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I tormenti di nonna Marta (parte prima)


di Membro VIP di Annunci69.it marcosala
14.01.2017    |    69.364    |    4 9.8
"Il fatto di non essere stata presente e di aver potuto chiamare il 118 per i primi soccorsi ha provocato in me un senso di colpa che sono riuscita a stento a..."
Libera traduzione

Buongiorno, io mi chiamo Marta ed ho 62 anni, anch’io ho un segreto che vorrei esternare. Ormai sono vedova da quasi 9 anni, mio marito è morto improvvisamente a causa di un infarto in casa da solo, mentre io ero fuori a fare delle spese. Il fatto di non essere stata presente e di aver potuto chiamare il 118 per i primi soccorsi ha provocato in me un senso di colpa che sono riuscita a stento a metabolizzare. Solo con l’aiuto dei medici che mi hanno spiegato che è stata una cosa fulminate e della mia famiglia sono riuscita a venirne fuori, ma non è di questo che voglio raccontarvi. Io ho due figlie di quasi quarantenni, e quattro nipoti. La figlia più giovane, Agnese, vive piuttosto lontano e ciò mi da fastidio soprattutto perché non posso vedere crescere i suoi due figli ormai più che adolescenti. La più grande, Virginia, abita in paese vicino a me, potrei vederla spesso ma preferisco di no in quanto voglio evitare di incontrare suo marito, un perfetto idiota. È un di quelli che crede si sapere tutto lui, e tutto quello che fa lui è giusto e corretto. Non è un giudizio tipico da suocera, l’altro mio genero, per esempio, è un uomo molto più a modo e discreto, gentile nei modi, con una buona posizione economica, insomma un uomo che io apprezzo molto. Mia figlia Agnese, come detto, ha due figli, Cristina e Davide. Quest’ultimo è sempre stato in lotta con il padre, tanto che al raggiungimento della maggiore età, quell’imbecille di mio genero, lo ha messo alla porta con un pretesto risibile. Due galli in un pollaio non possono coesistere. In quella situazione Davide non avrebbe potuto finire i suoi studi di elettrotecnica e si sarebbe ritrovato sulla strada, sicuramente una cosa non bella per lui. Quel giorno la prima cosa che ha fatto Davide è stata venire a suonare alla mia porta per cercarsi una casa ed un rifugio. Siccome penso che sia il dovere di una nonna sopperire alle mancanze dei genitori, e poi gli voglio bene, ho accettato di ospitarlo. Ho cercato di sentire telefonicamente la mamma per avere una spiegazione di ciò che era successo ma lei, totalmente sottomessa al marito, non ha voluto contraddirlo in questa decisione. La nostra conversazione quindi si è scaldata, ho alzato la voce e, arrabbiata, ho chiuso il telefono. Allora di fronte al fatto compiuto ho proposto a Davide di dormire nella cameretta degli ospiti. Davide è un bel ragazzo e sicuramente ha successo con le ragazzine. È moro, fisico asciutto e muscoloso, molto affascinante e, in quanto l’unico nipote maschio, è il mio preferito, anche se voglio bene a tutti gli altri nipoti. In quanto a me come posso descrivermi? Non sono molto alta e, per fortuna, la menopausa non ha modificato sostanzialmente il mio fisico, ho solo messo su qualche kilo nelle zone strategiche, seno e fianchi, che mi hanno reso un poco più rotonda ma niente più. Dopo la mia vedovanza,devo confessarvi, che non ho mai voluto dedurre nessun uomo, nonostante con le forme che mi sono ritrovata, sia ancora molto piacente, anzi cerco di mettere in evidenza le mie curve vestendomi in modo elegante ma sexy quando esco per shopping o altre commissioni. Ora ritorniamo alla nostra storia. I giorni passavano ed io cominciavo ad apprezzare la coabitazione con Davide, mio nipote. Lui non esitava ad aiutarmi nelle