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Gay & Bisex

LA PRIMA VOLTA


di rico150
30.05.2008    |    54.489    |    5 9.2
"Mi ripresi e dissi “no no” feci per levarmi il costume quando mi accorsi di avere una erezione, mi vergognai come un cane, ma la cosa era visibile, lo zio..."
Era l’estate di qualche anno fa, caldo, mare, acqua, docce etc.etc. A fine estate avrei compiuto diciassette anni. Era forse l’ultima estate di spensieratezza, già dalla prossima, con l’avvento della maggiore età avrei avuto dei problemi maggiori e delle nuove responsabilità. Come ogni estate arrivavano i parenti per il mare, si riapriva la casa delle vacanze e come ogni anno per fare stare bene gli zii di roma, zio Remo e zia Adele, andammo a ripulire tutto. Gli zii arrivarono in serata con il fresco, la novità e che non erano tornati i cugini, ormai tutti sposati ed in viaggio con le proprie famiglie verso lidi lontani. Gli zii mi erano sempre sembrati delle brave persone anche simpatici, specialmente lo zio, fanfarone romano verace che aveva sposato la zia in seconde nozze dopo che il primo marito che non ho mai conosciuto era sceso nella tomba per una malattia incurabile. Lo zio sempre sorridente e con la battuta pronta con il suo sigaro in bocca arrivò questa estate con una baldanza ancora più marcata. Oramai ero quasi un uomo, i peli sulle gambe, la prima peluria sulle guance, pochi brufoli ed il cazzo sempre dritto. La mente sempre a fare pensieri strani ma piacevoli. Lo zio mi aveva fatto i complimenti appena arrivato, che ero un’uomo fatto, cosa facevo etc etc, la serata passo così, ridendo e scherzando fra battute e bottiglie di vino. La mattina, dopo tutti al mare. Gli zii erano i primi ad arrivare. Quando arrivammo noi erano già in acqua. Entrai anche io, lo zio cominciò a schizzare, poi mi prendeva e mi scaraventava in acqua. Era molto muscoloso oltre che alto, le mani erano tenaglie ma era un bonaccione. Finito il bagno andammo a fare la doccia, poi in cabina a cambiarci. “Dai, entra anche tu” “tra maschi”, entrai anche io si sfilò il costume canticchiando, tra le gambe vidi il suo cazzo moscio, con la cappella tutta da fuori. Il cazzo gli dondolava tra le gambe mentre in bilico con una gamba si sfilava il costume. Rimase nudo di fronte a me si mise le mani sui fianchi e disse “allora “ “che fai, sei rimasto imbambolato!!!”, infatti ero rimasto come un cretino a guardare l’appendice di carne dondolante dello zio. Mi ripresi e dissi “no no” feci per levarmi il costume quando mi accorsi di avere una erezione, mi vergognai come un cane, ma la cosa era visibile, lo zio se ne accorse e scoppio in una fragorosa risata. Speravo, forse, che la cosa finisse lì, ma la cosa iniziava lì. Mi disse di levarmi il costume, io arrossendo ubbidii e con il mio cazzo dritto mi trovai di fronte a lui. “Però” disse “hai un bel cazzo” . “Anche tu” risposi io. Le parole mi erano uscite di corsa e non ero riuscito a fermarle, era palese che ero eccitato nel vedere il suo cazzo e le sue palle che adesso notavo erano grandissime. Mi prese la mano, io non opposi resistenza. La mise proprio sulla cappella lucida, al contatto fece per tirarla su ed io ritrassi la mano come per paura, scoppiammo a ridere, poi riprovai autonomamente, Adesso avevo impugnato il cazzo dello zio. Cominciai a fare su e giù, come era mia abitudine, quando mi segavo da solo, lui mi fermò e mi disse di fare lentamente strofinando e carezzando anche le palle. Il suo cazzo cominciò ad ingrandirsi sotto le carezze della mia mano. La cappella che, in seguito ribattezzammo “il cappello” era cresciuto a dismisura e superava di parecchio lo spessore del resto, come un fungo, mancavano solo le palline bianche e rosse disegnate sopra. Lo zia cominciava ad ansimare, evidentemente la cosa li stava piacendo, accellerai con il maneggio e finalmente