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Gay & Bisex

LA PRIMA VOLTA 2


di rico150
17.01.2011    |    22.656    |    3 8.8
"Praticamente ci vededdo tutti i giorni, ed almeno due volte al giorno gli succhiavo il cazzo e bevevo il suo seme, ero diventato bravissimo, non avevo..."
Lo zio tornò dopo qualche ora e mi raggiunse al mare, dove lo stavo aspettando sotto l’ombrellone. Arrivò con il suo solito sorriso strizzandomi l’occhio e chiedendomi come andava. Lo salutai e le chiesi se voleva fare un bagno. Ci dirigemmo verso la spiaggia e correndo ci tuffammo in mare. Appena lontani da orecchie indiscrete, gli confessai che avevo il culo in fiamme, ma che volevo ancora farlo. Sorrise ed aggiunse che dovevamo stare attenti ed in special modo alla zia, perché già una volta lo aveva pizzicato sopra un ragazzo molto giovane e già aveva fatto dei commenti. Diventai rosso fuoco, la zia aveva avuto già dei sospetti e sicuramente aveva pensato che facessi sesso con lo zio. Cambiai subito idea e gli dissi che non avremmo fatto più nulla. Rise fragorosamente e mi cacciò la testa dentro l’acqua. Mi disse che stava scherzando e andammo a nuotare.
Il pomeriggio appena pranzo, lo zio disse che andava a riposare ed io dopo qualche minuto avvisai che sarei uscito con gli amici. La zia sarebbe tornata tardi, quindi avevamo almeno due ore per deliziarci con il sesso. Corsi verso casa e suonai il campanello. Lo zio apri la porta e mi tirò dentro. Chiuse la porta a chiave , era già nudo, aveva il cazzo ancora moscio e mi disse di ricominciare come la sera precedente. Mi inginocchiai, allungai la mano e lo impugnai, sapevo che voleva questo, avvicinai la bocca e lo baciai sul glande ancora molle, lo tirai su, poi cominciai a muovere avanti ed indietro la pelle, scoprendo tutto il glande e ricoprendolo. Era bellissimo, la mano dopo pochi minuti non lo teneva tutto, quindi usai anche l’altra mano, avevo la punta del cazzo di fronte la bocca, di istinto l’aprì ed infilai parte della cappella all’interno, con la lingua leccavo il filetto, sentivo i fremiti di zio, comincia ad eccitarmi, mi sentivo bene e troia. Mi feci sempre più audace, ed infilai tutto il glande in bocca, mi sentivo soffocare, riuscii a spalancare la bocca il più possibile, la saliva mi colava sotto il mento, sul collo, ero avido di quel cazzo fantastico, duro come il marmo ma caldo e pulsante. Lo baciavo, leccavo tutta la cappela, poi lo infilavo sino in gola, la mia saliva era dappertutto, non smettevo più di farmi penetrare la bocca da quel meraviglioso oggetto di carne, con calma e non in modo frenetico, lo gustavo e non volevo che finisse tutto. Una mano, aveva lasciato la spada e toccava adesso quei magnifici testicoli, li sentivo gonfi e si muovevano a ritmo dell’altra mano sballottando avanti e indietro. Avevo voglia di lui. Lasciai le palle e sostituì l’altra mano stanca sulla mazza, volevo vedere cosa succedeva, la mia esperienza di seghe era limitata al mio pisello, ma quello era un bellissimo cazzo, con “il cappello” (come lo chiamavo io) lucido e rosso, largo e duro. Speravo di vedere ed assaporare il seme di zio, lo volevo in bocca sul viso, assaggiarne il più possibile, cibarmi di quel nettare. Non dovetti aspettare molto, ero in ginocchio e con la bocca spalancata tentavo di ingoiare il pezzo di carne il più possibile, lo zio mi prese la testa con tutte e due le mani e mi aiutava spingendomi il cazzo il più possibile, un conato di vomito improvviso, per un