faccende domestiche soprattutto in quelle cose tipiche da maschi come falciare il prato ed altri piccoli lavori di idraulica o di elettricista che avevo tralasciato da fare da anni. Insomma avevo di nuovo un uomo per casa. Un giorno, mentre ero allungata in avanti per sistemare i piatti nello scolatoio, mi giro e vedo Davide che, senza ritegno, mi stava guardando il culo, non l’avevo sentito arrivare. Un bacio per dare il buongiorno e non ci ho pensato più. Un’altra volta, mentre stavamo rifacendo il letto insieme, vedo il suo sguardo cadere nella abbondante scollatura della veste da camera, appena rialzai gli occhi lui distolse lo sguardo arrossendo. La sera stessa sentii attraverso la sottile parete delle nostre camere adiacenti, un cigolio del letto e dei sospiri che non lasciavano dubbi sul fatto che si stava masturbando. Dentro di me ho sorriso, il ragazzo è giovane ed è normale, alla sua età, avere una la libido molto accentuata. L’indomani mattina, riassettando la sua camera, ho trovato diversi fazzolettini di carta sporchi del suo sperma. Li raccolsi per buttarli in pattumiera ma prima di gettarli mi venne voglia di sentire il loro odore. L’odore era inebriante, soprattutto quelli recenti ancora umidi, un odore che non apprezzavo da anni. Non so se a seguito di ciò, mi sono accorsi che mi ritrovava a guardarlo sempre più insistentemente quando girava seminudo per casa. È davvero un bel ragazzo e sono fiera di lui. La sera, quando sentivo il letto cigolare, mi veniva voglia di andare a vedere cosa stesse facendo. Una sera finalmente mi alzo e decido di andarlo a spiare dalla porta socchiusa della sua camera. Era in piena azione e, malgrado l’oscurità, distinguevo bene il suo cazzo duro e mi accorsi anche che la natura lo ha anche ben dotato. Un po’ vergognandomi di me, tornai a letto ma, così turbata, faticai a prendere sonno. Davide esce spesso con gli amici ma è un bravo ragazzo, non beve non fuma e soprattutto non si droga. Unica cosa che gli chiedo è di tornare a casa presto, quando rientra è un sollievo perché ho paura saperlo in giro alla sera con la sua moto. Una sera, forse per sdebitarsi delle serate ansiose che mi fa passare, mi propose di andare al cinema con lui. Era un’eternità che non ci andavo così accettai ben volentieri. Come al solito mi vestii a modo, indossai un tailleur con sotto una camicetta un po’ scollata, dei collant 20 den, scarpe decolleté nere con tacco basso e via con la mia piccola utilitaria, ovviamente il cinema lo pagai io vista l’avarizia dei suoi genitori. Eravamo seduti al centro della sala, inizialmente soli poi poco alla volta la gente cominciò ad affluire. Mentre Davide era seduto alla mia destra, alla mia sinistra venne a sedersi un tipo piuttosto corpulento ed irrequieto. Una volta cominciato il film, il tipo alla mia sinistra cominciò ad allargarsi e prendere spazio tanto da costringermi ad avvicinarmi a Davide. Le nostre braccia erano l’una accanto all’altra, Davide teneramente mi prese per mano, quindi girandosi un po’ su se stesso, con la mano destra iniziò ad accarezzarmi delicatamente e dolcemente l’avambraccio. Progressivamente le sue carezze salirono lungo il braccio fino a quando il ciccione al mio fianco, muovendosi ed allargandosi ancora di più, mi costrinse ad avvinarmi ed incollarmi ulteriormente a Davide tanto da imprigionare la sua mano tra braccio ed il mio seno. Lui non fece niente per levarla, anzi a poco a poco iniziai a sentire le sue dita che solleticavano il mio petto tanto da provocarmi dei brividi. Avevo voglia di respingerlo ma allo stesso tempo queste tenere e discrete carezze mi emozionarono. Le sue dita sfiorarono