bdsm
Ossessione


08.02.2024 |
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"Morde e in contemporanea mi da uno schiaffo..."
Quella che sto per raccontarvi è una storia vera. Cos’è un ossessione? Quando la tua mente genera un impulso in maniera costante, ripetitiva. Ebbene, quando desideri ardentemente un corpo e tutto quello che sa farti provare, ripensi in continuazione agli attimi trascorsi con esso. Ed è li che diventa la tua ossessione. Le sedute con lui non ti bastano. Il tempo trascorso risulta sempre poco.
A volte la mente viaggia talmente veloce che ti sembra di impazzire. Ricordi ogni istante di ogni momento trascorso con lui.
Lo chiamerò Mio.
Mio è un ragazzo bellissimo, dalla pelle candida come la neve, i capelli color grano, gli occhi del più bel blu mai visto. Ha un sorriso penetrante. La natura è stata generosa con lui sotto ogni punto di vista. La sua voce è calda e avvolgente, le sue mani quando si fiondano sul mio corpo sono pura poesia.
Io invece sono Vanessa. Una ragazza altrettanto affascinante, pelle chiara, lentiggini in volto. Sono alta poco più di un metro e sessanta, con tutte le curve al punto giusto. Un seno molto prosperoso.
La mia pelle è tanto chiara quanto delicata.
Vi chiederete, perché lo ha sottolineato?
Perché Mio ogni volta che mi vede usa il mio corpo come fosse una tela da dipingere a suon di schiaffi e morsi e ogni volta mi porto i segni addosso per settimane.
Come l’ultima volta che ci siamo visti. Era notte fonda, mi chiede di raggiungerlo in casa sua e senza troppi giri di parole ci ritroviamo sul suo letto.
“Dimmi che ti sono mancata” e lui portandomi l’indice alla bocca come per zittirmi mi dice “Sono io che sono mancato a te, il che è diverso”
Ed era vero. Mi era mancato tutto di lui.
“Ora spogliati” mi dice “fatti vedere”
Non ero vestita provocante, non c’era stato il tempo, ma non importava tanto con lui i vestiti durano meno di un secondo. E così fu. Lentamente tolgo prima il jeans, poi il maglione e infine l’intimo.
“Inginocchiati”
E così feci, ero lì nuda e inginocchiata aspettando le direttive dei prossimi passi.
“Succhia”
Non aspettavo altro! Mi avvicino ai suoi calzoni e li tiro giù. Gli tocco il pacco da sopra gli slip e già lo sento duro. Passo la bocca su quella protuberanza e poi glielo abbasso. Lo fisso negli occhi prima di iniziare. So che gli piace che mentre è dentro la mia bocca io lo guardo intensamente.
Mi prende per i capelli e inizia a determinare lui il l’andamento. Per poi sollevarmi e buttarmi sul letto.
“Lo vuoi?”
“Certo che lo voglio, che domande sono” penso, ma rispondo “Si, Padrone”
Lo manda in estasi quando lo chiamo così.
Si stende al mio fianco e mi sussurra “sali, ho voglia di farti male”
Mi alzo, salgo su di lui e inizio a muovermi come se volessi formare un 8 ed è in quell’istante che parte il primo colpo, quasi inaspettato da una potenza devastante. Mi esce un urlo ma lui mi bacia e ne da subito un altro. Il dolore mi attraversa, il bruciore si fa sempre più intenso e nemmeno il tempo di realizzare ed accettare quel dolore che partono altri due schiaffi ravvicinati tra loro. Fa male, mi scendono le lacrime, la zona colpita si sta arrossando e sta diventando calda. Smette di baciami, smette di colpirmi. Così mi chino verso di lui e continuo a muovermi con lui dentro di me.
Si avvicina e mi sussurra “tu sei solo mia” poi mi bacia il collo, passa per il seno ritorna al collo e parte il primo morso. Affonda i suoi denti dentro la mia carne.
Cambia zona, ora il braccio. Morde e in contemporanea mi da uno schiaffo. Fa questo per alcuni istanti finché non vengo su di lui. Il dolore era forte, ma alla fine è quello che volevo da lui.
Lui se ne rende conto e mi sposta. In un attimo mi ritrovo a pecora. Ora vuole dominarmi, ed è così che da sfogo a tutto. Mi prende con potenza, mi fa sentire tutta la sua eccitazione. Prende i capelli e li arrotola nella mano, per poi bloccarmi il collo quasi a soffocarmi.
Sta per venire anche lui e me ne rendo conto perché mi da uno schiaffo e mi chiede di inginocchiarmi.
Ed è così che termina sui miei seni. È caldo e liscio.
Le luci si accendono e io sono ricoperta di segni.
Sono dolorante ma appagata.
Mi rivesto aspettando il prossimo invito e nel mentre non farò altro che ripensarci ancora e ancora
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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