo esattamente cosa sarebbe successo. Valentina si inginocchiò tra le mie gambe, e il suo sguardo si posò sul mio cazzetto, che già cominciava a pulsare di desiderio.
Lei prese il gel lubrificante e lo versò generosamente sul dildo dello strapon, poi con gesti delicati e precisi iniziò a massaggiare il mio buco di culo. Il gel era freddo, ma la sua mano lo scaldò rapidamente, facendomi sobbalzare leggermente. Sentii le sue dita premere delicatamente, accarezzare l’ingresso, fino a che il mio corpo non si aprì al suo tocco.
Quando sentii la punta del dildo premere contro di me, un brivido mi percorse la schiena. Valentina guardava il mio viso, cercando di leggere ogni minima espressione, ma io ero già perso nel piacere, incapace di pensare a qualsiasi altra cosa. Con un movimento lento e deciso, lei iniziò a penetrarmi, facendomi gemere a voce bassa.
Il dildo entrava dentro di me, riempiendomi in un modo che mi faceva sentire totalmente posseduto. Valentina era attenta, sapendo esattamente come muoversi per massimizzare il mio piacere. Le sue mani si posarono sulle mie cosce, mentre il movimento diventava più regolare, più profondo. Io mi lasciai andare, lasciando che il piacere mi travolgesse completamente.
Ma non era tutto. Mentre mi scopava con lo strapon, Valentina prese il mio cazzetto tra le sue dita, iniziando a massaggiarlo con movimenti precisi e ritmici. La sensazione era incredibile, un mix di piacere che mi faceva perdere il controllo. Gemetti, senza riuscire a trattenere i suoni che uscivano dalla mia gola.
Lei continuava a guardarmi, con uno sguardo che mi faceva sentire come se fossi l’unico uomo al mondo. Le sue mani, il suo corpo, tutto su di lei era concentrato sul mio piacere. Io affondai le dita nel telo di seta, cercando un appiglio mentre il piacere mi travolgeva.
"Valentina..." Il suo nome uscì dalle mie labbra come un sussurro, ma lei non rispose. Non c’era bisogno di parole. Ogni movimento, ogni tocco, ogni gemito era una conversazione che solo noi potevamo comprendere. Lei accelerò il ritmo, e io mi trovai sull’orlo dell’orgasmo, incapace di resistere.
Il dildo entrò più profondamente dentro di me, e le sue dita strizzarono il mio cazzetto con una pressione perfetta. Un’onda di piacere mi travolse, e io gemetti ad alta voce, mentre il mio corpo veniva scosso dall’orgasmo. Valentina continuava a muovere lo strapon, prolungando il mio piacere fino a che non mi sentii completamente svuotato.
Quando finalmente si fermò, io ero esausto, ma sazio come non mai. Lei si stese accanto a me, e sentii il suo respiro affannoso vicino al mio orecchio. "Marco..." sussurrò, accarezzandomi il viso con una delicatezza che mi fece sentire amato.
Io la guardai, con un’espressione che sperava comunicasse tutta la mia gratitudine e il mio desiderio per lei. Non c’era bisogno di parole. Lei lo sapeva già, e io lo sapevo.
Le nostre mani si intrecciarono, e per un attimo rimanemmo semplicemente ad ascoltare il silenzio che ci circondava. Un silenzio che era pregno di tutto quello che avevamo condiviso. Ma nello sguardo di Valentina c’era ancora qualcosa, un desiderio che non si era ancora esaurito.
Lei si alzò lentamente, e io sentii il mio cuore accelerare di nuovo. Cosa sta facendo ora? Pensai, mentre la osservavo avvicinarsi di nuovo al nostro piccolo tempio del piacere proibito.
Valentina si avvicinò a me con un’espressione che mi fece accapponare la pelle. I suoi occhi erano pieni di un misto di desiderio e determinazione, come se avesse deciso che quello che stava per fare era più che necessario. Si inginocchiò lentamente davanti a me, il suo sguardo fisso sul mio ancora tremante cazzettino, ancora bagnato di sborra.
“Non sprechiamo niente,” sussurrò, con una voce che era quasi un richiamo ipnotico. Si chinò in avanti, e la prima sensazione della sua lingua calda e umida sulla mia pelle mi fece trattenere il respiro. Dio, che sensazione… pensai, mentre lei iniziava a leccarmi con una delicatezza che sembrava quasi un’arte. Ogni movimento della sua lingua era studiato, preciso, come se volesse raccogliere ogni singola goccia della mia essenza.
