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Sono andata a riprendermi le mutandine 2º parte


di Liliana1980
02.03.2023    |    7.638    |    7 9.2
"Annuii in maniera quasi impercettibile, mentre non riuscivo a trattenere gemiti di piacere..."
Eccomi a continuare la storia avuta con Rosy.
Vi ricordate, ero bendata nella stanza da letto.
Cosa avrà in mente di fare l’occasionale amante.
Ve lo racconto, sperando non vi annoi.


Mi girai con la pancia sotto, mi sentivo eccessivamente nuda ed esposta, in quel momento, la tensione era fortissima.
Non sapevo se Rosy fosse uscita dalla stanza.
Probabilmente era lì, a guardarmi.
Restai in attesa per qualche minuto, cercando di capire se ci fosse qualcuno.
Non riuscivo a capire se fosse tutto finito o se si trattasse di un momento di pausa.
Mi sembrava che il mondo fosse lontano, quasi inesistente, quando sentii la pelle di Rosy avvicinarsi al mio viso.
Mi baciò, caldamente.
“girati amore”
Mi appoggiò un bicchiere alle labbra, sollevandomi dolcemente la testa.
Fece scivolare nella mia bocca un sorso di liquore.
Non avevo la forza di muovermi, mi sentivo come se fossi ancora legata.
Ritornò ad accarezzarmi.
Il tocco della mano era lieve, le labbra calde, stimolavano l’interno delle cosce, come se conoscessero perfettamente il mio desiderio, delicate e affamate allo stesso modo.
Imperterrite, cominciarono a salire verso la fonte.
Dolcemente, con tocco quasi trattenuto, aprì le grandi labbra e sentii la clitoride desiderare di essere rinchiusa dalle labbra, e allo stesso tempo, succhiata.
La bocca di Rosy si prese la clitoride, la succhiò lentamente ed intensamente, come se fosse un capezzolo a cui attingere per dissetarsi.
Mi lasciai trasportare dal massaggio piacevole, che quella bocca alternava a momenti di suzione sfrenata.
Sentii le mani accarezzarmi entrambi i seni, stimolarmi i capezzoli, con dita bagnate.
Non capii più niente. Il piacere mi offuscava la mente mentre cresceva il desiderio di sentirmi penetrata.
Ero talmente eccitata che non mi accorsi quasi di gridare.
“fammi nuoamente godere Rosy, ti prego,”.
Mi eccitai alle mie parole, e all’idea di sentirmi penetrare con forza dalle dita.
Sbottai in un orgasmo intenso e vigoroso, sentii il corpo sopraffatto dal piacere tendersi, e contrarsi ripetutamente.
Ma non ebbi tempo di riprendermi.
La bocca lasciò il clitoride dopo averlo delicatamente accarezzato con la lingua.
Mi sentii sollevare e spalancare le gambe.
Qualcosa di duro spingeva per penetrarmi.
Mi venne spontaneo stringere le gambe.
Ma Rosy, mi parlò all’orecchio.
“Lilly, rilassati, sono io, ho indossato un strap-on, hai detto che desideravi godere ancor di più”
Mi lasciai andare.
Sentii la carne cedere e aprirsi per accogliere un’eccitazione turgida e dirompente.
Mi era entrata dentro con un solo movimento.
Ora stava penetrandomi, come se mi conoscesse da sempre, quasi sapesse che mi eccita da impazzire sentirmi riempire a fondo.
Ancora bendata, la mia parte etero, immaginò, che chi mi stava scopando fosse un vero uomo. presi a masturbarmi.
Sempre distesa sulla schiena, sentivo quel simulacro di pene, affondare tra gli umori.
Rosy con la bocca sul mio orecchio:
“sei bellissima amore mio, ti piace?”.
Annuii in maniera quasi impercettibile, mentre non riuscivo a trattenere gemiti di piacere.
Il piacere divenne incontenibile e godetti gridando in direzione di Rosy, arrivando a sfiorare la sua guancia con le labbra.
Gridai sulla sua pelle, come a volerle trasmettere tutto il mio piacere.
