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Gay & Bisex

How nice #6


di MonkeyDLuffy
11.03.2016    |    5.010    |    0 8.8
"Mi sento meglio, sono felicissimo..."
Sono un misto di odio e rabbia.
Si è fatto convincere con una mano nei pantaloni, non ha pensato a me, alle conseguenze, ha pensato col cazzo.
Stringo la mano a pugno, e nonostante ciò vada contro ogni mio principio, gli do un pugno.
Mi sono anche trattenuto.
Un fiume di lacrime inizia a scendere dai miei occhi.
" Sei un bastardo. Una cazzo di mano nei pantaloni basta a farti dimenticare l'anno passato insieme, a non farti pensare a me.
A te importa solo scopare.
Chiudo qui il discorso, sto per andare a parlare col preside, dopotutto. " gli dico, cercando pure di trattenermi.
Ha un livido viola in faccia, ben gli sta.
Un professore ha assistito a tutta la scena, lo sapevo fin dall'inizio.
Si avvicina a me " Ragazzino, ora vai a spiegarlo a preside e prega di non venire sospeso. " fino a due settimane fa una cosa simile mi avrebbe spaventato a morte, ora sono impassibile.
Ho già smesso di piangere, mi incammino verso l'ufficio del preside e entro.
La professoressa spiega l'accaduto, poi si congeda.
Il preside prima di giudicare va a guardare il mio registro, pagelle, voti e note, essendo una faccia nuova per lui deve capire chi ha davanti.
La sua reazione è più che prevedibile.
I miei voti vanno tutti dal 8 in su, ho 10 in condotta, sono pulito dalla testa ai piedi, voglio vedere cosa mi dice.
" Senta, guardando il suo registro noto una totale incoerenza con ciò che è accaduto poco fa, spero si tratti solo di un caso isolato, questa volta se la cava con un richiamo, ma la prossima verranno convocati i suoi genitori. " come già detto prima, prevedibile.
Esco dall'ufficio e torno in classe.
La ricreazione è finita e il professore è già in classe.
Non appena mi vede mi chiede " E lei dov'era? Stavo per segnarla assente. " sembra arrabbiato, ma lo zittisco subito " Ero dal preside. ". Sento i miei compagni iniziare a farfugliare, io intanto torno al mio posto e mi siedo.
Marcello mi sta guardando, ha gli occhi lucidi, l'ho notato mentre tornavo a posto.
" Perché l'hai fatto? " mi chiede Sara che è seduta vicino a me.
" Non puoi capire, è un tale idiota. Ci sono pure stato insieme per quasi un anno... " non sembro nemmeno io a pronunciare queste parole.
Lei resta in silenzio, sa davvero che non può capire cosa sto provando.
Le ultime ore di lezione passano lentamente, non ho proprio niente da fare e non ho alcuna voglia di seguire le lezioni.
Suona la campanella, Marcello si alza e inizia a seguirmi, mi fermo, voglio chiarire in fretta.
" Che c'è ? " gli chiedo io.
" Quindi... È tutto finito? " ci spera davvero che non sia così, che stupidata.
" Mi pare abbastanza ovvio. " sono uno stronzo, lo so.
" Si scusa, hai ragione. " mi giro una volta che ha terminato la frase e inizio a camminare, mentre lui inizia singhiozzare.
Dei due sono sempre stato io quello emotivo, e sentirlo piangere in prima persona mi fa uno strano effetto.
Non voglio piangere anche io, quindi accelero il passo e me ne vado.
Arrivo a casa abbastanza velocemente, saluto tutti come se niente fosse, dico che vado a fare i compiti recandomi in camera mia e mi butto sul letto.
Inizio a piangere, prendo il telefono e inizio a sfogliare le foto.
Non sono mai stato un tipo da selfie, ma alcuni con Marcello me li sono concessi.
Inizio a sfogliare l'album sul telefono in cui ci sono le mie foto con lui, la prima la feci la sera della nostra prima volta, e non appena la vedo la mia gola inizia a stringersi.
Sto cercando di non farmi sentire, non voglio iniziare un discorso madre-figlio sui miei problemi con la vita.
Ce né un'altra, questa l'ha fatta lui, gli sto dando un bacio sulla guancia mentre lui sorride davanti all'obbiettivo.
Non ce la faccio più, seleziono tutte le foto e le elimino.
Voglio tagliare ogni legame con questa storia.
Ma prima la voglio ripercorrere, quindi vado sulla chat con Marcello e inizio a leggere, parto circa da metà.
A volte riesco anche a ridere per le battute che mi faceva.
Non sono mai stato una persona che usa gli emoticon, anzi non li uso proprio.
Infatti resto stupito quando vedo un cuore rosso mandato da me rivolto a Marcello.
Non me lo ricordavo.
Vado avanti e arrivo verso la fine, e quando leggo il famoso messaggio in cui mi scrisse che stava male, chiudo la chat e la elimino.
Eliminare il contatto non ha senso, siamo compagni e siamo nel gruppo della classe, lo ritroverei comunque.
Non mi sono accorto che il tempo è volato, vado a cenare con la mia famiglia e una volta finito vado a dormire, sono sfinito.
---
Mi sveglio, stranamente sono rilassato.
Oggi c'è ginnastica e non ho voglia di correre il primo giorno dopo una settimana e mezza di depressione.
Vabbè mi adeguerò.
Ricomincio a interagire con i miei compagni, sempre tenendomi alla larga da lui.
Voglio riprendere tutto come lo avevo lasciato prima di iniziare la storia con Marcello.
Arrivano le ultime due ore: Ginnastica.
Andiamo negli spogliatoi, sono imbarazzato, non mi era girato per la testa nemmeno per un secondo il pensiero di dovermi spogliare davanti a Marcello.
Lui è seduto nella panca davanti alla mia, ed è già in mutande.
Che fisico, se non ci trovassimo nella situazione attuale gli salterei addosso.
Inizio a spogliarmi, mi metto i pantaloncini, ma il pensiero che ho avuto su Marcello continua a ronzarmi in testa.
Mi sto eccitando, ho caldo.
Per evitare una figuraccia mi reco nel bagno e mi bagno la faccia con l'acqua fredda.
Marcello ha capito cosa sta succedendo, sa che il suo fisico mi ha sempre eccitato e sembra quasi felice di sapere che riesce ancora a influenzarmi in questo modo.
E questo mi dà fastidio.
La lezione di ginnastica trascorre tranquillamente, giochiamo a pallavolo tutto il tempo.
Torniamo negli spogliatoi, ma questa volta mi cambio velocemente, non voglio rischiare come prima.
Una volta aperto il cancello scappo verso casa.
Sono turbato.
Non significa che mi piace ancora, vero?
" È solo il mio corpo che cerca uno sfogo fisico " cerco di rassicurarmi da solo.
Ha senso, dopotutto sono quasi due settimane che non faccio sesso, è comprensibile.
Passo il resto della giornata a studiare.
---
Mi sveglio al solito orario, mangio e vado a scuola.
Mi dispiace un sacco per questa situazione, prima che ci mettessimo insieme eravamo migliori amici, mentre ora non ci parliamo proprio.
A ricreazione mi avvicino a lui e inizio col salutarlo.
Senza fare niente mi sembra di tornare a quando lui mi abbracciava e io mi sentivo piccolo, ma protetto.
Ecco, ora però mi sento solo piccolo.
Sono in imbarazzo, non so cosa dirgli.
Lui inizia a parlare di quello che è successo in classe mentre ero assente, riesce a farmi ridere raccontandomi alcune discussioni con la nostra professoressa di chimica.
Suona la campana, con un " A dopo " mi dileguo.
Mi sento meglio, sono felicissimo.
Qualcosa può essere riparato, dopotutto.
" Daniel, quello che ho visto era un ritorno di fiamma, eh? " mi dice Sara sedendosi accanto a me.
Io divento rosso " Ma va, figuriamoci. Non penso proprio. "
Non riesco a spiegarlo... Non voglio separarmi da lui. È stato importante per me e questo mi dispiacerebbe.
Finiscono le lezioni, torno a casa in fretta perché ho notato che lui voleva venire a parlarmi.
Non voglio che si faccia venire in mente qualche strana idea.
---
Mi sveglio, sono ancora stanchissimo, ieri ho passato tutta la giornata a studiare e non ho avuto un attimo di tregua.
Se penso che oggi ho un'altra lezione di ginnastica scoppio.
Faccio colazione dopo essermi alzato dal letto, saluto tutti e vado a scuola.
Cazzo, Marcello è da solo davanti al cancello.
Non ho voglia di stare con lui.
Prendo il telefono in mano e chiamo Sara " È davanti al cancello, da solo. " le dico io.
" Allora, prima di tutto ciao. Secondo, vai, che cosa te ne frega? " risponde.
" Non ha ancora capito che non voglio andare oltre. " cerco di spiegarle io, ma non sembra convinta comunque.
" Aspetta che si aprano i cancelli, poi entri. " chiudo la telefonata ringraziandola.
--- Passano 5 minuti, i cancelli si aprono, nel frattempo sono arrivati altri miei compagni che lo hanno raggiunto, io ho cercato di non farmi vedere.
Entro in classe, ma mi metto a parlare con un mio compagno riguardo ad una cosa di algebra che non aveva capito.
Dopo poco entra il professore e tutti si siedono, entra anche Sara.
La saluto, e le prime tre ore passano in fretta.
Arriva l'ora di ginnastica, oggi siamo nella palestra piccola, quindi per fortuna giochiamo tutta l'ora a pallavolo.
Prima di entrare nello spogliatoio chiedo alla professoressa una fotocopia della richiesta per la partecipazione alle gare di nuoto.
Entro nello spogliatoio, quasi tutti si sono cambiati, tranne lui.
Cavolo, mi sta davvero aspettando?
Mi siedo, lui è seduto come sempre sulla panca davanti alla mia.
Inizio a spogliarmi e così fa anche lui.
Ormai siamo soli, non più vergogna a farmi vedere in mutande da lui, come all'ultima lezione, dopotutto mi ha visto nelle posizioni peggiori di questo mondo.
Lui si mette una mano nelle mutande, facendo finta di niente e si gratta.
Quanto mi eccita quel ragazzo.
La mia reazione si fa vedere subito, e lui ne sembra felice.
Mi sistemo il pacco, non posso andare in palestra in quelle condizioni con i pantaloncini.
Ho finito di cambiarmi e anche lui è pronto.
Mi alzo, cammino verso l'uscita e lui mi si avvicina.
Mi giro e si attacca alle mie labbra.
Ero eccitato già da prima, e questo non aiuta di certo.
Sono preso, ormai è tardi.
Mi unisco al bacio, ho voglia di sesso.
Sono quasi due settimane che non mi sfogo.
Non mi preoccupo nemmeno del fatto che qualcuno possa entrare.
Ma lui si.
Si stacca da me " Torno subito. " mi sussurra all'orecchio e corre verso la palestra.
Torna un minuto dopo, so che quello che sto per fare è sbagliato, ma non riesco a trattenermi, sono praticamente un fuoco.
Mi alzo, lui chiude con la chiave dello spogliatoio la porta e io mi attacco alle sue labbra.
Le nostre lingue si intrecciano, io mi stacco e mi dirigo verso il suo basso.
Abbasso i pantaloncini e le mutande, libero finalmente il cazzo che non vedo da un po'.
Non aspetto, subito lo introduco nella mia bocca e inizio un pompino magistrale.
Arriva fino alla gola, io faccio avanti e indietro velocemente.
Mi mancava il suo sapore di maschio.
Tolgo la mia bocca dal suo cazzo, afferro la sua mano e lo conduco in bagno.
Mi tolgo i pantaloncini e anche le mutande buttandoli sul pavimento, vicino alle panche.
Mi appoggio al muro, mi piego e torno, dopo tanto, in quella posizione che tanto amavo.
Lui appoggia dietro di me, sento la sua cappella iniziare a premere contro il mio buco.
Solo ora mi chiedo se mi avrebbe fatto male.
Non lo faccio da tanto, potrebbe anche essere.
Ma questo pensiero sparisce quando entra tutto in un colpo solo.
Inizio a ricordare perché mi piacesse tanto farlo, sto godendo un sacco.
Lui inizia a fare dentro e fuori dal mio culo, si avvicina con la testa alla mia e inizia a baciarmi.
Io inizio a segarmi, devo assolutamente svuotarmi.
Lui accelera il ritmo, sembra fuori controllo.
Mi piego ancora un po' per facilitare l'entrata e l'uscita del suo cazzo dal mio culo.
Non penso di resistere molto, prendo un pezzo di carta igienica dal rotolo appeso al muro e inizio a sborrare, finisce tutto sulla carta.
Mi ripulisco e butto tutto nel water.
Lui non ha ancora finito, ma lo sento ansimare, non voglio che mi venga dentro, dovrei ripulirmi.
Mi sposto in avanti, facendolo uscire, mi giro verso di lui, mi abbasso e riprendo il suo cazzo in bocca.
Ci mette poco a venire.
Mi riempie la bocca del suo sperma, mi mancava anche questo, di sapore.
Ingoio tutto come ai vecchi tempi.
È rimasto un mix tra dolce e salato, lo adoro.
Mi sciacquo la faccia con l'acqua del rubinetto, mi asciugo e mi dirigo verso l'uscita.
" Quindi... Torna tutto come prima? Ci rimettiamo insieme? " mi chiede lui. Ci spera davvero.
" Cosa hai detto alla professoressa per giustificare il ritardo? " gli chiedo io cercando di cambiare argomento.
" Le ho detto che ti sei sentito un po' male ma che saremmo tornati presto. " mi risponde lui, almeno ora so che non finirò nei guai.
Esco dallo spogliatoio e mi dirigo in palestra, lui mi segue a ruota.
Mi sento più rilassato, ne avevo davvero bisogno.
Raggiungo Sara dopo aver finalmente realizzato il disastro appena combinato.
" Sono un idiota. " le dico.
" Perché? " mi chiede, non le ho mai parlato della mia vita sessuale, ma questa è un'emergenza.
" Io e Marcello lo abbiamo fatto nel bagno e crede che ora torneremo insieme. " non ho scuse lo so.
" Sei davvero un idiota. Hai fatto la troia con lui, mi viene da ridere a pensarci. " sta davvero per ridere.
La blocco subito.
" Non provare a ridere. Cosa faccio? " le chiedo.
" Spiegagli come stanno le cose, voi non tornerete insieme. " non voglio farlo stare male, ma devo.
Mi avvicino a lui, lo prendo in disparte e inizio il discorso " Senti, quello che è successo prima... " sono titubante, la sua faccia fa capire che ci sta davvero sperando.
" Non è niente, avevo solo bisogno di un po' di sfogo fisico e tu eri lì a chiamarmi, non negarlo. " che freddezza...
" Hai fatto la troia con me? Solo per scopare? " sta alzando la voce, non voglio che ci sentano.
" Sei tu che hai iniziato a baciarmi, lo sai che quando ti vedo in mutande mi eccito, quindi non farmi la morale, hai capito? " ora mi sto arrabbiando.
" Si... Ma se non volevi creare questo casino non dovevi farti trascinare. " detto questo si gira e torna dall'altro gruppo di compagni.
Mi sento in colpa, non ha tutti i torti nemmeno lui.
Stiamo soffrendo entrambi, e lo sappiamo.
Le opzioni sono 3 : Torniamo amici, ma sappiamo entrambi che finiremmo con lo scopare, anche se non mi dispiacerebbe, ci rimettiamo insieme, preferirei evitare, oppure tagliare ogni legame, ma essendo compagni di classe è praticamente impossibile.
Se non scopasse così bene riuscirei ad accettare la prima opzione senza problemi.
Anche se la seconda sarebbe meglio metterla da parte, smetteremmo entrambi di soffrire.
L'ora di ginnastica passa lentamente, non ho ancora deciso cosa fare.
Torno a casa con la testa fra le nuvole.
Non studio nemmeno, penso a quello che dovrei fare.
Vado a dormire con questo chiodo fisso nella mia testa.

Continua.

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