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I tormenti di nonna Marta (parte quinta)


di Membro VIP di Annunci69.it marcosala
19.07.2017    |    23.725    |    2 9.8
"In quel frangente Cristina scopava la madre quasi con violenza, i suoi colpi di reni erano mirati più a dominare e far soffrire che al far godere..."
Libera traduzione

La giornata era trascorsa in modo vorticoso, prima di andare a dormire, mentre stavo riassettando la casa, sentii squillare il mio cellulare, era un messaggio su whatsupp. Mi misi gli occhiali e guardai il mittente, era Davide. “Guarda il video e raggiungici”. Scaricai il video e vidi una scena molto piccante ma soprattutto inaspettata. Non potevo crederci, la rividi più volte. Mia figlia Virginia era distesa nuda sul letto, le sue gambe erano leggermente aperte in modo da offrire il suo sesso alla bocca di Cristina, mentre Virginia stessa si contorceva dal piacere come una biscia. In sottofondo si poteva sentire la voce di Davide che chiedeva a sua sorella: “Allora è pronta?” Probabilmente si riferiva alla madre, quindi Cristina che si rialzava e la fine del video con un primo piano del cazzo in erezione del mio adorato nipotino. Nonostante la situazione fosse molto eccitante ed intrigante, gli risposi che ero troppo stanca per la giornata passata, tanto da non sentirmela di mettermi in macchina e raggiungerli, ma che ero anche dispiaciuta di non essere anch’ io della partita. Nello stesso tempo, quasi sorridendo, constatavo che i due porcellini non avevano perso tempo a mettere in pratica i consigli della nonna. Il giorno dopo il piccolo Leonardo, l’amico di Davide, mi fece sapere che avrebbe avuto piacere passare la serata con me. L’idea mi allettò molto, gli risposi in modo affermativo e mi preparai per l’incontro. Avevo molto tempo a disposizione quindi decisi di uscire e comprarmi qualche capo di lingerie intrigante. Ritornai con una guepiere, delle mutandine molto sexy e delle calze abbinate. La mia intenzione era, ovviamente, quella di eccitare il mio piccolo Leonardo, senza dimenticarmi che le avrei anche potute usare con mio nipotino preferito in seguito. Proprio subito dopo il mio ritorno Davide mi chiamò chiedendomi se ci fossero delle novità tra me e Leonardo. Quando gli raccontai ciò che era successo il giorno prima sembrò fiero di me. “E voi come ve la passate?” Gli chiesi. “Bhe, lo hai potuto vedere dal video cosa ha fatto Cristina. Del resto ti posso assicurare che ieri sera mamma si proprio divertita.” “Mi puoi passare la mamma?” “No, è in camera con Cristina. Mia sorella le sta insegnando qualche giochetto, se hai capito cosa intendo.. Lasciamole divertire da sole adesso.” Si, avevo capito cosa stesse facendo la mia adorata nipotina con la madre, quello che aveva fatto qualche giorno prima con me. Gli dissi anche che in serata sarebbe passato a trovarmi Leonardo e che, probabilmente, sarei passata da loro l’indomani. Vista che ormai l’ora del mio incontro con Leonardo si avvicinava, iniziai a prepararmi rifacendomi il trucco e l’acconciatura. Le coppe a balconcino della guepiere facevano esplodere i miei seni evidenziati dalla mia camicetta attillata. La gonna mi arrivava appena sotto il ginocchio, ed i tacchi alti allungavano le mie gambe. Guardandomi allo specchio decisamente mi piacevo. Quando il mio giovane uomo arrivò, i suoi occhi caddero inevitabilmente sul mio petto voluminoso e provocante. Subito mi abbracciò per baciarmi e toccarmi. Arretrai cercando di tenerlo a distanza e gli dissi. “Oggi voglio insegnarti l’arte dell’attesa, della pazienza e del desiderio… ma anche avere più fiducia nella tua partner.” Lo feci sedere sul