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Viaggio di lavoro 5° parte


di Liliana1980
06.06.2022    |    8.529    |    4 10.0
"“tranquilla, ti faremo godere come piace a te”..."
Salve amici eccomi a continuare il racconto del viaggio di lavoro.
Vi ricordate dove ravamo rimasti?
Ero loro prigioniera.
Mi sentivo come una condannata al patibolo.
Ma come vidi quello che avevo davanti agli occhi.
Alla faccia del patibolo.

Vorrei essere una brava scrittrice per descrivere quello che stavo ammirando.
Era la sua camera da letto, cribbio che camera, mi sembrava di essere in un film di Hollywood, tanto era bella.
Nel mezzo troneggiava un letto di quelli antichi, in ferro.
Il resto, non riesco a trovare le parole, vi lascio immaginarlo.
Le dolci carceriere, mi fecero sdraiare su quel’incredibile letto.
Sempre la voce di Daniela.
“ora ti legheremo”..
“no, non mi piace”.
Claudia non mi lascio proseguire.
“tranquilla, ti faremo godere come piace a te”.
“me lo giuri?”.
“te lo giuriamo, è il nostro regalo di compleanno”.
Presero il braccio destro e lo legarono ad un lato della testiera con un foulard, fecero lo stesso con il sinistro, poi presero una gamba, me la allargarono legandola alla sponda, lo stesso procedimento con l’altra.
Guardavo il soffitto, cercando di immaginare cosa volevano fare.
E allo stesso tempo, come dovevo essere alla loro vista, completamente nuda, legata come una grande X, alla loro completa mercè.
Presero un cuscino me lo misero sotto le reni.. avevo il pube proteso al massimo dolcemente offerto a loro..
“ora verrai bendata”.
La voce di Daniela mi riportò alla realtà.
“bendata?”.
“si vogliamo che nulla possa distrarti, dovrai solo sentire quello che ti faremo provare.,godrai molto di più, fidati ragazzina”.
Avevo sempre odiato queste cose, ma in quel momento decisi di fidarmi,non so,chiamatelo istinto.
“va bene, spero di non dovermene pentire”
“ti assicuro che non lo farai”
Mi lasciai bendare.
Sentii dei rumori, cercai di interpretarli.
Tutte e due avevano abbandonato il letto.
Dal fruscio, capii che si stavano spogliando.
“Hai un bel corpo Claudia”.
“mai come il tuo”.
“ne parleremo più tardi, avremo tempo, ora dedichiamoci alla festeggiata”.
Sentii il letto abbassarsi alla mia sinistra, segno che una delle due era salita.
Lo stesso avvenne alla mia destra.
Le immaginai inginocchiate, una da una parte, una dall’altra, ad ammirare l’agnello sacrificale, ebbi un fremito a quel pensiero, un misto di paura ed eccitazione, subito lo scacciai, avevo deciso di fidarmi.
Restarono in silenzio per un bel po’.
Sinceramente ero un pochino in ansia, avrei voluto che agissero.
“ehi ci siete o vi siete addormentate?”
Nessuna risposta, solo sommesse risatine.
Quell’attesa mi rendeva in qualche modo eccitata.
Sicuramente le due volpone, se ne erano accorte, sia per gli umori che avevano cominciato a bagnarmi, sia per i capezzoli che si erano induriti come prugne.
Sospettai che lo facessero apposta, volevano farmi salire la libidine per farmi diventare più ricettiva che mai.
Nulla da dire, la nuova amica era veramente un’esperta, di sicuro era lei a dirigere il tutto, Claudia non avrebbe mai fatto tutto questo,o forse si?
Sentii come un schiocco.
Finalmente capii, si stavano baciando, quelle due si stavano caricando per poter pasteggiare al meglio sul mio corpo di ragazza.
Tutto quel pensare, sentire, immaginare, mi aveva portato a raggiungere lo zenit della libidine.
Mi costrinsi a calmarmi, almeno un pó, aspettavo la loro prima mossa, con i sensi aperti al massimo.
Probabilmente era questo che aspettavano.
“che dici possiamo cominciare?”.
“da come è bagnata, direi che sta per avere un orgasmo”.
Maledette, avevano ragione, tutta questa attesa, questo immaginare, mi avevano portato alla soglia di un’orgasmo.
“accarezziamola, aiutiamola a venire, poi sarà completamente nostra”.
Cominciarono ad accarezzarmi a quattro mani.
Le spalle.
Sotto le ascelle.
Due dita in bocca.
Le tettine.
Una bocca sulla mia.
Una bocca su di un seno.
