Racconti Erotici > incesto > Una figlia molto particolare (prima parte)
incesto

Una figlia molto particolare (prima parte)


di Membro VIP di Annunci69.it marcosala
05.04.2016    |    60.855    |    2 9.6
"” “E tu, non ci hai mai provato? Sei mai passa..."
Avevo 46 anni quando rincontrai Stefania, una mia vecchia compagna d’università, e lei aveva 44 anni. Era separata da anni e, dopo qualche mese di frequentazione assidua, mi propose, quasi fosse l’evolversi naturale della nostra relazione, di andare a vivere da lei. Lei aveva una figlia, le sarebbe stato più semplice che non sradicarla dalla propria casa e venire a stare da me. La figlia di Stefania si chiamava Clara, aveva 18 anni e, per mia fortuna, sembrava avesse accettato la mia presenza in modo positivo,vivevamo tutti insieme sotto lo stesso tetto in armonia. Tuttavia coglievo nel suo comportamento qualcosa che, sotto certi aspetti, mi sembrava strano, sentivo che mi sfuggiva qualcosa. Per esempio, quando mi capitava di chiedere delle sue amicizie e delle sue uscite, cercava di cambiare discorso, e Stefania stessa pareva volesse evitare l’argomento per non mettere in imbarazzo Clara. Mi capitava spesso di interrogarmi su questo comportamento, ma ovviamente senza parlarne con sua madre. Magari poteva essere lesbica? Dopo tutto anche sua mamma Stefania, aveva avuto, al tempo dell’università, una relazione lesbica durata 2 anni con una nostra comune amica, poi, come dice sempre lei scherzando, era ritornata nel gregge. Per la verità vi devo che dire che immaginare la mia compagna nelle braccia e nel letto di un’altra donna mi eccita un sacco, anzi, sovente ci siamo divertiti a mettere del pepe nella nostra vita amorosa, facendomi raccontare le sue torride esperienze sessuali con le donne, delle vere e proprie orge dove c’erano sempre donne in tacchi a spillo, guepiere, lingerie ricercata, calze o collant, e strap-on dove loro si scopavano come pazze. Anche se sapevamo entrambi che lei esagerava ed inventava la maggior parte di queste storie, noi ci eccitavamo e facevamo l’amore e godevamo come due sposini in viaggio di nozze. Il nostro rapporto continuò in modo fantastico per alcuni mesi finche una domenica mattina, dopo che alla notte nella nostra camera c’era stato un po’ più movimento del solito, sentii Clara discutere animosamente con la madre in cucina, prima di vedere delle calde lacrime scendergli dalle guance. Io non intervenni nella discussione, ma quando Clara uscì, subito chiesi a Stefania dell’accaduto. “E va bene, ti spiego perché Clara ha pianto. Lei si sente a disagio quando ci sente fare l’amore.” Ma fu quello che mi disse dopo che fece capovolgere completamente la mia vita sessuale a breve e per il futuro. “Vedi, Clara è nata con una forma rara di ermafroditismo, è nata con una vagina piccolissima, quasi impercettibile che le fu chiusa appena nata, e con degli attributi maschili al suo posto.” “Con cosa?” “Ti prego per favore di non interrompermi Marco, quello che ti sto per dire è molto importante e tu non dovrai mai parlarne a nessuno, nemmeno con Clara, a meno che lei non ne sia d’accordo.” Feci un cenno di intesa con la testa e rimasi in ascolto. “Se madre natura le avesse dato degli attributi maschili normali, la cosa sarebbe stata accettabile, invece, oltre a darle un aspetto molto femminile grazie ai suoi ormoni femminili che hanno funzionato normalmente, l’ha dotata di un pisello e dei testicoli fuori dalla norma.” Io ascoltavo inebetito, quindi Stefania continuò: “La cosa peggiore è che quando gode scarica un sacco di sperma e dopo poco è in grado di farlo di nuovo. Io penso che una donna sarebbe impressionata ed avrebbe paura