divano, mi sedetti di fronte a lui. “Ora aspetta, non toccarmi, spogliati da solo, mettiti nudo.” Leo si blocco, con lo sguardo mi interrogò sul da farsi e, dopo un cenno di incoraggiamento, finì per rispettare il mio invito. Gli spiegai che doveva imparare ad amare anche il suo corpo e combattere contro i pregiudizi e le inibizioni che vedevano l’amore o la cura del corpo maschile solo una cosa a tipica dei gay. Non so da dove mi era venuta questa considerazione ma credo che mi piacesse guardare il suo corpo efebico. Nonostante quello che era già successo tra di noi, pudicamente nascose il suo sesso, io, quasi come se non fosse nudo, lo invitai a sedersi ed iniziai a chiacchierare con lui. Parlammo quasi esclusivamente di sua madre, lui iniziò a rilassarsi senza però scoprire il pisellino moscio. Mi avvicinai a lui e, con la scusa di incrociare le gambe approfittai per mettermi di profilo mettendo in evidenza il mio seno prosperoso e gli domandai. “Ti sei rilassato? Dai togli le mani. Ora apri le gambe.” Con un poco di vergogna obbedì. Ripresi la conversazione parlando delle cose più banali che mi venivano alla mente. I suoi occhi non smettevano di percorrere ogni centimetro quadrato del mio corpo, penso che gli piacesse come ero vestita. Il suo pisello cominciava ad essere più pastoso anche se non era ancora duro. Come se niente fosse lo invitai ad aiutarmi a preparare la cena, lui mi seguì sempre meno imbarazzato per la sua nudità. Aveva un fisico gradevole da guardare, tanto che non potei fare a meno di guardagli il culetto, un bel culetto sodo e tondo da giovane ragazzo. Poco alla volta prese confidenza con la sua nudità e mi abbracciò da dietro. Quella cosa che sentii sulle mie cosce e successivamente appoggiato al mio culetto ormai era dura come il ferro tanto che mi fece eccitare immediatamente, allora gli dissi: “La fiducia in te stesso mi pare ora sia buona, adesso devi apprendere il “savoir faire” nel trattare con una donna. Non devi essere impaziente e aggressivo, devi essere dolce e delicato..” Questo ruolo di insegnante mi stava piacendo un sacco. Se ripenso come ero io qualche mese fa.. Forse ero ancora più timida ed imbarazzata di lui davanti al sesso. L’arrivo di Davide nella mia vita fu una vera e propria rivelazione. Oltre all’aspetto sessuale, del quale non ho niente da dire, mi ha fatto prendere coscienza di essere una donna prima ancora che una madre, una nonna e una vedova di un uomo miserabile quale era mio marito. “Ora Leonardo accarezzami i piedi.” No, non volevo atteggiarmi a “Mistress” nei suoi confronti, ma solo volevo spostare i limiti del nostro rapporto affinché in lui crescesse la fiducia nei miei confronti. Si accucciò davanti a me, alzai un piede ed iniziò a massaggiarmelo. Era molto piacevole e sensuale, ma quando iniziò a risalire lungo il polpaccio sentii un’ondata di piacere che mi scosse. Sicuramente era bravo e dotato per queste cose. Ripresi il controllo di me stesa e gli dissi: “Alzati ed abbracciami.” Velocemente si rialzò, mi abbracciò e cerco subito la mia bocca per baciarmi. Morivo dalla voglia di ricambiare il bacio ma dovevo continuare ad impersonare il mio ruolo di educatrice. “Piano.. piano amore mio.. non devi essere impaziente. Immagina di scalare una montagna. Durante il cammino dovrai passare per sentieri ripidi e difficili, ma quando sarai in cima lo spettacolo che ti si offrirà, sarà la tua ricompensa per la fatica fatta.” Senza accorgermi stavo insegnando a Leo quello che piaceva a me stessa, del resto non penso ci siano donne alle quali possa piacere: < buongiorno – due colpi – arrivederci>, il tutto senza preliminari e tenerezze