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Sottomissione - Capitolo 6 - il ritorno


di met811
22.08.2018    |    14.257    |    4 8.5
"Le due femminucce non la smettevano di mugolare..."
Ero lo schiavo di Dario da quasi un anno ormai. Andrea era tornato a vivere dai suoi dopo che Dario lo aveva scartato come una carta di una caramella che ormai non serviva più.
Io per sei mesi all’anno vivevo nel locale sul mare con Dario e Marco gli altri sei mesi in città nel mio ex appartamento.
Di giorno bancario di sera schiavo sottomesso.
La cura di steroidi e i consigli in palestra di Dario mi avevano dato un fisico scolpito. In molti mi avevano offerto lavoro da modello ma io avevo sempre rifiutato. Usavo quella roba solo per essere come il mio master voleva.
Era venerdì e quella sera nel locale sul mare di Dario il padrone aveva organizzato una festa. Strano era aprile e il locale non aveva ancora aperto alla clientela. Il padrone mi aveva ordinato di essere puntuale ma il traffico non lasciava molte possibilità.
Allentai la cravatta. Odiavo vestirmi ogni mattina. Avevo parlato di licenziarmi e vivere con loro ma il padrone voleva il mio stipendio perché amava la bella vita e il suo tenore di vita era molto alto. Faceva viaggi e acquisti tutto a mie spese e con la mia carta ma non mi importava. Io volevo solo compiacerlo.
Marco il figlio era andato all’estero a studiare. Tornava per le vacanze e in quei periodi io ero relegato a secondo schiavo ma non potevo pretendere di più dal mio padrone.
Spesso organizzava orge miste a casa e voleva che partecipassi ma io ero appagato solo quando lo vedevo godere nel mio culo.
Al solo pensiero il cazzo mi si era drizzato nei pantaloni. Maledetta colonna. Sarei arrivato tardi e avrei avuto una punizione.
Arrivai al ristorante.
Ero in ritardo di almeno mezz’ora ma non vidi la macchina del padrone quindi ero ancora in tempo.
Aprii con le chiavi. Il locale era deserto. Entrai posai la cartellina salii nella mia stanza al piano superiore e mi spogliai nudo. Mi feci una doccia molto veloce, il padrone mi voleva pulitissimo, mi osservai allo specchio: un metro e novanta, biondo, abbronzato e super muscoloso, ero l’immagine cinematografica di un superman o di un tarzan moderno.
Ingoia le mie solite pastiglie e indossai una canotta sbracciata e un paio di pantaloncini e legai i capelli dietro la nuca.
Durante l’inverno nell’appartamento in città eravamo nudi in casa non mi era permesso mettere nulla se non degli slip quando venivano ospiti ma qui al locale, avremmo dato scandalo.
Scesi le scale. Del padrone ancora nessuna traccia era sempre puntuale.
Presi il cellulare e guardai il messaggio che mi aveva mandato al mattino.
“Questa sera rientra alla casa al mare, lurida puttana, ho organizzato una cena. Prepara tavolo per 12 persone. Mattia e Francesco sono già stati avvertiti.”

Mattia e Francesco erano due ragazzi giovani che Dario utilizzava saltuariamente come schiavi e come camerieri per le sue cene o feste particolari. Erano giovani appena maggiorenni efebici, direi quasi femminili e per questo Dario li disprezzava ma adorava vedere quando me li inculavo a turno in cucina per punirli di un piatto rotto ovviamente sempre su suo ordine.

Dovevano arrivare anche quei due. Iniziai da solo a sistemare la sala posizionando la tavola e le sedie.
Sentii nel mentre aprire la porta. E in tutta la sua possenza entrò Dario.
Gli anni passavano anche per lui ma alla mia visione era sempre bellissimo: alto quasi come me, capelli brizzolati, pizzetto curato con i peli bianchi che emergevano dalla canotta bianca e sotto un paio di short di jeans.
“Oh sei arrivato finalmente.” Mi disse togliendosi gli occhiali da sole.
Io mi avvicinai a lui mi inginocchiai ai suoi piedi e inizia a baciargli i piedi chiedendo mille volte scusa per il ritardo. Lui si tolse gli infradito e mi schiaccio la faccia a terra con il suo enorme piede.
“Sai che odio i ritardi o no? Te l’ho detto mille volte”
Erano entrate due persone avevo riconosciuto i passi ma con la faccia schiacciata a terra non potevo vedere chi erano.

