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Lui & Lei

Lei....una donna da sogno. Parte 2 di 2


di BisexGe59
22.09.2017    |    1.382    |    3 8.8
"Si tirò fuori le tette enormi e mi fece avvicinare ad una per succhiarla ma appena arrivai con le labbra a sfiorargliele mi diede una spinta che mi fece cadere..."
Racconto, vero, a carattere fetish e bdsm, del quale consiglio di leggere la prima parte per capire meglio, e che terminava così......
:
“Il click secco del citofono posato fu una stilettata tremenda. Oddio mio!!! Ora mi fa un cazziatone e mi mette in riga, magari minacciandomi di parlare con il capo. Faccio le scale con il cuore in gola, un lungo respiro prima di entrare ed eccomi dentro. Chiudo la porta, mi dirigo verso il suo ufficio... e in quel momento capisco cosa intendeva per “disponibile” e perchè indossava lo spolverino....”

La trovai seduta sul divano di rappresentanza, con le gambe accavallate a mo di Sharon Stone in Basic Instinct, ma ancora più bella, più eterea, ma soprattutto con uno sguardo severo che solo quello lasciava trasparire che non sarebbero stati dei momenti facili per me.
Quello spolverino nascondeva, per non farmi capire nulla, un vestito bianco cortissimo che liberava due gambe lunghe fasciate da autoreggenti, un seno in bella mostra, forse aiutato da un push up, che mi eccitava solo a guardarlo. Ed io lì sempre imbambolato, senza riuscire a dire una parola ed il mio sguardo da pesce bollito stampato.
-Beh allora? Non lo fai più il furbetto? Le tue battutine idiote dove te le sei infilate?
-Beh non pensavo di offenderla, era solo un.....
-Tu pensavi? Tu riesci a pensare con quella faccia che ti ritrovi? Mi prendi per il culo forse? (E subito una risata da presa in giro)
Sentirmi dare del tu aveva allentato un po' le mie paure; forse voleva solo vendicarsi e farmi capire una volta per tutte che la dovevo salutare e basta senza confidenza alcuna. Ora mi scuso, pensai, me ne vado e torno al lavoro. Ma non fu così,
-Si hai ragione, non dovevo permettermi. Tranquilla che non succederà più. Scusami.
-Avvicinati.
E chi se lo fece ripetere? Feci il gesto di sedermi sul divano ma lei con cattiveria mi prese per un braccio e mi disse:
-Inginocchiati coglione!!!
-Ma io...
-Ho detto in ginocchio...coglione!!!
Ripresi a non capire più niente, cercai di farle capire che dovevo tornare al mio lavoro, ma ci guadagnai solo un ceffone che mi fece girare la testa, e appena mi ripresi mi ritrovai con la sua mano che mi stringeva le guance rendendomi inerme ai suoi confronti. E le mie parti basse cominciavano ad agitarsi.
-Mettiamo in chiaro alcune cose. Non ti permettere mai più di darmi del Tu; solo io posso.
Per te io sono e sarò solo R. anzi a Signora R. Capito Pollo? E questo sarà il tuo nome.
-Si. Signora R.
-Molto bene. Punto secondo sai quanto conto in questo ufficio e l'ufficio in questo palazzo. Quindi ora o farai quello che dico o prendo il telefono, chiamo il mio capo e quanto prima ti ritrovi in mezzo ad una strada.
-No, ti prego (sciaffffff)...la prego Signora R. Non chiami nessuno, farò come vuole lei. Solo che non posso lasciare il posto scoperto per troppo tempo. Se qualcuno se ne accorge rischio.
-Hai due scelte Pollo. O rischiare di perdere il posto o esserne sicuro se prendo il telefono e chiamo. Cosa scegli?
Non avevo scelta ed accettai, ormai ero in sua balia. In un brevissimo lasso di tempo, mille pensieri mi giravano nel cervello con una certezza sola, seppur poco gratificante per come andavano le cose. La pensavo Dominante e Dominante era. Il sogno si stava avverando.
