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Ricordi - week end al mare


di mcrisone
07.11.2016    |    7.315    |    3 9.5
"Prima di uscire da casa si avvicina e mi bacia calorosamente, abbassa le mani sul mio cazzo che riprende vita con un mio brivido e sorridendo mi dice “ti..."
Ricordi – week end al mare

Questa storia inizia molti anni fa quando ero appena maggiorenne e mi trovavo un venerdì con la compagnia in un locale fuori città, punto di raduno per aperitivi; un mio amico mi chiede di andare in un altro famoso locale, tanto per cambiare e ci incamminiamo.
Arrivati in questo posto troviamo qualche altro conoscente ed ordiniamo; dopo qualche minuto vedo una splendida ragazza arrivare con il vassoio, alta circa un metro e settantacinque, bionda con i capelli lunghi fino a metà schiena, due gambe meravigliosamente avvolte in una minigonna di jeans praticamente a livello inguinale e due enormi tette, una quarta abbondante, che ballonzolano dentro ad una camicetta bianca.
“Ciao ragazzi, mi chiamo Cristina e questi sono i vostri aperitivi” dice appoggiando il vassoio al tavolo ed abbassandosi mostra tutto il suo ben di Dio. Io rimango incantato da questa visione e con lo sguardo ebete e la bocca aperta riesco a malapena a rispondere un grazie.
Gli altri si mettono a sghignazzare e fanno di tutto per sfottermi, fino a quando una ragazza vicino a noi si avvicina e mi dice “è una mia amica ed oltre che bella è molto simpatica e solare, praticamente non ha difetti; se vuoi te la presento”. Mi giro verso questa voce e mi trovo una ragazza mora con i capelli lunghi e mossi che incorniciano un visino splendido, uno sguardo da cerbiatta ed una bocca carrnosa.
“se è un sogno non svegliarmi” rispondo con la stessa faccia da ebete di prima.
“fa lo stesso effetto a quasi tutti” mi dice; “non sai cosa darei per vedere lo stesso sguardo degli uomini su di me” continua.
Ritornato alla realtà mi presento e con un certo imbarazzo rispondo “non credere, sei uno schianto anche tu; posso morire felice ora che ho visto il più bel angelo del Paradiso e non è biondo”.
Colta alla sprovvista dalla mia affermazione diventa rossa ed abbassa lo sguardo e ritorna a parlare con le sue amiche, sussurrandomi appena un “grazie, io sono Raffaella”.
Durante tutta la serata cercavo spesso il suo sguardo e quando capitava di incrociarlo lei si scostava immediatamente; più tardi ho visto Cristina andare verso Raffaella e confabulare qualcosa, fino a quando mi si avvicina e ci chiede se ci andava di andare il giorno dopo al mare a casa di una sua amica per passare un week end in compagnia.
Io ed il mio amico Mauro diamo immediatamente il nostro consenso chiedendo chiarimenti sull’orario e sul luogo; tutto pronto ed organizzato, saremmo stati una dozzina di ragazzi in cinque/sei macchine con ritrovo sabato mattina alle 10 davanti al locale e partenza; arrivo verso mezzogiorno, pranzetto veloce e spiaggia.
Disteso il telo sulla sabbia, mi appresto a mettermi la crema, quando da dietro arriva Raffaella che mi dice “lascia, faccio io, sei abbastanza bianco e non vorrei che ti scottassi”; sentendo le sue mani sulla mia schiena avverto un brivido su tutto il corpo, lei si sposta “scusami tanto, ho le mani fredde” ed io ribatto “non è quello, è il contatto con le tue mani che mi è piaciuto particolarmente” cominciai ad avere un’erezione e per non farmi vedere mi tuffai sul mio telo a pancia in giù.
Raffaella si inginocchia e continua a spalmare la screma sulla mia schiena e poi se ne esce “girati dai, visto che ho le mani unte te la metto anche davanti”; non sapevo cosa fare, solo che non potevo dirle di no e mi giro tutto rosso in faccia, imbarazzato dal mio stato e vedo lei in topless con due tette spettacolari, probabilmente una quinta bella tonda.
Il mio cazzo stava scoppiando nel costume ed io ero imbambolato a guardare le sue tette che dondolavano mentre mi spalmava la crema sulle mie spalle e sul petto.
“sono state le mie mani o non hai mai visto due tette?” mi chiede sorridendo.
“non ho mai visto un angelo con due tette così, sono meravigliose” ho risposto sempre più imbarazzato.
“mi spalmi la crema sulla schiena?” mi chiede, togliendomi dal sogno.
Mi alzo in piedi senza preoccuparmi della sporgenza del costume ed inizio a spalmare la crema sulle spalle e sulla schiena e lei ogni tanto arretra per appoggiare il suo culo; quando si gira e mi dice “anche davanti” ridendo, io imbarazzatissimo deglutisco vistosamente ed inizio dal collo, le spalle e timoroso scendo verso il seno; sento il cazzo che sta per scoppiare, quando inizio a massaggiare le sue grandi tette sento i fremiti dell’orgasmo.