Lei non si limitò solo a pulirmi. No, la sua lingua danzò sul mio cazzo, avvolgendo ogni centimetro con una lentezza che mi faceva impazzire. Ogni volta che si avvicinava alla punta, sentivo un brivido di piacere che mi attraversava tutto il corpo. “Valentina…” gemetti, incapace di trattenermi. Lei alzò lo sguardo verso di me, i suoi occhi pieni di una malizia che mi faceva desiderare ancora di più.
Quando finalmente si fermò, il mio cazzo era pulito, ma il mio desiderio era più acceso che mai. Lei si alzò lentamente, e io vidi il suo viso avvicinarsi al mio. Sta per baciarmi… pensai, e il mio cuore iniziò a battere all’impazzata. Le sue labbra si posarono sulle mie, e subito sentii il sapore della mia stessa sborra. Era stranamente eccitante, sapere che stavo condividendo qualcosa di così intimo con lei.
Il bacio si approfondì, le nostre lingue si intrecciarono in un duello che mi fece dimenticare tutto il resto. Dio, come fa a essere così brava? mi chiesi, mentre le mie mani si muovevano istintivamente verso di lei, afferrando i suoi fianchi sottili e tirandola più vicina a me. Lei gemette contro le mie labbra, e sentii il suo corpo tremare sotto il mio tocco.
Quando finalmente ci separammo, entrambi eravamo senza fiato. Lei mi guardò con un’espressione che mi fece capire che non era finita. “Sdraiati,” ordinò con voce dolce ma ferma, e io obbedii senza esitazione. Mi stesi sul tappeto morbido della mansarda, il mio cuore che batteva forte nel petto.
Lei si sedette davanti a me, le gambe aperte in una posizione che mi fece trattenere il respiro. La sua figa rasata era perfetta, come sempre, e io non potevo fare a meno di fissarla con desiderio. “Vieni qui,” sussurrò, e io non ebbi bisogno di altri inviti. Mi avvicinai a lei, e sentii il profumo dolce e intenso del suo desidero invadere i miei sensi.
Mi chinai verso di lei, e la prima sensazione della mia lingua sulla sua figa mi fece gemere di piacere. Era calda, umida, e il sapore di lei era semplicemente irresistibile. Iniziai a leccarla con lentezza, esplorando ogni piega, ogni angolo, come se volessi imparare ogni dettaglio del suo corpo. Lei gemette, e sentii le sue mani afferrare i miei capelli, spingendomi più vicino a lei.
“Sì, Marco… così…” sussurrò, e io aumentai il ritmo, la mia lingua che danzava sul suo clitoride con una precisione che la faceva tremare. Lei si piegò indietro, i suoi gemiti diventando sempre più alti mentre io continuavo a leccarla con intensità crescente. Dio, amo sentirla così, pensai, mentre le mie mani si muovevano sulle sue cosce, afferrandole e tirandola ancora più vicina a me.
Ma non era abbastanza. Volevo farla sentire ancora meglio. Tirai leggermente indietro, e lei guardò verso di me con occhi pieni di desiderio e confusione. “Non fermarti…” gemette, ma io le sorrisi dolcemente.
“Non preoccuparti, tesoro,” sussurrai, mentre le mie dita si muovevano verso la sua figa. Iniziai a massaggiarle il clitoride con delicatezza, e lei gemette di piacere. Poi, lentamente, inserii un dito dentro di lei, sentendo la sua stretta calda e umida avvolgere la mia pelle. “Marco…” sussurrò, e io iniziai a muovere il dito dentro di lei, sentendola tremare sotto il mio tocco.
Aumentai il ritmo, leggermente, e lei iniziò a muoversi contro di me, i suoi gemiti diventando sempre più alti. “Sì, così… continua…” gemette, e io obbedii, aggiungendo un secondo dito dentro di lei. Lei gridò di piacere, e sentii il suo corpo iniziare a tremare ancora di più. Sta per venire… pensai, e aumentai ulteriormente il ritmo, le mie dita che si muovevano dentro di lei con una velocità che la faceva impazzire.
Il suo orgasmo arrivò improvviso, violento, e lei urlò di piacere mentre il suo corpo si contorceva sotto di me. Sentii il suo squirt bagnarmi la mano, e continuai a stimolarla fino a quando non fu completamente esausta. Quando finalmente si fermò, lei era senza fiato e io pienamente soddisfatto.
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