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Viaggio di lavoro 4° parte


di Liliana1980
05.06.2022    |    6.188    |    6 9.8
"Questo nuovo e inconsueto ruolo dominante mi eccita in modo strano..."
Salve amici eccomi a raccontarvi la quarta parte del mio viaggio di lavoro.
Dove eravamo rimaste?
Ah si.
Avevo trascinato Claudia nella camera da letto, volevo essere io a condurre il gioco.
Ci sarei riuscità?
Lo saprete leggendomi.

Era in posizione di totale abbandono, il seno che tanto ammiravo svettava come due piramidi.
La bionda cascata dei capelli lisci, sono l'unica parte del corpo coperta.
Il velo biondo scende lungo il capo fino a sfiorare i capezzoli che percepisco eretti come i miei.
Ho la passerina bagnata d'umore.
Con la lingua inizio a leccarmi il bordo delle labbra secche.
Mi avvicino con naturalezza chinandomi sul pube.
Inizio a sfiorarle la pelle.
Bacio le grandi labbra, rosee e invitanti, dal momento che ha le gambe divaricate.
Le mani scorrono furtive e squisitamente discrete sulle gambe e risalgono fino alle cosce.
I movimenti sono lenti e ripetuti.
La carne ribolle di brevi ma intensi brividi che squassano il corpo della capa.
Con la lingua mi soffermo a leccare la gamba per tutta la lunghezza, solleticandola e insinuandosi negli interstizi.
La passera si contrae con impercettibili movimenti.
Inizio a leccare l'altra gamba.
Altra contrazione, non riesce a contenersi ed esplode in un orgasmo.
Mugola pazza di piacere.
Risalgo con la lingua le cosce fino alla passera, la lecco attorno alle grandi labbra, facendo qualche puntatina all'interno.
Sollevo la testa e avvicino la bocca alla sua.
Le labbra in quanto a morbidezza non hanno nulla da invidiare a quelle dell'intimità.
Continuo a leccare la bocca, cercando e trovando la punta della lingua, la incrocio.
Le mani s'impadroniscono delle colline belle gonfie, le strizzano solleticando i capezzoli.
Mentre sono intenta a fare queste carezze, Claudia vince la ritrosia ed inizia a darsi da fare.
Appoggio le labbra sulla clitoride.
È turgida, gonfia, desidero prenderla e premerla.
La scappuccio e inizio a succhiarla.
Devo essere brava, la reazione non si fa attendere.
Inizia a tremare.
Urla di piacere come una forsennata.
Ci ritroviamo sdraiate sul letto col capo affondato nella passera dell'altra, riempiendo di piacere le nostre bocche.
Le sue labbra esperte succhiano la mia clitoride con le stesse movenze con cui abitualmente succhia il pene.
Gli orgasmi si susseguono a grappoli uno dopo l'altro, nello spazio di pochi minuti.
Veniamo entrambe appagate da tanto piacere.
Liberata da ogni residua inibizione provo un desiderio fisico irresistibile.
Inizio a palpare il corpo prendendo fra le mani il seno che sento premere sull’addome.
Sono veramente ed incredibilmente sode, sono da favola.
Rimango stordita ed eccitata da queste sensazioni, per me nuove.
Mi divincolo e prendo a leccarle i seni attorno all'areola dei capezzoli inondandola di piacere.
Ormai sto assumendo una parte sempre più attiva.
Claudia sta fremendo di piacere sotto i miei baci e morsi.
Le lingue s'incrociano nelle nostre bocche solleticandosi a vicenda.
Questo nuovo e inconsueto ruolo dominante mi eccita in modo strano.
Mi sento struggere dal desiderio di penetrare la sua intimità possedendola al più presto.
M'inginocchio ai suoi piedi, le allargo le gambe, prendo a succhiarle ancora una volta la clitoride.
Un istinto sconosciuto mi guida potente.
La lingua scivola nell’intimo del corpo.
Con la punta le stimolo la clitoride, che sento più rigida e sviluppata della mia.
Succhio la sommità e subito dopo la radice, fino a scomparire nei suoi recessi.
Quello che le provoco è un duplice orgasmo clitorideo e vaginale.
Godo nel sentirla urlare e fremere di piacere.
Ho la sensazione di avere fra le labbra un immenso potere con cui mi è dato di distribuire amore e piacere.
Claudia incrocia le gambe fra le mie e inizia a sfregare la clitoride sulla passerina.
Le due clitoridi ritte e turgide prendono a baciarsi.
Ora era lei a prendere il sopravvento conducendomi in una danza a me sconosciuta.
Liberata da ogni ombra di ritegno non so per quanto tempo posso continuare in questa estasi erotica.
Sto per addentrarmi in quel nuovo ed inusuale piacere.
