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Lui & Lei

La massaggiatrice


di Eulalia
16.05.2024    |    8.811    |    21 9.9
"Trogloditi, che non sono altro! Vorrei andare a casa, farmi un bagno rilassante e spegnere il cervello, invece ho ancora un cliente..."
Mi sono appena rinfrescata dall’ultimo cliente: un uomo molto antipatico e perdipiù poco pulito e maleducato. Non solo pensava di essere sexy mentre il suo cazzo semimoscio sgusciava dalla mutandina da massaggio, ma anche di essere divertente sottolineando come le mie mani più grandi avrebbero potuto dargli più piacere di quelle delle cinesine che frequenta abitualmente.
Se n’è pure andato arrabbiato quando, infine, ha realizzato che non avrebbe ottenuto il bonus sega.
La titolare non aveva niente in contrario che ci si divertisse con i clienti, ma non ammetteva la prostituzione. E per me la carità sessuale era fuori discussione.
Questi uomini che pensano di essere il toccasana delle donne solo perché dotati di cazzo, mi lasciano sempre l’amaro in bocca. Nella loro infinita arroganza sono convinti che appena ci degnano del minimo sindacale di attenzione, gliela si debba dare. Trogloditi, che non sono altro!
Vorrei andare a casa, farmi un bagno rilassante e spegnere il cervello, invece ho ancora un cliente.
Studio la cartella: di nuovo un maschio. Vedo che ha prenotato un massaggio ayurveda completo, quindi ancora almeno un’ora. Oggi proprio non finisce più.
Entro nella cabina e penso che l’universo riequilibri sempre tutto.
Mi trovo davanti un quarantenne snello e tonico, i muscoli ben disegnati, ma soprattutto il primo impatto è quello di una persona gentile.
Ci salutiamo.
Si cambia e lo prego di sdraiarsi sul lettino. È di poche parole, non capisco se è timido oppure se non si sente a suo agio.
Pur essendo molto professionale, mi dispiace un po’ coprirlo con l’asciugamano caldo, ma così si fa e pazienza.
Inizio a lavorare sulla schiena ben disegnata. La pelle è morbida e ho la tentazione di annusarlo prima di cospargerlo con l’olio.
Mentre sciolgo i suoi muscoli mi chiedo che sensazione potrebbe dare la sua schiena sotto sforzo.
Passo alle braccia lunghe e forti, proprio niente male. Mi dedico anche ad ogni singolo dito e i miei pensieri prendono il largo. È facile immaginarsi di essere accarezzata da queste mani, chiedermi quante dita vorrei. Certo sono lunghe e nodose, me le infilasse in bocca per bagnarle prima di dedicarsi alla mia fica, mi arriverebbero fino in gola.
Non posso permettermi di pensare così. Mi sto bagnando, ma lui non mi sembra il tipo trasgressivo. Anzi, il suo respiro è regolare e rilassato, proprio come deve essere. Però anche questo mi fa pensare a come potrebbe cambiare.
Passo alle gambe lunghe e affusolate e infine tocca alle natiche.
Che culo fantastico!
Liscio e sodo, fatto per essere morsicato e leccato. Secondo me è uno di quelli a cui piacciono due dita dentro mentre se lo fanno succhiare, uno di quelli che poi ricambiano con altrettanta passione.
Peccato, che non abbia lo spirito di iniziativa del cliente precedente.
Io, però, non riesco a resistere alla tentazione e con il pretesto di massaggiare come si deve le chiappe, passo la mano a taglio nella fessura di quel culo spettacolare. Solo una volta andata e ritorno.
Che sensazione appagante! Cosa deve essere affondarci le unghie mentre ti scopa!
Devo stare attenta a non esagerare, altrimenti passo per un’affamata di cazzo, cosa non troppo lontana dalla realtà, ma non lo deve sapere chiunque.
Massaggio prima il piede destro e poi il sinistro.
Quand’è che ho scopato l’ultima volta?
Ah sì, con Gianni la settimana scorsa. A parole mi ero preparata per una notte di fuoco, e invece tutto si è risolto in un’oretta. Si, certo, baciava divinamente e anche con la lingua ci sapeva fare, ma apparteneva a quella categoria di uomini convinti del fatto che quando la donna è venuta una volta, poteva pensare solo a sé stesso. Avevo dovuto compensare a casa con qualche giochino, altrimenti non sarei riuscita a dormire. Che tristezza!
