Racconti Erotici > lesbo > Il mio eden
lesbo

Il mio eden


di Eulalia
18.07.2023    |    15.741    |    28 9.9
"Ma Isabella sfila la mia mano dalle mutandine e succhia le mie dita bagnate..."
Con uno sguardo mi ha fulminato e adesso è a tre millimetri da me che sta inclinando la testa per baciarmi. Appoggia le labbra. Quando sento la sua lingua mi sento mancare dal desiderio e allo stesso tempo sono paralizzata. Non mi riconosco più.
Si stacca un istante e le mie labbra seguono le sue calamitate dal piacere per riprendere un altro bacio lento, delicato, superficiale e sensualissimo. Non riesco nemmeno più a respirare, farei qualsiasi cosa per non smettere, per non rinunciare a questo delizioso sapore che promette l’inimmaginabile. Vorrei che le sue mani mi toccassero, invece l’unico punto di contatto rimane la sua lingua che succhio con dedizione per non lasciarla andare.
Ho il cuore a mille, nella testa nemmeno una parola, devo concentrarmi anche solo per ricordarmi di respirare.
“Ma a te non piaceva il cazzo?” mi chiede schietta.
“Sto riconsiderando alcuni aspetti della mia vita.” Rispondo per salvare la faccia.
“Quindi avresti una certa apertura anche per una fica?”
Non posso dirle che apertura è un eufemismo, che se solo fossi certa di non essere vittima di uno scherzo, mi sarei stracciata i vestiti dal corpo. Oltre al fatto che la situazione qui nella sua cucina mi sembra precaria, visto che la sua compagna è in salotto che ci aspetta per continuare il nostro aperitivo fra donne.
Mi limito a un laconico si, non oserei mai negare il fuoco che brucia il mio sesso.
Riprende a baciarmi come se niente fosse e appoggia una mano sul mio fianco. Fossi stata marchiata a fuoco sarebbe stato meno grave, invece il suo tocco lascia una scia di lava a dispetto dei vestiti che ancora indossiamo.
Accompagna la mia mano sui propri fianchi e mi sussurra di lasciarmi andare, di vagare sul suo corpo come se fosse il mio.
La porta della cucina si apre e si chiude.
“Sei riuscita a sedurre la nostra cacciatrice di cazzi, quella etero e un po’zoccola per definizione?” esordisce la sua compagna e mia amica d’infanzia Daria.
“Non essere gretta” la ammonisce lei “stiamo indagando nuovi orizzonti.”
Siamo state beccate, vorrei dire qualcosa a mia discolpa, non volevo fregare la ragazza a Daria, nemmeno volevo che la tradisse, ma la mia bocca è piena dei baci di Isabella, della sua lingua morbida e delicata, del suo sapore. I miei pensieri si dissolvono definitivamente mentre mi accarezza la curva dei fianchi.
Sento scostare i miei capelli e un lieve bacio sul collo accompagnato dalla voce di Daria “Rilassati, bacchettona, nel pacchetto sono compresa anch’io.” Aderisce alla mia schiena e appoggia le mani sui miei seni. Lentamente dito per dito le sue mani si chiudono massaggiando la mia carne.
Riprende a parlare solo dopo aver passato la lingua dalla radice dei capelli alla spalla e ritorno. Sono persa e concentrata sugli angoli della mia bocca risucchiati da Isabella che non mi molla un istante.
“Ti spiego le regole del gioco. A noi due piacciono le etero convinte come te, ci piace sedurle e farle godere. Stasera tocca a te, ti affiderai a noi.” Dal seno la sua mano fruscia sul tessuto verso il basso e piatta massaggia il pube. Penso di svenire dall’eccitazione e mi appoggio a Daria che continua “Se non ti va, basta che dici di no e amiche come prima.”
Isabella si scosta di qualche millimetro e sussurra sulla mia bocca “Puoi rispondere ora”
Gemo un no, e si allontanano tutte e due. Preciso “No, non fermatevi, per favore” e i due corpi si richiudono su di me con una risatina sommessa.
La lingua di Isabella mi cerca e si aggiunge anche quella di Daria, credo che su questo bacio le gambe stiano per cedermi.
Tenendomi per mano mi portano in camera loro e mi spogliano a quattro mani. Rimango solo in reggiseno e mutandine fradice. Mi sdraiano sul letto.
“Aspetta e guarda.”
Daria e Isabella si spogliano a vicenda fra baci e carezze: sono bellissime e mi viene spontaneo toccarmi. Scosto la mutandina per scivolare con un dito nella mia fica rovente, sono talmente eccitata da questa situazione nuova e straordinaria che vengo subito, bagnandomi ancora di più se possibile.
Sento Isabella che commenta e Daria che aggiunge “Te l’ho detto che è una godereccia, vai e assaggiala.”