Avevo il ventre bagnato dalle sue secrezioni completamente alla portata della bocca, mentre lei totalmente persa nel piacere, si strofinava sempre più ritmicamente.
Le baciai i capezzoli perdendomi nel profumo della sua pelle.
Non avevo mai amato il sesso orale, da ragazzina subivo continue richieste dai compagni, sembrava che a loro interessasse solo quello, ogni volta era una lotta tremenda, non mi piaceva baciarli nelle parti intime, poi trovai chi mi insegnò, ed ora, la cosa più bella che ci sia è fare un pompino o leccare la passera.
Ma ritorniamo a Claudia.
Il suo odore di donna riempiva la stanza, la vulva, gocciolava sul mio petto e sul copriletto.
Oramai era priva di controllo, selvaggia, bellissima, inarcava il bacino cercando un improbabile amplesso con l’aria.
Quando appoggiai le labbra sulla vulva, ebbe un altro orgasmo.
Venne con una forza che non avevo mai visto, mi ritrovai a leccare, succhiare.
Venni pure io in modo primordiale.
Continuando a leccare la pelle, le mucose morbidissime, sentendo il profumo, tutto questo mi provocò una vertigine incontrollabile, paradisiaca.
Claudia, sfidando ogni legge di gravità riuscì a voltarsi, lentamente, con una grazia infinita.
Ormai eravamo una cosa sola, riuscivo a percepire ogni singola sensazione che lei stava provando, sapendo che ero io a provocarla, ma allo stesso tempo, la provavo pure io.
Fu una sorpresa quando sentii la lingua sul mio morbido e giovane sfintere.
Inizio con cautela, proseguendo con selvaggia ossessione a succhiare e leccare, tentando di penetrarmi con la lingua.
Ormai il ritmo dei nostri orgasmi era frenetico.
Avevo l’interno delle cosce completamente fradicio, ogni volta che spostavo il ginocchio lo appoggiavo sulla superficie umida e fresca del copriletto.
Non avrei mai smesso quell’afrodisiaca danza.
Non ricordo, chi si fermò per prima, chi crollo, chi si addormentò.
Mi ritrovai alla mattina abbracciata a lei e da lei abbracciata.
Domenica mattina, veloce colazione, poi via al porto.
Claudia aveva saputo che avevo la patente nautica, perciò aveva deciso di noleggiare un motoscafo.
La giornata si annunciava bellissima, una calda giornata di sole che la Sardegna sa donarti.
Preso il motoscafo a noleggio, saliamo a bordo, faccio le manovre per staccarmi dalla banchina, seguo le indicazioni per uscire dal porto.
Dato che dovrò restare entro le sei miglia, non serve comunicare nulla alla capitaneria, perciò appena superata l’entrata, lo metto a manetta, fantastico, ha due motori veramente potenti, mi sento inebriata, eccitata, urlo dalla gioia, mi fa sempre questo effetto quando posso condurre una barca, che sia a vela o a motore.
“ti piace amore?”
La guardo sorpresa.
“mi hai chiamata amore?”
“si, per me lo sei”.
“ma io non sono lesbica”.
“non importa, nemmeno io lo sono, ma noi due ci amiamo, non credi?”.
Non rispondo subito, devo girare un po’ al largo, un traghetto della Tirrenia è davanti a me in tutta la sua lunghezza, metto la prua verso il mare aperto, lo supero, modifico la rotta, prendo la direzione dell’isola di Santo Stefano, devo però stare attenta, li c’è una base militare, non credo saremmo le benvenute, appena posso infilo il canale, che ci porterà all’isola di Caprera, rallento notevolmente, ora andiamo di crociera, motori al minimo.
“si, credo che ci amiamo, altrimenti non avremmo fatto tutte quelle..”.
Non mi lascia finire, incolla le labbra alle mie, infila la lingua in bocca, vorrei abbandonarmi a quel bacio, ma non è il caso, rispondo al bacio, ma con un occhio sto attenta a dove vado, prendere in pieno una boa, non sarebbe salutare, si stacca.
“sei matta, ci vedessero quelli della capitaneria, addio patente”.
“non c’era nessuno in giro”.
“cmq rimani una matta, una dolcissima matta, una amorevole matta”.
Ora è dietro di me, mi abbraccia, appoggia la testa sulla schiena.
“la mia parte lesbica ti ama”.
“anch’io”
“scusa, ma chi paga il motoscafo? una bestia così per una giornata, costa parecchio”.
“la ditta”.
“la compagnia dirai? sono proprio curiosa di vedere sotto quale voce la metti nella nota spese”.
“mercoledì prima di portare la relazione e la nota, te la farò vedere, devi imparare ancora molte cose”.
