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Lui & Lei

Un lungo week end da lei (Seconda parte)


di Jestal
17.03.2017    |    5.195    |    0 9.1
"” controbatte, con la faccia da cerbiatto..."
Mi risveglio due ore dopo, esattamente nella stessa posizione in cui mi ero addormentato, con lei affianco. Sono steso sul divano a pancia in su e lei è accoccolata su un fianco, con la testa appoggiata al mio petto.
Ormai si sono fatte le 19 e tra un po’ bisognerà cominciare a preparare la cena.
Le do un casto bacio sulle labbra, svegliandola.
“Ehi amore, svegliati, sono le sette.” sussurro io.
“Mmm…no dai…altri 5 minuti...” borbotta lei, assonnata.
“Sei la solita dormigliona.” dico io dolcemente, alzando gli occhi al cielo.
“Shhh…” dice, mettendomi un dito sulle labbra.
“È stato fantastico prima…mi mancava da morire…mi sei mancato tu.” continua.
“Lo so piccola, anche tu a me. Tranquilla, ora sono qui.” rispondo.
“Alziamoci dai. Tutta quell’attività mi ha messo appetito.” continuo.
“In effetti…” riflette lei ad alta voce.
Mentre lei è in cucina a preparare la cena, io controllo le email sul mio portatile.
Sento un buon profumo provenire dalla cucina che mi distrae. Mi fermo ad osservarla mentre è di spalle, intenta a cucinare.
Ha i capelli raccolti in una coda che le scende giù per la schiena.
Indossa una t-shirt grigia e un paio di jeans, lunghi stavolta. Sorrido.
Dove mai l'avrò trovata una così?
Mi distrae la vibrazione del mio telefono che riceve un messaggio. È il mio migliore amico, che mi chiede come procede il week end. Gli rispondo che va tutto bene. "Non immagini nemmeno quanto bene..." penso tra me e me con un sorrisetto beffardo.
"Jacopo, è pronto!" mi chiama lei, interrompendo i miei pensieri.
La cena è ottima, come sempre.
Francesca è un'ottima cuoca. Ha preparato l'amatriciana che sa che amo, e il pollo al forno con le patate.
Ovviamente non mancano le battute a doppio senso, che è nostro solito fare.
Dopo cena decidiamo di fare una passeggiata. Camminiamo, mano nella mano, per le vie del paese arrivando fino a una panchina in cima a una collina dove ci sediamo. È la nostra preferita.
Abbiamo passato momenti stupendi su di essa. Il nostro primo bacio, per esempio.
Lo ricorderò sempre.

Lei era molto timida nei miei confronti, guardava fisso in avanti mentre parlavamo, evitando il mio sguardo.
"Francesca, guarda che sono da questa parte io, eh." dissi ridendo. Lei si girò a guardarmi un po’ impaurita, ma sorridente. Le misi una mano sulla guancia, avvicinandomi lentamente.
I suoi occhi mi trasmettevano un'emozione indescrivibile.
La baciai. Lei non si scostò ed anzi, ricambiò, ancora un po’ titubante.
Poi si lasciò andare.