Mi prese la mano con la quale stavo tenendomi alla spalliera del letto e me la baciò delicatamente all’interno, mentre, ancora mi contraevo negli spasmi del piacere.
Trascorse un attimo, quando sentii la sua voce che mi invitava ad alzarmi.
Ero confusa, mi prese per un braccio guidandomi, poi mi mise le mani sui fianchi e mi aiutò a sedermi sulle sue gambe.
Lei era distesa sul letto.
Presi quel finto membro con una mano, lo accarezzai lentamente ma con vigore, stringendolo con tutta la mano per sentirne appieno la rigidità.
Ero bagnata come mai mi era successo.
Sollevai il bacino e mi avvicinai per sedermi su quel simulacro.
Scivolò dentro, quasi risucchiato.
Lo sentivo riempirmi fino in fondo: mi spostavo con la schiena all’indietro, poi in avanti.
Ero completamente seduta su di lei, chinata in avanti, appoggiando le braccia oltre le spalle, per sentirlo scorrere dentro me.
Continuai ancora per qualche minuto a godermi la presenza di quel strap-on, infilato profondamente dentro di me.
La baciai, intensamente e lei mi morse, delicatamente un labbro.
Prese a baciarmi, quasi volesse mangiare la carne delle labbra, e della lingua, la succhiava e la leccava.
Tutto questo mi mandò in uno stato di piacere talmente profondo da non avere più nessuna cognizione del tempo e dello spazio.
Mi abbandonai completamente.
Un piacere mai provato.
La sensazione di essere completamente presa.
Piena.
Completa.
Persi i sensi.
Quando riaprii gli occhi, la musica continuava a riempire la stanza.
Mi aveva tolto la benda.
La guardai, indossava ancora il fallo finto.
Era veramente ben fatto, avrei giurato che fosse vero.
Rosy lo impugnò come un’uomo fa col suo guerriero.
Cominciò a far andare su e giù la mano.
“è meraviglioso, se chiudo gli occhi mi sembra di averne veramente uno vero in mano”
Ero ipnotizzata a guardare quella donna che mimava la masturbazione maschile.
Aveva gli occhi chiusi, mi sarebbe piaciuto leggerle il pensiero.
Mi sentivo esclusa, decisi di rompere quel silenzio.
“dove hai trovato un gioiello così?”
Riaprì gli occhi
“scusami amore, mi ero per un’ attimo persa, quale era la domanda che mi hai fatto?”
“dove l’hai trovato?”
“me lo ha portato un’amica da un viaggio in Asia”
“è bellissimo sembra reale”.
“succhialo sentirai che bella sensazione”
Imboccai quel simulacro, ancora unto dei miei umori.
Lo feci guardandola negli occhi.
Un dolce sorriso le illuminava il volto,
Aveva ragione, sentirlo in bocca mi sembrava di avere un vero pene tra le labbra, tanto era ben fatto.
Credetemi, se non fosse stato per i peli che vedevo fuoriuscire dai lati della mutandina, avrei pensato che Rosy fosse un trans.
“ho pensato per un’attimo che tu fossi un’uomo”
“avresti preferito lo fossi?”
“questa sera no, sono venuta per te e non per un uomo”
“allora me lo devi dimostrare”
“certo, voglio contraccambiare tutto quello che mi hai dato, togliti quel strap.on”.
Se lo tolse appoggiandolo sul comodino.
Si sistemò comodamente sul letto.
Quando la vidi lì in attesa delle mie carezze, ebbi il timore di non essere all’altezza di quello che mi aveva fatto provare.
Parlai alla mia parte lesbo.
“dai Lilly, dalle tutto il piacere che merita”
Salii sul letto.
Presi un cuscino e glielo misi sotto le reni, volevo avere la passera ben esposta.
Mi fermai a guardare quella meraviglia, completamente esposta ai miei occhi.
Ora che la potevo guardare con comodità, vidi che era parecchio pelosa.
“non ti depili la passerina?”
“si, ma a volte mi piace lasciarlo crescere, mi eccito da morire, quando mi infilo una mano nelle mutandine e posso accarezzarlo”
Accompagno le parole dandosi una lunga carezza.
