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Consapevolezza


di Membro VIP di Annunci69.it Coppia_AnVa
09.02.2024    |    938    |    2 8.7
"Mi prende la testa, e me la porta sul suo membro..."
Ci ho pensato molto prima di decidermi a scrivere questo racconto, ma vorrei dare un contesto al perché io mi sia affacciata, o forse oserei dire catapultata, in questo mondo.
Dobbiamo andare molto indietro nel tempo, sino ad arrivare ai miei 16 anni.
Ero una ragazzina come tante, che si era appena affacciata al mondo degli adulti.
Non ero mai stata fidanzata e di conseguenza non avevo mai avuto esperienze coi ragazzi.
Era un periodo buio per me, alla costante ricerca di rassicurazioni sia emotive che fisiche. Non mi ero ancora accettata, e probabilmente non avevo la consapevolezza di piacere agli uomini.
La sensualità non era ancora parte di me, o forse così credevo.
Ho sempre amato i capelli rossi, con la mia pelle chiarissima ci stavano benissimo. Ero magra, molto più di come lo sono adesso.
All’epoca amavo molto un gruppo di cantanti emergenti di Roma e quando venni a sapere che avrebbero fatto un concerto nelle mie zone non ci pensai due volte a contattare l’organizzatore.
Ed è proprio in quel preciso istante che la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
Quell’uomo mi chiese se avessi piacere che i biglietti me li portasse lui, direttamente dove abito e io molto ingenuamente risposi si. Così ci accordiamo, il pomeriggio dopo scuola sarebbe passato a portarmeli.
Ero felicissima di questa cosa.
Arriva lui mi consegna i biglietti e io gli chiesi la cortesia di comprarmi un pacchetto di sigarette, essendo minorenne non me le avrebbero vendute.
Lui accetta e mi chiede anche se può offrirmi un caffè.
Non ricordo onestamente se quel caffè l’ho accettato e non ricordo neanche perché poco dopo mi trovai in macchina sua.
Doveva fare delle commissioni in zona e io andai con lui.
Si fermò fuori un bar, scese mentre io rimasi nella sua macchina ad aspettarlo.
Non ricordo cosa stessi pensando in quel momento, ho ancora molti vuoti di memoria riguardo quel pomeriggio.
Ricordo però che ritornò dopo tanto tempo, probabilmente era passata quasi un ora.
Mi chiese se avessi da fare e io, sempre molto ingenuamente, risposi che no, non avevo nulla in programma.
Non ho presente la strada che abbiamo fatto, ne quando tempo ci è voluto per arrivare.
Ma il luogo lo ricordo.
Era un cantiere, al di sotto di una superstrada.
“Perché siamo qui” mi chiedo tra me e me, ma è bastato poco per capirlo.
Io non riesco nemmeno a guardalo in faccia, me ne sto lì seduta al suo fianco ad aspettare la sua mossa. Non parlo, d’altronde cosa avrei mai potuto dire? Ero una ragazzina in macchina con un adulto, che molto probabilmente aveva il doppio della mia età.
Avverto che si sta tirando giù i pantaloni. Capisco quindi cosa sta per succedere, e nemmeno in quel momento io riesco a dire o fare nulla.
Mi prende la testa, e me la porta sul suo membro. In tutta onestà non so nemmeno cosa fare, quindi è lui che con le mani sulle mie guance fa forza per aprire la mia bocca e infilarlo dentro.
Continuo a non pensare a nulla ma vengo riportata alla realtà da una sua frase “sei vergine?”
Ero confusa e riesco solo ad annuire con la testa.
Inizia così a muoversi dentro la mia bocca finché non viene.
Silenzio tombale.
Si asciuga e si riveste.
Stranamente mi riaccompagna a casa e mi dice “ci vediamo”
Non capisco molto di tutto quello che è successo ma quando mi chiede di rivederci io accetto. Ormai è passato un mese da quel primo incontro.
La storia si ripete. Dopo scuola mi passa a prendere e andiamo nello stesso posto dell’altra volta solo che questa volta il rapporto sarà completo.
Non è stato dolce, ma neanche rude.
Gli incontri diventano sempre più frequenti. I luoghi son sempre più o meno gli stessi. Ciò che cambia è che in ogni rapporto aggiungeva qualcosa.
Schiaffi, tirate di capelli, sputi.
Mentalmente orami ero annientata.
Io non decidevo nulla.
Io non valevo nulla.
Io ero il nulla.
Ogni volta la violenza aumentava.
Ogni volta il mio essere spariva.
Ero appagata? Assolutamente no.
Ma lui mi manipolava, mi stava plagiando a sua immagine. Stava facendo di me quello che voleva.
Gli attacchi di panico iniziarono, i disturbi alimentari anche.
Non capivo cosa mi stesse succedendo e nemmeno intorno a me le persone capivano perché io stessi cambiando.
Qualcosa cambiò quando mio padre lo vide e mi proibì di vederlo.
Così il tutto finì, senza che io avessi capito un bel niente.
Una cosa però l’avrò capita o forse semplicemente mi era stato insegnato così. Il sesso mi piaceva intenso e violento. Così inizio a documentarmi.
Inizio a cercare informazioni, a leggere racconti, a vedere video, fumetti.
Mi iscrivo a chat inerenti.
E negli anni mi faccio una cultura di tutto ciò che riguarda questo mondo.
Ovviamente vado in terapia, mi faccio seguire d’altronde ciò che avevo vissuto tutto si può definire tranne che sicuro, sano e consensuale.
Ebbene, capire il senso di queste tre parole è stato faticoso per me.
Capire che quella era pura e semplice violenza è stato talmente complicato che mi è costato quasi 10 anni della mia vita.
Prendevo pian piano consapevolezza ma i tasselli non riuscivo a metterli al proprio posto.
Se pur vedevo una persona, ed ero consensuale, una volta a casa la prima cosa che facevo ero lavarmi.
E non perché fosse normale farlo dopo un rapporto, ma perché dovevo lavarmi la sensazione di schifo che involontariamente provavo. Ci ho messo anni prima di togliermela di dosso.
Ci ho messo anni a baciare un uomo durante il sesso.
Ero una di quelle che lo faceva senza aprire mai gli occhi.
In effetti, nonostante ci siano stati vari uomini dopo di lui io non ho ricordi.
I ricordi inizio ad averli da qualche anno a questa parte, da quando sono iniziata a guarire.
Probabilmente se non lo avessi incontrato nemmeno lo avrei conosciuto questo mondo.
O forse ci sarei arrivata con più consapevolezza e a piccoli passi.
Ma non importa, dobbiamo cogliere il lato positivo sempre e da allora qualunque esperienza.
Ora non mi fa più paura.
Ora nonostante sembri il contrario, chi ha il controllo sono io.
Ora so cosa voglio, so cosa cerco e so chi può darmelo.
Non sono più la ragazzina di allora, ma in realtà dopo quegli eventi una ragazzina non lo sono mai più stata.
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