Finito di spalmare la crema faccio una corsa verso il mare e mi tuffo nell’acqua fresca, ma il mio cazzo non ne vuol sentire di abbassarsi e quando vedo Raffaella raggiungermi con il tanga azzurro e con le tette saltellanti faccio fatica a non venire nel costume; si avvicina a me, infila la mano nel costume e prende in mano il mio uccello, due colpi e riverso in mare sette otto fiotti di sperma ululando il mio godimento.
“uau, eri bello carico; spero che sia tutto merito mio!!” mi dice congratulandosi con me per la venuta.
“certo che è tutto merito tuo, è da ieri sera che non capisco più niente. Oggi sei bellissima e le tue mani mi fanno impazzire al solo contatto” riesco a dirle e lei arrossendo mi sussurra nuovamente “grazie, è bello sapere che ti faccio questo effetto”.
Alla sera in discoteca non ci stacchiamo un minuto, balliamo, ci tocchiamo e finalmente ci baciamo e facciamo nottata fino al mattino, colazione e spiaggia a dormire. Nel tardo pomeriggio ci organizziamo per il ritorno e Raffaella mi chiede se può tornare in macchina con me ed io di rimando mi organizzo col mio amico Mauro per restare da solo con lei.
Ormai sera partiamo e nel viaggio di ritorno parliamo di tutto, delle nostre vite e dei nostri sogni fino a quando siamo quasi arrivati ed improvvisamente si spoglia completamente in macchina facendomi vedere il suo bel cespuglietto nero, si tocca un po' e mi dice “voglio averti tutto, fermati” toccandomi i pantaloni e sentendo la mia erezione.
Non faccio neanche in tempo a fermarmi in un parcheggio che mi ritrovo le sue mani che armeggiano con i miei pantaloni, mi tira fuori il cazzo diventato durissimo ed inizia un movimento lento ed avvolgente; mi fermo ed inizio a gemere al contatto, si abbassa e si infila il mio uccello in bocca leccandolo e baciandolo.
Io ne approfitto ed infilo due dita nella sua fica bagnata e quando la sento gemere con l’altra mano accarezzo il suo meraviglioso buchino dietro; ci mettiamo nel sedile posteriore e baciandomi mi viene sopra infilandosi tutto il mio cazzo dentro saltellando. Tutto preso dall’eccitazione del momento la bacio appassionatamente e sento il suo primo godimento che mi allaga le cosce, si inarca urlando e continua nel suo galoppare; non resisto più, glielo dico e si sposta prendendo in mano il mio cazzo e lo fa venire sul suo addome con schizzi potenti che arrivano alle tette.
“mi fai morire così” riesco a sussurrarle all’orecchio, “memo male che sei un angelo così puoi salvarmi”.
“mi hai fatto godere” mi risponde, “mi piaci e vorrei rivederti”.
Ci siamo rivisti ancora qualche volta, poi sono partito per il servizio militare e dopo un paio di lettere e qualche telefonata tutto si è spento o assopito.

Dopo circa vent’anni da questo episodio mi ritrovo immerso nel lavoro e nella mia vita con moglie e figli quando un mercoledì mi arriva un messaggio dal mio amico Mauro che un nostro amico comune ha fatto un incidente in moto e che purtroppo ha perso la vita, e che i funerali sarebbero stati celebrati il sabato mattina successivo.
Mi presento al funerale dove faccio le condoglianze ai genitori di questo ragazzo di neanche quarant’anni che ci ha lasciato, partecipo alla messa ed uscendo rivedo Raffaella diventata una splendida quarant’enne sempre mora ma con i capelli corti con lo stesso fisico magrolino di un tempo e noto immediatamente il suo seno straripante dal tubino nero che indossava.
Mi avvicino e la saluto commosso, ci scambiamo due teneri baci sulle guance e cingendomi i fianchi con le mani provo lo stesso brivido di allora. Lei si scosta e sorridendo mi dice “non sei cambiato per niente”.
Stavolta la fisso negli occhi mi avvicino e le sussurro nell’orecchiio “anche tu sei splendida come tanti anni fa e mi provochi sempre dei brividi con le tue mani”.
Ci accordiamo per andare a prendere un caffè al bar e chiacchierando mi racconta che è stata sposata, ora divorziata, ha due creature meravigliose di 18 e 15 anni, fa l’impiegata e vive da sola con i figli, nella sua casa di allora, avuta in eredita alla scomparsa dei genitori.
Ci facciamo prendere dalla nostalgia quando guardo l’orologio e le dico “mangiamo qualcosa assieme? Così continuiamo a rivangare il passato?”.
“va benissimo, dove mi porti?” mi risponde, sorprendendomi dal modo in cui proferisce le parole.
Chiamo a casa ed avviso che non rientro e che mangio qualcosa con qualche vecchio amico.
Mangiamo qualcosa in una trattoria li vicino e continuiamo a raccontarci della nostra vita fino a quando esordisce seria “tra le tante cazzate della mia vita quella più grossa è stata quella di non aspettarti quando sei partito per il militare, non me la sono sentita di affrontare questa cosa e mi maledico spesso di questo, ora più che mai”.