Chissà questo com’era a letto? Nemmeno avevo guardato il nome sulla cartella. Pazienza.
Gli chiedo di girarsi sulla schiena. Sono le prime parole che gli dico. Per un momento ho la sensazione che mi legga il pensiero con quegli occhi grigi così intensi.
Lo copro subito con l’asciugamano caldo senza guardare nulla e riprendo dalle braccia. Continuo con il petto. Sono alle sue spalle e mi devo chinare su di lui. Come sarebbe se mi mordesse un capezzolo all’improvviso? Un piacevole calore si diffonde nel mio corpo e mi accorgo in ritardo che ha gli occhi aperti fissi nella mia scollatura sopra al suo viso.
Mi tiro su di scatto. Di fianco a lui continuo con il torace verso l’inguine, mi dedico ai fianchi e i pensieri indecenti proliferano.
Persa nella mia fantasia non mi rendo conto che il suo sguardo mi segue costante.
Per il massaggio drenante parto dai piedi e risalgo verso le cosce e mi rendo conto che sotto all’asciugamano c’è una prepotente erezione.
Questa è la goccia che fa traboccare il vaso e mi bagno definitivamente.
“Mi scusi.” Dice indicando col mento il gonfiore consistente.
“Capita.” Cerco di rispondere, ma la voce mi è calata di almeno due toni.
Per fare l’interno coscia devo spostare quel telo e quasi inavvertitamente sfioro quel pezzo di carne durissimo. Con un enorme sforzo di volontà non mi avvento.
Gli sfugge un sospiro e si scusa ancora.
Ma proprio uno così, doveva essere perbene e timido?
Dalla voglia che mi fa, termino il massaggio in fretta così me ne libero e non faccio stupidaggini.
Queste cabine sono talmente piccole che adesso che si è alzato, ce l’ho quasi addosso.
Che difficile essere indifferente!
Ha le mani sul pacco come un calciatore ed è terribilmente sexy.
“Non vorrei essere sfacciato e nemmeno fuoriluogo, ma credo che anche lei abbia perso la sua imperturbabilità. Forse potrei alleviare il suo nervosismo, se permette.”
Che stronzo, ha aspettato il momento giusto per sferrare l’attacco fatale. E questo non mi impedisce di formulare un bel sì di resa totale.
Un sì che finisce direttamente sulla sua lingua che mi ritrovo in bocca, un sì sostenuto dalle sue mani che premono il mio culo per farmi aderire a questa verga durissima.
Un sì che muore sulla cappella del suo cazzo appena mi inginocchio davanti a lui per assaggiare tutta quella durezza nerboruta fatta apposta per sfondarmi.
Non si preoccupa nemmeno di slacciarmi il camice quando di peso mi mette seduta sul lettino.
Si fa strada fra le mie gambe, scosta le mutandine.
“Tu hai bisogno di cazzo quanto io di sfondarti.” È una constatazione la sua, accompagnata da un affondo che mi batte nel cervello.
Le mani fisse sui fianchi per non farmi spostare di un millimetro ad ogni colpo di cui mi beo, e non posso farci niente se al primo orgasmo gli pianto le unghie nel suo bel culo sodo.
“100… 99… 98… 97…96… 95… 94…” conta mentre godo come se non scopassi da due secoli.
Si sfila, mi mette a novanta appoggiata al lettino e lecca il mio orgasmo, lo succhia, mordicchia e lo penetra con la sua lingua guadagnandosene un altro.
Non c’è più niente di asciutto, anche la mia voglia di sentire ancora il suo cazzo è bagnata se fosse possibile.
Subito vengo premiata. Non posso far altro che aggrapparmi al lettino mentre mi proietta dentro ad un altro orgasmo, ma questa volta mi abbandona quasi subito per bussare al mio culo voglioso di essere aperto.
Forse davvero sa leggere nel pensiero.
Appena la sua cappella affonda nella mia carne, dimentico qualsiasi pensiero. Sento solo il suo respiro accelerato, il piacere di essere sfondata con tanta decisione.
“Adesso ti riempio!” gli si spezza la voce e non rimane altro che lasciarmi andare all’ennesimo orgasmo questa volta assieme a lui.
Sono stanca e soddisfatta, ma mi rimane una curiosità.
“Scusa, perché contavi all’indietro?”
“Non volevo venire prima di averti fatta godere anche col culo.” Risponde ridendo.
“Ma stasera non vuoi venire a casa mia a contare dal 93 in giù?” mi scappa di chiedergli con la mano che riposa sul suo pacco.








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