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Lui & Lei

Quella scatola speciale


di Jestal
27.10.2018    |    4.518    |    2 9.4
"Nel giardino, dalla parte opposta al ristorante, ci sono molti alberi che danno una sensazione più naturale a tutto l’insieme..."
“Amore, ti ricordi che c’è da mettere a posto il garage, vero?” dice sorridendo la mia ragazza.
Lei è Francesca, stiamo insieme fin dall’ultimo anno di liceo, ormai sono 5 anni.
Da un anno conviviamo.
Io ho preso la laurea breve e ho trovato subito lavoro (questo ha permesso di iniziare la nostra convivenza), mentre lei continua gli studi.
Il mio lavoro non è niente male e paga bene, questo ci ha permesso di prendere una bella casa con garage e giardino, la casa che abbiamo sempre desiderato.
Abbiamo anche un cane, Dylan, è davvero adorabile.
“Certo tesoro, stavo giusto pensando di andare a sistemarlo visto che oggi non lavoro.”
“Bravissimo.”
Un veloce bacio sulle labbra e poi vado a compiere il mio dovere.

Ho già cominciato da circa un’ora, quando, tra gli scaffali, qualcosa cattura la mia attenzione.
È una scatola, blu, molto carina. La riconosco subito.
È la scatola che mi regalò lei per il primo Natale insieme, la cosiddetta “scatola dei ricordi”.
E io, ovviamente, me l’ero dimenticata.
Lì dentro ho i migliori ricordi della mia vita, sia con lei, che non.
A quel tempo conservavo tutto: biglietti, scontrini, fogli, ma anche bracciali, collane, foto ecc.
Ci soffio sopra per togliere la polvere e la apro.
Comincio a “sfogliare” tutto quello che c’è dentro e la mia mente si accende.
Sorrido, ricordando. È bello ritornare indietro nel tempo.
Mi passa tra le mani una foto, che io ricordo molto bene.
In questa foto ci siamo io, lei e i due miei amici più stretti, eravamo alla festa di laurea di uno dei due, Francesco.


“Amore, muoviti o faremo tardi per la festa!” mi grida dall’altra stanza lei mentre io mi sistemo il vestito.
Il classico vestito elegante da festa: giacca e pantaloni neri con la camicia bianca sotto e il papillon nero (che lei odia) perché la cravatta non mi dona molto.
“Arrivo.” dico guardandomi allo specchio.
Mi dirigo in salotto, convinto che fosse lì, ma non la trovo.
“Allora...come sto?”
Mi giro. La guardo. Rimango un attimo senza parole.
È bellissima.
Trucco a regola d’arte con ombretto marrone chiaro, eye-liner nero e rimmel;
Un rossetto di color rosso scuro che a me fa impazzire ogni volta;
Un vestito nero corto e attillato che le arriva a metà coscia, che le scopre la schiena e con una scollatura che le risalta il seno già abbondante.
E per concludere in bellezza, tacchi neri alti.
Mi eccita da morire.
“Sei...uno spettacolo.”
Mi si avvicina lentamente e mi poggia una mano sul petto.
“Dici davvero...?”
“Sì...”
Non ho nemmeno il tempo di finire che la mano sul petto finisce sulla patta, mentre con l’altra prende la mia e se la mette sul culo.
Mi bacia.
La stringo a me e ricambio il bacio.
Dopo pochi secondi si stacca.
“Siamo in ritardo, andiamo.” con una faccia angelica di chi sa come eccitare un uomo con poco.

Arrivati alla festa, salutiamo il festeggiato e i vari nostri amici. Sono presenti anche i genitori, la festa accoglie anche gente della loro età e le rispettive famiglie.
Il posto è stupendo. Un ristorante con una grande sala, ampie vetrate che danno sul giardino e una porta scorrevole, tutta in vetro, da cui vi si accede.
Il giardino è bellissimo, grande e ben sistemato con tavoli, sedie e lanterne che, insieme alle mille luci che addobbano, creano un effetto davvero molto carino.
Nel giardino, dalla parte opposta al ristorante, ci sono molti alberi che danno una sensazione più naturale a tutto l’insieme. In un punto, vi è un raggruppamento più fitto di alberi che crea un piccolo “boschetto”.
La cena è a buffet, ovviamente ben fornito e una buona musica di sottofondo messa dal DJ contorna tutto l’ambiente esterno.
Si vede che è stato organizzato tutto in grande stile. Guardandosi attorno, si avverte una atmosfera di allegria e spensieratezza.
Prendiamo da bere e da mangiare e ci mettiamo a chiacchierare con i nostri amici.
Francesco è anche lui fidanzato, con Chiara. Lei e Francesca sono molto amiche, e cominciano a rievocare vecchi aneddoti divertenti che accomunano le nostre quattro vite, insieme ne abbiamo passate tante.
Ridiamo e scherziamo per tutta la sera, bevendo anche. Ogni tanto Francesca, che è seduta vicino a me, mi mette una mano sulla coscia e accarezzandola sotto il tavolo.
Non è la prima volta che facciamo queste cose, essendo amanti del rischio, e questo sortisce il suo effetto.
Si dirige verso il pacco, con fare esperto e senza destare alcun sospetto, continuando a chiacchierare come se niente fosse. Mi eccita tantissimo e anche lei lo sente.
A volte va più giù sulle palle, strusciando la mano in modo deciso.
Decido che è arrivato anche il mio momento e faccio la stessa cosa con lei.
Le scopro un po’ il vestito e metto la mia mano all’interno delle sue cosce.
Scopro che non porta le mutandine.
Arrivo direttamente alla figa che è già un po’ umida.
Le infilo subito un dito dentro, lo faccio così velocemente che lei non se lo aspettava e sobbalza.
Per fortuna, nessuno se ne accorge.
Mi diverto ancora un pochino a vederla cercare di mantenersi calma davanti agli altri.
Dopodiché mi alzo, con il calice in mano, e propongo un brindisi in onore del festeggiato, accennando un breve discorso sulla nostra amicizia.
“Ehi ragazzi, facciamo una bella foto! Questo bel momento sarà nostro per sempre!” esordisce Francesco con la felicità che gli si legge in faccia.
Ci mettiamo in posa e il fotografo ce ne scatta una.