“Quanto amo questa panchina.” afferma Francesca con entusiasmo.
“Mai quanto io amo te.” le rispondo sorridendo.
“Scemo.” controbatte, con la faccia da cerbiatto.
“Stupida.” La mia espressione è fintamente contrariata.
Mi afferra la testa e mi bacia. “Ti amo anch'io.”
“Ma amo di più questa panchina, mi dispiace amore.” continua lei, prendendomi in giro.
Ce ne stiamo accoccolati sulla panchina ancora un po’, osservando le stelle in cielo.
Torniamo a casa.
Lei sale su a prepararsi per la notte, mentre io mi stappo una birra. Ripenso alla bella giornata di oggi con lei. Era da tanto che non passavamo così tanto tempo insieme a causa dei miei impegni universitari.
Finita la birra, salgo su anch’io. La trovo in bagno ancora a sistemarsi, in pigiama, che si guarda allo specchio. Mi accosto alla porta e la guardo. Quella visione mi attizza abbastanza.
Quando si accorge di me, mi guarda con la faccia perplessa.
“Che c’è? Perché mi fissi in quel modo?” mi chiede.
“Niente, ero qui ad ammirarti. Sei bellissima.” rispondo con un sorriso.
Lei mi sorride a sua volta e si gira di nuovo verso lo specchio.
Così mi avvicino a lei e la abbraccio da dietro, dandole un bacio sulla guancia.
Guardo attraverso lo specchio lei che sorride e poi chiude gli occhi, buttando la testa all’indietro.
Scendo giù a baciarle il collo e lei geme. “Amore, voglio prenderti qui. Adesso.” le sussurro all'orecchio.
“Oh…” sospira.
Le metto una mano sul culo, stringendolo, e l'altra sul seno.
Lei intanto si appoggia completamente a me. Il suo respiro diventa più profondo mentre geme.
Mi mette una mano sui pantaloni e stringe. "Mmm...non si è fatto attendere..." sospira.
La giro e la bacio. Le nostre lingue danzano con desiderio. Intanto la mano libera finisce sui suoi pantaloni del pigiama e comincio a strofinarle la figa attraverso la stoffa.
Lei apre la zip dei miei jeans e mi abbassa le mutande, afferrando il mio membro. Comincia, lentamente, a fare su e giù con la mano. "Oh..si..." gemo.
Io, intanto, infilo la mia mano dentro i suoi pantaloni, facendole capire che deve toglierseli. Lei esegue.
La afferro per i fianchi e la metto sopra al mobiletto di marmo vicino al lavandino, davanti allo specchio.
La penetro direttamente, duramente, spostando le mutande da un lato.
"Ahi! Mi fai male così! " urla. Un misto tra dolore ed eccitazione.
Faccio finta di non sentirla e continuo imperterrito.
Mi butta le braccia al collo e mi bacia profondamente. Mi morde il labbro.
"Mmmm...se continui così...tra poco...vengo..." mormora interrotta dall'eccitazione.
"Lasciati andare, piccola."
"Ah..." Il suo urlo liberatorio è seguito da uno spasmo.
Esco da dentro di lei e la prendo in braccio portandola a letto, baciandola.
Mi stendo sopra di lei e continuo a baciarla insistentemente, tenendola per i fianchi.
Finiamo di spogliarci mentre i nostri corpi caldi e sudati si sfregano.
Mi spinge sul suo lato destro e si mette sopra di me. Mi da un lungo bacio e poi comincia a scendere. Mi bacia il collo, i pettorali e la pancia, arrivando fino al cazzo.
Bacia e succhia i testicoli dolcemente, facendomi sospirare.
Lo prende in bocca e comincia a succhiare piano la cappella.
Ogni tanto smette, da’ una leccatina e ci soffia sopra, facendomi morire di piacere.
Comincia a succhiare sempre più forte e velocemente e io so già che non resisterò a lungo.
“Basta piccola, altrimenti vengo.”
“Scopami il culo.” Risponde lei in modo un diretto che mi fa’ tremendamente arrapare.
Si mette a pecora, offrendomi una visione celestiale. Sgrano gli occhi, come se fosse la prima volta.
“Quanto mi piace il tuo culo.”
“Zitto e fai il tuo dovere. All’istante.”
Non me lo faccio ripetere. Sputo sulla mia mano e la passo sopra il suo buco. Dopodiché la penetro in un colpo solo, facendola gridare.
Comincio a spingere, aumentando sempre di più il ritmo.
“Oh sì… non ti fermare! Mi stai facendo impazzire!” grida lei.
Le tiro un forte schiaffo sul culo e lei grida ancora. “Mmmm.”
Un altro. E un altro ancora. Adoro sculacciarla. E lei adora farselo fare.
Mentre continuo a pompare, mi chino verso di lei e le stringo i capezzoli.
Ci gioco. Passo il dito tutto intorno e poi premo sulla punta.
Poi la prendo per i fianchi e la stendo sul letto, continuando nello stesso modo.
Dopo un paio di minuti cosi, sono quasi al culmine e glielo dico.
Allora esco e lei si gira con la pancia rivolta verso di me. In volto, ha un espressione piena di desiderio. “Voglio tutta la tua sborra sulle tette.”
Mi metto a cavalcioni su di lei e punto il mio membro sulle sue tette, segandolo velocemente.
“Dai amore, ci sei quasi. Vieni.” mi incita, passandosi la lingua sulle labbra.
Vengo come non mai, inondando il suo seno del mio caldo liquido.
Soddisfatta,ci si passa sopra un dito e prende più sborra possibile per poi metterselo in bocca e succhiarlo.
Ormai distrutto, mi stendo sul letto di fianco a lei. Passa la sua lingua sul mio cazzo per pulirmelo bene e poi mi da un bacio sulle labbra.
Ci guardiamo negli occhi.
“Ti amo.”
“Ti amo anch’io.”

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