incesto
63,2 Willy: La Fregna Della Sorella


26.05.2025 |
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"“Iiiiaaaahhhh! Vengo, Willy, vengo, vengoooo! Eeeeaaahhh!”
“Siii, Daniela, siii, ci sono anch’io! Uuuuggghhh!”
Getti e getti di sperma ricaddero sul..."
Antonia Ginevra Graziosa detta ‘Daniela’, la mia sorella minore. Non mi si chieda perché ‘Daniela’ invece - eventualmente - del più logico ‘Dany’, considerato che il mio diminutivo è ‘Willy’ rispetto al nome completo Antonio Gennaro Guglielmo: misteri della nostra alquanto stramba famiglia. Però non sono qui per raccontare queste inezie bensì come con lei abbia trovato modo di divertirmi in modo continuativo e - soprattutto - intensivo. Certo, proprio ‘quel’ divertimento.
Sono un tipo che piace, direi quasi irresistibile a femmine e pure a maschi, per cui pascolo senza indugi e ‘castigo’ in lungo e in largo con il mio onestamente ragguardevole ‘attrezzo’; o cazzo che dir si voglia. Ambo i sessi, non si fosse capito.
Veniamo a quella zoccoletta di mia sorella: fisico minuto, due gran belle tettine, non esagerate ma decisamente incuranti della gravità, con una coppia di capezzoli da manuale di anatomia. Per non tacere del culetto, questo altrettanto perfetto, spesso e volentieri contenuto in jeans dove sembra esservisi letteralmente cresciuto dentro. Insomma, in valore assoluto, un gran bel bocconcino.
Appena tornato dall’università, nonostante la nostra strettissima parentela, confesso di averci ricamato sopra qualche porcheriuola da fare, giochini pressoché innocenti, alla maniera di adolescenti che in fondo si ‘aiutano’ a vicenda per scoprire i propri corpi e le pulsioni in trasformazione. Ma oramai quell’età era passata, potevo contare su numerose occasioni di sfogo per cui non ci avevo più pensato.
Tranne un pomeriggio quando, tanto per scherzare, diretti in auto verso il consueto luogo di ritrovo della compagnia nella quale mi aveva introdotto, le pizzicai prima un capezzolo, poi diedi una tastatina all'interno di una coscia, commentando con un ‘sorellina, ti sei fatta parecchio gnocca’ e altre considerazioni spinte. Venni prontamente redarguito e in quell’occasione affermò di tenere alla larga parecchi pretendenti. Bene, come detto, non avevo un vero interesse ed era evidentemente piuttosto pudica.
Mai impressione fu più sbagliata ed ecco perché l’ho prima definita ‘zoccoletta’. Fra le sue amiche più intriganti ‘scelsi’, per una tresca puramente scopereccia, una certa Robertina, calda e remissiva, tanto da rivelarmi la vera natura di Daniela: mia sorella era una gran vogliosa di cazzo, aperta su tutti i fronti, passerine comprese; fra queste loro due, pure assiduamente!
Accadde poi ciò che accadde quel Venerdì sera in cui eravamo rimasti soli in casa, sul malandrino divano del soggiorno.
Quel segone da primato, da lei stessa credo ben raccontato nel precedente 63,1, mi fece passare una notte decisamente rilassata anche se - lo ammetto -, appena sveglio ripensai al tutto e mi ritrovai presto con il mio ‘amico’ - quasi inutile dirlo - trasformato in clava di mogano, desiderando di vederla apparire alla porta della mia camera.
E infatti l’uscio si aprì silenziosamente e una corta camiciola da notte di seta azzurrina, appena coprente un tanghino coordinato apparve. Dentro c’era mia sorella che si sedette accanto a me sul bordo del letto.
Con ghigno malizioso tolse il lenzuolo: i nostri occhi si incrociarono, non saprei se ricolmi di libidine, desiderio o paura; forse un misto, spaventati per non essere più ragazzini ma allo stesso tempo ancora giovani incoscienti, governati principalmente dai desideri della carne. Io perlomeno mi sentivo piuttosto assatanato e mia sorella era un gran pezzo di sorca!