-Và bene Signora, accetto. Come vuole lei.
-Non avevo dubbi pollo, voi uomini siete troppo idioti per tirare fuori le palle. Ah proposito, dimenticavo una cosa. Odio gli uomini, mi fate pena e schifo e non avrò mai nessuna pietà per una sottospecie come voi. Sono tutti cazzi vostri.......e tuoi!!!

La mia vita sarebbe cambiata in un attimo, sia dal punto lavorativo, perchè ero strasicuro che le derisioni nei miei confronti non sarebbero mancate anche con il resto dell'ufficio, e anche nella vita privata perchè sicuramente, sapendo che sono sposato, mi avrebbe messo a dura prova. Ma ormai ero in ballo e dovevo ballare. E' anche vero che certi treni passano solo una volta, e quel sogno di essere schiavo di una donna si stava avverando, anche se con pieghe che andavano ben oltre quello che immaginavo, nel bene e nel male.....soprattutto.
-Vai a prendermi le sigarette sul tavolo e tieni il portacenere in mano.
-Si Signora.
Non sapevo che fumasse, e questo aumentò la mia euforia “fallica” perchè la donna che fuma in certi atteggiamenti e momenti è un altro dei miei fetisch. Sono maiale, che ci posso fare? :) Lei se ne accorse perchè mi guardò in basso e fece un sorrisino ironico muovendo la testa.
Mi misi in posizione come uno scemo davanti a lei, mentre aspirava lunghe boccate e mi guardava con occhi di ghiaccio che mi penetravano nell'anima.
-E così ti piacciono le mie scarpe pollo...
-Si Signora, sono bellissime, in particolare quelle nere come le ho detto un giorno.
-Non mi interessa quello che pensi e dici, scemo. Mi interessa quello che fai.
Spense la sigaretta gettandomi il fumo in faccia. Si distese meglio sul divano dondolando le scarpe davanti al mio naso.
-Sono sporche, puliscile. Leccale per bene e non lasciare un centimetro sporco. Se ti piacciono così tanto le devi tenere belle pulite.
-Si Signora, come vuole lei Signora.
-Sei proprio un uomo pollo. Un povero coglioncello che fa tanto il gradasso e poi....utile solo a pulire delle scarpe. Lecca meglio pollo, non ti stai impegnando abbastanza.
Ormai ero partito per la tangente, non capivo più niente e mi dedicavo a quelle scarpe che tanto avevo desiderato. Il cazzo mi stava diventando duro anche perchè lei comincio a passarmi le unghie sulla schiena, dapprima leggermente, poi premendo sempre di più. Il dolore aumentava, ma con esso anche l'eccitazione ed il piacere. Ma questo non mi impedì di vedere che aveva preso il telefono in mano. La guardai con aria interrogativa e di terrore. Non se ne curò minimamente e schiaffeggiandomi con la scarpa mi disse:
-Continua a leccare e non fermarti idiota. Non ti ho detto di fermarti........ Si ciao V, puoi salire....il pollo è cotto anzi stracotto, abbiamo da divertirci tesoro ahahahahahah.
Oddio con chi parlava? Chi stava arrivando? Con chi avrei dovuto umiliarmi e rendere ridicolo? Tremavo di paura, il cuore che scoppiava di terrore, mentre lei rideva e mi derideva, intimandomi di tenere la testa bassa, mentre io continuavo il mio dovere. La risposta non tardò ad arrivare, quando sentì aprire la porta ed un rumore di tacchi si avvicinava a me secondo dopo secondo. Mi venne imposto di alzare la testa e fu così che vidi V. la sua amica del giorno prima. Anche lei vestita da Mistress con un tubino stretto con uno spacco che faceva capire che indossasse un reggicalze con sopra un corsetto che ne evidenziava le tette già grosse di loro. Un trucco abbastanza pesante accentuava la sua faccia da sadica. Completava il tutto un paio di stivaletti con tacco in ferro il mio preferito. Non capivo più niente. Due bellezze così davanti a me ed il cazzo che mi si induriva sempre di più.