varie. Probabilmente a qualcuna, in qualche momento particolare, potrebbe piacere una sveltina e via, ma io preferisco far salire l’eccitazione piano piano per poi esplodere con un finale pirotecnico. Il piccolo Leonardo capì subito la lezione. Nonostante sentissi il suo cazzo duro appoggiato al mio ventre, si sforzò di essere dolce e delicato. Aprì la cintura che indossavo sopra la camicetta, mi sbottonò i primi bottoni e pose le sue labbra sulla mia spalla. Iniziò a baciarmi dolcemente salendo verso il collo. Mi mordicchiò teneramente l’orecchio mentre con le mani mi accarezzava la nuca. Ero eccitatissima ma cercavo di non darlo a vedere. Aspettavo che le sue labbra toccassero le mie per unire i nostri corpi in modo più intenso invece, si stacco da me, mi aprì gli ultimi bottoni, e mi fece scivolare a terra la camicetta. Mi fece girare su me stessa e abbassò la chiusura lampo della gonna. Accidenti che intraprendenza! Da insegnante mi trovavo ad essere io dominata da lui. Con un sol gesto fece scivolare a terra anche la gonna. Incuriosita da tale iniziativa, lo lasciai fare curiosa di sapere dove mi avrebbe portata. Mi abbracciò da dietro prendendomi le braccia ed iniziò a mordicchiarmi e baciarmi le spalle. Ad ogni suo bacio, un brivido percorreva il mio corpo. Quando arrivò al collo e alla nuca i brividi erano evidenti. A quel punto scese lungo la schiena continuando a baciarmi dandomi, ogni tanto, delle leccatine vogliose. Si inginocchiò ed iniziò ad accarezzarmi le gambe dal basso verso l’alto senza mai sfiorarmi la patatina già madida di umori. Sentivo la sua bocca sfiorarmi l’osso sacro e le mani sui miei fianchi, poi sentii le sue labbra scendere verso il basso. In meno di sue secondi mi levò le mutandine e la sua lingua vogliosa correre tra il solco dei miei glutei. Provai una sensazione molto piacevole, la sua lingua era vicinissima al mio buchino ed io avrei avuto voglia che gliela infilasse subito. Aprii le gambe e mi piegai un poco in avanti dandogli il segnale di attacco. Il mio giovane amante ubbidì immediatamente, mi aprì le natiche e subito sentii la sua lingua guizzare nel mio buchino. Spingeva ma non osava entrare, si accontentò di leccare delicato come mai lo era stato, molto sensuale e dolce. Gemetti di piacere e le mie gambe tremarono quando infilò due dita nella mia vagina. Si, forse aveva bruciato le tappe rispetto al percorso che volevo fargli fare ma non è che ne ero dispiaciuta anzi.. Gli presi una mano e lo feci rialzare da quella posizione accosciata. Precedendolo, salii le scale che portavano alla mia camera. Ad ogni gradino sentivo le sue mani accarezzarmi l’interno delle cosce. Arrivati in cima mi fermai e lasciai che mi baciasse ricambiando con ardore. Più impaziente di lui mi sdraiai prona con il viso contro il letto e le natiche rialzate offrendogli nuovamente il mio buchino. Leo continuò il suo lavoro di bocca attorno al mio ano, io mi contorcevo dl piacere. Ebbi un piccolo sussulto quando, un po’ di dolore, mi fece capire che il suo dito stava tentava di violare la mia intimità. “Amore guarda dentro il cassetto del comodino, ho quello che serve.” Un tubo di lubrificante nuovo di zecca acquistato la mattina stessa. Leo aprì il cassetto e, oltre al tubo di gel, trovò anche il vibratore regalatomi dalla mia nipotina. Prese i due oggetti e li posò sul letto. Aprii bene le natiche ed offrii il mio culetto al suo dito ricoperto di lubrificante. Minuziosamente e delicatamente mi lubrificò l’esterno del mio buchino quindi, spingendo lentamente entro per lubrificarmi anche l’interno. Ripeté l’operazione due volte poi appoggiò il dildo all’entrata del mio culetto. “No amore, non