Lei come mi vedeva? Robertina mi aveva riferito che non le mancava certo confidenza con nerchie di svariate misure e prestazioni ma quella del fratello poteva essere un tabù?
Fatto sta che una sua mano calò sul mio pube, si intrufolò nella bottega e ne estrasse il legnoso contenuto: "mmmhhh, sorellina! ti ha stregato, il mio bastone! mmmmhhhhh!"
"Ooooffffhhhh, Willy, no, ti chiedo solo di vederlo ancora una volta! L'ho sognato, stanotte, voglio al più presto trovarne uno tutto per me, però mi devi insegnare ancora come trattarlo! Ti prego, solo questa - ti giuro! -, seconda e ultima!"
Abbassai l'indumento e lasciai che cominciasse a pugnettarmi delicatamente. Non avevo bisogno di darle suggerimenti, si capiva benissimo che ci sapeva fare, eccome. Volli però continuare quel gioco di finta innocenza, mi intrigava ancora di più: "ooohhh! Daniela! Mmmhhhh, sei già bravina sai? Ti piace raspare, eh?"
Il mio batacchio sembrava ancora più grosso e lungo, stretto dalla sua relativamente piccola mano, impegnata in quel sublime saliscendi: "oooohhh! Siiii, fratellino! È strepitoso! Mmmhhh! Mi sento la patatina tutta un fuoco, sai?”
Semplice considerazione o esplicito invito?
Fregandomene altamente di una eventuale reazione optai per il secondo, intrufolandomi sfrontatamente fra le sue gambe che lei però strinse… Non proprio convinta, perché con poche spintarelle insistenti arrivai alla fornace che rivelò il suo coinvolgimento.
“No, Willy, no! Che fai! Ooofffhhhh!”
“Dai, Antonia Ginevra Graziosa, hai la fica in fiamme, falle prendere un po’ d’aria!”
Forse fu per gioco o forse per lussuria che finì per avvicinarsi con il bacino sollevando una gamba, permettendomi di sfregare la liscia e fradicia mutandina sopra le grandi labbra evidentemente turgide di piacere.
"Ooohhh, fratellone, non dovrei ma sono veramente eccitata! Mmmhhh! Non avrei mai immaginato fosse tanto bello masturbare un pisello! Mmmhhh!"
Sapevo essere un fandonia ma non faticai a soprassedere, assaporando appieno quel suo esperto lavoretto, con giusta estensione e pressione, frequenti passaggi sulla cappella e attorno alla corona.
Mancava però qualcosa: “lo sento, porcellina! Però noi maschietti abbiamo anche due castagnone alla base dell’arbusto e anche loro vogliono essere coccolate! Mmmmhhh!”
Credo non attendesse altro perché l’altro suo palmo avvolse il mio glabro scrotone gonfio come una zampogna e madido di fluido preliminare colato dall’alto per gratificarlo di carezze e grattatine: “aaahhh, aaahhh! Siii, cosiii! Aaaahhh! Daniela, Daniela! Aaaahhh!”
Non era brava, era fenomenale!!!
La voglia di sollevarmi, spingerla supina sul letto, scostare lo slip e infilzarle quella brognetta rovente e grondante per scoparmela alla grande era al limite. Ma no, non potevo e non dovevo esagerare. Non ancora…
Nondimeno, il mio arrapamento era ben sopra, oltre le stelle, in un'altra dimensione.
“Daniela, mettiti a cavalcioni su di me! Mmmmhhh! Ti faccio provare qualcosa di ancor più bello!”
Mia sorella non faticò a comprendere come posizionarsi, appoggiando la gnocca - coperta dalla lucida bandina dello slip - sul mio membro granitico.
Forse anche lei lottava contro una bramosia quasi indomabile ma anche innaturale: impalarsi su quell’albero maestro, poco importava di chi fosse; anche se di un fratello, era una stanga eccezionale.