“Ti ho detto mille volte che per essere qui all’orario stabilito devi partire puntuale. O devo dedurre che sei andato a farti fottere da qualcuno senza il mio permesso? “
Dario era tremendamente geloso vedeva come le donne e gli uomini in palestra mi continuavano a guardare ma io non volevo niente altro che esser sottomesso a lui.
Il piede continuava a premermi il viso sempre più forte sulle piastrelle fredde del pavimento. Mi provocava dolore ma allo stesso tempo un brivido di eccitazione e le pastiglie che avevo ingoiato prima stavano facendo il loro effetto. L’erezione nei miei pantaloni era evidente.
“Ora avrai la punizione che meriti, lurida troia”
“forza voi due, prendete la scopa e sodomizzategli il culo a questa puttana che va a fottere senza permesso”
“Padrone, non sono stato con nessuno tranne che con Voi…. “provai a spiegare ma il piede schiacciò ulteriormente il mio volto.
“Taci lurida puttana. E ricevi al meglio la punizione e se ti piace e ne vuoi ancora per soddisfare il tuo padrone voglio che tu me lo dica”
Due mani mi sfilarono i pantaloncini lasciandomi nudo dalla cintola in giù sempre in ginocchio poi sentiii qualcosa farsi largo nel mio ano. Non era un cazzo ma qualcosa di decisamente duro e grosso. Chi lo stava usando non lo stava facendo al meglio e una smorfia di dolore si fece largo sul mio viso.
Superato il primo momento poi però la cosa nel mio culo ci entrò bene, ero abituato anche a calibri ben più grandi e il movimento avanti e indietro cominciò a darmi un certo piacere.
“Più a fondo dovete andare luride troiette più a fondo, devo mostrarvi io come si fa? Datemi qui”
Il padrone era decisamente arrabbiato. E capii finalmente che le due presenze erano Mattia e Francesco.
Il bastone della scopa nel mio culo fu passato dalle loro mani a quelle di Dario e subito ilritmo cambiò entrò quasi per la metà della lunghezza nel mio culo e girandolo attorno lo allargava quasi stesse facendo il burro come un tempo.
Ma nonostante tutto il piacere era intenso e come richiesto ubbidii prontamente al mio padrone.
“Oh si padrone grazie per questa punizione. Ne voglio ancora dammene ancora.”
“Bravo, rispose lui, così mi piace, dovete imparare da Luca luride frocette”
Tolse finalmente il piede dal mio viso e mi permise di baciarglielo. Si adagiò sulla poltrona in ingresso e mi fece cenno di seguirlo.
A carponi gli sfilai i pantaloni e inizia a succhiargli la mazza. Dio come era grossa e super odorosa.
“Voi troiette visto che non sapere fare di meglio rifatemi lo spettacolino di prima su fate vedere a Luca come vi date piacere”
Girai lo sguardo verso di loro non smettendo di succhiare il mio premio e il cazzo del mio padrone.
Lui allungò una mano sul mio culo sodo e ci infilo due dita dentro che mi fecero mugolare di piacere.
Mattia e Francesco si erano infilati uno da una parte e uno dall’altra il bastone dello scopettone nel culo e ora a quattro zampe si inculavano con quello a vicenda godendo solo col culo.
Mi strizzai un capezzolo per godere ancora maggiormente. Erano diventati molto sensibili dopo le sevizie con le mollette e le scosse elettriche operate da Dario.
Il padrone mi fece il solito cenno e io mi alzai e mi impalai così sul suo cazzo.
Ah che goduria. Mi riempiva tutto.
Le due femminucce non la smettevano di mugolare.
“Su venite qui, succhiate il minchione di Luca e fatelo venire per bene. Ma guai a voi a non perdere nemmeno una goccia del suo seme. Tenetelo in bocca per me.”
I due si staccarono dal palo che lasciarono per terra pieno di umori e si dedicarono a lappare come due cani il mio cazzone in tiro mentre mi impalavo sul cazzo del mio padrone godendo.
La mia resistenza era al limite. Sborrai e Mattia e Francesco non bevvero tutto. Dario si alzò e lasciando il suo cazzo nel mio culo mi scopò a pecora come un martello con colpi decisi e a fondo riempiendomi di calda sborra il cazzo.
Poi si riaccasciò sulla poltrona.
“Venite qui voi due, datemi da bere” Francesco e Mattia si avvicinarono e gli passarono il mio sperma che avevano tenuto in bocca fino a quel momento con un bacio molto appassionato. E lui bevve tutto gustandoselo.
“ripulite il cazzo di Luca con la lingua e poi preparate la tavola, stanno arrivando gli ospiti”
Sarebbe stata una lunga serata.
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