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Lui & Lei

Medico dello sport 1º parte


di Liliana1980
25.11.2021    |    22.186    |    8 8.6
"Non ci vidi più cominciai a gridargli in faccia..."

Sono ritornata dalla vacanza a Tenerife, in questo momento sono in viaggio x lavoro, ma finalmente posso riprendere a scrivere.
Mentre ero in dolce far nulla,mi è venuta alla mente la storia che sto per scrivere.
Oggi desidero raccontarvi cosa accade quando feci la visita medica per l’idoneità all’attività sportiva agonistica.
Quella visita la ricorderò per tutta la vita,come fosse ieri,leggete e capirete il perché e anche il motivo per il quale odio la violenza, le parole scurrili e la coercizione,durante l’amplesso.

Dovevo fare la visita di idoneità all’attività agonistica.
Telefonai all’istituto della medicina sportiva per avere l’appuntamento,la signorina che rispose al telefono,presumo l’infermiera disse
“c’è un buco libero domani pomeriggio verso sera se per lei va bene”
“certo che va bene”
“ottimo allora le fisso l’appuntamento per le 17 e porti tutti gli esami che ha fatto e mi raccomando la puntualità. lei è l’ultima”
“sarò puntuale,grazie”
La cosa mi andava bene,al mattino avevo scuola.
Avevo compiuto 18 anni da poco più di un mese,per questo mi serviva la visita.
Era un pomeriggio di inizio primavera cominciava a far caldo, per l'occasione avevo indossato un vestito corto e leggero, sotto un completo mutandine e reggiseno bianchi.
Presi con me anche il mio inseparabile giubbotto di jeans,data l’ora pensavo che calato il sole,avrebbe fatto fresco,non era il caso di prendermi un malanno, non in vista dell’imminente trasferta per i campionati nazionali giovanili di pallavolo.
Inforco l’amato motorino e mi dirigo all’istituto,arrivata in ambulatorio scopro di essere veramente l’ultima della lista, mi siedo e intanto ne approfitto per leggere qualcosa, arrivò finalmente il mio turno,
L’infermiera mi chiamò.
“signorina Liliana”.
Dovette chiamarmi un’altra volta, non ero abituata a sentirmi chiamare, per tutti ero Lilly.
“ scusi sono io”.
“prego si accomodi”
Mi indico una porta che era lo spogliatoio.
“devo togliermi tutto?”.
“no, lei deve fare solo la visita per l’idoneità sportiva, basta il vestito e le scarpe,poi le dirà il medico”
Mi alzai ed entrai nello spogliatoio per spogliarmi, feci quello che mi aveva chiesto e rimasi in mutandine e reggiseno, dopodichè entrai nell’ambulatorio assieme all’infermiera.
“ecco dottore,questa è l’ultima”
“va bene signora”.
“scusi dottore,se non ha più bisogno di me,posso andarmene? altrimenti perdo il bus”
“certo non ho più bisogno di lei,può andare,penso io a chiudere”
Entrando ero arrossita, il dottore era parecchio attraente,indossava quei pantaloni verdi da sala operatoria e sopra un corto camice con il collo a V dello stesso colore,mentre mi faceva le solite domande, spiavo il petto, dalla V usciva parecchio pelo, segno che aveva un petto villoso, come piacciono a me.
Finito di scrivere la scheda, mi fece accomodare sulla bilancia,mi prese il peso e l’altezza.
“bene,ora per favore,vada su quel tappeto mobile”.
Aveva una voce calda e sensuale, mi piaceva lo confesso, quasi, quasi, scacciai il pensiero, ero quì per l’idoneità, salii sul tappeto, lo mise in funzione,prima dovevo camminare un pò spedita per un minuto,poi di corsa per un’altro, alla fine si avvicino per auscultarmi..
“molto bene signorina Liliana,molto bene”
"dottore può chiamarmi Lilly come fanno tutti,non sono abituata a Liliana"
Non so nemmeno io perchè feci quella precisazione.
Prese un cubo,alto poco piu alto di un paio di gradini e lo mise davanti a me.
“salga prima con un piede,poi con l’altro alternativamente,parta piano,poi più veloce,fino al mio stop”.
Feci quello che mi aveva chiesto, altra auscultazione.
“ ora proviamo la spirografia”
Mi diede un tubo in cui avrei dovuto soffiare, dopo aver inspirato il più possibile, feci anche questo.