con quello. Preferisco sia tu a farlo. Dai, spacca il culo allla mamma.” La mia volgarità lo eccitò tremendamente ed in un attimo fu dietro di me pronto ad impalarmi. In un attimo il suo cazzo duro iniziò a spingere contro il mio buchino. Cercai di guidarlo per evitare una penetrazione troppo rapida, gustando così ogni centimetro di carne calda dentro di me. “Ohh.. mamma, mi piace così.” “Si amore, anche a me piace sentirti dentro, mi stai riempiendo tutta. Dai spingilo fino in fondo. Siii.. amore, la mamma è fiera di te. Ora scopami! ” È vero, ormai mi piaceva il rapporto anale, Davide aveva fatto bene ad insistere per sverginarmi il buco del culo, cosa della quale adesso non me ne pento per niente. Leo stava facendo grandi progressi, mi scopava lentamente tenendomi con una mano per il bacino e con l’atra cercava si masturbarmi il clitoride delicatamente. Presa da un turbinio di sensazioni, senza quasi accorgermene mi ritrovai in mano il dildo rimasto sul letto. Con frenesia lo portai alla bocca cercando di succhiarlo poi, con grande difficoltà dovuta al vigore con il quale Leo mi stava scopando, me lo introdussi nella vagina. Scoprii questa doppia penetrazione estremamente eccitante. Il mio giovane amante prese nelle sue mani il vibratore ed iniziò a farlo scivolare nella mia vagina seguendo il suo ritmo. Io non mi occupavo più di niente, dovevo solo pensare al mio piacere. Rialzai il viso dal letto e mi misi a quattro zampe per facilitargli i lavori. Con la mano libera cominciò ad accarezzarmi i seni attraverso il pizzo della guepiere facendo roteare i palmi sui miei capezzoli. Il mio amante era molto resistente, ogni tanto faceva delle pause per non arrivare subito all’orgasmo, quindi ricominciava a prendermi in entrambi i miei pertugi. Era veramente piacevole che lui riuscisse a durare così a lungo. Fui io che non riuscii più a trattenermi, il mio violento orgasmo espulse il dildo dalla mia vagina ma non il mio giovane amante che rimase dentro di me per inondarmi della sua sborra calda. “Waow.. sei stato bravissimo, la mamma è orgogliosa di te.” Mi girai sulla schiena e Leo si sdraiò su di me baciandomi con passione. Mi aprì le gambe e sentii che mi stava penetrando di nuovo in vagina. Che vigore hanno questi giovani ragazzi! E che amanti meravigliosi e instancabili sono! Sentivo colare il suo sperma lungo le natiche ma non ci feci caso, preferivo concentrarmi sul contatto che mi dava il corpo di questo ragazzo che tanto piacere mi stava dando. Nonostante avesse appena goduto in pochi minuti sborrò nuovamente nella mia fica facendomi avere un secondo orgasmo. Dopo esserci rilassati abbracciati l’uno all’altra, e dopo esserci fatti una doccia veloce, lo invitai al piano inferiore per la cena. Leonardo non volle che mi rivestissi ed io lo accontentai, lui mi trovava estremamente sexy solo con la guepiere, in particolare adorava i miei seni, così ne approfittai per stuzzicarlo mentre eravamo a tavola. Alla fine della cena Leonardo quasi vergognosamente osò dirmi: “Io.. io.. vi amo signora.” “Ma cosa devo sentire mai.. vieni qui monellaccio.” Lui mi raggiunse ed io senza alzarmi lo guardai in faccia e a mo di rimprovero gli dissi: “ Cosa volevi dire alla mamma?” “Si.. si.. mamma, ti voglio bene.” E per provarmelo mi diede un lungo bacio. Così facendo la sua mano si infilò tra le mie gambe cercando di accarezzare la mia fessura. “ Aspetta tesoro, mettiti in ginocchio tra le mie gambe, ti ricordi? Prima devi scalare la montagna.” Lui prese talmente alla lettera il mio invito che tergiversò un po’ troppo tanto che fui io a prenderlo per la nuca ed ad attirare le sue labbra verso la mia