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Estate con nostro padre - il ritorno - III


di met811
17.07.2014    |    14.331    |    5 9.2
"“Frank ha fatto costruire un impianto di ultima generazione..."
L’aereo era perfettamente atterrato sulla pista. Io e Fabrizio ci eravamo persi il panorama e non avevamo capito dove eravamo arrivati.
Tornati in cabina passeggeri nostro padre era seduto sulla poltrona che sorseggiava un drink.

“Divertiti ragazzi in cabina pilotaggio? Il Capitano è un’uomo molto esperto.” E ci sorrise sornine.
“Comunque siamo arrivati finalmente. Non vedo l’ora di prendere un po’ di sole.

Fabrizio intervenne.
“Papà ma dove ci troviamo? “

“Fabri siamo in un isola sperduta dell’Egeo. Frank l’ha affittata completamente. E’ un po’ selvaggia ma dotata di ogni confort. Vedrete, ci divertiremo molto” e ci rifece quello sguardo sornione.
“Tenete ragazzi mettete questi e mettete pantaloni e maglietta nel mio borsone. Qui sull’isola si gira solo con indosso un pareo colorato e per la sera l’immancabile kimono”
E detto ciò ci diede due parei leggerissimi e colorati. Il mio sui toni del rosso quello di fede sui toni del verde. Nostro padre ne indossò uno quasi bianco che lasciava poco spazio all’immaginazione.
La scaletta fu posizionata e il portellone si aprì.
A salutarci alla porta di ingresso prima di scendere c’erano il capitano Tom e John il secondo entrambi nudi ma con il cappello in testa.
Una mano del capitano era saldamente piantata sul culo del nero e con un dito gli ravanava il buchino. Il giovane John non emetteva nessun suono ma la cosa doveva piacergli molto.

“Grazie Capitano dell’ottimo volo, spero di rivederla una di queste sere alla Villa, sono certo che Frank apprezzerà come me la sua compagnia”disse nostro padre stringendo la mano libera all’uomo che gli sorrise.

Steve stava scaricando i nostri bagagli e mettendoli su caddy. Lui indossava un kimono bianco. Ci sorrise. Io e Fabrizio lo guardammo imbarazzati, avevamo ancora in mente la scena di lui che si impalava con il dildo.
Nostro padre lo salutò in maniera affettuosa e caricato il suo borsone si mise alla guida.
Io dietro e Fabrizio di fianco.

L’isola era un paradiso lussureggiante e il piccolo aereoporto lasciava subito spazio a una vegetazione intensa e rigogliosa.
In pochi minuti arrivammo a un immenso cancello che si spalancò immediatamente lasciandoci proseguire e arrivando a una immensa villa immersa in un giardino tropicale.

“Ragazzi, che piacere rivedervi, scusate se non ho potuto venire ad accogliervi direttamente all’aereoporto ma ero impegnato. Quando volete raggiungeteci in spiaggia. Marco, amore, non vedo l’ora di riabbracciarti”
Era la voce di Frank ma da dove proveniva? Lui non c’era. Io Fabrizio eravamo un po perplessi.
Nostro padre ci fugò ogni dubbio.

“Frank ha fatto costruire un impianto di ultima generazione. Così ha ogni settore della villa sotto il suo diretto controllo. E’ enorme ed è di difficile gestione altrimenti. Che dite andiamo subito in spiaggia? Marcus si occuperà dei bagagli e li porterà nella vostra camera.”

Nel mentre un omone tutto muscoloso e tatuato che portava al collo un piccolo papillon ed era vestito solo di quello si era fatto incontro a noi.
“Bentornato Signor Marco, Benvenuti Signorini Fabrizio e Patrizio. Io sono Marcus e sono a vostra completa disposizione durante il vostro soggiorno qui all’isola 24h su 24. Non fatevi problemi. Il sistema acustico installato in villa mi permetterà di sentirvi appena mi chiamate quindi non esitate. Il Signor Frank vi sta aspettando con gli altri in spiaggia. Date tutto a me mi occuperò io del vostro bagaglio.”