il mio capezzolo che subito si indurì ed una strana eccitazione mi pervase. Il mio respiro accelerò, stavo quasi ansimando, per fortuna riuscii a fargli togliere la mano. Purtroppo, o forse no, lui tornò alla carica. Questa volta pose la mano pienamente sul mio seno ed iniziò ad accarezzarlo tutto intorno. Per evitare di essere visti incrociai le braccia e posi la mia mano sinistra sulla mano che mi stava massaggiando il seno ma non gliela tolsi, non potevo, mi accarezzava il capezzolo con una infinita dolcezza e delicatezza. La cosa mi piaceva, erano anni che non provavo una simile sensazione tanto che mi accorsi di avere le mutandine umide dal piacere. Era una situazione molto eccitante, mi stavo facendo palpeggiare nel buio di un cinema, mi sembrava di essere un’adolescente ai primi appuntamenti In un attimo di lucidità mi chiesi cosa stessi facendo! Accidenti mi stavo facendo toccare da mio nipote, la ragione mi disse che non era giusto, dovevo farlo smettere, allora mi avvicinai al suo orecchio per dirglielo, lui fraintendendo il mio movimento, si girò verso di me e mi schioccò un bacio sulle labbra. Quasi spaventata dalla sua iniziativa ebbi uno scatto all’indietro riprendendo il mio posto sulla poltrona mentre Davide faceva lo stesso dalla sua parte. Non mi ricordo più niente del film talmente la mia mente era presa da altri pensieri. Il mio Davide era attratto da me, una donna anziana, sua nonna, cosa avrei dovuto fare? Rimasi in silenzio fino al ritorno a casa. Lui si vedeva che era molto imbarazzato per l’accaduto, alla fine prese coraggio e mi disse: “Nonna sei arrabbiata con me?” “No amore, la colpa è mia che ti ho lasciato fare, sono anch’io colpevole come te. Comunque quello che è successo dovrà rimanere tra di noi, nessuno lo dovrà sapere, d’accordo?” “D’accordo, te lo prometto. Ora vado a letto, buona notte nonna.” Quella notte il suo letto cigolò più forte del solito e lo sentii più volte mormorare “Nonna.. sii.. nonna.. mmm” L’indomani mattina, quando Davide uscì per andare a scuola iniziai a rassettare la sua camera ma, sotto il letto, non trovai i soliti fazzolettini di carta ma un paio delle mie mutande piene di un’abbondante dose di sperma, probabile si fosse masturbato più volte. Sorpresa lasciai il tutto come l’avevo trovato e ritornai a fare il resto delle mie faccende, anche se, essendo molto turbata da ciò che avevo trovato, non riuscii a combinare niente. Quando rientrò preferii non parlare, Davide mi salutò con due baci ed uno prolungato sul collo, sicuramente un modo un po’ originale per mostrare il suo affetto. Nel pomeriggio, mentre lui studiava, io mi dedicai al cucito, avevo delle cose da rammendare, e per tale lavoro mi sedetti con uno sgabello vicino alla finestra. Mi accorsi che Davide era distratto dalla mia presenza, passava più tempo a guardarmi che a studiare. Io, facendo finta di niente, continuai il mio lavoro. Dopo un poco, senza parlare, si alzò e venne dietro di me e mi appoggiò le mani sulle spalle. Dopo un primo momento si sorpresa gli chiesi se poteva massaggiarmi le spalle perché mi sentivo i muscoli un po’ contratti. Le sue mani piano lentamente scivolarono dalle spalle su fino al collo e con i pollici iniziò a massaggiarmi sotto la nuca. Mi fece sedere dritta sullo sgabello e continuò il massaggio. Improvvisamente lo sentii appoggiarsi con il bacino alla mia schiena e percepii qualcosa di duro che spingeva sulla mia colonna vertebrale. Era il suo cazzo turgido, lo stava strofinando contro la mia schiena. Avrei dovuto spingerlo via e rimproverarlo, invece no, le sue carezze mi piacevano e oltretutto era molto portato per fare