“complimenti Lilly, hai un buon contenuto polmonare”
“merito del nuoto”
“gia,l’ho notato vedendo il fisico che è molto ben proporzionato, bene mi sembra tutto in ordine”
Si avvicino e mi diede una pacca sul culo poi andò alla scrivania, probabilmente per scrivere i dati delle prove.
Pensai di aver finito
“dottore ho finito?”
“no, non ancora,dimmi Lilly,hai mai fatto la palpazione del seno per vedere se hai dei noduli?”.
Non mi ero nemmeno accorta che era passato al tu,forse perchè gli avevo dato il permesso di chiamarmi Lilly.
“no dottore”
“beh! visto che sei qui, facciamola?”
“ma non serve per il certificato?”.
“no, ma visto che ho del tempo, approfittane, male non ti fa”.
“se lo dice lei,va bene”.
“un momento che finisco, poi vengo da te”.
Non sapevo cosa fare, dove mettermi, il dottore alzò gli occhi e disse:
“ per favore Lilly togliti il reggiseno e siediti su quello sgabello “
Poi riprese a scrivere,ne approfittai per togliermelo, mentre stava ancora scrivendo, sedetti sullo sgabello e guardai in avanti, provavo un certo disagio, non capivo perché, ma lo provavo tanto che dovetti dire a me stessa.
“dai stupida è un dottore chissà quante ne ha viste come te”
Dopo qualche minuto lo sentii alle mie spalle,prese il seno con ambo le mani e comincio a palpeggiarlo,già, proprio a palpeggiarlo, mi avevano spiegato come si faceva la palpazione del seno,ma quello mi stava palpando a più non posso,oltretutto con i pollici mi pizzicava i capezzoli,che volenti o dolenti stavano diventando duri, cavolo non era la palpazione del seno alla ricerca di noduli.
“dottore,ma cosa sta facendo?”
“zitta Lilly,lasciami fare il mio lavoro”.
“ma lei mi sta palpando il seno”
“che fai ragazzina vuoi insegnarmi il mestiere?”
Non dissi altro,non volevo farlo arrabbiare, ci tenevo ad avere l’idoneità, ci tenevo a partecipare al campionato e senza il certificato non potevo partire.
Per tranquillizzarmi mi dissi.
“dai stupida,cosa vuoi che sia una palpata di tette, lascialo fare”.
Ad interrompere i pensieri fu la voce del dottore.
“ora alzati in piedi”.
Feci quello che mi aveva chiesto.
Venne nuovamente dietro, riprese a palparmi le tette, ma questa volta appoggio l’inguine al sedere.
“dottore ora basta, mi sembra stia esagerando”.
“zitta e lasciati palpare, non dirmi che è la prima volta, lo vuoi il certificato e allora lasciami fare?”.
Maledetto pezzo di carta.
“belle sode le tue tette, per non parlare dei capezzoli si allungano quando sei eccitata”.
Maledetta la mia debolezza, basta toccarmi il seno perchè vada in estasi.
“ora basta dottore mi lasci andare”.
“stai zitta credi non me ne sia accorto che ti piace?”.
Continuò la palpazione per un bel po’, intanto sentivo qualcosa di duro spingere sul fondoschiena, non mi ci volle molta fantasia per capire cosa era, il dottore si stava eccitando palpandomi, beh! ,qui devo fare una confessione, pur sentendomi umiliata per quello che stavo subendo, dentro di me, in una piccola parte, mi sentivo orgogliosa, cavoli una sbarbina come me che faceva arrapare il fusto, chissà quante ne aveva viste,ma in questo momento era eccitato per me,favoloso.
Non avevo nemmeno finito di formulare quel pensiero che già mi odiavo per questa debolezza.
Ad un tratto tolse le mani dai seni.
“Lilly sdraiati sul lettino,il seno va bene,ma visto che sei qui, facciamo una visita completa, togliti le mutandine”....
“ma dottore a cosa serve la visita che vuole farmi? e poi lei non è un ginecologo”..
“Lilly lo vuoi si o no questo certificato?”..
“si mi serve, senza non posso partecipare alle finali, me lo hanno chiesto espressamente”.
“allora fai quello che dico, altrimenti, niente idoneità, sdraiati”.
Mi alzai, tolsi le mutandine e andai a sdraiarmi sul lettino, notai che era come quello per la visita ginecologica, dove avevo fatto la visita per prendere la pillola.
Dopo essermi sdraiata, guardavo verso il muro tenendo gli occhi chiusi, porca miseria, si sarebbe accorto che mi ero eccitata, avrebbe visto la passerina bagnata.