delle performance di Clara, forse solo Rocco Siffredi potrebbe gareggiare con lei.” Mentre mi raccontava queste cose io cercavo di immaginare la “dote” di Clara, ed allo stesso tempo la vedevo riempire di sborra fighe e culi di donne urlanti di felicità. “Ed ora non sto a raccontarti l’inferno che ha passato quando si è resa conto che lei non è come le altre ragazze, tra poco rientra. Unico lato positivo della faccenda è che circa 2 anni fa, alla clinica dove è in cura e sotto osservazione, ha incontrato Camilla. Camilla è una ragazza con lo stesso suo problema, unica differenza è che sua madre non è come me che si preoccupa e parla del problema, lei tende ad ignorarlo e a non parlarne.” Subito la mia mente perversa immaginò una scena dove io e Stefania insieme ci facevamo Camilla. “Bene, sento che sta arrivando, riprendiamo questa discussione più tardi. Mi spiace di aver parlato solo io, immagino che avrai un sacco di domande da farmi ma ti risponderò dopo.” “Si, si, ho delle domande , ma soprattutto una riflessione. Quando hai detto che la mamma di Camilla ignora il problema, ho pensato che bisognerebbe vederlo come una diversità positiva, non come un problema.” “Ti voglio bene, sono contenta e fiera che tu l’abbia presa in questo modo. Soprattutto vorrei che tu non ne parlassi a Clara, quando sarà pronta sarà lei a parlartene.” Così dicendo lasciò la stanza premiandomi con un bacio sulla bocca, o meglio sulle tonsille, palpeggiandomi culo e cazzo attraverso i jeans. Vi risparmio di dirvi, dopo queste rivelazioni e fantasie, come avevo il cazzo. Mi accorsi che dall’eccitazione avevo la cappella umida e che avevo bagnato le mutande. Sentii la voce di Clara che nel frattempo era tornata, non era sola, era proprio con Camilla. Ora capivo perché Clara non andava mai in piscina e perché mi chiedeva sempre se io non avessi bisogno del bagno prima di farsi la doccia o comunque prima di usarlo lei, perché si chiudeva in camera quando si cambiava e non la vedevo mai girare in casa in intimo. Immerso nei mie pensieri fui risvegliato dal loro saluto, la mia mente perversa mi suggeriva immagini dove loro due si spompinavano e si inculavano a vicenda. La cosa divenne insostenibile quando Camilla mi salutò baciandomi ed appoggiando al mio petto le sue tette, forse una quarta misura, il mio cuore fece un balzo e le mie gambe tremarono. No, assolutamente non potevo stare in camera con loro, non potevo starci senza che si accorgessero di come i mie occhi le scrutavano la zona inguinale, di come cercavo qualche deformazione degli indumenti provocata dai loro cazzi. Tuttavia prima che potessi nascondermi, loro si accorso che ero fortemente eccitato. Anche Stefania si accorse subito che in mio comportamento era cambiato, che ero strano e muto, così mi chiese davanti alle ragazze: “C’è qualcosa che non va Marco? Sei diventato strano di colpo.” Come potevo non essere strano con due donne con il cazzo sedute ad un metro da me? “Si, hai ragione, vado a sdraiarmi in camera un po’, mi farà bene.” Appena in camera mi sentivo la testa girare, mi dicevo che avrei dovuto fare qualcosa, non potevo rimanere in quello stato. Quando Stefania venne a vedere come stavo, cercai di mostrarmi tranquillo, non potevo certo dirgli quello che mi passava per la testa in quel momento, ovvero avrei voluto succhiare il cazzo e scopare sua figlia e la sua miglior amica. È in questi momenti che ci rendiamo conto di quanto siano abili psicologhe le donne, infatti Stefania mi chiese: “Sono sicura che sono Clara e Camilla che ti mettono a disagio, mi sbaglio?” “No, non ti sbagli, mi sono entrate in testa e continuano a stuzzicarmi la fantasia, ma non è