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La cameriera del ristorante


di Jestal
18.04.2022    |    26.034    |    8 9.3
"Stasera facciamo i conti a casa..."
Dopo aver trovato un posto dove mettere la macchina, ci dirigiamo verso il ristorante scelto per la serata.
Francesca cammina spedita quasi a volermi lasciare indietro e non parla.
Ce l’ha con me perché ho dimenticato di farle gli auguri per oggi che è il suo compleanno.

Una volta giunti, una cameriera ci fa strada al tavolo riservato a noi, con una splendida vista sul Colosseo.
Non posso fare a meno di guardarla, è una ragazza veramente carina, dai capelli corti rossi. Ne sono attratto e la mia mente comincia a vagare.
“Buonasera signori, sono Giulia e per questa sera sarò io l’addetta al vostro tavolo, per qualsiasi cosa sarò a vostra disposizione”.
Mentre finisce la frase punta gli occhi su di me e io ricambio.
Francesca se ne accorge e mi lancia un’occhiataccia.
Faccio finta di niente e prendo in mano il menù per scegliere.
Non faccio in tempo a sfogliarlo tutto che mi si avvicina lei: “Ti posso consigliare questo piatto? È particolare, ma ti assicuro che riuscirà a soddisfarti per bene.”
Dicendo questo si piega in avanti verso il menù per indicarne il nome, lasciandomi guardare la scollatura della sua camicetta e posandomi l’altra mano sulla spalla opposta.
La situazione si fa interessante.
“Credo proprio che lo prenderò, grazie.” le rispondo alzando lo sguardo per guardarla negli occhi.
Sulle sue labbra si dipinge un mezzo sorriso, quasi impercettibile.
La cena trascorre “tranquilla”, tra Francesca che vorrebbe solo evitarmi per il torto che le ho fatto e Giulia che ci serve le varie portate facendo visibilmente trasparire un vivido interesse nei miei confronti, senza curarsene del fatto che io sono in compagnia della mia donna.
Anzi, da quello che noto, lei non sembra accorgersi di Francesca più di tanto, e questo provoca in quest’ultima soltanto irritazione.
“Quella ti mangia con gli occhi.” osserva lei seccata.
“Ma che dici, sono solo tue paranoie.”
“Ti dico che è così, sei l’unico che non se ne accorge. E se pensi che io non veda quello che stai facendo, ti sbagli. Stasera facciamo i conti a casa.”
Faccio finta di niente, ma ovviamente la situazione è molto chiara.
Nel distogliere lo sguardo da lei, involontariamente mi finisce ad un altro tavolo dove casualmente c’è proprio lei che sta servendo.
Il caso vuole che inavvertitamente uno dei due signori presenti faccia cadere a terra una forchetta, ed è proprio lei a chinarsi per raccoglierla. Non posso che ammirare quel culo maestoso e la gonna della sua divisa che si alza un po’ più del dovuto, scoprendo parte delle mutandine.
Mi godo la scena fin quando lei, rialzandosi, non si gira verso di me e mi guarda ancora, sorridendo maliziosamente.
I nostri sguardi si incrociano ancora una volta, ma stavolta ho un sussulto. Comincio ad eccitarmi.
Fortunatamente la mia lei è persa sul suo cellulare e non si accorge di nulla.
“Signorina, scusi, è finito il vino, ce ne porta altro?” chiedo.
“Provvedo subito.” afferma lei sparendo in cucina.
Ritorna poco dopo con la bottiglia in mano, la apre e lo versa nei bicchieri.
Nel versarlo a me, gliene cade qualche goccia sul cavallo dei miei pantaloni, sporcandomeli.
“Oddio, perdonami, non l’ho fatto apposta.” Mi dice portandomi una mano proprio lì e strofinandola con un tovagliolo per cercare di pulire la macchia.
“Non ti preoccupare, non è la fine del mondo. Provo a toglierla con un po’ d’acqua. Dov’è il bagno?”
“Vieni, te lo mostro.”
La mia ragazza mi guarda male ancora una volta.
“Torno subito, amore.”
“Vedi di sbrigarti.”
Seguo Giulia che mi fa strada fino al bagno degli uomini.
Appena davanti alla porta decido che è il momento di agire.
La prendo per un polso e la trascino dentro.
La spigo sul lavandino e le salto letteralmente addosso, baciandola.