Solo allora mi accorsi che il dottore era al mio fianco perché sentii la sua mano calda appoggiarsi sulla pancia.
“Lilly alza le gambe ed appoggiale qui sulle staffe una da una parte una dall’altra”.
Sapevo cosa era una visita ginecologica,ma cosa serviva per una certificazione di idoneità sportiva proprio non lo capivo, cominciai ad aver paura..
“ma dottore ho già fatto questa visita e poi lei, lo ripeto, non è un ginecologo”.
“ancora con questa storia, alza le gambe o strappo il certificato e ti assicuro che non l’avrai mai più”.
Feci quello che voleva, alzai le gambe e le appoggiai alle staffe mettendo bene in vista la micia con i peli bagnati, fu allora che la paura si trasformò in qualcosa di più profondo il dottore fece una cosa che non mi aspettavo,legò con delle cinghie a strappo le gambe....
“dottore ma cosa sta facendo,per favore mi sleghi”.
Dentro di me stava montando la paura atavica della violenza e ancora una volta dissi a me stessa.
“dai stupida cosa vai a pensare sei nello studio del medico dello sport, cosa vuoi ti possa fare”
Mentre pensavo mi giunsero le sue parole.
“tranquilla Lilly, devo visitarti e non vorrei che tu facessi qualche gesto inconsulto con le gambe,rischierei di farti del male”.
Non ero certo rassicurata da quelle parole, ma la spiegazione era plausibile e poi cosa altro potevo fare?.
Lo so a cosa state pensando che non è la verità che è una scusa, avrei potuto andarmene molto prima quando potevo farlo, mandarlo al diavolo, fregarmene del certificato, ma ci tenevo troppo ad esserci e poi andare per una settimana a Siena, non potevo buttare alle ortiche una occasione del genere.
Maledetta idoneità e stupida io ad accettare quell’orario, perciò feci buon viso e lo lasciai fare, in poche parole accettai quello che stava per farmi, per farla breve, ero diventata una vigliacca.
Prese lo sgabello,dove mi ero seduta prima,lo mise davanti al lettino e si sedette, aveva la figa. proprio davanti ai suoi occhi, era la prima volta che un dottore me la vedeva cosi, ero sempre andata dalla ginecologa della zia.
Cominciò a mani nude toccarmi la micia, dicendomi.
“heilà! vedo che ti sei eccitata, sei tutta bagnata e brava la mia Lilly”.
Poi cambiando tono.
“hai rapporti sessuali frequenti?”.
”abbastanza, ma a lei non devono interessare“.
Risposi balbettando per la rabbia, sdraiata, con il culo sul bordo del lettino, con la mia figa aperta allo sguardo di quello sconosciuto, sentivo il rossore della vergogna aumentare e nello stesso tempo sentivo la vulva bagnarsi sempre più a causa del suo accarezzare.
Il dottore accorgendosi di questo, incominciò a spostare i folti peli e giocò con le labbra vaginali,
Sollevando la testa incrociai il suo sguardo vizioso e cattivo.
“ora vedrai cosa ti faccio puttanella”
In quel momento infilò con violenza il dito medio nella fessura e cominciò a sbatacchiarlo con forza avanti e indietro per alcune volte..
Cominciai ad urlare per il dolore.
Tolse il dito annusandolo ben bene, per poi portarlo alla bocca e succhiandolo con voluttà.
“buono molto buono il tuo miele”..
Non ci vidi più cominciai a gridargli in faccia.
“basta dottore la prego, basta, non ha diritto a farmi questo, mi sleghi, mi lasci andare, ha avuto quello che voleva,ora basta”.
Povera ingenua che ero.
“zitta puttanella e godi, lo so che ti piace essere toccata, si vede”.
“ma non con violenza come sta facendo lei, non lo sopporto, la prego smetta”.
“stai scherzando, una fighetta come la tua, me la voglio godere ben bene”.
Continuai ad urlare,come se servisse a qualcosa.
“urla pure, non ti può sentire nessuno e poi mi piace vederti così”.
“la denuncerò, giuro la denuncerò”.
“fallo pure, vedremo cosa dirai e vedremo a chi crederanno”.
Cominciavo ad essere terrorizzata, cosa voleva farmi, non ascoltò nemmeno le mie parole.
"Mmmmmhhh che bella figa pelosa e giovane”.
Rimise dentro il dito continuando l’esplorazione.