normale, primo perché una è tua figlia, secondo perche hanno solo 18 e 19 anni.” “L’unica cosa che non è normale è che loro siano nate così, non c’è assolutamente niente di anormale fare dei pensieri spinti su di loro. Del resto, mi piacerebbe che tu mi raccontassi cosa ti passa per la testa. Sono sicura che mi ecciterebbe molto. E poi, non preoccuparti, io stessa per un periodo ho avuto una fantasia incestuosa. Mi immaginavo lei che mi scopava e che mi riempiva il culo e la figa della sua sborra calda.” “E tu, non ci hai mai provato? Sei mai passa all’azione?” “No, ma quando ero ancora single, fui sul punto di cedere più volte alla tentazione, quando, le volte che Camilla si fermava a dormire da noi, le sentivo lesbicare tutta notte nella camera a fianco.” “Io invece non ho mai sentito attrazione verso i maschi, ma dopo questa mattina non so più cosa pensare, sento che tutte le mie convinzioni siano andate in frantumi. Per il momento mi sento strano, vedremo se la cosa mi passerà.” Il resto della giornata passò tranquillamente, migliorati di molto le mie emozioni a contatto con le ragazze, tanto che ad un certo punto mi ritrovai con Camilla sulle ginocchia. Ma non riuscii a controllarmi per molto, il perché lo capirete quando vi racconterò il resto. Inutile dirvi che con Stefania non vedevamo l’ora di ritrovarci soli nella nostra camera per raccontarci tutte le nostre emozioni. Finalmente successe verso mezzanotte, noi nella nostra camera e Clara nella sua. Stefania mi disse che aveva riferito a Clara che ero a conoscenza della sua “diversità”, e che io la consideravo più come un dono, un’opportunità, che non un problema. Ciò, a quanto pare, ha avuto l’effetto di togliergli il grosso peso che aveva sullo stomaco. Ma dopo una giornata come quella, passata ad apprendere cose serie ed importanti legate alla mia nuova famiglia, volevo un po’ di “divertimento”. Mentre ero nudo con il cazzo in tiro, e mentre Stefania mi cavalcava, mi si avvicina ed all’orecchio mi sussurra: “Clara ci sta osservando attraverso la porta socchiusa.” La complicità dei nostri sguardi ci risparmiò un sacco di parole, Stefania si alzò, si diresse verso la porta, la aprì e disse a Clara: “Cara, vuoi vederci mentre facciamo l’amore? Non stare li nascosta in corridoio, entra, stai qui con noi.” Io pudicamente cercai di coprirmi, mentre Stefania si mostrava nuda senza problemi. Quando entrò nella nostra camera, il mio cuore batteva a cento allora, lei era bellissima avvolta nella sua camicia da notte di seta blu. Nei suoi occhi neri si potevano leggere i due forti sentimenti che provava nella sua testa. Il primo era quello di chi deve compiere una missione con tutta l’emozione che l’accompagna, la seconda è di chi sa che deve essere all’altezza di tale missione, con tutta la paura e l’apprensione che porta in essa. In un primo tempo fu necessario rassicurarla affinché lei si sentisse più a suo agio possibile, cosa che sua madre seppe fare benissimo dicendole: “Tu sai che qui puoi dire tutto, tesoro, tu non devi avere paura di nulla. Tu puoi rimanere se è quello che tu vuoi, oppure lasciare la stanza se ti senti a disagio. Tu puoi venire vicino a noi qui sul letto o restartene in disparte. Non avere problema ad interromperci e farci delle domande su tutto quello che ti passa per la testa, anche se ti sembrano domande stupide. Tu che ne dici Marco?” “Penso che abbia detto tutto tu, posso solo aggiungere che ciò che accadrà in questa stanza è solo dolcezza, sensualità, ironia, tutto frutto del nostro amore. Tu che ne pensi Clara?” “Per il momento voglio solo restare seduta sulla poltrona a guardare, voi fate come se io non ci fossi.” Allora