“immagino, un motoscafo, in una trasferta per ispezione, sono proprio curiosa?”.
“vedrai”.
Arrivammo a Caprera, attraccai al porticciolo.
Andammo a visitare la tomba di Garibaldi.
Infine ci siamo fermate per il pranzo in un localino del porto.
Consigliai a Claudia di non bere troppo, ma di mangiare solamente.
“perché?”.
Le spiegai che il dondolio del motoscafo avrebbe fatto andare su e giù i liquidi nello stomaco fino all’inevitabile e non sarebbe terminato fino all’arrivo in porto, perciò, niente vinello e solo poca acqua.
Riprendemmo il mare, circumnavigai l’isola della Maddalena spingendomi fino all’isola di Budelli, ammirammo la spiaggia rosa, purtroppo da lontano, non si può più sbarcare, grazie ai turisti che si portavano a casa la sabbia per ricordo, ora è un parco protetto.
Cominciammo il viaggio di ritorno, passai attraverso il canale che separa la Maddalena da Palau, infilo l’altro canale che passa davanti all’isola di Santo Stefano. badando a mantenere le distanze, poi via a tutta manetta verso Olbia.
Andiamo allo chalet, ci cambiamo e decidiamo di andare al ristorante della prima sera.
Finalmente possiamo bere, facciamo fuori una bottiglia di verdicchio della zona di Aglientu, in poche parole alla fine siamo un pochino brille,nulla di preoccupante, solo che siamo un pò ridoline.
Rientriamo, e quasi completamente nude, ci sdraiamo sul lettone, per la nostra terza notte, ho scritto quasi, perchè, sinceramente non ricordo il motivo, indossavamo ancora gli slip,.
Ci mettemmo a giocare con i piedi, facendo il paragone, gli uni con gli altri.
Mi venne la voglia di prenderle un piede in mano, massaggiandole dolcemente la pianta
Lei fece lo stesso con ii mio piede, in questo modo ci trovammo capovolte, una di fronte all'altra girate su di un fianco.
probabilmente a causa del vino, eravamo parecchio accaldate.
Decisi di giocare, allungai la gamba e con il piede libero, andai a toccare la passera, immediatamente fece lo stesso con me, continuammo, un po’ per scherzo, un po’ per divertimento.
Quasi a bruciapelo.
“dai massaggiamoci un pò le passere”.
"va bene"
Presa da una voglia improvvisa, vidi la mano di Claudia allungarsi tra le mie gambe, questa volta fui io ad imitarla.
Cominciai a fare delle piccole carezze da sotto gli slip, mentre lei passava l'indice nel mio solco.
La cosa si faceva molto eccitante, nell'aria c'era una forte carica erotica.
Mi tolsi il perizoma.
Lei fece lo stesso con il suo.
Intuii cosa avesse intenzione di fare.
Feci la stessa cosa, come fossimo davanti ad uno pecchio.
Sentivo il suo alluce premere sul solco, e le altre dita del piede, che toccavano, come tanti piccoli tentacoli, ogni centimetro della vulva, era bellissimo.
La inmitavo in tutto e per tutto, e immagino stesse provando le stesse sensazioni, a giudicare dagli occhi chiusi, la testa all'indietro, e il viso con una espessione beata.
Siamo andate avanti così per parecchio tempo, dopodichè non c’è la feci più, assaltai letteralmente Claudia, allargandole senza nessun sforzo, le gambe, mi fiondai con la lingua sulla fonte del piacere.
Era praticamente zuppa di umori profumatissimi che mi fecero impazzire ancora di più.
Quando venne, lanciò un urlo di piacere.
Si riprese dall’ orgasmo, mi fece girare, per fare un bellissimo 69.
Non chiedetemi cosa accadde, passammo dalla tanta voglia al sonno.
La mattina quando ci svegliammo, avevamo ancora il sapore in bocca l'una dell'altra ci guardammo con uno sguardo di complicità, ma dovevamo alzarci.
Iniziava la prima e unica giornata di lavoro.
Logicamente la salto a piè pari, tanto non credo vi interessi.
Sicuramente vi interessa sapere che Claudia ricevette una telefonata dall’amica Daniela.
“ciao, cosa fate di bello questa sera?”.
“non so, non abbiamo nulla in programma”.
“arrivo verso le sette, che ne dite di cenare assieme?”.
Claudia chiese il mio parere.
Feci cenno che ero d’accordo.
“si va bene, ceniamo assieme”
“vi aspetto alle otto, al terminal degli arrivi”.
“d’accordo ci saremo”.
Saltiamo direttamente alle nove.
Puntuali siamo all’uscita arrivi nazionali.
Non ci fa aspettare che qualche minuto.
Saluti, baci, abbracci.