fica. Dopo alcuni errori dovuti all’inesperienza si corresse ed alla fine si mostrò un leccatore veramente delizioso. Non godetti sotto i suoi colpi di lingua ma quello che fece era sufficiente per il suo apprendistato. “Molto bene amore mio, hai leccato magnificamente la patatina della mamma, che ne dici ora di prenderti cura delle sue tettone?” Leonardo si rialzò, mi passò dietro e mi sganciò la guepiere, prendendosi cura subito sui miei capezzoli. “Con calma amore, con calma.. Fai tutto con più dolcezza.” Subito divenne più delicato allora abbandonai i miei seni alle sue carezze mentre lui sfregava il suo sesso contro la mia schiena. In seguito riuscii a malapena a controllarmi quando alternativamente iniziò a succhiarmi i capezzoli. Erano veramente delle sensazioni molto gradevoli. Sfortunatamente il suo telefonino squillò più volte. Con malavoglia si staccò dal lavoro che stava facendo per rispondere. Era la mamma che, preoccupata per il fatto che non era ancora rientrato, gli chiedeva dove fosse. Lui rispose bofonchiando che si trovava a casa mia. Allora presi il telefonino e mi presentai. “ Buongiorno signora, non si preoccupi, glielo riporto a casa tra poco, gli altri se ne sono appena andati.” Ovviamente dissi una bugia ma volevo evitare qualsiasi malinteso che avesse potuto mettere in imbarazzo il mio giovane amante. Neanche il tempo di chiudere la comunicazione e Leo era già rivestito. Peccato, avrei succhiato volentieri ancora una volta il suo calippo. Durante la strada del ritorno, mentre guidavo, gli davo il mio giudizio sul suo comportamento. “Allora amore, dal lato tecnico, non hai più niente da imparare. Devi solo ricordarti di non avere troppa premura. Per far godere una donna devi cominciare dai preliminari, baci, carezze ed altre tenerezze poi via in un crescendo continuo. Oggi, in alcuni frangenti, hai mostrato la tua inesperienza ma non sono arrabbiata anzi, sono felice per fiducia che hai riposto in me.” Queste parole lo toccarono profondamente e per ringraziamento, mi abbracciò e mi baciò con grande entusiasmo. Appena arrivati a casa sua, sua mamma si avvicinò alla macchina per parlarmi e ringraziarmi. Voleva invitarmi in casa per conoscermi meglio ma, vista l’ora tarda, ci riproponemmo di vederci la sera dopo. Sentivo che quell’incontro sarebbe stato molto impegnativo.
La mattina dopo mi svegliai molto tardi, non era mia abitudine ma, la serata passata con l’amico del mio adorato nipote, era stata molto “ricca di eventi” tanto per usare un eufemismo. Leonardo aveva acquisito in poco tempo un’esperienza ed un’abilità notevole in certe cose e, modestamente, ero fiera di averlo “svezzato” cosi bene. Ero un po’ tutta indolenzita, dopo i numeri della sera precedente, sentivo “tirare” tutti i muscoli, in particolare quelli dei glutei. Feci colazione rapidamente, e mentre bevevo il mio solito caffè iniziai a sfogliare il mio telefonino. Messaggi, chiamate perse, mai avevo avuto tanti contatti come in queste ultime settimane. Alla fine trovai quelli dei miei nipoti e di mia figlia che mi riferivano di aspettarmi con impazienza. Chiamai subito Virginia. “Ciao tesoro, sono la mamma. (Come se non mi riconoscesse dopo tutti gli anni che ci telefoniamo.) E’ successo qualcosa? Come mai tutte queste chiamate?” “No, non è successo niente di grave, volevo solo dirti che ho un arrosto nel forno e avrei piacere che tu venissi a trovarci.” Mentre me lo diceva sentivo un’impazienza quasi isterica nella sua voce. “Oh, mi dispiace, mi sono alzata da poco ed ho appena fatto colazione.” “Dai mamma, raggiungici, ti prego.” Come potevo dire di no davanti a tale esortazione? “E va bene, mi preparo e vi