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Gay & Bisex

La seconda volta 2


di rico150
21.03.2016    |    11.886    |    2 9.6
"Avevo preparato un bel caffè lo bevemmo, zia usciva per andare dalla sorella (mia madre)ed io e zio rimanemmo soli..."
Eccomi qua. Davanti al foglio bianco (si fa per dire) per provare a raccontare le mie peripezie giovanili.
Oramai ero diventato l’amante di mio zio con l’approvazione della zia che, non approvava , ma accettava la situazione. L’Estate era finita si ritornava a scuola, gli zii erano ripartiti e già mi mancava “il cappello”. Ricordo che mi masturbavo spesso pensando alle serate passate con lui nel lettone della zia.
Dopo quasi un mese, finalmente, il telefono mi avvisava che sarebbero ritornati ed ero felice per il fine settimana che mi aspettava. Il pomeriggio alle 15 mi feci trovare dentro casa (mi avevano dato le chiavi) e puntuali arrivarono sorridenti e rilassati. La zia sempre un po’ perplessa ma lo zio raggiante. Quell’orso di 100 kili era felice di vedermi ed il suo pacco lo dimostrava. Avevo preparato un bel caffè lo bevemmo, zia usciva per andare dalla sorella (mia madre)ed io e zio rimanemmo soli. Dopo la doccia si era seduto sul divano ed aspettava a gambe spalancate, sornione, che cominciassi a stimolarlo come piaceva a lui. Mi inginocchia poggiando le ginocchia sulle sue ciabatte, tra i peli pubici scovai subito il suo arnese bello aperto e da esperta zoccoletta cominciai il sapiente lavoro che mi aveva insegnato. Cominciai con il prenderlo in bocca succhiando il suo glande, poi schioccando lo tiravo fuori già barzotto. Leccavo il buchetto e infilavo la punta della lingua per allargarlo, quindi scendevo sul filetto e lungo tutto il cazzo che subito iniziava ad indurirsi. Con la mano destra lo sostenevo , mentre con la sinistra tastavo lo scroto gonfio e peloso giocherellando con i testicoli . Chiesi se era il caso di depilarsi , mi rispose di non distrarmi quindi ripresi il lavoro per il quale mi aveva addestrato. Mi stupii per la facilità con la quale riuscivo a tirare su il suo randello (sarà stata la voglia di prenderlo subito o perché ero veramente una zoccoletta) comunque continuai il bel lavoretto di bocca. La mano dello zio costantemente sulla testa per tenermi sul pezzo, la saliva che colava copiosa lungo il suo pisello. Quando fù pronto mi fece alzare, ero già nudo ed ancora un po’ bagnato della doccia mi fece allungare sul divanetto con il viso sul morbido cuscino, avevo un piede poggiato per terra ed una gamba piegata sul divanetto. Mi pizzicava con la barba incolta mentre mi bagnava il forello, con la lingua entrava ed usciva fornendomi degli spasmi esagerati. Mi inarcavo per predispormi alla penetrazione. Si fermo di scatto e si appoggiò al mio sedere. Con il suo ginocchio mi premeva sulla gamba piegata mentre con la mano destra insalivata continuava a bagnarsi il randello che con il suo cappello rosso rosso era pronto per penetrarmi. Lo appoggio sul buchetto grondante e senza profferire parola cominciò a spingere. La penetrazione iniziale era sempre dolorosa (anche per le dimensioni) e mi ritrassi un po’ facendogli perdere l’equilibrio. Si risistemò e riprese il lavoro . Pensavo di aver superato quella fase dolorosa e seriamente pensavo che non mi avrebbe fatto più male, sbagliavo, il dolore era fortissimo tanto che lo implorai di uscire. Tirare fuori “il cappello” fu più doloroso dell’ingresso. Mi accasciai dolorante e sudato sul divano. Mi sculacciò sul sedere rimproverandomi di non essermi allenato, quindi corse in camera a prendere il gel . Il sollievo che mi diede la chimica fu formidabile. Due dita abbondanti adesso erano nello sfintere e ripreparavano la penetrazione. Quando fui bello largo, secondo il suo parere riappoggiò nuovamente il glande (ancora duro) e riprese a spingere, il dolore era quasi svanito in pochi secondi mi aveva penetrato completamente. Rimase fermo per farmi abituare quindi con maestria lo tirò fuori quasi completamente per poi ributtarlo dentro e cominciare la monta. Fu una splendida cavalcata. Mi stantuffava prima lentamente poi sempre più velocemente facendomi godere come una vacca. Ero inarcato e proteso verso il suo cazzo per agevolarlo , sentivo il bruciore dello sfregamento ma il piacere era molto di più. Mi stringeva le natiche per farmi sentire ancora di più la sua potenza, si fermava qualche istante per riposarsi e non venire e lo sentivo pulsare dentro di me, sudava poi mi fece tirare su senza levarlo, con le braccia tentavo di tenerlo avvinghiato sulle sue natiche, con una mano mi accarezzava il ventre quindi scese sul mio cazzo (durissimo) , prese a masturbarmi . Bastarono pochi colpi per farmi venire sporcando il divano. Mi accasciai nuovamente sul divano sempre con il sedere in su e lui continuò a pomparmi . Era arrivato anche il suo momento i colpi erano sempre più potenti sentivo un male terribile ma continuavo a spronarlo a sbattermi. Finalmente si svuotò e si accasciò sopra di me senza muoversi. Continuava a riempirmi quindi perse l’equilibrio e rovinò per terra sborrando gli ultimi colpi un po’ ovunque. Strinsi il sedere cercando di rilassarmi ma il dolore era fortissimo. Questa volta mi aveva sfondato completamente. Ridemmo della situazione solo che veramente mi aveva fatto un male cane. Toccandomi scoprii un cratere dolente e bollente, spalancato e pulsante. Mi tirai in piedi e ponendo una mano per tamponarmi corsi nel bagno.
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