Così facendo mise in mostra le grandi labbra, che chiudevano la vagina come i petali di un fiore.
Quella visione mi aveva scombussolata, ero al massimo della libidine.
Avrei voluto gettarmi su quel fiore, ma riuscii a frenarmi, volevo fare un capolavoro.
Perciò cominciai baciandole l’ombelico e tracciando con la lingua un sentiero di saliva, che andava verso l’esterno, in direzione dei fianchi.
Iniziai a muovermi avanti ed indietro, baciando e leccando la parte sopra la vagina.
“Rosy piega le ginocchia e allargale”.
Mi inginocchiai in mezzo a loro.
Presi una gamba e l’alzai in modo da avere l’interno della coscia a disposizione.
Cominciai a leccarla, baciarla, dipingendola con la punta della lingua.
Mi avvicinai, quasi a sfiorare la passera, mi allontanai.
“no, che fai Lilly”
“lasciami fare, ora tocca a me condurre il gioco”
Ritornai verso l’alto, accarezzandola ovunque, mi concentro sui seni e i capezzoli.
Giocai per un po' con loro.
“torna giù ti prego”
“silenzio”
Lentamente scesi, avvicinandomi alla sorgente del piacere.
Non mi fermai, scesi piú in basso, fino a raggiungere nuovamente l’incavo delle ginocchia.
Cominciai a baciarle in quel punto, per poi risalire, sempre leccandola,verso le cosce, sperando che provasse le stesse sensazioni che provavo io, quando me lo facevano.
Giocai un pò con lingua, tra la curva che si trova tra la vagina e la coscia.
Rosy ebbe un sussulto, immagino di piacere, si sollevò, per vedere cosa stessi facendo e allo stesso tempo spingendo la vagina verso la mia bocca.
Decisi che era il momento di finire con gli stuzzichini, era ora del piatto forte.
Spostai delicatamente i peli, aprii le grandi labbra e feci conoscenza con quelle piccole.
Cominciai a leccarla con piccoli movimenti rotatori, alternandolo con un su e giù.
Mi avvicinai alla clitoride con delicatezza, e con un ritmo lento, che aumentai man mano che sentivo aumentare lo stato di eccitazione.
Alzai la testa.
La guardai con occhi complici, desideravo farle sapere che quello che stavo facendo, piaceva anche a me.
Ed era la verità, l’eccitazione era alle stelle, vedendo la patata calda e umida.
Alternavo le leccatine con dei lievi succhiotti.
Mi fermai per alcuni secondi, desideravo sentire il profumo della passera.
La guardo, le respiro sopra.
“Rosy quanto è bella, sembra un’orchidea in mezzo alla foresta”
Sposto la tua lingua lentamente su e giù.
Percorro la vagina per tutta la lunghezza, giù verso il basso, per poi salire verso l’alto.
Lo ripeto diverse volte.
Separo nuovamente le grandi labbra, lentamente la lingua stuzzica la parte aperta della vagina.
Le narici si riempiono dell’odore, la bocca ne assaggia il sapore.
Continuo a muovere la lingua accarezzando le labbra, mi riavvicino alla clitoride.
Faccio una sorta di cerchio intorno ad essa ed al suo cappuccio.
Muovo la bocca nella parte inferiore della vagina fino alla base del clitoride.
Ad un certo punto, scatta con le gambe per sollevare la passera. ancora di più verso la bocca, vuole che la lecchi ancor più forte.
“Lilly è meraviglioso, fammi venire”
“non ancora amore”
“non ne posso più”
Volevo farla andare in paradiso o all’inferno dei sensi.
Era il momento di far intervenire le mani.
Fino a quel momento erano andate in esplorazione della parte superiore del corpo.
Avevo bisogno di truppe fresche per far esplodere quella cittadella del piacere.
Diedi loro ordine di massaggiare le piccole labbra, in modo da lubrificarle coi suoi umori.
Leccavo la passera e allo stesso tempo stimolavo con un dito il pistillo.
Mentre due dita erano immerse in lei.
Non mi aspettavo un’ orgasmo così forte.