noi abbassammo la luce e riprendemmo le nostri effusioni amorose. Si, riprendemmo , ma non come prima, decidemmo di essere più sensuali, massaggi, carezze, baci, tenerezze varie ecc. ecc. Dopo dieci minuti di preliminari, mentre Stefania me lo stava prendendo in bocca delicatamente, sentimmo Clara, che quasi avevamo dimenticato esserci, contorcesi sulla poltrona. “Va tutto bene piccola mia? Sei abbastanza comoda seduta li?” Disse Stefania “Si, va tutto bene mamma, non ti preoccupare. Mi piace vedere quello che fate. È tutto molto dolce.” In verità io pensavo si muovesse sulla poltrona perché volesse nascondere l’evidente erezione del suo cazzone, allora, forse spinto più dalla curiosità che dal suo benessere le dissi: “Sai Clara, non c’è niente di male se tu vuoi accarezzarti mentre ci stai guardando, che ne dici?” “Ok, non osavo. Non volevo agitarmi troppo per non darvi fastidio. Avevate un’aria talmente concentrata su quello che stavate facendo.” E così noi tornammo alle nostre effusioni che divennero sempre più focose, recuperammo subito il tempo perduto iniziando a leccarci e succhiarci con voluttà. Stefania guardava la figlia negli occhi quando dopo aver leccato per bene a cappella, si infilò il mio cazzo in bocca. Io la fissavo teneramente quando infilai la mia lingua tra le chiappe della madre facendole emettere un gemito di piacere. Alla fine anche Clara si spogliò, si alzò, lasciò cadere a terra la sua camicia da notte mostrando il suo sontuoso petto, quindi si sedette di nuovo, ed aprendo le cosce, finalmente mi permise di costatare le dimensioni dei suoi attributi così come mi aveva detto Stefania. Mio dio, aveva una verga di 25 cm orgogliosamente in piedi, e due testicoli che sembravano gonfi e morbidi allo stesso tempo. Non potevo credere ai miei occhi. Le feci un sorriso accompagnato da una strizzatina d’occhio, quindi le inviai bacio soffiato. Lei mi rispose facendo lo stesso. Io e sua madre continuammo a leccarci e baciarci ancora per una decina minuti, quando vedemmo Clara muoversi come una pazza sulla poltrona, i suoi occhi quasi girati indietro ed il suo corpo vibrava come preso da delle convulsioni. Ci alzammo velocemente, ci inginocchiammo davanti a lei e prendemmo ognuno una sua mano dentro le nostre e le dicemmo: “Non ora amore, abbiamo tutto il tempo che vuoi, abbiamo appena iniziato.” L’accompagnammo fino al letto, e vidi finalmente di fronte a me una donna bella da morire. Un viso angelico, due occhi neri pieni di desiderio, il suo invidiabile seno, non troppo grande forse una seconda abbondante, due fianchi ed un culo scolpito alla perfezione, il tutto decorato da un bel “cazzo di donna” che sporgeva dal suo pube tutto depilato. Queste emozioni glielo avevano fatto un poco rammollire. La sua eccitazione la si poteva comunque vedere da un filo di liquido pre-eiaculatorio presente su una sua coscia e sulla punta del glande. Stefania istintivamente accarezzo la coscia di Clara per pulire quelle gocce di liquido, il cazzo della figlia reagì in una frazione di secondo alla carezza della madre, come fosse stato percorso da una scarica di corrente elettrica, si eresse improvvisamente catapultando una grossa goccia di liquido fino sulle mie labbra. Tutti scoppiammo a ridere, io sentivo il calore di questa lacrima calda sul mio labbro superiore. Passai naturalmente un colpo di lingua sul labbro e me la tirai in bocca. “Mmm.. Delizioso, come sei buona, mia cara..” Vedendomi fare questa cosa, Clara si eccitò ancora di più. Stefania volle assaggiare anche lei il gustoso liquido, allora le leccò la coscia dove c’erano ancora delle gocce si crema. “Se la memoria non mi inganna mi hai detto che