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Sottomissione (cap 3)


di met811
11.01.2015    |    15.963    |    2 9.2
"Con la mente tornai alla sera in cui scelsi di diventare lo schiavo di Andrea..."
Mentre come mi avevo ordinato Andrea andai verso la vasca lui si palpava con Dario.Il vecchio porco ci sapeva fare. Aveva un pettorale favoloso e due capezzoli prominenti. Le gambe muscolose e pelose e il petto con una leggera peluria bianca solo al centro. Il pizzetto gli dava un’aria da vero master e la cosa mi eccitava e non poco.
Anche Andrea sembrava soggiogato dalla potenza dell’uomo e credo soprattutto dalla sua esperienza.
Con la coda dell’occhio guardai il giovane Marco. In seguito mi raccontò che era realmente figlio di Dario, che sua madre brasiliana era stata messa in cinta da Dario che poi l’aveva ripudiata. Lei, senza soldi e senza un tetto aveva lasciato il bambino al padre ed era tornata in Brasile. Ecco il perché della pelle olivastra del giovane. Suo padre l’aveva educato a sua immagine e somiglianza, non gli aveva mai fatto mancare nulla, sport, ragazze, giochi ma una volta maggiorenne lo aveva istruito alla dominazione. Lui aveva perso interesse per tutto, amava suo padre e amava soddisfarlo.
Era la medesima sensazione che io provavo per Andrea. Aveva abbandonato gli amici la ragazza e ora era il suo schiavo. Dario ne aveva altri di schiavi in tutta italia ma Marco non era geloso sapeva che lui aveva quel qualcosa in più che agli altri mancava. La sua vita era molto simile alla mia ed è per quello che Andrea e Dario si erano subito trovati e voluti incontrare, la mattina la passava a sistemare il casale dove abitavano lui e il padre e il pomeriggio nei campi, avevano un’azienda agricola, tutte le sere palestra per mantenere al top i loro fisici.
Con la mente tornai alla sera in cui scelsi di diventare lo schiavo di Andrea. Lui mi diede le prime regole e io le accettai. Dovevo annullarmi per lui, la mia vita gli apparteneva e poteva farne ciò che voleva. Io avevo annuito ad ogni sua frase, ad ogni regola imposta.
Andrea aveva passato la notte da me e il giorno dopo si era trasferito a casa mia senza se e senza ma. Quella notte avevamo dormito insieme nel mio letto e mi aveva imposto di dormire tutta la notte col suo cazzo in bocca. Dovevo ricordarmi l’odore del mio padrone l’imprinting che da allora sarebbe stato il mio marchio. Eppure dopo pochi mesi il marchio me lo aveva fatto tatuare, una A gotica tra le scapole. Ero suo e avrei fatto qualsiasi cosa per lui.
Dario limonando Andrea aveva preso a tastargli il culo toccandogli con le grosse dita callose la rosellina e con mia sorpresa questo a lui piaceva molto dai mugolii che faceva. La vasca era piena. Mi fermai ad osservarli. Andrea se ne accorse e si staccò dall’uomo.
“Cosa hai da guardare troia? Prendi gli olii essenziali sai che la mia pelle ha bisogno di essere nutrita cazzo. Poi di la c’è lo champagne pronto, prendi due calici e portaceli.”
“Si signore” risposi e mi avviai alla cucina.
“I due tenendosi per mano come due amanti entrarono nella vasca e continuarono a limonare” Portai in bagno i due calici e la bottiglia di champagne che appoggiai vicino al bordo vasca. Poi mi misi in ginocchio a fianco al Marco con lo sguardo basso.
Dario si sollevò in piedi. Andrea gli agguantò il cazzo e iniziò a ciucciarglielo con foga. Che cazzo enorme. Circonciso con una grossa cappella a prugna.
Uscirono dalla vasca, stapparono il vino e brindarono. Io e Marco come due automi li asciugammo con i teli mentre loro bevevano. “Noi andiamo in camera, voi lavatevi e sistemate qui poi raggiungeteci con gli olii” l’ordine non era arrivato da Andrea ma da Dario, aveva lui ora lo scettro del potere.
Marco si tolse il minuscolo perizoma che a fatica conteneva il cazzo eretto di oltre 20 cm ed entrò nella vasca. Io lo seguii.
Ci insaponammo e lavammo con attenzione ma sempre senza proferire parola. Presa la piccola doccetta installata appositamente e infilatamela nel culo aprii il getto caldo. Andrea pretendeva fossi sempre pulito e dopo innumerevoli clisteri il mio ano ora pretendeva di più. Il getto caldo dell’acqua nel culo mi fece eccitare molto e il mio cazzo si sollevò. Marco come un automa si piegò a novanta e me lo prese in bocca. Io mi ritrassi. Il mio corpo era di Andrea e solo a lui dovevo concedermi ma non per avere io piacere ma per poterlo dare a lui.