-Allora pollo? Hai visto chi c'è? Ora il “tuo”spettacolo è completo, non sei contento?
-Pollo? Ahahaha gli hai dato anche un nome a stò deficente? Ciao pollo, come è che dicevi ieri? Che spettacolo di donne giusto? Beh ora lo hai davanti, quindi?
-Niente Signora, ho sbagliato ed ora sono al servizio della Signora R.
-Ma ma, hai visto R?..guarda un po' in mezzo alle gambe del pollo. Pare sia eccitato....
-Si ho visto è da un po' che lo è, ma aspettavo te.....per goderci ora noi.... lo spettacolo. Spogliati pollo.
Mi spogliai dei vestiti tremando come una foglia e rosso dalla vergogna come un peperone, restando in mutande. Un calcio alle palle mi fece capire che dovevo togliere anche quelle. Mi mancò il fiato ma eseguiì subito l'ordine.
-Ahahahahahah lo sapevo che avevi un cazzetto dentro. E' piccolo anche da duro......che schifo. Guarda R. bastano due dita per prenderlo tutto.
-Mamma mia che roba. E pensa che è anche sposato stò scemo. Ma sono sicuro che sua moglie non sprecherà del tempo con lui. Con tanti uomini veri, sempre se esistono, che ci sono saprà come divertirsi. Vero pollo cornuto?
-Si Signora, è come dice lei.
L'umiliazione era completa, mi stavano rendendo ridicolo ai loro occhi, la loro voglia di farmela pagare, di umiliarmi cresceva minuto dopo minuto. Ed io ero ormai in loro possesso, sapevo che non potevo e dovevo ribellarmi o sarebbe finita. Ma mentre dentro di me sentivo il loro disprezzo, mi rendevo conto di essere ormai una nullità nei loro confronti. Ma mi piaceva, godevo, mi eccitava soprattutto perchè tra una risata e l'altra cominciarono a giocare con le loro dita sul mio cazzo che ormai stava per esplodere facendo uscire le prime gocce di precum. V lo prese tra me mani e me lo portò alla bocca facendomelo succhiare tutto.
-Bravo bambino che ciuccia il biberon dalla mamma, ti piace vero? Uhmmmm si che ti piace. Magari vuoi anche un po' di lattino? Vieni che la mammina te lo dà dalla fonte. Ciuccia la tetta della mammina.
Si tirò fuori le tette enormi e mi fece avvicinare ad una per succhiarla ma appena arrivai con le labbra a sfiorargliele mi diede una spinta che mi fece cadere per terra, mentre le loro risate rimbombavano nella stanza.
-Ahahah povero illuso e tu pensi che un pollo come te possa avere l'onore di avere le mie tette? Gli uomini devono fare quello che decidiamo noi donne. E poi certe cose le concedo ad una sola persona vero amore?
-Decisamente sì tesoro, solo io posso.
Fu così che cominciarono a baciarsi e a masturbarsi a vicenda, sentivo e vedevo le loro lingue mulinare tra di loro, senza dimenticare di darmi ogni tanto qualche calcetto sul cazzo che chiedeva ormai pietà. Le loro lingue disegnavano piacere tra di loro mentre le mani cercavano la fica dell'altra
-Si......così fammi sentire le tue dita nella fica, mi piace.ahhhhhhhhh
-Come sei bagnata .mmmmm succhiami le tette come sai fare te si cosìììììì
-Ho tanta voglia di leccartela e farmela leccare, voglio la tua lingua.
-L'avrai ma non vorrai mica che il pollo possa godere di tanta goduria. Cosa ne dici di congedarlo alla “nostra” maniera e poi ci tuffiamo io e te da sole fino a godere come piace a noi?
-Sei tremenda R, Non vedo l'ora.
-Allora pollo, ti piacciono tanto le miei scarpe ed i miei tacchi vero?