lei ha delle eiaculazioni molto abbondanti” Allora Stefania ebbe un’idea. Volle provare a coinvolgere Clara più attivamente nei nostri giochi, e per mitigare la sensibilità di Clara al contatto della sua pelle con le nostre mani le disse: “Amore, infilati un paio di collant, vedrai che tutto andrà meglio..” “Va bene mamma, ma prima tu mi hai detto che avrei potuto chiederti qualunque cosa. Bene, allora vorrei che tu rifacessi il 69, e vorrei che Marco ti infilasse la lingua nella tua fica, mi piace vedere come lo fa.” Subito Clara andò ad indossare il collant, quindi ci raggiunse a letto con il suo cazzo ben fasciato dentro il tessuto di nailon. Cominciammo ad accarezzarla languidamente. Prima i piedi, poi le caviglie, le gambe e infine le cosce. Lei si agitava dolcemente e mugolava di piacere. Le nostre carezze si dirigevano inesorabilmente verso il suo cazzo che cominciava a muoversi e deformare il collant. Stefania le accarezzava il cazzo con una mano mentre con l’altra le massaggiava le palle, senza dimenticarsi di farle un po’ di solletico con le unghie. Clara era entusiasta delle carezze della mamma. Gemeva di piacere, si leccava le labbra e muoveva in continuazione il bacino. Nella camera c’era silenzio, solo il respiro di Clara dava il ritmo a questo spettacolo di un’abbagliante tenerezza. Stefania allora prese una forbice dal comodino, tagliò il collant e liberò dalla costrizione dello stretto tessuto di naylon il cazzo e le palle della figlia. Una volta liberato il cazzo svetto dritto e , divaricando le gambe, Clara ci guardò e con il miglior sorriso che poteva fare ci chiese: “Allora adesso chi succhia il mio cazzo?” Almeno non aveva usato giri di parole per farsi capire. Fui tentato di buttarmi a capofitto sul quel bastone di carne e fargli il miglior pompino che mai avesse ricevuto nella sua vita, ma poi realizzai che non avevo fatto una cosa del genere, a parte un paio di volte che avevo succhiato il dildo di una mia compagna tanto per stare al gioco. Finalmente pensai all’alternativa più logica e razionale e le dissi: “Penso che in materia tua mamma abbia più esperienza di me, io ti farei solo male, mia cara ragazza.” “Dai, vai mamma, tu però Marco mi lecchi le palle tutte piene di sborra.” Questo ruolo subalterno richiestomi in modo franco senza peli sulla lingua cominciava ad eccitarmi. Prima di cominciare, sapendo che poi saremmo rimasti impegnati per un po’ di tempo, decisi di andare in cucina a prendere una bottiglia d’acqua. Prima di andare in cucina mi fermai un attimo dietro la porta sperando si sentire delle frasi tipo. “Allora ti piace? Il comportamento di Marco ti si addice?” Invece sentii: “Mamma dovevi farmi un buco anche nella parte posteriore dei collant, tu sai che mi fai impazzire quando mi infili le dita nel culo.” Poi sentii come uno schiaffo sulle chiappe e Stefania dire: “Zitta, se sente scopre tutto, sei pazza o cosa?” Quello che avevo sentito mi aveva sconvolto, ero in collera per quello che mi stava succedendo, perché lei mi aveva mentito e forse anche perché ero stato talmente ingenuo da credere che non fosse mai successo niente tra di loro durante questa traversata nel loro percorso affettivo, emotivo e sessuale. Che cazzo! Ora che faccio, adesso che so che loro si lesbicavano? Tra l’altro non so neanche se “lesbicare” è la parola giusta per descrivere un atto sessuale del genere, che tra l’altro mi farebbe impazzire dall’eccitazione. Deciso, farò come se non avessi sentito niente, anche io ho diritto ai miei piccoli segreti. Immediatamente la mia fantasia immagina scene dove vedo mamma e figlia darsi piacere, dove Stefania abusa del culo della figlia mentre la