“dove andiamo?”.
“vi porto io a mangiare qualcosa di buono”.
Ci porta in un locale appena fuori Olbia, lungo la costa, ha ragione, mangiamo divinamente.
Fra una chiacchera e l’altra si fece quasi la mezzanotte.
Accompagniamo a casa l’amica..
“dai salite per il bicchiere della staffa”.
“non vorremo disturbare”.
Claudia obiettò, sapendo che non volevo mischiare le cose.
“scusa Daniela, ma, tuo marito?”
“tranquilla, è partito ieri per l’Australia, non te lo ricordi?, è pilota dell’Alitalia”.
Convinta, entriamo nella villa, e che villa, con tanto di piscina, parco-giardino, ecc ecc.
Glielo faccio notare.
“merito di mio marito è lui che guadagna un bel po’ di soldini”.
“ma non avevi detto che avevi due figli”.
“si, ma sono in collegio, vengono a casa per qualche fine settimana, quando siamo di riposo, purtroppo col nostro lavoro, non possiamo stare molto con loro”.
Mi ricordo di aver pensato che non avrei mai fatto una cosa del genere, per quanto importante sia il lavoro, i figli sarebbero venuti prima, so cosa vuol dire essere in collegio, lontano dalla famiglia.
Beviamo qualcosa, si parla di mille cose, poi ad un certo punto da qualche parte della casa, un orologio a pendolo si mette a battere la mezzanotte.
“ma siamo a martedì15, oggi la nostra cara Lilly compie gli anni”.
A parlare è Claudia.
“veramente?”.
Fa eco Daniela..
“allora dobbiamo farti gli auguri”.
Non smette nemmeno di parlare che le sue labbra sono incollate alle mie, con la lingua che spinge per entrare.
La lascio entrare, mi scombussola tutta, devo dire che mi trova inerte, mai e poi mai pensavo che Daniele mi avrebbe dato un bacio del genere.
Altre due mani mi fanno girare, labbra conosciute prendono il posto delle altre, una lingua che oramai conosco, si intrufola, e continua il lavoro dell’altra.
Mi rilasso, rispondo liberamente, partecipo.
Ci stacchiamo..
“amore, ti aspetta un bellissimo regalo”.
Intuisco che la cosa non è spontanea, lo avevano progettato e preparato,.chissà quando, comincio a pensare che la telefonata non era una improvvisata.
“alzati Lilly”.
“lascia fare a noi”.
Non mi lasciano nemmeno rispondere.
“toglile la gonna, mentre io le tolgo il maglioncino”.
Claudia mi toglie la gonna.
Daniela mi sfila il maglioncino..
“che belle tettine”.
Così dicendo me le accarezza a palmo aperto.
“vedessi come diventano grossi i capezzoli quando li accarezzi”.
“lo vedremo più tardi, ora spogliamola”.
“complimenti Lilly, hai delle gambe belle lisce, ma ora vediamo la passerina, Claudia mettiti dietro, abbassiamo lo slip assieme”.
Da come si erano messe le cose, avevo capito che a comandare sarebbe stata Daniela.
“fantastico, mi fa impazzire, la tua conchiglia depilata”.
“io impazzisco per una pelosa”
“e perché non te lo fai crescere?”
“non posso, mi fa venire un tremedo prurito”
Si intromise Claudia.
“ci penserò io a farti impazzire col mio pelo”
“allora saremo in due a farla impazzire”.
“perché anche tu sei molto pelosa?”..
“non come te, ma ci arrivo vicino”..
“bellissimo una bionda, una nera, pelose, ed io depilata”.
Ero tesa, mi aspettavo da un momento all’altro il loro assalto, fatto di baci e carezze
Iinvece non succedeva nulla, ero li tutta nuda, con loro che mi guardavano..
“però che bel corpicino la nostra ragazzina”.
“Lilly, da questo momento dovrai fidarti di noi,lo farai”.
A dir la verità, dell’amica non mi sarei fidata molto, in fin dei conti non la conoscevo, ma c’era Claudia, lei sapeva come la penso, perciò, parecchio aiutata da quello che avevo bevuto.
“va bene mi fido,ma Daniela, non pensavo ti piacessero le donne”.
“sono bisex, ma ora, vieni andiamo nella mia camera da letto”.
Mi prese una mano, mentre l’altra l’appoggiò su di una natica.
Claudia fece lo stesso,mi sembrava di essere una prigioniera accompagnata al patibolo, beh! se quello che avevo davanti agli occhi, era un patibolo!!!!
Alla faccia del patibolo.

…continua..

Non arrabiatevi, mi fermo, saprete come era il patibolo nella prossima parte, la storia è ancora parecchio lunga.
Che ne dite di un grosso bacione.
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