massaggi, stavo apprezzando quei momenti. Il porcellino sapeva anche che non potevo ignorare la turgescenza con la quale mi stava massaggiando la spina dorsale e, incoraggiato dalla mia passività, i suoi massaggi si spinsero anche sul davanti, sul mio seno, con molta delicatezza. “Scusa amore, ma questa non è la schiena.” “Rilassati e lasciami fare, nonna.” Ed io mi rilassai e lo lasciai fare. Le sua mani correvano dalle mia braccia alle rotondità dei seni, quindi con i palmi iniziò ad accarezzare i miei capezzoli attraverso il tessuto della mia camicetta. Non ne potevo più, cominciai a bagnarmi atrocemente. Il mio respiro era diventato corto, così come il suo del resto. Lui spingeva il suo sesso duro contro di me e lo faceva rotolare tra le mie scapole, stava facendo un gioco che mai, prima di adesso, avevo provato. Slacciò due bottoni della mia camicetta e delicatamente infilò le dita accarezzandomi direttamente sulla pelle. Mi massaggiò i seni poi iniziò a pizzicarmi i capezzoli. Il mio reggiseno un po’ lo impediva, quindi mi tolse la camicetta e lo slacciò. A questo punto si mise davanti a me e restò quasi stupefatto di fronte al mio seno nudo, morbido e bianco come il latte. Io, quasi per un riflesso incondizionato, tentai di coprirmi con le mani ma lui me le aprì, si inginocchiò di fronte a me e cominciò a succhiarmelo come un neonato. Incredibilmente sentii un brivido d’eccitazione incommensurabile. Dopo aver allattato i miei figli, mai nessuno mi aveva fatto questo, il mio defunto marito non si preoccupava del mio piacere, ma solo al suo. Nessuna carezza ne con mani ne con la bocca, solo la posizione del missionario senza preliminari, con dolore quando mi penetrava in quanto non ancora lubrificata. Davide invece seppe prendersi cura del mio seno tanto da provocare in me un turbinio di piaceri. Dopo qualche minuto cambiò posizione, scese con la testa tra le mie gambe ma la mia gonna stretta non mi permetteva di aprirle. Nessun problema, con molta iniziativa arrotolò la gonna fino alla vita, stracciò i collant nella zona pubica, scostò le mutandine e si fiondò, con la bocca, sul mio sesso umido e peloso. Quindi mi tirò a se, sul bordo dello sgabello, alzò le mie gambe sopra le sue spalle e cominciò a baciare e leccare la mia fica che, ormai da anni, non era oggetto di attenzione da parte di un uomo. Io avevo letto su delle riviste femminili articoli che trattavano del “cunnilingus” ma ero totalmente all’oscuro dei benefici e dei piaceri che mi stava provocando, ed il ragazzo ci sapeva fare. Stavo provando piacere, ma allo stesso tempo pensavo che ciò che stava facendo Davide era una delle cose più incestuose che potesse fare. Nonostante tutto provavo delle intense e sconosciute sensazioni di piacere, delle ondate di godimento facevano vibrare il mio corpo, tremavo tutta. Sommersa da queste moltitudine di sensazioni di piacere ebbi, forse, il primo vero orgasmo della mia vita. Ormai mi sentivo in paradiso e Davide non accennava minimamente di smettere di leccare e baciare la mia intimità, ero pronta ad avere un secondo orgasmo quando qualcuno suonò al citofono. Davide quasi spaventato si alzò e ci guardammo con aria di chi non sa cosa fare. Vedendo il suo viso ormai rorido dei miei umori gli dissi di andare subito a lavarsi, mentre io, dopo essermi un poco ricomposta, ancora in completa confusione, andai ad aprire. Era Cristina, sua sorella. Aprii la porta ancora confusa e rossa per l’emozione. Mi baciò e mi chiese se andava tutto bene, forse mi aveva vista un po’ strana. Un po’ stranita mormorai un si a fior di labbra. Appena entrata in soggiorno, Cristina annusò l’aria e disse: “Umh.. Che