Mi sorrise aveva capito. Mi tolse la doccia dal culo e se la infilò in un solo colpo nel suo poi usci dalla vasca e si asciugò. Riordinato il tutto in fretta raggiungemmo nudi i nostri padroni che a letto ci stavano aspettando.
Andrea stava fumando una sigaretta. Non avevo mai visto Andrea fumare ma intuii che era stata una proposta di Dario che gli stava ciucciando il cazzo mostrandoci il culo.
“Mio padre ama stordire prima di attaccare” mi sussurrò Marco mentre ci accucciavamo al suolo sotto al letto in attesa di ordini.
“Cazzo, Dario, mi gira tutta la testa” disse Andrea. “Bene”disse Dario “pochi minuti e vedrai che effetto, meglio del Viagra quell’erba indiana è favolosa”.
Il cazzo di Andrea sembrava esplodere da quanto era in tiro e Dario non smetteva di leccarlo e pomparlo.
“Sii cazzo, siii” i mugolii di Andrea erano continui. Aveva finito la sigaretta e ora teneva e accompagnava la testa di Dario sul suo cazzo con entrambe le mani.
Il mio padrone era in balia dell’uomo, in totale balia. “Chiama la tua troia e dille cosa abbiamo concordato”
“Si si ma tu continua a ciucciarmi il cazzo ti prego”.
“Troia, vieni qui” mi avvicinai a lui salendo sul letto, “Stanotte sei di proprietà di Dario, ti cedo a lui ubbidisci a ogni suo ordine, qualsiasi ordine sia o te la vedrai con me ti è chiaro?” Annui alle parole di Andrea.
Marco a un cenno del padre salì a sua volta sul letto e con fare deciso iniziò a ciucciare il culo di Andrea che lo protese sempre di più verso di lui.
“Vieni qui tu e impalati sul mio cazzo” Dario aveva dato il suo primo ordine e io dovevo eseguire. A secco non era facile far entrare quel cazzo nel mio culo, ma il lavaggio anale precedente aveva rilassato le pareti e in un sol colpo mi sedetti impalato.
Ritmicamente iniziai un Sali scendi che era davvero piacevole.
Andrea nel frattempo era lappato nel culo dalla sapiente lingua del giovane Marco che lo faceva godere.
Il mio cazzo era eretto, davo la schiena Dario che mi sollevava e mi rigettava sul suo cazzo ad ogni colpo.
“Bene ora dovresti essere al top dell’effetto, Andrea, ciuccia il cazzo di Luca su”
Quell’ordine mi lasciò esterrefatto. Dario dava ordini al mio padrone, e lui, con mi somma sorpresa strabuzzando gli occhi, messosi a pecora lasciando il culo nelle mani di Marco iniziò a lapparmi il cazzo come fosse la cosa più normale di questo mondo.
“Marco, scopalo” Marco si sollevò in ginocchio sul letto e puntata la sua cappella al culo vergine di Andrea lo penetrò in solo colpo.
La fumata doveva aver rilassato e infoiato Andrea al punto tale che non emise suono come se il suo culo fosse da sempre abituato a prenderlo.
Eravamo un quartetto molto affiatato, Marco stantuffava con forza Andrea che non smetteva di lapparmi l’uccello e io ero impalato a mia volta da Dario. Poi le parti per ordini dell’uomo si invertirono
Andrea si impalò sull’uccellone di Dario, Marco gli ciucciava il cazzo e io inculavo Marco. Che sensazione.
Andrea godeva come non mai e venne copiosamente due volte una in gola a Marco che bevve tutto e una nel mio culo scopandomi.
Dario non contento disse che doveva pisciare e subito io e Marco ci alzammo per ricevere il suo getto di urina in gola ma anche Andrea, stremato sul letto si scosse e si diresse prima di noi a prendere il cazzo barzotto di Dario in gola accogliendo e ingoiando tutta la sua pisciata.
Lasciai Andrea stremato sul letto. Io e Marco lo seguimmo in bagno e entrati indoccia lo lavammo in ogni sua parte del corpo. Dopodichè tornammo con lui in camera. Andrea non si era mosso dalla sua posizione.
Dario lo scosse.
“Troia, il tuo posto è ai miei piedi. “ Lui si riscosse. Lasciò il letto a Dario che si distese e di li a poco prese a dormire.
Marco gli si accoccolò al fianco. Io e Andrea ci mettemmo ai suoi piedi baciandoglieli finchè prese sonno.
Una nuova dinamica era intervenuta e non era poi così male.
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