raggiungo.” Quando arrivai a casa di Virginia, i suoi figli sembrarono molto felici di vedermi. Cristina spinse sua madre tra le mie braccia come per obbligarla a rispettare una promessa. Mia figlia ed io ci scambiammo uno sguardo complice, poi lei mi porse le sue labbra. Spinte dall’incitamento dei mie nipotini ci baciammo e, mentre assaporavamo reciprocamente le nostre bocche, notai che Davide ci stava filmando con il suo telefonino. Non mi piacque quello che stava facendo e subito lo sgridai. “Per favore Davide, smettila, e cancella il video.” “Non preoccuparti nonna, è una cosa solo per noi. Ti assicuro che nessuno vedrà i nostri video.” Quando mi staccai dalla loro madre, i miei nipoti invece mi fecero un bacio furtivo sulle labbra, la cosa mi lasciò un po’ stupita, effettivamente mi sarei aspettata che anche loro mi baciassero come la loro madre. Durante il pasto parlammo del più e del meno, io feci onore alle portate pur non avendo nessuna fame. Capivo che i mie nipotini erano impazienti di finire il pranzo, infatti subito dopo il dessert li vidi alzarsi subito dalle sedie e Davide venne dietro di me. Senza dire niente iniziò a palparmi e massaggiarmi i seni. Lo stesso fece Cristina con la mamma che lasciò fare seppur imbarazzata quando incrociava il mio sguardo. Allora dissi: “Attenzione, fai piano amore mio. Oggi sono piuttosto stanca, arrossata davanti e irritata di dietro se capite quello che vi voglio dire. Oggi non sono in grado di fare niente.” Davide sembrava non capire le mie parole, si abbassò i pantaloni e, mentre con un mano continuava a massaggiarmi il seno, con l’altra mi prese per la nuca avvicinandomi la bocca al suo pisellone già duro. Io, ovviamente, lo presi in bocca. Subito iniziai a spompinarlo con molto piacere, mentre Virginia mi guardava con un misto di sorpresa e di invidia. Cristina allora la fece rialzare e la spogliò completamente. I due giovani ormai avevano preso il controllo dei loro maturi parenti. Davide allora mi fece scivolare sul bordo della sedia, così da potermi togliere le mutandine e poi aprirmi le gambe. Fu allora che Cristina obbligò, con poca resistenza della madre, Virginia ad inginocchiarsi davanti alla mia vagina già vergognosamente aperta, quindi le spinse la nuca finché le sue labbra non furono a contatto con il mio sesso. Senza altra esortazione la lingua di mia figlia cominciò a guizzare tra le mie labbra ed il mio clito tanto da sentire subito una potente scossa percorrere il mio corpo. Trovai solo la forza di dire: “Aspetta amore mio, andiamo nella tua camera, saremo più comode.” Mi sdraiai sul letto e, con una mano, l’attirai a me. Avevo voglia di baciarla, la sua bocca era già sporca dei miei umori. Questa volta il bacio fu più profondo di prima, e lei provo piacere quanto me. Intanto i ragazzi ci osservavamo con soddisfazione, mentre Cristina, per non stare con le mani in mano, masturbava il cazzo duro del fratello. Allora sussurrai a mia figlia: “Amore, vuoi che ci amiamo come due donne?” Lei annui allora, con un rapido movimento si girò e mi cavalcò di nuovo nella posizione del sessantanove offrendomi la usa fichetta tutta da gustare. Mettemmo subito in pratica tutti i consigli che a suo tempo ci diede Cristina. Entrambe ci dedicavamo l’una all’altra con un desiderio ed una voglia impensabili solo qualche giorno prima. Io la cingevo in vita per attirarla a me il più possibile per meglio infilarle la lingua nella sua vagina. Lei mi succhiava il clitoride e mi scopava con due dita. Mi sembrava di essere in paradiso talmente le sue carezze erano piacevoli. Quando arrivai all’orgasmo quasi svenni tanto fu intenso il piacere e le