Non servì altro, ebbi l’orgasmo tanto atteso, liberatorio.
Avevano ragione, ora ero veramente pronta, completamente disponibile, facessero quello che volevano, lo desideravo, lo bramavo, lo imploravo.
Non dissi nulla, non serviva.
“è nostra, diamoci sotto”.
Due mani che scendevano.
Persi il controllo del corpo, non capivo più nulla, non sapevo quante mani mi stavano toccando, quante bocche mi stavano baciando.
Cambio di bocca sul capezzolo.
Ora era un’altra bocca che si dedicava a lui, succhiava, leccava, con parecchia insistenza, l’avevo riconosciuta, era Claudia.
Solo lei conosceva la mia debolezza, sapeva che avrei avuto un orgasmo al solo leccare i capezzoli.
Altra bocca sull’altro capezzolo, non c’è la facevo più, urlai il mio secondo orgasmo, o terzo, non me lo ricordo.
Continuarono finche non mi calmai.
“bella calda la ragazzina”.
“non puoi immaginare quanto”.
“beata te che te la puoi godere sul lavoro”.
“si, ma non è come pensi”.
“immagino sarete molto caute”..
“all’inverosimile”.
“guardate che non ci vedo, ma ci sento”
Porca miseria,parlavano di me, come fossi un prelibato piatto da gustare.
Avrei voluto usassero in un altro modo le bocche.
Ci fu una bella risata.
“agli ordini ragazzina”
Due mani sulla passerina.
Due sulle cosce.
Due bocche.
Ma quante erano?.
Ero persa in un mondo fatto di un caleidoscopio di luci e visioni.
“mettiamo un paio di dita nella conchiglia”.
“c’è ne stanno anche tre”.
“ehi maialine non ho una caverna laggiù”
Un dito, un secondo, cominciarono a frugare, allargare, avanzare.
Un lingua sulla clitoride, l’altra sulle labbra vaginali, una spingeva per entrare, l’altra succhiava, le dita allargavano.
Un’altra ondata, altra valanga, altro urlo.
Nessuna tregua, le mani non si fermarono, le bocche continuarono.
Dita fradice mi vennero introdotte in bocca.
Le succhiai avidamente, tanto ero arsa.
Altre dita fradice.
Succhiai pure loro.
Non capivo più nulla, percepivo solo le ondate di orgasmo che si succedevano.
“Claudia allargami bene le labbra della vagina, voglio andare alla ricerca del punto G della ragazzina ”
“sei sicura che lo troverai?”.
“normalmente si, il mio l’ho trovato, vedrai che troverò anche il suo”.
Sentii allargare le labbra vaginali.
Il dito medio di Daniela comincio ad accarezzare la clitoride, dolcemente.
Entrò, cominciò con calma a palpeggiare, lo faceva con perizia, esplorava ogni cm.
“lascia andare le labbra”.
Claudia tolse le dita, venne vicino al viso.
“sei meravigliosa Lilly, mi piaci da morire”.
“anche tu mi piaci”.
“peccato non sei lesbica”
Non potevo risponderle, le sue labbra si incollarono alle mie,
la lingua a cercare la mia, le salive che si mescolarono.
“brave cosi, si, siete bravissime, si vede che vi amate, ecco, l’ho trovato”.
Qualcosa mi attraversò il corpo, una forte scossa, un lungo continuo brivido, il corpo squassato dagli spasmi, il dito che accarezzava questo misterioso punto, gli orgasmi si susseguirono come le onde di una marea, ero un continuo sussulto, gridavo nella bocca di Claudia.
“gode, stà godendo. guarda Claudia come gode la tua ragazza”.
“Dio mio è uno spasmo continuo, guarda quanti umori stanno uscendo”.
Godevo, porca miseria se godevo, non mi era mai accaduta una cosa del genere.
Finalmente sentii uscire il dito.
“basta, altrimenti potrebbe irritarsi e allora sentirebbe dolore, non bisogna esagerare”.
“dovrai insegnare anche a me come trovare il mio punto G “.
“certo che lo farò, quando saremo tranquille, ora dobbiamo pensare alla festeggiata”.
“hai ragione, che facciamo?”.
“lascia fare a me”.
“sei tu l’esperta”
Ritornai alla realtà, scesi da quella nuvola di godimento in cui mi ero adagiata.
Nello stesso tempo, sentii un dito che cercava di introfularsi nel buchetto posteriore.
Feci resistenza, contrassi l’ano, il dito insistette, tenni duro.
“siamo strettine da questa parte, come mai?”.
Fu Claudia che rispose in vece mia, dicendole che avevo subito una violenza.
