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Io e mia sorella


di Membro VIP di Annunci69.it marcosala
05.09.2016    |    46.513    |    2 8.9
"Volevo leccargliele e succhiare i suoi capezzoli, stringerlo tra le mani e titillargli quei due bottoncini che, quando era eccitata, si ergevano duri come..."
Premessa: Questo racconto non è altro che il riassunto di una serie di mail con sfoghi e confessioni inviatemi da uno dei tanti lettori ed iscritti di Anunci69. Io le ho solo riordinate per renderle piacevoli alla vostra lettura. Se anche voi avete esperienze che volete condividere potete inviarmele alla mail [email protected] . Ciao e buona lettura.
Ciao Marco, sono Samanthagolosa, iscritta in questo sito come trav-trans, ho letto uno dei tuoi racconti dove c’è un rapporto incestuoso tra fratello e sorella, sai è successo anche a me, ma non sono mai riuscita a parlarne. Ero un, o forse una adolescente in crisi di identità, ero un maschietto ma già mi sentivo femmina, io avevo 15 e lei 17, questo nostro rapporto incestuoso durò circa 2 anni ma lo ricordo come una delle più belle cose della mia vita. L'iniziativa è stata mia, in quel periodo ero sempre eccitata, avevo un’erezione quasi costante, e pur sentendomi già femmina, come ti ho già accennato, ero attratta da mia sorella, forse era un’attrazione lesbca. Lei, di due anni più grande mi piaceva un sacco, era per me un modello da seguire nel come si vestiva, come si atteggiava, come si muoveva, adoravo il suo corpo, e poi era anche un po’ troietta, altro carattere che mi è sempre piaciuto…
Iniziai a spiarla di notte, quando in casa tutti russavano, mi alzavo di nascosto e, dalla fessura della porta socchiusa della sua camera , la guardavo mentre dormiva. Era d’estate, lei dormiva solo con un paio di slip, ed era coperta dal solo lenzuolo, mi bastava vederla rigirarsi seminuda nel letto, per avere delle erezioni immediate che poi andavo regolarmente a placare in bagno. Questa cosa continuò per alcune sere poi non mi bastò più, divenni più intraprendente. Comincia ad entrare silenziosamente in camera e, accucciata in silenzio vicino al suo letto, stavo in sua adorazione con il mio viso a pochi centimetri dal suo corpo tanto da sentirne il profumo. Il suo corpo, l’odore che emanava mi eccitava, avrei voluto toccarla ed accarezzarla ma avevo paura di svegliarla e soprattutto avevo paura che lei mi scacciasse in malo modo. Una sera, vincendo le paure, mi decisi di osare ancora di più, infilai una mano sotto il lenzuolo e cominciai ad accarezzargli la coscia. Aveva una pelle di pesca, calda e morbida, era una sensazione bellissima. La mia mano a poco a poco si fece sempre più impertinente e provai ad accarezzarla sopra le mutandine. Lei emise un respiro più intenso del solito, mi impaurii e velocemente lascia subito la stanza. Per qualche notte lascia perdere, ma poi la voglia prese il sopravento sulla paura e ricominciai il mio gioco. Subito la prima notte volli andare più in là, le mie carezze divennero più audaci, dopo aver accarezzato di nuovo la sua pelle morbida sulle cosce, le mia mano arrivò subito alla sua patatina. Lei, pur continuando a dormire, sembrava eccitarsi alle mie carezze tanto da accompagnarle con dei movimenti del bacino e una respirazione che cambiava ed era intervallata da sospiri di piacere. Quando questi sospiri diventarono più intensi, fuggii dalla camera con la paura di averla svegliata. Mi fermai nel buio del corridoio e la spiai, la vidi girarsi su un fianco, tirare a se le gambe in posizione fetale e sembrò riaddormentarsi. Il gioco continuò per alcune notti, io timorosa mi avvicinavo al letto, infilavo la mano sotto il lenzuolo e cominciavo ad accarezzarla, finché una notte mi accorsi che