Dopo aver bevuto, decido di andare al bagno. Tutte quelle toccatine mi hanno riempito anche la vescica.
Il bagno è molto bello e ben curato, con varie decorazioni e ornamenti in oro.
Ne rimango estasiato.
Una volta finito, faccio per uscire e tornare al gruppo quando mi sento afferrare il braccio da dietro.
Mi giro. È la mia lei.
“Tu adesso sei tutto mio e vieni con me.” afferma con tono deciso e un’aria da sfida, buttandomisi addosso e ficcandomi la lingua in bocca.
“È una minaccia?” sto al gioco io dopo aver ricambiato.
“È un ordine.”
Mi trascina per il braccio verso l’uscita, stando attenta che nessuno ci vedi.
“Che intenzioni hai?”
Si gira un attimo e mi guarda dritta negli occhi: “Molto cattive.”
“Non vedevo l’ora.”
Una volta usciti sul viale davanti all’ingresso, facciamo il giro e puntiamo verso il boschetto.
Appena arrivati, la stringo a me e la bacio.
Ci metto tutta la passione e la voglia che ho. Lei ricambia decisa.
“E così, non potevi aspettare, eh?” la stuzzico.
“Assolutamente no. Ora scopami.”
“Agli ordini.”
La sbatto addosso a un albero, al buio, dove nessuno può vederci.
Continuiamo a baciarci. Le stringo le tette.
“Sei una troia.”
“Lo so...tutta tua...”
Le stringo il culo con l’altra mano e comincio a tirarle su il vestito.
“Voglio essere scopata tutta...”
“Ti accontento subito.”
Porto entrambe le mani sul culo ormai scoperto e le tiro uno schiaffo.
Lei ansima.
Nel frattempo sono passato a baciarle il collo e scendo lentamente sempre più giù.
“Scopami tutta amore, ho troppa voglia.”
Fa una pausa.
“Prima, a tavola, mi hai fatta eccitare come una zoccola, maiale.”
Scendo sulle tette, abbassandole il vestito.
“Oh sì. E tu non sei da meno, puttana.”
Le lecco e mordo i capezzoli e lei gode.
Le prendo le tette in bocca mentre le stringo forte fino a farle male.
Lei intanto ha la sua mano sul pacco sopra i pantaloni e la strofina con forza.
Mi abbasso e le lecco la figa. Prima lentamente sui bordi, facendole desiderare il resto.
Poi mi butto sul clitoride, con veloci leccatine mirate che a lei fanno impazzire.
Gode così tanto che le esce qualche gemito e mi tiene la testa incollata alla sua figa.
“Adesso tocca a me però divertirmi.”
Mi prende, mi fa alzare e mi fa prendere il suo posto.
Apre la zip, mi abbassa pantaloni e mutande e lo prende tutto in bocca.
Comincia un pompino favoloso dei suoi che io amo tanto.
Succhia la cappella, poi lecca la punta e gira tutto intorno.
Scende giù sull’asta, passandoci la punta della lingua molto lentamente.
Arriva alle palle, facendo lo stesso lavoro, facendomi letteralmente impazzire.
Poi torna su e lo riprende tutto in bocca fino alle palle.
La tengo per i capelli e la spingo verso il cazzo.
La lascio e comincia a pompare forte.
Io so che non riuscirò a tenere molto, perciò la fermo e la sbatto nuovamente all’albero, facendola piegare a 90 e scoprendole tutto il vestito.
“Questo vestito mi fa arrapare troppo.” dico, pieno di voglia.
Le lecco tutto il culo e la figa per farla bagnare un altro po’, anche se non ce ne sarebbero bisogno, e poi le penetro direttamente la figa senza avvisare.
Lei non se lo aspetta e le esce un urlo.
Comincio a scoparla forte perché sono molto eccitato. Lei ansima a ogni colpo.
Voglio venire.
Esco, le penetro il culo e la inculo con tutta la forza che ho fino a venirle dentro.
Siamo stanchissimi.
“Avevi voglia anche tu, eh?” scherza lei.
“Forse.” ribatto io scherzando.
Sorride.
“È stato bellissimo, tesoro.”
“Stupendo.” confermo io.
Ci ricomponiamo, un rapido e casto bacio sulle labbra e torniamo alla festa facendo finta di nulla.


“Woof Woof!”
È Dylan, che abbaiando, mi riporta al presente.
Mi rendo conto di essermi lasciato trasportare dai ricordi.
“Ehi, campione, vieni qui!”
Lo accarezzo, è veramente un tesoro.
Guardandolo negli occhi, ricordo.

Devo finire di sistemare il garage.
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