profumo di buono si sente qui.” Cosa avrebbe voluto dire? Non avrei voluto ammetterlo, ma l’odore del mio sesso e dei miei umori galleggiava nell’aria. Parlammo per qualche minuto poi Cristina mi chiese di suo fratello. “E’ su al piano superiore nella sua camera, vai pure se vuoi parlargli.” Salì le scale e lo raggiunse. Li sentivo parlare , discutere e ridere, ero felice di vedere come erano legati tra di loro. Approfittando del fatto di essere rimasta sola nel soggiorno alzai la gonna e constatai che le mie mutandine erano ormai fradice ed i miei collant tutti strappati a seguito degli avvenimenti recenti. Mi sembrava anche che si vedessero gli strappi nonostante la gonna abbassata, allora salii nella mia camera e dopo essermi cambiata, mentre stavo scendendo, mi accorsi di non sentirli più chiacchierare, dalla camera di Davide proveniva un insolito silenzio. Per curiosità mi avvicinai alla porta socchiusa, vidi Davide disteso sul letto e sua sorella in ginocchio al suo fianco, ma quello che mi bloccò il respiro fu vedere ciò che lei stava facendo. Cristina chinata sul viso del fratello lo baciava in bocca in modo profondo, mentre con una mano accarezzava la patta di Davide dalla quale, un’enorme erezione, cominciava a far capolino. Ero sconvolta ma allo stesso tempo incuriosita ed attratta da quella scena. Davide si sbottonò i pantaloni e se li abbassò fino a metà coscia. Cristina, senza farlo aspettare, impugno la sua verga eretta e se la infilò in bocca. La pratica della “fellatio” a me non era mai piaciuto praticarla ed ho cercato di schivarla il più possibile quando mio marito me la chiedeva, la trovavo ripugnante. Ora invece, vedere Cristina che faceva un pompino al fratello, mi aveva molto turbata, non sapevo se essere arrabbiata, gelosa o invidiosa di ciò che la mia nipotina stesse facendo al mio Davidino. Si vedeva che erano abituati a questo genere di rapporti e, obiettivamente, mi dava fastidio scoprirlo, ma allo stesso tempo le mie nuove mutandine si erano di nuovo bagnate nel vedere la coppia in azione, forse amavo il voyeurismo? Davide dava dei colpi di reni per scopare ancora più profondamente la bocca della sorella e, dopo alcuni spasmi, svuoto il suo seme nel profondo della gola di Cristina. Non volendo farmi scoprire, scesi con cautela le scale e finsi di ritornare al mio lavoro di cucito. Ahimè non riuscivo a concentrarmi, quelle immagini e altri mille pensieri mi turbinavano nella testa. Dopo qualche minuto scesero entrambi dalla camera, Cristina mi lanciò uno sguardo di intesa complice. Che si sia accorta della mia presenza mentre guardavo? Chiacchierammo tutti e tre del più e del meno e venni a sapere che, ora che Davide non era più in casa, suo padre usava lei come sollievo allo stress della sua stupidità. E’ veramente un coglione, e sto usando un eufemismo. Poco dopo Cristina mi disse che era ora che tornasse a casa, allora mi offersi di riaccompagnarla, ma non sarei entrata in casa, mi sarei fermata davanti al cancello, non avevo voglia di vedere quell’ignorante di suo padre. Davide preferì restare a casa, allora, presa la mia macchina, partimmo solo noi due donne. Io ero concentrata sulla guida dell’auto, avrei voluto dire qualcosa ma non avevo il coraggio di chiedergli della loro relazione incestuosa scoperta poco prima. Arrivata nei pressi della casa parcheggiai e mi girai verso di lei per salutarla. Allora Cristina, prima di scendere mi disse: “Allora nonna, ti è piaciuto quello che ti ha fatto Davide prima che arrivassi io?” Io impreparata e presa in contropiede gli chiesi: “Ma di cosa stai parlando?” “Dai dimmi, ti ha leccata per bene?” Una vampata di