dopo qualche minuto alcuni fiotti di sperma bianco candido uscirono dal forellino per colpirmi sulla coscia e sul polpaccio. Continuai a menarlo ed altri fiotti colarono questa volta sulla mia mano e caddero in terra. Contento lo zio scrollo ancora un po’ il suo uccello strizzando anche le palle ed indossò un costume asciutto. Io rimasi lì con il cazzo ancora duro ed a qual punto lo zio mi disse “aspetta non puoi uscire così” mi prese a sua volta il cazzo con una mano ma non fece che pochi su e giù che uno schizzo di sperma si stampò sulla parete opposta della cabina ed altri colarono in terra. Complimenti mi disse, tentai di rivestirmi ma avevo ancora il cazzo duro. Mi disse di aspettare e che mi avrebbe aspettato al bar non appena mi fossi ripreso. Uscì ed io rimasi solo a cercare di pulire lo sperma sparso nella cabina. Uscii dopo quasi dieci minuti, il mio cazzo era ritornato in posizione di riposo, ma non appena arrivai da lui ricominciò ad ingrossarsi. Lo dissi allo zio che mi disse di non preoccuparmi, che bastava andare in acqua e farsi un altro bagno. Corsi in mare e vi rimasi per una buona mezz’ora. La sera, a cena, chiesi se potevo dormire dagli zii, e così andati via i miei genitori, rimasi con gli zii. Guardavamo la TV, ed era quasi mezzanotte che la zia salutò ed andò a dormire. Era stato un accordo tacito, quello di rimanere soli, ci ritrovammo sul divano e ci guardammo io avevo una paura enorme, pensavo alla zia che in qualsiasi momento poteva rientrare in sala e trovarci a smanettarci gli uccelli. Lo zio con tutta calma mi chiamò a se, mi disse di togliermi le ciabatte, il pantaloncino ed il costume, ubbidii senza emettere una parola, rimasi quasi nudo con il cazzo già dritto di fronte a lui, mi prese la mano e mi porto verso la camera della zia, aprì un poco la porta e per rassicurarmi mi fece sentire la zia che russava e bisbigliando mi disse che si sarebbe svegliata domattina. Ritornammo in sala, mi fece inginocchiare con i gomiti sul cuscino del divano, si mise dietro di me e si denudò. Il suo cazzo aveva ripreso le dimensioni della mattina, il cappello rosso svettava si inginocchio anche lui dietro di me e con una mano mi prese le palle. Io chiusi gli occhi, poi passo sul mio uccello e cominciò a menarlo, cmentre si muoveva, sentivo la sua cappella dura che sbatteva sulle mie chiappe serrate, mi sputò sul buco del sedere, e prese con un dito a sditalinarmi. Il buchetto mi bruciava e mi doleva, ma il tutto era gradevole e sopportabile. Poi piano piano cominciò ad affondare sempre di più nello sfintere ed ormai avevo tutto il dito dentro. Non avrei mai pensato di arrivare a tanto. Con la mano destra mi smanettava l’uccello, mentre con la sinistra mi sditalinava il forellino. Godevo a dismisura ed un orgasmo mi pervase, lo sperma cadde tutto in terra a formare una piccola pozzangherina, ero sfinito ma soddisfatto ed il dito continuava a trafirgermi l’orifizio. Di tanto in tanto sentivo il cappello fare capolino tra le chiappe, ma forse era troppo presto per scoparmi, così, con mio immenso dispiacere, levò il dito dal buchetto e mi fece girare. Adesso ero di fronte a lui, il suo cazzo enorme era di fronte a me, mi disse che mi avrebbe insegnato il pompino. Mi disse di aprire la bocca e tirare fuori la lingua e di leccarlo come avrei fatto con un gelato. Ubbidii e comincia a leccare il suo pisello come un cono gelato, la mia lingua indugiava sul cappello rosso e luccicante ora che era insalivato. Sempre sotto la sua guida presi con una mano le sue palle. Erano pesantissime ed enormi, le strizzavo come aveva detto lui, poi mi chinai e con la lingua cominciai a leccarle. Lui mi prese la testa e mi disse di prendergli una palla in bocca e di succhiarla, mi sembrava di essere una femmina in calore tanto mi piaceva quello che stavo facendo ero nudo e sporco di sperma ma