lei era sveglia e che fingeva di dormire, mi bloccai, non sapevo che fare, il suggerimento me lo diede lei aprendo le gambe, allora comincia ad affondare le mie carezze in modo più deciso, sentivo lo slip umido dei suoi umori e lei che ansimava dal piacere, quindi, scostato il bordo delle mutandine le infilai il dito nella sua fica e comincia a sditalinarla. Era umida e calda ed emanava un gradevole odore di muschio. Sempre facendo finta di dormire lei accompagnava il mio lavoro con movimenti del bacino fino a quando la sentii emettere un rantolo strano e raccogliendo le gambe al petto, probabilmente quella sera le feci raggiungere l’orgasmo. Durante il giorno seguente non scambiammo neanche una parola su quello che era successo la notte. Le sere seguenti aspettavo di sentire russare i miei genitori per precipitarmi in camera sua, ormai andavo sicuro, come al solito mi sedevo a fianco del letto cominciavo ad accarezzarla e alla fine la sditalinavo, unica novità che si faceva trovare senza mutandine. Ormai il gioco era diventato palese, lei aspettava la mia visita ma di giorno ci comportavamo come niente fosse. Ogni sera lei, silenziosamente, mi aspettava in camera, ormai appena mi vedeva arrivare apriva le gambe in attesa delle mie carezze. Io diventavo sempre più intraprendente, sempre al buio comincia a infilarmi completamente sotto il lenzuolo, non mi bastava sentire l’odore ed il calore della sua fica, volevo assaggiarne anche il sapore, cominciai così ad infilare la mia testa tra e sue gambe per assaporarne il gusto. La leccavo, la baciavo, con la lingua percorrevo su è già le labbra della sua fessurina, le piaceva, si contorceva, mugolava dal piacere. Ormai non faceva più finta di dormire, quando le affondavo la lingua nella fica mi prendeva la testa e ma la schiacciava sul suo pube facendomela leccare ancora con più ardore. Si mi sentivo già femmina, ma mia sorella mi piaceva, avevo nei suoi confronti un trasporto lesbico, l’adoravo per come era troietta, forse mi piaceva giocare con lei anche per imparare ad essere disinibita e porca come lei. Anche se ormai nel mio intimo ero donna, il mio fisico era quello di un giovane e arrapato ragazzo, le erezioni che mi procurava alla fine le dovevo sfogare. No, fino allora facevo godere solo lei, mettevo la mia testa tra le sue gambe e stavo delle mezzore a leccarla e sditalinarla, poi dopo mi chiudevo in bagno a masturbarmi.
Poi piano piano, sera dopo sera, le mie leccate cominciarono a occuparsi di tutto il suo corpo, aveva delle belle tette, non grandi ma belle sode. Volevo leccargliele e succhiare i suoi capezzoli, stringerlo tra le mani e titillargli quei due bottoncini che, quando era eccitata, si ergevano duri come due noccioline. Fu così che una sera per poter soddisfare a questa mia voglia, mi ritrovai completamente disteso sopra di lei. Non avevo intenzione di andare oltre, fu lei a sussurrarmi: “Vieni un po’ più su..” Mentre guidava il mio bacino sopra di se in posizione ottimale, senti che mi afferrava il cazzo, era la prima volta, non sapeva neanche se fossi dotato o meno, lo indirizzò verso la sua fichetta bagnata e mi disse: “Adesso spingi piano..” Ubbidii e sentii il mio cazzo affondare lentamente dentro di lei. Appena entrata la cappella già iniziò a mugolare di piacere, (non sono un superdotato, ma il cazzo è ben tornito, forse qualcosa più della media,) entrai in lei con dolcezza, sentivo la sua fica adattarsi al mio cazzo e più entravo e più lei e più i suoi gemiti di piacere aumentavano. Una volta penetrata completamente mi fermò, restammo qualche secondo uno sull’altra uniti come un corpo solo, forse per capire che alla fine non eravamo molto diversi. Dopo questo momento di tenerezza lei cominciò a muovere