Cominciò a sussultare, contraeva le cosce, imprigionandomi la testa.
Non mollavo la presa, continuavo a leccare e succhiare.
La cosa straordinaria fù, che pure io ebbi un devastante orgasmo.
Stavamo godendo entrambe, lei nella mia bocca, io sulle candide lenzuola.
Chissà cosa avranno pensato le ragazze addette alla pulizia della villetta.
“non ho mai avuto un orgasmo così violento”
“mi fa piacere, ma non ho ancora finito”
“stai scherzando? guarda che ho una certa età”
“tranquilla, non morirai, al massimo avrai bisogno di una respirazione bocca a bocca, ed io sono en’ esperta”
“cosa vuoi farmi?”
“siediti sul letto, con le cosce ben divaricate”.
Non so se avete indovinato cosa volevo farle.
Sicuramente le femminucce si.
Beh! ve lo dico.
Volevo trovare il suo punto G e farla godere all’infinito.
Lo so che non è facile trovarlo, ci vuole una buona pratica ed esperienza, ma ho avuto come insegnante una incredibile professoressa.
La mia occasionale amante era già ben lubrificata e su di giri.
Leccai e succhiai il clitoride, mentre introducevo l’indice e il medio.
La penetro tenendo il palmo verso l’alto
Quando le dita furono ben inserite, cominciai a picchettare la parete vaginale.
La lingua continuava a massaggiare la clitoride.
Cercavo quella piccola protuberanza che si trova dietro l’osso del pube.
Speravo che anche il suo punto G si trovasse li.
Lo trovai, sentii sotto il dito, la mucosa un po' ruvida.
Dolcemente cominciai a picchettarla.
Quello che accadde mi lascio esterrefatta.
Si lasciò cadere lunga distesa sul letto.
Il corpo si inarcò.
Dalla bocca solo rantoli.
Sapevo che poteva succedere una cosa del genere, ma vederla, era impressionante.
Le dita erano sempre ben inserite.
Stavo per toglierle.
“no, non farlo, lasciami morire di piacere, continua”
Sinceramente non feci nulla, rimasi con le dita in quella calda guaina.
Continuò a sussultare, finchè non ricadde pesantemente sul letto.
Solo allora sfilai le dita.
Passarono alcuni minuti, il respiro da affannoso, divenne tranquillo.
“per fortuna che eri una giovane inesperta”
“mai detto, lo avrai pensato”
Mi lasciai andare al suo fianco.
“vorrei indossare quel tuo giocattolo e..”
“no, per questa notte basta, sono esausta”
“allora che ne dici di dormire un po'?”
Non avevo nemmeno finito di formulare quelle parole, che ci addormentammo, almeno, io lo feci.
Fù il mio orologio biologico a svegliarmi, mi alzavo sempre quando il sole comincia a fare a pugni con le tenebre, per poter esplodere in tutta la sua bellezza e calore.
Mi alzai e nel farlo svegliai Rosy.
·te ne vai?”
“devo”
“ma è domenica”
“ma voi ospiti non lo sapete, volete, giustamente, che tutto sia pronto”.
“hai ragione scusami”
Recuperai la tunica e i sandali”
Stavo per uscire quando Rosy si avvicinò.
“alzati il vestito per favore”
Pensai volesse chissà cosa farmi.
“no, ti prego, non ho veramente tempo”
“ehi! maialina che vai a pensare, volevo solo fare questo”
Solo a quel punto vidi che teneva in mano le mie mutandine.
Me le infilò.
A quel punto mi misi a ridere come una matta.
“la trovi una cosa così ridicola?”
Con le lacrime agli occhi a forza di ridere.
“no, Rosy no, ma è la prima volta che qualcuna mi infila le mutandine, di solito me le tolgono”.
A questo punto fummo in due a ridere.
Uscii, non prima di esserci scambiate un lungo bacio
“ritornerai?”
“non lo so, ma la voglia di indossare quel giocattolo,.. vedremo”

Non credo ci sarà un seguito, non voglio storie con le ospite o ospiti del villaggio, troppo pericoloso.
Vi lascio con un grosso bacione.

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