con il cazzo di nuovo in tiro. Risollevai la testa dalle palle dello zio, e lui stesso prendendomi per la testa mi puntò il cappello sulle labbra, aprii la bocca al massimo ed ebbi difficoltà ad accoglierlo in bocca. Con il suo cazzo in bocca adesso ero proprio una troia. Cercavo di muovermi, goffamente cercai di farlo godere, ma ero proprio inesperto, lo graffiavo con i denti e sinceramente non sapevo casa fare, lo tirai fuori dalla bocca con gran sollievo e continuai a leccarlo come un gelato, adesso mi ero rannicchiato sul divano e lo zio aveva ripreso a stantuffarmi il foro del sedere con il dito. Mi disse che mi avrebbe scopato, pensai che mi avrebbe aperto in due con il suo cazzo, ma lui disse di non preoccuparmi. Io ero molto preoccupato. Mi aveva appoggiato sul divano mi aveva fatto sollevare il sedere. Mi disse di rimanere così. Si allontanò per ritornare poco dopo, mi ordinò di chiudere gli occhi e di respirare con tranquillità, sentii che apriva un tubetto e con un dito mi spalmo della vasellina nel buco, strinsi il buchetto ma lui con calma mi fece rilassare dopo qualche minuto che mi trastullava sentì il dito penetrarmi nel culo, trasaliì per il dolore, poi sentendomi di nuovo tranquillo e scivoloso senti un secondo dito penetrarmi, il buco sembrava più largo, lui commentò positivamente e prese a girare le due dita. Non sentivo più tanto dolore e le due dita scivolavano molto bene.
Si fermò di punto, con le due dita infilate completamente. Io ero fermo e non muovevo neanche un muscolo per paura. Sentii quindi un qualcosa di freddo puntarmi al posto delle due dita, mi girai ed in mano lo zia aveva un cetriolo verde di ragguardevoli dimensioni comincio a spingerlo verso l’interno, io lo pregai di non farlo, il dolore era terribile, lo pregai mentre piangevo di fermarsi, ma lui mi disse che doveva continuare, spingeva con una sola mano, con l’altra prese a segarsi, intanto il cetriolo si faceva strada tra vasellina, sangue ed umori. Adesso era dentro abbastanza, e lo zio lo faceva roteare dentro e fuori e lo infilava sempre di più, poi prese a fare dentro e fuori , a quel punto presi il mio cazzo tra le mani e mi segai. La situazione era la seguente: avevo mezzo cetriolo infilato nel culo, con una mano mi masturbavo e con l’altra tentavo di aprire il più possibile il buco del culo per permettere al cetriolo di scoparmi al meglio. Venni di nuovo sporcando in terra, anche lo zio venne spruzzandomi il suo seme sulla schiena , in testa, sulle orecchie inondandomi, mi disse di non aver mai sborrato come in quel momento. In un attimo si fermò il mondo, lo sperma dello zio mi colava dappertutto, le ginocchia mi dolevano ed erano imbrattate del mio sperma. Spinsi, ed il cetriolo scivolo dal mio buco del culo cadendo in terra. Lo zio si accasciò sul divano esausto ed io dolorante in terra, tra sudore, sangue e sperma. Ero stato scopato da un cetriolo e mio zio mi aveva riempito di sperma. Avevo il buco dolorante e facevo fatica e sforzo ad alzarmi. Mi aiuto lo zio che mi tirò su accompagnandomi verso il bagno. Mi sedetti come una donna sul bidet, aprii lo spruzzino e con l’acqua gelida mi diedi sollievo. Lo zio di fronte a me si puliva il cazzo con un asciugamano, poi usci senza neanche guardarmi. Lo ritrovai sul divano assopito in mutande. Lo salutai baciandolo sulla guancia ed andai a dormire nella mia stanza. Dormii su sette guanciali, la mattina, notai una chiazza rossa sulle mutandine, infilai il dito e sentii un forte dolore sul buco. Pensai che mi avesse rotto tutto, mi alzai ma camminavo molto male, il dolore era forte, in cucina la zia preparava la colazione e mi salutò sorridente, lo zio era già uscito per il giornale, ed in bella mostra al centro della tavola un bel cetriolo era poggiato. Era stato il mio primo amante.
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