“mi dispiace amore, ma lasciati andare vedrai che mi ringrazierai”.
“va bene, però mi raccomando, sii dolce, non forzarmi”.
“tranquilla, sarai tu a decidere”.
Stettero in silenzio per qualche minuto, non riuscivo a capire cosa stessero facendo.
“Lilly ora ti slegheremo le gambe, Claudia ti salirà a cavallo. prenderà le gambe e le tirerà verso di se, così da avere i due buchi a mia completa disposizione”.
A parlare come al solito era Daniela, la regista, dell’incredibile avventura che stavo vivendo.
Mi slegarono il piede destro.
Fecero lo stesso con il sinistro.
Un corpo a cavallo del mio.
Si sposta fino a portare la vulva a contatto con la bocca.
Me annuso il profumo impregnato di umori.
Due mani impugnano le gambe, appena sopra i piedi, le alzano, deve essere Daniela a farlo.
Vengono consegnate ad altre due mani, Claudia, inzia a tirarle verso la mia testa.
Se le passa sotto le braccia, almeno questa è la mia impressione.
Immagino il mio fondoschiena esposto alla libidine di Daniela, con tutti e due i buchi a disposizione.
Stranamente non me ne frega nulla, faccia quello che vuole, ho solo voglia di godere.
Ecco cosa volevano, la mia completa sottomissione, oggetto sessuale nelle loro mani.
Sicuranente lo hanno capito, non ho fatto nessuna resistenza, mi sono lasciata manipolare.
Sento il letto ondeggiare, come se una persona fosse scesa.
Subito dopo, nuovo ondeggiamento, è ritornata.
“eccomi Lilly, lasciati andare, rilassati”.
“non serve me lo dica, lo sono”.
Incolla le labbra al buchetto, lecca insalivandolo ben bene.
Con due dita allarga il buco, introduce la lingua, la fa andare avanti, indietro, la ritrae, infila un dito, immagino sia il medio, comincia a girarlo, forza un pochino l’apertura.
“rilassati mia dolce bambina, affidati a me”.
La complice inizia ad accarezzarmi la passerina, sfrega la clitoride.
“introducile due dita, falla godere”.
“ancora, mi volete far morire?”
“alla tua età, puoi avere parechi orgasmi”
Ubbidiente Claudia, esegue l’ordine con la sua proverbiale perizia, oltretutto ha il seno a portata dell’altra mano, pizzica il capezzolo, la sento abbassarsi, appoggia le labbra sulla fonte del piacere, succhia come fosse un ghiacciolo, la clitoride.
“si così brava, succhialo bene, ah!. si, ecco ora è rilassata”.
Tolse il dito dal buchetto, restai delusa.
Non potevo dire nulla, la pelosa di Claudia era appoggiata sulla bocca, strusciava il pelo sul viso, allungai la lingua, leccai le labbra al loro passaggio, era lei a scegliere la velocità, si fermava quando la clitoride era all’altezza della lingua, me la faceva passare per tutta la lunghezza
“sei pronta Lilly?”
Non potevo risponderle, se non con un mugolio.
“Claudia, allargale bene le labbra della vagina, si così brava”.
Qualcosa si appoggio all’apertura della passera, era parecchio più grosso di un dito, qualcosa altro si appoggio sul buco del culetto, questo era solo un po' meno grosso dell’altro, furono spinti contemporaneamente, entrarono all’uniscono, quello davanti entrò facilmente, quello dietro fece un po’ di fatica, l’amica spinse un po’ più forte, entrò anche lui, ero posseduta davanti e dietro, come era possibile?
Cominciai a pensare che ci fosse un’altra persona nella stanza.
Ero troppo ottenebrata dalla frenesia sessuale, per protestare.
Accettai quello che stava succedendo, ma mi sentivo tradita.
I due intrusi cominciarono ad andare avanti indietro con una sincronia incredibile.
“dai a me le gambe, le tengo io, toglile la benda, voglio veda il regalo che stiamo facendole”.
Mi tolse la benda, quello che vidi mi fece impazzire ..
Daniela aveva indossato un marchingegno con applicati due bei peni, uno bello robusto che stava entrando nella passera, e l’altro che stava violando senza pietà il deretano.
“scioglile le braccia”.
Claudia ubbidì..
“Lilly tieni tu le gambe, tienile tirate ben bene verso di te”.
Feci quello che mi chiedeva, ero affascinata da quello che mi stava facendo, mai avrei creduto di essere penetrata da due membri, anche se finti.
Sinceamente non capivo nulla o forse non lo volevo.
La voce della regista di quest’opera prima.