momento tolsi quasi tutto il cazzo dalla bocca, poi con le lacrime agli occhi lo ingoiai di nuovo, sentivo che era ormai giunto il momento, lo zio fremeva e tremava mi disse di non fermarmi, ritmicamente muoveva la mia testa infilando sempre di più il suo cazzo, poi urlando il suo piacere mi sparo un fiotto di sperma direttamente nella gola, tiro fuori il cazzo e sparo ancora liquido caldo sul mio viso, sembrava inarrestabile, mi sentivo la faccia piena di sperma, un occhio chiuso mentre lo zio continuava a spruzzare sulla mia faccia che teneva bloccata tra le mani. Smise, mi lascio la testa e si accasciò sulla poltrona, io mi alzai e corsi in bagno. Lo spettacolo allo specchio era ridicolo ma allo stesso tempo meraviglioso, avevo il viso imbrattato di liquido seminale che colava sulle guancie, un occhio chiuso pieno di sperma e le labbra con grumi di sperma. Mi lavai e ritornai dallo zio. Era in salotto, nudo, seduto sulla poltrona e guardava la TV, io mi avvicinai, aveva ancora il cazzo sporco di sperma. Mi avvicinai e lo toccai. “Non ti basta mai” disse lo zio sorridente io mi ero seduto sul tappeto e mi ero appoggiato sulle sue gambe. Gli dissi che mi era piaciuto tantissimo e che volevo rifarlo tante altre volte. Sorrise e mi disse che era ora di andare. Sentivo ancora il suo sapore in gola quando tornai a casa.
Praticamente ci vededdo tutti i giorni, ed almeno due volte al giorno gli succhiavo il cazzo e bevevo il suo seme, ero diventato bravissimo, non avevo pudore o morale, mi sentivo il suo giocattolo e volevo esserlo, assecondarlo in tutte le sue richieste, prono alle sue richieste e pronto per soddisfarlo. Il giorno prima del mio compleanno, gli chiesi quando mi avrebbe scopato. Lui mi disse che non era semplice e che mi avrebbe fatto male, dovevamo pensarci bene perché mi avrebbe rotto tutto con il suo arnese. Gli risposi che lo volevo, che volevo stare con lui e che volevo soddisfarlo e che mi sentivo pronto. Decidemmo di farlo dopo il mio compleanno a casa sua, magari il giorno dopo e comunque appena possibile.
Finalmente mi chiamò. Erano le due del pomeriggio, feci le scale velocemente ed arrivai di fronte al portone di ingresso, suonai, ero sudato, apri la porta, mi aspettava impaziente, entrai emozionato. Mi prese per mano e mi condusse in camera. Mi fece cenno di spogliarmi, io ubbidì, mi denudai e salì sul letto. Lui si tolse l’accappatoio e si allungo vicino a me, devi stare tranquillo, perché altrimenti diventa molto doloroso e non ti piacerà disse. Cominciò ad accarezzarmi le natiche, ero tutto un fascio di nervi, mi accarezzava con maestria e mi disse di chiudere gli occhi e di non pensare. Le carezze, anche se aveva delle mani grandi erano dolcissime, ogni tanto infilava un dito tra le natiche e mi stuzzicava il buchetto. Da un cassetto prese una crema, ne verso un po su un dito e la posizionò sul mio buchetto, era un gel, freddo, cominciò a massaggiarmi il buco con il dito sporco di gel e pian piano mi rilassai, il buco si fece più morbido, i muscoli si rilassarono, mi disse di aver inserito quasi tutto il dito, non mi ero accorto di nulla, tanto godevo di quelle mani sul mio corpo. Tolse il dito e mi disse di inarcarmi il più possibile, mi posizionai con la testa poggiata sul cuscino e il sedere proteso verso lo zio, mi sentivo allargato sul buco e mi sentivo pronto a riceverlo. Gli chiesi di fare subito. Lui rispose di non essere impaziente, mise del gel sul suo cazzo, poi si posizionò dietro di me, allargo