Lei ricambia con ardore e poi si stacca.
“Finalmente eh. È tutta la sera che ti provoco. Volevi un invito scritto?”
“Mi hai provocato nonostante ci fosse la mia ragazza lì, sei proprio una zoccola.”
“Oh sì, lo sono. Ora mi fai vedere come tratti le zoccole?”
“Con piacere.” rispondo affondando ancora le mie labbra su di lei e baciandola profondamente mentre le mie mani esplorano il suo corpo finendo sul suo culo.
Lo stringo da sopra la divisa e poi gli alzo la gonna per poter toccare la pelle.
Lei, nel frattempo, mi ha messo le mani sull’addome e scende piano lentamente sul pacco per saggiarne le dimensioni.
Le nostre lingue si intrecciano nei modi più assurdi mentre non facciamo altro che toccarci furiosamente come animali.
Poi mi stacco e scendo con i baci sul collo mentre continuo a palparle il culo con forza.
Lei ansima mentre passa a stringermi le palle da sopra i pantaloni.
Le apro la camicetta e le abbasso il reggiseno scoprendole il bel seno prorompente su cui affondo la lingua. Lo prendo e lo riempio di baci e morsi fino ai capezzoli già duri.
“Ti sei eccitata a fare la troia con me davanti alla mia donna eh?”
“Molto, ti avrei fatto un pompino da sotto il tavolo se avessi potuto.”
“Dio mio, sarebbe stato eccitante.”
Nel dire questo la faccia appoggiare al lavandino con le gambe aperte per andare a leccargliela concentrandomi sul clitoride.
“Oh cazzo...sì…” gode.
Piccole e rapide leccatine alternate a cerchi concentrici la fanno impazzire.
“Sto già venendo…continua…”
Aggiungo due dita dentro di lei portandola al primo orgasmo “Oddio…vengo.....aaaah…”
Non soddisfatto, non le lascio nemmeno il tempo di riprendersi che apro la porta di uno dei cessi e la spingo dentro.
Lei capisce subito e si inginocchia davanti a me slacciandomi la cintura e tirando giù pantaloni e mutande per leccarlo.
Lo prende in mano e comincia a leccare tutta l’asta e poi soffermandosi sulla cappella, facendomi morire.
“Ora capisco che significa stare in un ristorante stellato...”
Le scappa un piccolo sorriso mentre mi guarda negli occhi.
“Prendilo tutto in bocca, troia.”
Esegue subito, mettendoselo dentro fino in gola, arrivando a toccare le palle con le labbra.
“Cristo...”
Fa questo lavoro più volte facendomi quasi venire, ma non è questo quello che voglio da lei.
La prendo per i capelli e la faccio alzare, le do un rapido bacio prima di farla appoggiare ai lati del cesso per scoparla.
“Adesso è il mio turno.”
Le tiro uno schiaffo sul culo, sputo sulle mie dita per passargliele sul culo e poi entrare dentro.
“Aaah...nel culo no...” protesta.
“Oh sì invece. Ora te lo spacco.”
“Ma sono vergine lì!”
“Ancora meglio.”
Piano piano entro spingendolo con forza sotto i suoi lamenti di dolore.
“Fa male...cazzo...fai piano...”
Esco e rientro facendomi ancora più strada e arrivando a metà, non con poche difficoltà.
Finalmente si abitua alle mie dimensioni e riesco ad arrivare ancora più in fondo.
Il dolore si trasforma in piacere e comincia a godere senza trattenersi.
“Oh sì...continua!” urla lei.
Finalmente ho la libertà che voglio e comincio a sbatterla forte prendendola sempre a schiaffi.
“Sto per venirti dentro.”
“Mmmh…sì…riempimelo ti prego!”
Le riverso tutta la mia sborra dentro il culo venendo rumorosamente appoggiandomi alla sua schiena.
Esco e la faccio inginocchiare per concludere il lavoro.
Passa la lingua su tutto il cazzo per pulirlo e poi lo mette in bocca per prendere quella rimasta.
Una volta concluso mi rivesto.
“Brava bimba, tornerò a trovarti” le stampo uno schiaffo in faccia.
Torno al tavolo dove Francesca mi aspetta, saranno passati dieci minuti più o meno.
Mi guarda negli occhi e capisce.
Vedo spuntare un sorriso sul suo volto.
“Hai concluso?”
Sorrido a mia volta.
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