-Si Signora sono bellissime. Anche quella della Signora V. sono molto belle.
-Allora vai a sdraiarti a pancia in sù vicino a quel mobile.
Eseguì l'ordine mentre si davano ancora un bacio, abbracciandosi e toccandosi, soddisfatte del loro intento.
-Allora, disse R, visto che ti piacciono tanto i miei tacchi vediamo che effetto ti fanno sentirteli sopra il tuo corpo.
Senza che potessi replicare mi sentiì schiacciare da quel corpo che danzava su di me alternando i tacco e la suola, e lasciandomi dei segni indelebili sul corpo.
- Ahia aia...mi fà male Signora. Ahiaaaaaaa
- E chi se ne frega se senti dolore, Chissà cosa dirà la tua mogliettina quando vedrà questi segni ahahahahah
-Ma dai, disse V., magari avrà finito di scopare con qualche bel manzo e non se ne accorgerà nemmeno. Vuoi mettere la differenza? Dai pollo puliscimi bene le suole che devo fare una cosetta.
-Ahia ahia ahhhhhh la supplico Signora, ahiaaaaaaaa.
Ormai i tacchi stavano perforando quasi la mia pelle, il dolore era insopportabile.
-Zitto coglione, volevi i tacchi? Ora ce li hai. Subisci e zitto o prendo il telefono.
E mentre il dolore era ormai lancinate, V mi mise le scuole sulla bocca anche per farmi tacere. Leccai finchè me lo permise per poi dirigersi verso il mio cazzo cominciando a mettermi le scarpe sul cazzo, con i tacchi che spingevano sui coglioni, e masturbandomi con le stesse prima morbidamente e poi schiacciandomi sempre di più il cazzo.
-Ah ahi ahi ahiaaaaaaaa.......ah ah vengo vengoooooooooo.
Esplosi in una sborrata piena e densa da tanta voglia che avevo sia per il piacere sessuale che per il dolore che a sua volta diventava piacere, tirando fuori il massimo del mio essere masochista. Ero talmente preso dalla “sega” che non mi accorsi che R. si era posizionata con le scarpe proprio sotto il cazzo e che il mio sperma era finito sulle stesse.
-Ohhhhhh guarda pollo, sei venuto sulle mie scarpe......ma che maleducato..... ti sembra giusto che io vada in giro così? Lecca stronzo!!!! Lecca la tua sborra e non lasciarne una goccia o questa volta ti ci salto su quel corpo di merda.
-Ah beh, disse V, cazzo piccolo poca sborra, ci metterà un minuto a pulirtele ahahahah
-Molto bene pollo, quando vuoi capisci qualcosa. Ora vai a prenderci le sigarette che dobbiamo rilassarci alla faccia tua, prima di divertirci tra di noi alla faccia tua, e preparaci il caffè, poi vattene........

Caffè.....caffè.......caffè......
"Sveglia che è ora di andare a lavorare, c'è il caffè pronto. Alzati che è tardi...." MIa moglie che mi svegliava!!!
Noooooooo era solo un sogno, non è successo niente di niente, noooooooooo.

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Mi alzai sudato, eccitato come non mai, e mia moglie non si accorse di niente (oh oh....) e andai veramente a lavorare ripensando a quel sogno che poteva restare solo tale e basta, da un lato purtroppo.
Ma ironia della sorte, perchè quando vuole il destino è bastardo, quel sabato mattina incontrai veramente R, come sempre splendida e desiderabile. Rimasi sorpreso, ripensando al sogno, ma con una faccia serena e sorridente. Mi guardò con un'aria stupita ed interrogativa come a voler capire quella mia espressione.
-Buongiorno R, lavoratrice instancabile anche di sabato?
-No no devo solo prendere una pratica personale.
-Se vuole un aiuto....sono disponibile.
-No no grazie, dieci minuti e me ne torno a casa.
Eh già i sogni sono sogni....la realtà è moooolto ben diversa....purtroppo..
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