“Claudia, amore, mettiti sotto di me, leccamela, ho una voglia tremenda di venire”.
Lo fece, cominciò a leccarla, aggrappandosi a suoi fianchi, sentivo il rumore delle lappate e succhiate.
“ora veniamo a noi due”.
Appena ebbe le mani libere, prese le chiappe, sollevandomi un po, cominciò ad andare e venire sempre più forte, i due obelischi entravano ed uscivano con una facilità che mi lasciò interdetta, per quanto finti, erano abbastanza dotati, specialmente quello davanti.
“Si Lilly, così, lasciati andare, senti come entrano, guarda come ti stai aprendo, mi sento un uomo in questo momento, sei bellissima, anche tu Claudia lo sei, mi sento fortunata ad avervi conosciuto, dai continua, mordimi la clitoride, così, si così, vi amo vi amo”.
Non so chi cominciò ad avere per prima l’orgasmo, mi ritrovai a gridare di tutto, parole confuse, frasi senza senso.
“si, così, spingi, falli entrare tutti, ah, siiiii, non ne posso più, ancora,ancora”.
Non ricordo altro, solo tanto ma tanto caldo.
Daniela cadde esausta su di me, lasciando i due peni ben conficcati dentro.
Claudia usci da sotto il corpo, si sdraio esausta vicino a me.
“ma tu non hai goduto”
“stai scherzando?, mai avuto un orgasmo così sconvolgente”
Daniela con delicatezza fece uscire i due intrusi.
Lasciai andare le gambe.
Rimanemmo immobili, silenziose, si sentivano solo i nostri respiri, o meglio, i nostri rantoli.
Fui la prima a parlare.
“non ho mai ricevuto un regalo così bello per il mio compleanno, grazie amiche mie”.
Non ci furono risposte, solo grugniti..
Daniela scese dal letto, potei vederla in tutta la sua bellezza di donna,chi avrebbe detto che aveva avuto due figli.
Anche se aveva quelle due appendici che si ergevano dal grembo, la trovavo affascinante, arrapante.
“sei bella, molto bella”.
“anche con due peni?”.
“si lo sei, ma dove hai trovato questa meraviglia?”.
“in Tailandia, è stata una mia collega a suggerirmi di acquistarlo”.
“ringraziala da parte mia”
“e tu Claudia come mi trovi?”.
“una favola, anzi, io non ho goduto tanto come voi due, che ne dici di farmi provare quelle due meraviglie?”.
“avevo intenzione di farlo, prima però meglio mettere a letto la ragazzina, credo sia parecchio sfinita”.
“ma non andiamo in Motel?”.
“a quest’ora? qui di posto c’è ne, abbiamo una bellissima camera per gli ospiti”.
“ma come facciamo con Motel?”
“nessun problema, domani mattina possiamo andare a fare qualche acquisto ad Olbia, poi passiamo dal motel a prendere le vostre cose e infine veniamo qui a pranzo, finito, andiamo all’aeroporto, vi va come programma?”..
“stanca come sono, mi sembra l’idea più bella che hai avuto, solo una cosa, posso lavarmi?”.
“certo il bagno sai dove si trova”.
“si”.
Mentre mi allontanavo mi resi conto che non avevo assaporato il corpo della dea Sarda,specialmente la pelosa passera bionda
Mi girai
“Daniela non ho contraccambiato le fantastiche sensaazioni che mi hai regalato”
“lo farai,non preoccuparti”
“ma domani partiamo”
“hai intenzione di non ritornare più?”
“non dipende da me”
“allora siamo in una botte di ferro,ci rivedremo presto”
Lascia le due donne che cominciavano ad accarezzarsi.
Le guardai con amore e tanto desiderio, ma ero troppo stanca.
Andai in bagno, mi lavai con cura, facendo una lunga doccia, ero parecchio impiastricciata, umori miei e di loro.
Ero felice, si lo ero, non avrei mai creduto che il viaggio avrebbe avuto un così bellissimo epilogo, grazie a quelle due fantastiche donne.
Ma… non era ancora finito,il vero epilogo sarebbe avvenuto il giorno dopo e non parlo della partenza.

…continua..

Si amici c’è ancora un capitolo di questo incredibile viaggio di lavoro.
Mentre andavo a letto, pensavo a come sarebbe cambiato il rapporto con Claudia, quando saremmo ritornate in ufficio mercoledì mattina.
Accantonai il problema e mi addormentai.
Ma ci fù il risveglio.
Tutti si svegliano direte.
Ma il mio fù un po' particolare.
Seguitemi e lo saprete.
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