spompina, oppure Clara che riempie con il suo cazzo i buchi della mamma. Tutte queste immagini mi facevano impazzire, quando un flash mi fece ricordare una cosa. All’inizio della nostra relazione, alla sera tornando dal lavoro, Stefania eccitata come non l’avevo mai vista, mi saltò addosso per fare sesso, al momento di penetrarla mi accorsi che un filo di sperma le colava dalla fica. Glielo feci notare, e lei mi rispose: “Non ti ricordi nemmeno che lo abbiamo fatto a mezzogiorno durante la tua pausa pranzo? È stato bellissimo.” Al momento mi sembrò strano che lei avesse tenuto la mia sborra in vagina tutto quel tempo, ma poi non ci pensai più. “Ehi, dove sei andato a prendere questa bottiglia d’acqua? Al supermercato? Spero tu abbia indossato almeno il mio impermeabile visto che i tuoi vestiti sono ancora qui in camera.” Subito ci furono delle risa in camera. “Arrivo ragazze, mi sono rinfrescato un po’.” Appena in camera per ringraziarmi di essere andato a prendergli l’acqua, cominciarono a massaggiarmi ed accarezzarmi. Le loro mani calde e morbide sulla mia pelle mi portarono ad una situazione di relax che se non fosse che ero eccitato con il cazzo duro avrei fatto volentieri un pisolino. Ma era fuori questione, soprattutto quando sentii la bocca di Stefania succhiare il mio cazzo e la bocca di Clara appoggiarsi sulla mia. Tanto più che un altro pensiero girava nella mia testa ormai perturbata. E se anche Camilla partecipasse a questa orgia triangolare? L’azione congiunta delle due bocche bollenti mi distolse subito dai miei pensieri perversi. Stefania continuava a spompinarmi, mentre Clara aveva intrecciato la sua lingua con la mia. Devo dire che io le avevo facilitato il lavoro. Tutto avveniva in silenzio, fu la voce di Stefania che ruppe questa atmosfera, il tutto con nostro grande piacere. “Sai Clara, non so se sarà la prima volta per Marco, ma sono sicura che gli piacerebbe farsi succhiare le palle mentre una gli succhia il cazzo, che ne dici, ti va di aiutarmi in questo compito?” “Si, o mio capitano, Io sono il vostro soldato. Mentre lei si leva da bocca il cazzo di questo impudente le farò vedere come sono abile a passare dietro le linee nemiche. Sperando così di ottenere un grado superiore nel vostro battaglione di zoccole!” Il linguaggio crudo e spiritoso di Clara mi eccita, ed ogni volta aveva l’effetto di aumentare il flusso di sangue al mio cazzo. Io mi domandavo dove aveva imparato a parlare così e se lo faceva consapevolmente. “Svuotami queste palle fino all’ultima goccia e ti promuoverò Svuotatrice Capo. Così avrai l’onore di finire la tua carriera in caserma a svuotare coglioni e a farti svuotare i tuoi” Una volta sopra di me Clara, si infilò le palle in bocca facendo dei rumori che mai avevo sentito, quindi per magia fece sparire il mio cazzo nella sua bocca. Era un piacere vedere questo trambusto attorno alla mia persona, ma io non volevo restare senza fare niente per troppo tempo. Clara trovò una posizione più comoda mettendosi a 69 sopra di me. Era la prima volta che avevo un cazzo così vicino al mio viso, ma non vedevo l’ora di sentirlo profondamente nella mia bocca e nella mia gola. Dio come era gustoso. Poi avevo anche la fortuna che il proprietario di questo cazzo aveva un’abile bocca da donna ed un bel paio di tette che nel mentre, mi accarezzavano il bassoventre. Il suo corpo ondeggiava sul mio e, a parte la schiena, tutta la mia pelle era coperta dai loro corpi e dalle loro carezze. Ogni volta che il mio cazzo affondava nella bocca di Clara, il suo affondava allo stesso modo nella mia. Era un sincronismo allucinante, avevo l’impressione che il mio piacere fosse moltiplicato per