le natiche, con due dita mi allargava il buchetto. Sentì finalmente la punta del suo cazzo spingere tra le natiche e tentare di forzare il buco. Dapprima con poca forza, poi con più decisione, spinse un po’ di più e soffocai un lamento, se ne avvide, si fermò, mi prese l’uccello e cominciò a masturbarmi, quando mi sentì più rilassato riprese a spingere, con delicatezza e senza colpi forzo l’orifizio e finalmente si introdusse in me. Altro urlo, questa volta non soffocato, prese altro gel e lo strofino ancora su tutto il cazzo, mi disse che ero bravo e che stava per entrare, mi sentivo riempire, ed avevo una piccola parte del suo cazzo in me. Il mio respiro tornò normale e spinse ancora delicatamente introducendo ancora una piccola porzione di cazzo, le pareti mi bruciavano, spinse ancora questa volta con più forza deciso a sfondare. Non urlai, ma il dolore era forte, mi disse di respirare e di non stringere, di lasciarmi andare. Mi sentì subito meglio e mi rilassai respirando con la bocca. Appena più calmo spinse ancora, il gel fece il suo lavoro, aveva lubrificato ed il cazzo scivolo nel mio ano. Un dolore fortissimo mi arrivo al cervello, le lacrime mi uscivano e urlai pregandolo di tirarlo fuori. Mi sentivo lacerato. Mi disse di calmarmi e piano tirò fuori il cazzo completamente. Un sospiro di sollievo, ma poi di nuovo mi poggiò la punta e spinse questa volta senza tanti riguardi. Il dolore fu meno intenso, le pareti erano rimaste morbide, spinse ancora e si introdusse di nuovo tra le mie natiche. Mi accasciai sul letto e lui mi seguì e cadendo su di me la penetrazione fu definitiva. Ero impalato ed immobile con il cazzo di zio quasi interamente nelle viscere. Mi abbraccio dai fianchi e mi ritirò sopra, avevo il buco in fiamme, ma il doloro era quasi sparito, mi disse di rimanere fermo e cominciò a ritirare il cazzo ed a rinfilarlo, era bellissimo, mi sentivo spaccare in due ma godevo in modo smisurato e cominciai a chiamarlo dicendo che era bellissimo, lui era infervorato, adesso mi scopava quasi senza sosta lo sentivo andare avanti e dietro ed a ogni rientro lo sentivo spingere più dentro. Poi l’apoteosi, mi disse che stava per venire, sentì crescere la sua cappella dentro di me, esplodeva, e non riusciva a trattenere, i colpi divennero più violenti, mi aveva spaccato in due ma resisteva mi teneva con un braccio e con l’altra mano mi colpiva le natiche, sentivo i suoi coglioni sbattermi, poi rallento e finalmente gemendo esplose ed io urlai per il piacere e per il dolore, mi sentivo allagato dallo sperma che entrava diretto nello sfintere, non si trattenne, tiro in un colpo fuori il cazzo lasciandomi aperto e tremante. Mi accasciai sul letto, dolorante e con una mano mi mantenevo il sedere, infilai un dito nel buco, era apertissimo e bruciava maledettamente. Sentivo colare liquido tra le gambe e gocciolare sul letto. Lo zio, esausto, mi porse un piccolo asciugamano, mi asciugai e lo posai sul lenzuolo. Ero rimasto nella posizione primitiva, mentre lo zio si puliva il cazzo con l’asciugamano. Il buco del culo mi bruciava ed adesso cominciava a farmi molto male, ma ero soddisfatto e felice. La porta si aprì di scatto, rimasi immobile nel vedere il viso della zia che mi guardava con gli occhi sbarrati. Affondai il viso nel cuscino e ruppi in un pianto dirotto. Sentì la zia rivolgersi allo zio, “sei il solito porco” “anche questa creatura ti sei preso”. Ero stato scoperto.
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