contrazioni del mio corpo. Capendo che Virginia non aveva ancora raggiunto l’orgasmo, cercai di riprendermi per poter finire il lavoro ma lei si rialzò, si inginocchio sul materasso e subito Davide si mise dietro di lei. Cristina gli si avvicinò e le sussurrò all’orecchio: “Dove lo vuoi? Nella fica o nel culetto?” Virginia le rispose sussurrando: “Entrambi i buchi vanno bene.. dove vuole lui.” Davide prontamente la prese prima nella vagina ormai madida di umori, ciò non impedì a sua madre si avere un sussulto quando la penetrò di colpo. Virginia gemeva, ansimava, si contorceva, il tutto a causa del piacere che le dava la grossa verga del figlio, mentre quest’ultimo non esitava a dare degli schiaffi sul sedere della madre, cosa che mia figlia sembrava apprezzare. Cristina nel frattempo non si perdeva un solo attimo della scena mentre la filmava con il telefonino. Mentre mia figlia era pompata dai colpi di mio nipote io, davanti a lei, le accarezzavo il viso come per rassicurare la mia piccola bambina. Lei mi tirò le braccia per avvicinarmi a lei affondando il suo viso tra i miei seni. “Oh si... mamma è bellissimo.” “Te lo avevo detto.. tuo figlio è veramente bravo.” Sentendo i nostri commenti Davide aumentò i colpi eccitato ma subito venne interrotto dalla sorella. “Dai, prendila nel culo ora.” Virginia non ebbe neanche il tempo di accorgersene che Davide penetrò violentemente il suo buchino strappandole un grido di dolore. Iniziò a pomparla violentemente tanto che i lamenti e i gemiti della madre non sembravano finire. Si distese sopra di lei spingendo indietro anche me. Virginia era distesa sul letto con il viso schiacciato contro il cuscino mentre suo figlio sopra di lei la scopava violentemente. Cristina, senza smettere di filmare, mi fece segno di posizionarmi dietro i due amanti. Spingendomi sulle spalle mi fece inginocchiare tra le gambe di Davide sempre in piena azione. I suoi glutei andavano e venivano davanti al mio naso. Con una pressione sulla mia nuca, la ragazza mi invito apertamente a gustare il sapore del culetto del fratello. Quando la mia lingua cominciò a leccargli il buchino, Davide si fermò di scopare sua mamma. Iniziai a lavorarglielo bene riempiendoglielo di saliva, cercando anche una timida intrusione con la lingua. Cristina, sempre riprendendo la scena, mi prese la mano leccandomi e inumidendomi abbondantemente il dito medio. Subito capii cosa voleva io facessi. Dopo averlo inumidito ulteriormente con la mia saliva, appoggiai il dito alla rosetta del porcellino e spinsi delicatamente. Lui, non solo mi lasciò fare ma aiutò la penetrazione aprendosi le natiche con le mani. Cristina non perdeva una inquadratura facendo dei grandi primi piani del nostro gioco. Virginia impaziente voleva che Davide continuasse a scoparla, allora il suo inculatore riprese il ritmo mentre lui stesso era inculato e penetrato dal dito della nonna. Stavamo offendo proprio una depravata immagine di famiglia perversa. Curiosamente provavo interesse, piacere e soddisfazione per quello che stavo facendo. Si, avevo letto che a molti uomini piace questo tipo di trattamento, ma era decisamente molto intrigante e piacevole verificarlo di persona, sentendo le sue contrazioni attorno alle mie nocche soprattutto quando spingevo più in profondità. Fu molto eccitante quando, arrivato all’orgasmo, Davide riempi il ventre della mamma del suo seme, ed io potei contare e misurare le sue contrazioni con il mio dito sempre dentro di lui. Dopo aver goduto Davide si rialzò lasciando la mamma sdraiata a gambe aperte, ancora percorsa da qualche fremito dovuto all’orgasmo che aveva avuto in contemporanea al figlio. Cristina