il suo bacino, era il suo segnale per dirmi di cominciare a scoparla. Iniziammo con movimenti lenti e dolci, ma poi la foga ed il piacere presero il sopravvento tanto da aumentare i ritmi e la forza in modo da dare l’impressione di farlo con violenza. Lei mordeva il lenzuolo, il piacere dell’orgasmo l’avrebbe fatta urlare ma avrebbe svegliato inevitabilmente i nostri genitori. Da parte mia quando sborrai non seppi contate quanti schizzi feci, mi sembrava di non finire mai di eiaculare. Rimanemmo ancora per qualche minuto uno dentro l’altra scambiandoci baci e tenerezze, poi mi rialzai e senza dire altro corsi in camera mia. Da quella sera i nostri incontri divennero regolari, eravamo diventati due amanti ed il nostro segreto e la nostra complicità ci eccitava molto, bastava un’occhiata per capire che alla notte sarei andata a trovarla e lei si faceva trovare completamente nuda. Fino allora avevo sempre fatto tutto io, lei apriva le gambe ed io la leccavo e poi la scopavo, il mio cazzo al buio non l’aveva mai visto, solo sentito nella sua fica. Una sera entrando in camera sua già con il cazzo duro, mi avvicinai e glielo appoggiai sulle labbra, nel vederlo finalmente in tutta la sua erezione emise un’esclamazione i meraviglia e di piacere allo stesso tempo. Lo prese tra le mani e non esitò ad introdurselo in bocca iniziando a spampinarmi. Apprezzai anche questa dote di mia sorella, le sue labbra morbide accarezzavano la mia cappella in modo che per poco non mi faceva sborrare all’istante. Mi ritrassi, gli dissi che prima volevo scoparla e poi sarei venuto nella sua bocca. Allora ritrassi il lenzuolo che parzialmente la copriva e, anche io, finalmente potei godere dello spettacolo. Purtroppo per non destare i nostri genitori facevamo tutto al buio intuendo più che vedendo i nostri corpi, quella notte complice la luna piena che, attraverso la finestra illuminava la camera come se fosse giorno, potei ammirare il suo corpo flessuoso e tonico, i suoi seni piccoli con due capezzoli già turgidi eretti rosei come due fragoline, una peluria bionda curata sul suo pube che sembrava era la porta del mio paradiso. Arrapato la penetrai all’istante e subito iniziai a scoparla, lei già molto eccitata dalla situazione, cominciò a mugolare di piacere strozzando i suoi gemiti in gola per non farsi sentire. La scopavo con forza e lei assecondava i miei colpi con il movimento del bacino. Non ci volle molto per sentirla godere sotto di me, anche io ero quasi arrivato al punto di non ritorno, mi alzai e mi misi a cavalcioni di lei con il cazzo davanti alla sua bocca, me lo prese tra le mani e se lo infilò in bocca, bastarono due massaggi alla cappella con le labbra vellutate ed esplosi in una serie di schizzi infiniti che lei ingoiava senza battere ciglio. I nostri rapporti purtroppo erano limitati solo a questi incontri notturni ed erano condizionati dalla paura di farci sentire, ci capitò solo poche volte di rimanere soli in casa e non ci facemmo scappare l’occasione. Lei godeva e gridava come un’ossessa, poteva lasciarsi andare ed esprimere tutta la sua voglia e senza paura di svegliare nessuno, insomma poteva essere la troia che era veramente. Era una tipina tutto pepe, non arrivava al metro e sessanta e non pesava 50 chili, ma era una macchina per il sesso. Non si stancava mai, quelle poche volte che siamo rimasti soli, lo abbiamo fatto per ore e lei, senza un attimo di tregua, aveva un orgasmo dopo l’altro. Una di queste volte successe una cosa che per me fu un punto di partenza per tutto il resto della mia vita, mi fece capire che anche io potevo essere come lei. Era pomeriggio, nostra madre era uscita e fino a sera non sarebbe rientrata: Avevamo tutto il pomeriggio per noi. Lei mentre si faceva la doccia mi disse di prepararmi, avevo capito subito cosa intendeva. Uscita dalla doccia nuda solo con l’accappatoio addosso mi disse: “Andiamo in camera tua, non lo abbiamo mai fatto sul tuo letto, oggi voglio fare qualcosa di diverso, mi sono anche lubrificata il culetto.” In quel momento non capii cosa volesse dire con quella battuta. Arrivati in camera mia lasciò cadere a terra l’accappatoio come una diva del cinema e mi si presentò in tutto il suo splendore. La mia erezione immediata la ingolosì e subito iniziò a spompinarmi. Dopo poco la fermai, non volevo godere nella sua bocca, allora lei si girò, si mise alla pecorina sul letto e mi disse: “Allora scopami subito così.” Mi avvicinai a lei con il cazzo, lei me lo prese tra le mani ed anziché indirizzarlo alla sua fica lo indirizzò al buchino del suo culetto. “Ora spingi lentamente..” Ubbidii subito e nonostante avessi una cappella gonfia e grossa, grazie al lubrificante, entrò senza problemi. Appena entrata la cappella lei emise un rantolo di piacere e mi disse di spingerlo fino in fondo. Lo feci. “E adesso rompimi in culo.” Mi disse. Io eccitatissimo cominciai a scoparla, lei urlava dal piacere, eravamo soli, poteva lasciarsi andare ed esprimere il suo godimento senza ritegno. Mentre la inculavo con una mano si masturbava il clitoride ed eccitata com’era non ci volle molto sentirla godere. Le contrazioni del suo basso ventre e dello sfintere mi stringevano il cazzo provocandomi un ulteriore godimento tanto che anche io arrivai all’orgasmo inondandole il culo della mia sborra. Rimanemmo un attimo senza parlare, poi io mi ritrassi. La mia sborra le usciva dal culo e le scendeva lungo le cosce. “Ora leccala.. lecca la tua sborra e ripuliscimi!” Rimasi un momento interdetto per questa sua richiesta, non avevo mai assaggiato lo sperma di un uomo tantomeno il mio ma, ad una sua ulteriore esortazione, ubbidii. Leccai il mio succo e mi accorsi che era gradevole e mi piaceva. Dopo averla ripulita lei si girò e mi disse: “Ora tocca a te..” Non capivo che intenzioni avesse, uscì dalla stanza per ricomparire dopo qualche minuto con una zucchina ed il lubrificante. Ora avevo capito tutto. “Sdraiati sulla schiena e porta le gambe alle spalle.” Mi ordinò. Eseguii, lei mi lubrificò il culetto per bene ed iniziò a penetrarmi, o meglio, sverginarmi con la zucchina. Inizialmente sentii un po’ di dolore ma poi il dolore passò e lei cominciò a scoparmi. Il gioco strano e l’eccitazione di essere preso da mia sorella mi aveva provocato una nuova erezione, lei subito prese il mio cazzo con la mano libera e se lo portò alla bocca ed inizio a spompinarmi mentre con l’altra mano impugnando la zucchina mi scopava. Fu una sensazione sublime, ebbi un orgasmo travolgente, forse uno dei più forti che mi ricordi tanto che dalle forti contrazioni rimasi quasi senza forze disteso sul letto. Questa esperienza mi segnò, mi fece capire che potevo essere zoccola come lei e che, anche io, avevo il modo e le possibilità di far godere i ragazzi. La storia con mia sorella durò circa un anno e mezzo, poi lei si fidanzò ed i nostri rapporti divennero sempre più radi. Mia sorella rimase la prima e sola donna con la quale ho fatto sesso. Dopo di lei non volli mai avere storie con ragazze, nei miei ricordi lei era qualcosa di sublime, etereo, quasi una dea, mi sarebbe sembrato un tradimento tanto che mi dedicai esclusivamente ai maschietti, alcuni mi dissero che ero brava come lei, alcuni che avevano scopato mia sorella ed ora scopavano anche me, e questo era il più grande complimento che avrebbero potuto farmi. Ciao Marco, mi auguro che la mia storia ti sia piaciuta. Spero di leggerti presto. Un bacio.
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