Detto questo prese le nostre valige ma lasciò il borsone a papà che ci fece segno di seguirlo.
Io ero già eccitato la vacanza stava promettendo alla grande.

Seguimmo un piccolo sentiero tutto piastrellato che lentamente ci fece passare da un’erbetta all’inglese a una spiaggia bianca e finissima e incominciammo a sentire le prime voci e il rumore del mare.
Superato un piccolo ponticello di legno tra le dune di sabbia si stagliò dinnanzi a noi un mare calmissimo e cristallino e una spiaggia finissima enorme.
Di fronte a noi era montato un gazebo alla araba, tutto damascato e aperto sui lati.

All’interno vi erano cuscini di raso rosso e nero adagiati sulla sabbia.
All’interno riconoscemmo subito disteso che ci dava le spalle Frank e la sua capigliatura bionda.

“Frank ama follemente il mare ma meno il sole. Dice che rovina la pelle. Io invece ragazzi amo abbronzarmi su dai raggiungiamolo vedrete che sorpresa” ci disse nostro padre precedendoci verso la tenda.

“Tesoro sei sempre occupato occupato e non pensi a me” disse nostro padre a Frank appena messo piede dentro con un tono ironico.

“Amore ma che dici.” Rispose prontamente il biondone rimanendo disteso sui cuscini. “ vieni qui , raggiungimi che mi sei mancato un casino”

Io e Fabrizio entrammo in quel momento nella tenda. E ammirammo tutto da una prospettiva diversa. Frank era disteso a gambe aperte. Eric il figlio ormai ventenne più piccolo di Frank gli stava leccando e ciucciando il cazzo mentre suo fratello Mario, il secondogenito lo pompava da dietro.

Nostro padre non se lo fece ripetere due volte. Si tolse in un lampo il pareo e si mise a cavalcioni del suo uomo limonandolo.
Scese piano piano ma deciso e si impalò sull’enorme cazzo di Frank in un solo botto senza nemmeno lubrificare il culo, segno che ormai quel culo aveva visto di tutto.
Eric preso alla sprovvista cominciò a leccare il culo di nostro padre voglioso più che mai.

“Oh come mi è mancato il tuo cazzo amore. Siii Eric leccami il culo così… mmmm” nostro padre era preso dalla libido.

Frank pompava a più non posso ma si accorse di noi.

“Ragazzi, è … un piacere rivedervi.. dopo vi accolgo come meritate ma prima come vedete ho i doveri coniugali da soddisfare. Ehm spero capirete ahh” ci disse sorridendo.

I parei miei e di Fabrizio non contenevano più la nostra erezione. Mario salutandoci con la mano ci fece segno di avvicinarci.
Nostro padre aveva la testa all’indietro e godeva e con le mani si strizzava i capezzoli che erano diventati durissimi.
Io e fabrizio ci spogliammo e gli mettemmo in nostri cazzi sotto il naso. Lui come se fosse la cosa più naturale del mondo cominciò a pomparci con foga emettendo dei piccoli gemiti di piacere.
Anche Frank si tirò su e cominciò con la lingua a ciucciare i nostri uccelli.

I due omoni si limonavano leccando i nostri cazzi.
La scena era troppo eccitante per resistere. Io fui il primo a venire e mio padre bevve tutto avidamente. Lo sperma di Fabrizio toccò tutto a Frank che si leccò le labbra una volta terminato.

Pochi secondi e Frank scarico tutto il suo seme nel culo di nostro padre che a sua volta sborrò sul petto del suo uomo. Eric sentita la cosa, tolto il cazzone del padre dal nuovo patrigno iniziò a bere lo sperma paterno dal culo di nostro padre che si contorceva ancora per il piacere.

Infine Mario, appagato dalla scena appena vista riempi gli intestini del fratello. Poi ci distendemmo sui cuscini esausti.
Il mare era bellissimo.
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