“Sei tutta bagnata, lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, sei uguale alle altre, solo delle puttanelle,pronte a farsi scopare dal compagno di scuola, sapessi quante ne ho conosciute come te e tutte che urlavano come te, poi alla fine, vedessi che soddisfatte, perciò lasciami in pace, vedrai che bel servizio che ti farò"
Non sentivo nemmeno quello che diceva tanto ero terrorizzata, maledetto, ora la paura si era impadronita del mio essere.
Sussultai quando sentìi il dito tentare l'altra apertura, istintintiamente serrai i glutei per impedire la violaziione.
" Bene bene, un bel culo da domare, come piace a me, scommetto che sei vergine? dillo puttana sei vergine?”.
Accompagno le parole con una forte spinta del dito che mi procurò parecchia sofferenza, facendomi urlare, più che per il dolore, dalla rabbia dell’impotenza, dalla voglia di ucciderlo.
“dillo puttana,dillo che hai il culo vergine o ti faró veramente male”.
“si lo sono maledetto,non mi piace essere inculata”.
Era seduto sullo sgabello, si alzo, venne vicino a me, l’inguine all’altezza del viso, ora potevo vedere quanto erano tesi i pantaloni per l’eccitazione..
"ora mi farai un bel pompino cerca di farlo bene e guai a te se mordi piccola troia"
Abbassò i pantaloni, introdusse una mano nei boxer facendo uscire il pene.
Brutalmente me lo puntò all’entrata della bocca.
In quel momento quasi gli fui grata, pensavo gli sarebbe bastato un bel pompino, forse si sarebbe accontentato di questo, cercai di rabbonirlo parlandogli del cazzo.
"Oh! è molto bello e grosso, proprio un bel cazzo!".
Non era una bugia, lo aveva abbastanza grosso e parecchio lungo,almeno paragonandolo a quelli che avevo visto, ma dentro di me ero terrorizzata,
"Brava lo puoi proprio chiamare così se lo merita".
Lo impugnò con una mano,
Il glande rosso violaceo era appiattito, aveva un'ampia apertura dove indugiava una grossa goccia di presperma.
Lo fece scorrere nella mano per un paio di volto, lo avvicino alla bocca, la tenevo serrata, mi chiuse il naso.
Fui costretta ad aprirla ed accogliere la cappella tra le labbra.
“dai troia comincia a pompare”.
Iniziai a succhiare tra lingua e palato.
"Fammi godere subito non tirarla per le lunghe”.
Cominciai a leccare e succhiare velocemente, mentre lui faceva andare su e giù il ventre per farlo entrare il più possibile.
Con la mano lo masturbavo rapidamente, con l'altra gli tirai fuori i testicoli pesanti e pelosi, massaggiandoli e spremendoli, con la speranza che la cosa finisse presto.
"Sei brava troietta, continua così, si vede che ne hai fatti tanti, altro che verginella, dai, dai, sei la migliore mia bella porca"
Mi sentivo offesa da quelle parole, non le ho mai accettate, non mi piace essere insultata durante l’amplesso, non ho mai capito perché un uomo o una donna devono offendere al culmine del piacere, io non l’ho mai fatto, ma ora non era importante, mi impegnai al massimo, facendo appello a tutta l'esperienza accumulata e agli insegnamenti del prof. lo leccai freneticamente mentre con una mano lo masturbavo e con l'altra continuavo a stimolare i testicoli, sentivo le lacrime scendere dagli occhi, era la prima volta che facevo un pompino contro la mia volontà, mi odiavo per non essermi rifiutata più energicamente, per aver lasciato che le cose arrivassero a quel punto, volevo farla finita con questa, violenza, non vedevo l’ora di uscire da quell’incubo.
Ancora non sapevo ne immaginavo cosa sarebbe accaduto.
Dopo pochi minuti lo sentìi irrigidirsi, le palle si contrassero, la verga si fece ancor più tesa e istintivamente mi ritrassi leggermente tenendo in bocca solo la punta del glande.
Quando sentii il cazzo farsi ancor più duro, lo tolsi dalla bocca..
Guardavo la cappella con la fessura spalancata da cui con un primo spasmo uscì lentamente una grossa goccia di sperma.
Riuscii ad allontanarlo dal viso, prima della sborrata, una serie infinita di getti che si persero sulle tette.
Non aveva emesso un suono, udivo solo il respiro ansimante del maledetto a bocca aperta, prendeva rumorosamente aria dal naso, come un cavallo dopo una lunga corsa.
La verga iniziò a perdere la consistenza iniziale, pensavo che finalmente la cosa avrà fine.


Alla prossima con il proseguo del racconto.

,,(continua)..
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