Mi allungo e prendo le sue mani tra le mie, solito brivido lungo la schiena e le rispondo “sarebbe stato meraviglioso, è un vero peccato, quando ti vedo e mi tocchi ho ancora i brividi”.
Mi avvicino e la bacio delicatamente sulla bocca, poi provo ad infilare appena la lingua e sento lei che mi risponde mordendomela e succhiandomela, mi scosto e sorridendo tutto ad un tratto mi escono queste parole “il mio rammarico è quello di non averti amato come avrei potuto, sopratutto fisicamente”.
“vieni a casa mia, te lo preparo io il caffè, che ne dici?”
Pago il conto usciamo e la bacio appassionatamente davanti al locale, andando a stringere il suo bellissimo sedere con le mani.
“ehi, questo si che è un bacio di desiderio” mi dice staccandosi dalla mia presa.
“ti desidero da vent’anni” le rispondo.
Andiamo a casa sua ed appena entrati le sfilo il tubino nero che aveva addosso, noto con piacere che è senza reggiseno e che le sue meravigliose tette sono belle come quando aveva vent’anni; rimane in perizoma, mi spoglia e mi butta sul divano e mi salta addosso baciandomi e leccandomi tutto.
Si struscia sulla mia potente erezione e mi dice “me lo ricordo ancora il tuo cazzo”, mi abbassa i boxer ed inizia un pompino divino, tra leccate e succhiamenti, titillando le palle con la sua manina meravigliosa.
Mi giro e le sfilo il perizoma e la metto a 69 e noto con piacere che si depila molto bene, lasciando una strisciolina sul monte di venere ed il resto è meravigliosamente dolce.
Lecco e strizzo il clitoride, infilo due dita dentro di lei fino a sentire il suo godimento che mi inonda la faccia e la bocca, la giro e la bacio facendole sentire il suo gusto; con uno scatto felino mi sale addosso inpalandosi sul mio cazzo marmoreo e saltellando mi fa succhiare le tette ed i capezzoli diventati due chiodi.
“fammi godere, aprimi tutta” geme saltellando.
“sto per godere anch’io” le dico.
“vienimi dentro, ti voglio sentire tutto dentro di me” mi risponde.
E proprio in quel momento la sento godere per la seconda volta e le schizzo sei o sette getti di sperma caldo dentro alla sua dolce fica, urlando tutto il mio piacere abbracciandola e baciandola.
“ne avevo proprio bisogno, sei stato fantastico” mi dice sdraiandosi sopra di me con il mio cazzo ancora dentro.
“sei stata meravigliosa, proprio come vent’anni fa” le rispondo abbracciandola.
Quando il mio uccello si è sgonfiato si sposta e va in bagno, sento l’acqua del bidet che si apre e la raggiungo abbracciandola da dietro e baciandola sul collo.
“perchè non mi lavi tu?” mi dice mentre stavo massaggiando le sue grandi tette; non me lo faccio ripetere, mi abbasso ed inizio a lavare la sua splendida micina depilata, ma sento che sto per avere una nuova erezione e lei se ne accorge, abbassa la mano e menandolo piano mi avvicina ed inizia a lavarlo; dopo mi fa alzare in piedi e se lo infila in bocca facendolo diventare durissimo.
Si gira e si appoggia al mobile dicendomi “è tutta tua, fai ciò che vuoi”.
Mi abbasso a leccare il suo dolce buchino fino a farla godere con la mia lingua e quando è tutta bagnata e grondante lo infilo tutto in un colpo facendola gridare di piacere; lo tiro fuori tutto e lo infilo in un colpo e così per diverse volte fino a quando sento nuovamente il suo godimento che sgocciola dalla sua fica. Con la mano lubrifico il buchetto del culo ed infilo il pollice per vedere la sua reazione.
“si ti prego, aprimi il culo, sfondamelo” mi grida indemoniata dal godimento, prendo un po' di sapone e massaggio il suo buchetto che sento abbastanza stretto, poi ci appoggio la cappella e quando lei si muove indietro per aiutarmi, spingo tutto dentro e sento nuovamente il suo godimento colare dalla fica, che nel frattempo masturbavo con tre dita.
Dopo vari affondi allungo le mani alla ricerca delle sue tette per titillare i capezzoli fino a farli diventare di sasso e violacei dal dolce dolore, la stringo forte a me e le scarico tutta la mia sborra fino all’intestino con dei getti potenti e caldi; lei geme e gode ancora allagandomi le gambe ed i piedi.
Ci sistemiamo e ci ricomponiamo, andiamo in cucina e mi dice “allora lo vuoi questo caffè?”
“certo sono venuto qui per questo” le rispondo in una risata che ci coinvolge entrambi.
Prima di uscire da casa si avvicina e mi bacia calorosamente, abbassa le mani sul mio cazzo che riprende vita con un mio brivido e sorridendo mi dice “ti faccio sempre questo effetto? quando vuoi un caffè chiamami, questo è il mio numero”.
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