sangue mi arrossò il viso, un misto di vergogna e collera si accese dentro di me. Cristina leggendo il mio imbarazzo subito continuò: “Dai nonna, non è grave, poi sai che io non lo dirò a nessuno. Ciao ora vado, ci vediamo presto.” Io, ancora sconvolta mi chinai verso di lei per darle un bacio sulla guancia, lei invece prese il mio viso tra le mani e mi scioccò un bacio sulle labbra. Cristina scese dalla macchina e se ne andò, lasciandomi con dei tormenti interiori indescrivibili. Mi aveva appena baciata sulla bocca ed io non avevo reagito, ero rimasta immobile. Mi ci vollero alcuni minuti prima di riprendermi dai miei pensieri, quando lei era ormai lontana ripartii. Mentre guidavo verso casa, mi sentivo ancora intontita da ciò che mi aveva detto e fatto Cristina ed allo stesso tempo in collera con Davide. Quando mi vide entrare in casa estremamente arrabbiata Davide non osava ne parlarmi ne avvicinarmi, ma ciò non mi impedì di rimproveralo. “Avevi proprio bisogno di raccontare tutto a tua sorella? Mi avevi promesso di essere discreto, invece ora lo sapranno tutti. Bravo, complimenti!” “Io non gli ho detto niente, lo ha scoperto da sola vedendo lo stato in cui eri ed i collant strappati da sotto la gonna. E quando me lo ha chiesto non ho potuto mentirgli, tutto qui.” “No, non è tutto qui, vi ho visti voi due, e quello che stavate facendo.” “Lo so, me lo ha detto dopo Cristina, lei sapeva che eri dietro la porta, io non l’avevo notato.” Dopo di ciò non parlammo più per tutta la serata e non sentii neanche il suo letto cigolare come al solito. Da parte mia, una volta a letto, mi ritornarono in mente tutti gli eventi della giornata come in un film. Il mio nipotino che mi massaggia e mi accarezza i seni prima di leccarmi la fica, la mia bambina, ancora più depravata, che succhia il fratello e mi bacia sulle labbra. Chissà se i loro genitori sapessero dell’accaduto. Ma cosa sta capitandomi? Poi così improvvisamente, tutto in un sol giorno? Io, che mi sono sempre ritenuta una persona normale e non trasgressiva! I giorni seguenti la mia rabbia poco alla volta scemò, Davide era ancora distante, non osava avvicinarsi a me per paura della mia reazione, ma ciò non mi impedì di sentirlo di notte, mentre si masturbava, chiamare il mio nome al massimo della sua estasi. In segno di distensione gli cambiai anche le mie mutandine nelle quali sborrava la notte, mettendogliene un paio pulito al solito posto. Lui ovviamente se ne accorse. So che è una cosa indecente da dire, ma avevo voglia di rivivere l’estasi che mia aveva procurato con quel cunnilungus fatto magistralmente. Questa esperienza sembrava aver risvegliato in me il desiderio sessuale ormai sepolto nel più profondo della mia coscienza. Lo confesso, più prosaicamente avevo voglia di sesso! Io non so se era dovuto ai feromoni che emana Davide o alla vista del suo corpo seminudo, ma avevo voglia di un uomo. Mentre sfogliavo un catalogo di vendite per corrispondenza, mi fermai sulle pagine dell’intimo sexy e lì capii cosa mi serviva per sedurre io il mio giovane uomo quindi decisi di mettere in pratica il mio piano. Ero troppo impaziente e vogliosa, non avevo tempo per aspettare una consegna ordinando per corrispondenza, allora decisi di andare in città a fare compere e mettere in opera il mio piano al più presto. Tornai dallo shopping con le mani piene di pacchetti con dell’abbigliamento intimo che avrebbe fatto cedere qualsiasi uomo. Andai in camera e cominciai a rivestirmi indossando i capi appena comprati. Al posto dei soliti collant indossai delle calze di seta nere trasparenti, mi eccitai da sola quando le feci scivolare lungo le gambe prima di agganciarle al reggicalze, invece delle solite mutandine di cotone, delle culotte di pizzo, ed al posto del solito reggiseno del supermercato, un push-up nero anche lui di pizzo, che mi alzò il seno fino quasi alla gola. Quindi indossai una camicetta bianca trasparente che contrastava con l’intimo nero. Una gonna a metà coscia e delle scarpe decolleté con tacco alto completavano il mio look da donna intrigante. Un trucco leggero, un profumo floreale ed eccomi pronta ad accogliere il mio uomo. Mentre lo aspettavo mi sedetti sul divano cercando di leggere una rivista, ma la mia mente era altrove, ero impaziente e poco concentrata. Finalmente Davide arrivò. Nel vedermi così abbigliata sgranò gli occhi. Subito gli chiesi di portarmi qualcosa da bere. Mi si avvicinò con due bicchieri, mi porse il mio e si soffermò lungamente sulla mia scollatura. Ovviamente non lo ripresi per quello sguardo indiscreto, anzi era quello che speravo facesse. Si sedette sulla sedia di fronte a me, sentivo il suo sguardo che percorreva interamente il mio corpo. Accavallai le gambe in modo piuttosto osceno offrendo le mie cosce al suo sguardo tagliente. Mentre bevevo, accavallai e scavallai le cosce più volte, le aprii un po’ di più quando mi chinai in avanti per prendere una rivista appoggiata sul tavolino, Ormai era mio. Sentivo il suo respiro sempre più forte ed intenso, ed allo stesso tempo lo vedevo fare delle contorsioni innaturali per gli permettessero di spiare meglio il mio interno coscia. Perfidamente iniziai a giocare con lui, aprivo e subito richiudevo le gambe lasciando sempre un po’ di fame all’affamato. Io stessa sentivo salire l’eccitazione. Non avevo mai fatto niente del genere, ma in quel momento mi piaceva accendere le voglie del mio ometto. Direi una bugia se dicessi che in quel momento non mi piaceva fare la parte della provocatrice esibizionista in calore. Mi chinai in avanti fingendo di sistemarmi le calze, lasciandogli in questo modo ammirare il mio seno reso più voluminoso dal push-up. Finsi di riagganciare la calze al reggicalze alzando la gonna fino quasi all’inguine. Il suo sguardo impazzava tra le mie gambe ed mio il seno. Con la coda dell’occhio vedevo che era al limite dell’infarto. Il suo viso era rosso come un peperone ed il suo respiro sembrava lo sbuffare di una locomotiva. Alla fine si decise a dire qualcosa: “Sei ancora arrabbiata come me nonna?” “No amore, dai vieni a sederti vicino a me.” Mi spostai sul divano facendogli spazio, lui era riluttante, con una mano cercava di nascondere l’erezione che ormai gli procurava un evidente gonfiore nella patta. Dentro di me ero divertita. Mi raggiunse sul divano, mi avvicinai a lui, mi mise un braccio sulle spalle e mi abbracciò. Apprezzai particolarmente quel momento. I nostri sguardi si incrociarono, lui avvicinò il suo viso al mio ed io avvicinai le mie labbra alle sue, lui rispose al mio bacio. Questo contatto mi fece rabbrividire, mi sentivo in totale fusione con questo ragazzo. Dimenticai la differenze di età e soprattutto la parentela. Eravamo due anime che si incontravano e che si univano. Il nostro bacio fu appassionato come quello di due amanti che non si vedevano da tempo. Da parte mia avevo ormai dimenticato questo piacere da molto tempo. Incoraggiato dal bacio, il porcellino fece scivolare la sua mano sulla camicetta sfiorardomi delicatamente il seno. Ad ogni sua carezza le mie reazioni mettevano in evidenza le zone più sensibili, ed era proprio in quelle zone che lui insisteva. Ero così eccitata dai suoi palpeggiamenti che dovetti riprendere fiato interrompendo il nostro bacio. Nell’attimo di pausa approfittò per slacciarmi i bottoni della camicia in previsione di aprirla, voleva osare di più, ovviamente anche io lo volevo. Dopo altre carezze delicate e dolci, liberò i capezzoli dal reggiseno, prima li leccò e li inumidì con la lingua, poi cominciò a stringermeli con le labbra. Era una sensazione deliziosa che il mio corpo, ovviamente gradiva, infatti i mie seni divennero turgidi e la mia vagina iniziò ad inumidirsi abbondantemente. Iniziò a baciarmi ed ad accarezzarmi il ventre quindi ritornò alla carica con la bocca sui mie capezzoli, ma questa me li succhiò come farebbe un neonato. Sentivo un calore salirmi fino alla testa, tanto che quasi faticavo a respirare. Nel foga del desiderio appoggiai la mia mano sulla sua patta e constatai quanto era duro il suo cazzo. Ritrassi la mano subito quasi scusandomi, ma avevo voglia di toccarglielo e prenderglielo in mano. Constatati così come il suo “attrezzo” era più grosso e duro di quelle che avevo intravisto nelle notti in cui lo spiavo. Lui fece scivolare una mano tra le mie gambe che io aprii senza difficoltà per favorirlo nel raggiungimento della sua meta. Le sue dita che correvano sulle mie gambe mi fecero venire dei brividi. Presa da questo turbinio di sensazioni quasi mi stavo dimenticando di occuparmi del suo cazzo sempre più duro, allora iniziai ad accarezzarglielo da sopra i pantaloni. Lui mi fermò, facendomi capire che se avessi continuato con le mie carezze non avrebbe potuto trattenersi per molto tempo e che avrebbe goduto. La voglia di spogliarlo si impossessò di me e in un attimo fu nudo come un verme. Rimasi impressionato dalle sue misure, niente a che vedere con quelle del mio defunto marito. Alla vista di quel corpo giovane e muscoloso non potei più resistere, levai il perizoma mostrandogli il mio pube nudo e liscio e mi distesi sul divano a cosce aperte. Ero in fiamme, lo volevo dentro di e subito! Non c’era tempo per leccatine e baci intimi. Aprii bene le gambe e lui non poté resistere all’invito. Si stese sopra di me e, dopo averglielo guidato verso la mia vagina ormai fradicia dei miei umori, mi penetrò. Con molta delicatezza iniziò a spingere, apprezzai la sua attenzione in quanto ormai erano anni la mia intimità non veniva violata. La sensazione che mi dava il suo sesso mentre riempiva la mia gattina era deliziosa, ormai lo volevo tutto, gli posi le mani sulle natiche e lo tirai verso di me. “Vieni amore, entra in nonna, dammelo tutto, dai..” Ubbidendomi alla lettera, con un colpo affondò la sua verga profondamente, tanto da strapparmi un grido di dolore. Quando cominciò a scoparmi con i classici movimenti del bacino io quasi persi i sensi dal piacere, tutto questo vigore che mi stava portando al settimo cielo. “Si.. dai.. più veloce.. più veloce.” Lo esortai. Davide metteva tutto il fuoco e la forza della sua giovane età e, malgrado il dolore provocatomi dai suoi colpi sempre più profondi, sentivo il mio orgasmo arrivare. Lo sentivo montare lentamente, non potevo più controllare il respiro che alla fine sfociò in un grido quando finalmente arrivai all’acme del piacere. Lui non resistette al mio piacere, inarcò la schiena e inondò la mia vagina del suo seme bollente. I nostri corpi sudati rimasero incollati l’uno all’altro per molto tempo e provai quasi dispiacere quando usci da dentro di me. Avevo vissuto un intenso piacere come non ricordavo di aver mai provato nella mia vita. Era stata una cosa rapida senza i preliminari che avrei voluto, ma eravamo solo all’inizio, avevo modo di insegnare a Davide come dare piacere all’anziana nonna, e soprattutto avevo voglia di ricominciare.
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