E quella galoppata semi-incestuosa ebbe inizio, la pur liscia seta grattava quasi il mio uccello che nonostante ciò gradiva... gradiva! Gradiva sentire la vulva strusciare e strusciarsi sul pilastro, intrisa di umori, odorosi e… rumorosi: era quasi uno sciacquettare.
Volevo prenderla per i fianchi ma la sua nota bravura di cavallerizza si mostrò in pieno anche quella mattina per cui la lasciai fare: i suoi occhi semichiusi, la bocca semiaperta, i gemiti diventare mugolii quasi sommessi, il godimento pieno nella sua espressione.
Di solito sono molto durevole ma quella volta feci fatica a resistere davanti alle sensazioni e a quello spettacolo: sì, era mia sorella, lo stesso sangue scorreva nelle nostre vene ma era troppo bella, troppo coinvolta e appariva pure tanto, tanto sgualdrina; come piacciono a me!
Un po’ per distrarmi, un po’ per ulteriore senso di perversione scivolai sotto i bordi della sua camicia da notte e risalii alle turgide mammelle: “ooohhh, Daniela, hai due bocce da urlo, lo sai? Mmmhhh!"
Sorrise: "ooohhhh, fratellone! Sei un depravato! Aaaafffhhhh! Ma piace anche a me! Oooohhh! Siii! Siii! Sono tue! Siii! Siii! Uuuufffhhh!"
Avvolsi a coppetta i seni e iniziai a massaggiarli voluttuosamente, arrivando presto a stringere fra medi e anulari i capezzoli diventati chiodi: "ooohhhh! Willy, Willy! Uuuuhhhh! Siiii! Sublimeeeee! Uuuuggghhh! "
Mia sorella era proprio una zoccoletta navigata.
Impastai per bene le zinne, poi le spinsi lentamente, per farla piegare indietro: ero all’estremo della resistenza.
“Adesso strofinati il mio siluro fra le chiappe mentre io ti pastrugno la patata! Uuuufffhhh!"
Ebbra di foia si allargò le natiche, affondò il tarellone fra esse, iniziando un intenso avanti e indietro del bacino.
Io non fui da meno, intrufolandomi con dita tese sotto la mutandina per vibrare letteralmente le nocche sulla sorca che dir zuppa è dir nulla.
Nonostante il tessuto, sentii ad un certo punto il suo ano strofinare contro il mio fallone e fu pochi istanti dopo che fratello e sorella giunsero all’orgasmo, praticamente all’unisono, sovrapponendo le voci, quasi facendo a gara a chi stesse godendo di più.
"Aaaahhh, ooohhh! È dolcissimo, Willy, portami in cielo! Aaaahhh!”
Affondai due dita in vagina e con il pollice grattai il clitoride.
“Iiiiaaaahhhh! Vengo, Willy, vengo, vengoooo! Eeeeaaahhh!”
“Siii, Daniela, siii, ci sono anch’io! Uuuuggghhh!”
Getti e getti di sperma ricaddero sul mio petto.
“Uuuurrrggghh, io sborro, Daniela, sborrooo! Aaaarrrggghhh!”
Strani, gli istanti successivi. Per entrambi: dentro di me una tempesta di sensazioni mentre il suo viso si era rabbuiato. Infatti di scatto si alzò per allontanarsi e scomparire oltre la porta.
Antonia Ginevra Graziosa detta ‘Daniela’, sorella minore di Antonio Gennaro Guglielmo detto ‘Willy’ si era strofinata fregna e buco del culo sul cazzone del fratello, facendolo spruzzare ma avendo un violento orgasmo pure lei: semplici giochi di adolescenti un po’ cresciutelli o incesto?
Quel Sabato lo avremmo passato separati, ognuno con programmi diversi.
Ma le ombre della sera ci attendevano a casa: nuovamente soli lei ed io, sorella e fratello.
Agosto 1989-Maggio 2025
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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