All’idea che mi lecchi la fica il mio cervello va in cortocircuito e credo che godrò appena mi sfiora. Ma Isabella sfila la mia mano dalle mutandine e succhia le mie dita bagnate. “Buona” commenta, ripiega la mia mano lasciando sporgere solo il medio appena succhiato e lo introduce lentamente nella sua fica.
“Lo senti il calore?” Annuisco con la bocca asciutta, sento anche i suoi umori colare, il suo profumo che assomiglia al mio. Vorrei assaggiare, Daria mi bacia prima che mi possa muovere, mi bacia delicata e stringe un capezzolo fra le dita. Le spalline del reggiseno calano piano, una bocca prende possesso dell’altro capezzolo, mi sento toccare sopra le mutandine. Un tocco lieve e malizioso alla ricerca del mio bottoncino, mi inarco, ho bisogno di godere adesso e subito.
“È un lago, la tua amica” dice Isabella. Sento come mi sfila le mutandine e il primo tocco della sua lingua è come una scossa elettrica. “Un lago sensibile, molto sensibile” parla direttamente sulle mie grandi labbra e io godo come non mai.
La raggiunge Daria e le loro lingue giocano lungo la fessura, sul clitoride, dentro la fica, nel culo mentre mi tengono bloccata a gambe divaricate.
Godo, ancora e ancora, perdo il conto dei miei orgasmi, mi perdo fra queste lenzuola, fra le loro mani e bocche. Capisco di essere assetata solo nel momento in cui Isabella mi offre la sua fica a cavalcioni del mio viso.
La vedo calare ancora chiusa ma lucida di eccitazione, la pelle che sembra abbronzata. Man mano che scende si schiude mostrando i bordi sporgenti leggermente più chiari. Si ferma e con lei tutto il mio mondo. Non è ancora a portata di lingua. Le sue dita eleganti divaricano le grandi labbra mettendo in mostra le piccole che implorano di essere succhiate. Apre anche quelle e un tripudio di morbido e caldo rosa calamita la mia attenzione. È la prima volta che vedo una fica così da vicino, deglutisco e mi chiedo se sarò capace di leccarla, di farle provare piacere.
Il profumo è inebriante come il mare all’alba, non ce la faccio più e la tiro sulla mia faccia. Aggancio le sue cosce mentre la mia lingua affonda nel suo paradiso rovente. Geme, si dimena, ma io non mollo la presa. Succhiando mi inarco come per aiutarla a godere di più. Daria coglie il suo orgasmo direttamente dalle labbra, a me cola in bocca come il miele più peccaminoso che abbia mai assaggiato, un nettare che mi appaga solo per il fatto di esserci. Per la prima volta capisco gli uomini.
La lascio libera ma continuo a baciarla con delicatezza prima di passare alla fica di Daria che è sopra di me poco più in là. Questa è più carnosa dal profumo più intenso, gliela apro direttamente con la lingua e sento un sospiro accompagnato dalla tensione delle cosce. Infilo due dita fino alle nocche e incollo la bocca al clitoride. Glielo faccio come piace a me, la sditalino duramente senza pausa, e penso che lei è la troia che mi ha attirato in questa situazione con un tranello. Mi vuole sfuggire ma la tengo agganciata con le dita. La rivolto e la metto di schiena sul letto sotto agli occhi di Isabella che guarda divertita.
Le mie mani non si fermano un attimo mentre vedo sbocciare sul viso di Daria un orgasmo da gara
“Fai vedere alla tua ragazza come godi, troia!”. È bastato questo per farla godere a fiotti.
Isabella la bacia, volano i ti amo e gli occhi a cuoricino, mi fanno posto fra loro due e ci coccoliamo, accarezziamo.
Non posso farci niente, è stato bellissimo, ma io ho bisogno di cazzo. Non sono soddisfatta, non mi basta. Ho goduto tanto, ma devo essere sbattuta da un maschio che mi prenda per quello che sono.
Isabella e Daria si guardano sorridendo.
“Ti manca qualcosa?” chiede Daria
Dico la verità senza pudore e senza la paura di ferire nessuno, perché in realtà mi è piaciuto tantissimo, solo che… sto già pensando a chi potrebbe essere libero e sopperire a questa mancanza.
Senza smettere di accarezzarmi Isabella mi dice: “Se vuoi al prossimo aperitivo puoi portarti un amico, a noi non dà fastidio.”
Il mio cuore accusa un colpo, perché mi rendo conto di essere capitata nel mio personalissimo Eden.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il mio eden:

Altri Racconti Erotici in lesbo:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni