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Gay & Bisex

How nice #5


di MonkeyDLuffy
10.03.2016    |    4.526    |    1 9.4
"Arriva anche Sara, che vedendomi mi sorride, si siede accanto a me e resta in silenzio..."
Premetto che anche questo capitolo l'ho usato per scrivere il seguito della storia.

La ragazza se ne va di corsa dal lato opposto, uscendo dall'altro cancello.
Con la voce strozzata dal pianto dico a Sara " Ci vediamo, grazie della compagnia. " e inizio a correre.
Corro come non ho mai fatto prima.
Sento Sara che ha bloccato Marcello e gli sta gridando dietro.
Lui la lascia e inizia a inseguirmi.
Mi prega di fermarmi, ma per fortuna sono sempre stato più veloce di lui.
Arrivo a casa mia in pochissimo tempo.
Non sento la stanchezza, non sto sentendo niente, se non una sensazione di blocco in testa.
Apro il cancello e lo chiudo, passando per il mio giardino.
Marcello è arrivato e mi sta di nuovo pregando di aspettare, mi avrebbe spiegato.
" Spiegare? " penso io.
Certo, così mi incazzo di più.
Prima di aprire la porta di casa mi giro un secondo, per guardarlo.
Sta per piangere, non glielo avevo mai visto fare prima.
Lo guardo negli occhi, con odio.
La sua faccia cambia espressione, sembra basito dal mio sguardo.
Mi sbatto la porta alle spalle, per fortuna mio fratello è da mia nonna, mentre i miei genitori sono fuori a cena.
Vado in camera mia e mi sdraio sul letto.
Ricomincio a piangere, senza fermarmi.
Grido come non ho mai fatto prima, voglio sfogarmi, così inizio a prendere a pugni il cuscino.
Continuo a piangere per più di mezz'ora, dopo la quale crollo sul letto, addormentato dalla stanchezza e dal troppo stress accumulato in così poco tempo.

--

Non vado a scuola per una settimana, sto male, e non serve mentire.
Non ho acceso il telefono nemmeno una volta, sarò pieno di messaggi.
Infatti è così, l'unica che non mi ha scritto è Sara, che conoscendomi sa che non devo essere disturbato mentre sto male.
Anche Marcello mi ha scritto, ma ignoro la chat e vado avanti con le altre.
Mi chiedono tutti perché non scrivo più, perché non sono a scuola, se sto male o altro.
Non rispondo a nessuno, tanto domani è lunedì e ho deciso di tornare a scuola, solo per non compromettere il mio andamento scolastico.
Arrivo alle 7,55 davanti ai cancelli, entro in classe e tutti mi fissano, ma ignoro i loro sguardi e mi siedo al mio solito posto davanti alla cattedra.
Lui non è ancora arrivato, il suo posto è vuoto.
Entra due minuti dopo.
Mi vede e resta stupito della mia presenza.
Resta impietrito.
Tutti i nostri compagni ci stanno fissando, sono a conoscenza del fatto che " stiamo insieme ", glielo abbiamo detto quest'estate durante una pizzata di classe.
Mi ero tolto un peso dicendolo a tutti, soprattutto perché nessuno si era fatto alcun problema.
E ora sanno che qualcosa non va, ma non sanno cosa di preciso, sono sicuro che Sara non ha parlato.
Vorrei che lei ci fosse, il suo posto è accanto al mio ma non è ancora qui. Vorrei il suo aiuto.
Non posso piangere davanti a lui, non devo.
Entra in classe barcollando, distolgo lo sguardo, invece lui continua a fissarmi.
Arriva anche Sara, che vedendomi mi sorride, si siede accanto a me e resta in silenzio.
Lei sa che a me non piace parlare, ho sempre preferito stare zitto.
Ora inizio a chiedermi se in questi giorni abbia parlato di nuovo con Marcello, se lui le ha detto qualcosa o viceversa.
Arriva il professore, fa l'appello e gli mostro la giustifica, poi iniziamo la lezione.
Sara mi parla per la prima volta, fino ad ora era rimasta in silenzio.
" Come va? " mi chiede lei.
" Va tutto male " e lei capisce.
" Pensi di voler chiarire la situazione con lui? " questa domanda mi lascia perplesso.
Stavamo ancora insieme o era scontato il contrario?
Lei nota la mia espressione e cambia argomento. " Dopo ti spiego quello che abbiamo fatto questa settimana. " vuole rendersi utile, e di questo la ringrazio.
-
Arriva la ricreazione.
Di solito la passo con Marcello, ma ora non so che fare.
Mi alzo, Sara mi chiede se voglio stare con lei ma le dico che ho voglia di fare un giro, per scaricare la tensione.
Nessuno mi si avvicina, e ne sono felice, sanno che non sto bene e non ho voglia di parlare.
Marcello si sta alzando, mentre io sto uscendo dalla classe.
Accelero il passo, non voglio che mi segua.
Vengo afferrato per un braccio.
È lui. Sapevo che avrei dovuto correre.
" Dany, ti prego, ascoltami " mi supplica.
Sono io che comando la situazione.
" Non chiamarmi Dany, bastardo " cerco di staccare il mio braccio dalla sua presa, ma lui fisicamente è sempre stato più forte di me.
" Ascoltami un secondo cazzo! Voglio solo chiederti scusa! " ha alzato la voce. È arrabbiato, e questo fa arrabbiare me ancora di più. Lui non ne ha il diritto.
" Chiedermi scusa? Davvero? Avresti dovuto pensarci prima di fare una cosa simile. " sto praticamente urlando, e anche attirando inevitabilmente l'attenzione di chi ci circonda.
" Almeno fammi spiegare... " come se ci fosse una spiegazione logica per questo.
" Probabilmente se davvero provassi a spiegarti mi incazzerei soltanto di più. " e lo penso seriamente.
" Ti prego... " sta diventando patetico e voglio chiudere la conversazione velocemente.
" Hai 2 minuti, poi me ne vado, non ho tempo da perdere. " voglio solo staccarmi da lui, allontanarmi.
" Hai presente Alessia, la ragazza con cui sono stato prima di mettermi con te? Ecco, mi ha chiesto, anche se un po' in ritardo, di sapere per davvero perché l'ho lasciata... Così per non farti venire alcun sospetto ti ho detto di essermi ammalato, avrei parlato con lei 5 minuti e me ne sarei andato. Ci siamo incontrati al parco, ho iniziato a spiegarle di te e di me e a un tratto ha iniziato a baciarmi. Mi ha infilato una mano nei pantaloni e io, come un idiota mi sono fatto trascinare. So che non ci sono scuse... E mi dispiace. " spero che sia uno scherzo.

Continua.
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