allora mise in pausa la sua registrazione e vidi che andò a cercare qualcosa nei cassetti dell’armadio. Dopo qualche secondo estrasse un dildo con delle cinghie di cuoio attaccate. Vedendo il mio sguardo incuriosito mi spiegò: “E’ uno strap-on, l’ho comprato ieri, lo vuoi provare? La mamma sta aspettando che qualcuno lo usi su di lei.” Con un gesto della mano gli feci capire che ero troppo stanca per ricominciare ancora una volta. In un batter d’occhio Cristina indossò questo pene artificiale e subito rimpiazzò il fratello riempiendo nuovamente il buchino della mamma, mentre ora era Davide a riprendere madre e sorella. A quel punto assistetti ad una scena incredibile. Cristina inizialmente spinse lentamente lo strap-on nel culo della madre, poi sempre più a fondo e sempre più violentemente, accompagnando la sua azione con ogni genere di turpiloquio e parole sconce all’indirizzo della madre. “Toh.. prendilo, zoccola! Prendilo in culo fino in fondo, puttana!” Oppure: “Ti piace farti scopare nel culo, porcona!” Mia figlia annuiva con la testa affogata nel cuscino, sussurrando un “Siiiii” ad ogni sconcezza pronunciata da mia nipote. In quel frangente Cristina scopava la madre quasi con violenza, i suoi colpi di reni erano mirati più a dominare e far soffrire che al far godere. Le sua mani sembravano cercare le rotondità dei glutei di Virginia quasi per graffiarli fino a farli sanguinare, ma a Virginia tutto questo sembrava piacere, tanto che non passò molto tempo affinché arrivò di nuovo all’orgasmo, questa volta ancora più forte del precedente. Ancora sconvolta dall’intenso orgasmo, Virginia si rialzò e si sedette sul letto tutta madida di sudore, aprì le braccia e i suoi due figli si precipitarono da lei ricambiando l’abbraccio. Fu davvero commovente vederli tutti e tre uniti in quel lungo abbraccio, i baci che si scambiarono erano pieni di tenerezza tanto che emozionatissima non potei trattenere delle lacrime nel vederli uniti in quel modo. Passata l’emozione e riprese le forze, tutti ci rivestimmo. Cristina mi chiese di dargli il mio telefonino, dopo aver lavorato contemporaneamente sul suo ed il mio cellulare me lo ridiede dicendomi: “Ecco, ti ho trasferito tutti i video che abbiamo realizzato, se vuoi vederli devi solo andare su , quindi su e cliccare sui filmati.” Provai e mi accorsi che mi aveva passato molte cose da vedere, decisi che forse sarebbe stato meglio rivedere il tutto in un altro momento, quando sarei stata più rilassata sia con il corpo che con la mente. Quando presi congedo dai mie familiari, Virginia si mostrò un po’ vergognosa nei miei confronti, non so se realmente o meno, per quello che era da poco successo. La rassicurai dicendogli che io stessa amavo la “curiosa” evoluzione che aveva avuto la nostra famiglia. I suoi occhi si illuminarono di piacere per la mia risposta, ed io stessa la baciai sulle labbra per confermare ciò che le avevo appena detto. Giunta a casa mi feci subito una doccia, la giornata per me non era ancora finita, alla sera avevo l’incontro con la mamma di Leonardo. Dopo essermi rilassata sdraiandomi vestita solo dell’accappatoio sul mio letto, decisi che era ora di prepararmi per il rendez-vous. Dopo aver esitato un poco su come vestirmi, pensai di non presentarmi come una signora matura un po’ dimessa. Decisi per un abito nero un poco scollato. Sotto un intimo sexy ma non troppo appariscente, calze nere di seta (amo il contatto con questo filato morbido e dolce), tacchi a spillo, un collier di perle che esaltavamo il mio décolletée, orecchini abbinati, un leggero trucco e voilà, pronta per l’incontro.
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