dieci, Stefania alternativamente, succhia e leccava le mie palle pronte ad esplodere. Mentre pensando che mi stavo lasciando andare ad un godimento piuttosto egoistico, Clara domandò: “Mamma, tu non hai nessuno che si occupi di te, noi ci stiamo dando piacere, e tu?” Ecco, mi sono detto, lei vorrebbe infilare il suo cazzo nella fica della mamma, ma non si ricorda che dovrebbe essere la prima volta che lo fanno? Molto interessante. Ma Stefania prese subito in mano la situazione. “Amore, sono molto eccitata, mi è venuta voglia di farmi scopare da te, ma bisogna fare un passo alla volta, sarebbe la prima volta per te, a meno che tu non abbia già scopato una donna prima e tu non abbia avuto il tempo di dirmelo.” Accidenti, l’ammiro! Non avrebbe potuto parlare meglio per rimettere le cose a posto. “No, niente di nuovo in quel senso, tu saresti la prima a saperlo. Perché non provare adesso, se tu sei d’accordo?” Io ero ancora convinto che in quel momento, la piccola Clara stesse facendo ancora una gaffe, allora rimasi in ascolto. Loro si sdraiarono su un fianco per darmi il miglior punto di vista della penetrazione, probabilmente la deflorazione di Clara. La gaffe arrivò rapidamente, non con le parole come mi aspettavo, ma con i loro gesti. In effetti, invece di infilare direttamente il cazzo nella fica che le offriva sua madre e poi scoparla brutalmente fino all’orgasmo, come avrebbe fatto una persona vergine, alle prime armi, Clara iniziò a succhiarle delicatamente il clitoride per un minuto, poi iniziò un movimento avanti indietro del suo cazzo sulle labbra della fica della madre, fino al clitoride, sfregandolo con la cappella due o tre volte, per poi ritornare giù e ricominciare il gioco. Questi sono movimenti frutto di anni di pratica e di esperienza, non si improvvisano questi gesti la prima volta! Stefania si contorceva e gemeva sotto le carezze della figlia di colpo esperta amante, quindi mi fece capire con dei voluttuosi movimenti della lingua e della bocca, che voleva succhiarmelo allo stesso tempo. Detto, fatto!, Era ora soddisfatta da due cazzi che si pendevano cura di lei. Clara l’aveva ormai penetrata profondamente e cominciava a scoparla a ritmo sostenuto. Io, però, non potevo smettere di pensare quello che avevo sentito prima nascosto dietro la porta della camera. Allora mi venne un’idea. “Clara tesoro, potremmo dire alla mamma di mettersi in ginocchio alla pecorina, così mentre tu la scopi, io potrei occuparmi del suo bel culetto.” “Ohh, si dai. Fammi vedere come lo prende bene nel culo.” Io non avrei mai pensato di avere una figliastra così perversa e viziosa, Oddio, l’amavo di già. “Si, ma dolcemente, non ti eccitare troppo piccola mia, si parla del culo della mamma.” Disse Stefania cambiando posizione ed offrendomi così la vista del suo magnifico lato B. “Avanti, miei due cazzi, fatemi godere come una pazza. Scatenati, figlia mia.” Clara subito avvicinò il suo cazzo alla fica grondante della madre, quindi Stefania apri le sue chiappe mostrandomi la sua rosa bruna già palpitante di piacere. Clara fece scendere dalla bocca un filo di saliva che andò ad inumidire la rosetta di Stefania mentre affondava brutalmente il suo cazzo nelle viscere della madre. “Ahh.. Ahh.. Si mi piace, o figlia mia riempimi con il tuo enorme cazzo la mia fica. Siiii.. Mi piace, continua, continua.” Io iniziai a far scivolare nel suo buchino prima un dito, poi due, poi cominciai a usare la lingua in modalità martello pneumatico, mentre Clara la scopava senza toppe cerimonie.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Una figlia molto particolare (prima parte):

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni