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Le vacanze di René - 19


di July64
07.07.2017    |    16.472    |    5 9.7
"Meno male che le due eiaculazioni precedenti, con Vir e con le zie, avevano prolungato all’infinito i miei tempi, altrimenti anche la nonna sarebbe già..."
Le vacanze di René – parte diciannovesima


Ormai stremato dalle fatiche amorose con mia sorella Virginie e con le zie Jeneviève e Juliette, ma soprattutto basito per le continue e sconvolgenti sorprese che la vita sessuale familiare mi stava riservando, mi abbandonai sui corpi nudi delle mie amate ziette, che verificai essere altrettanto stanche, ma appagate della mia prestazione amorosa.

Languidamente continuavano ad accarezzare il mio corpo nudo e contemporaneamente non smettevano di accarezzarsi tra di loro. Rammentando le parole di zia Jeneviève, quando confessava a sua sorella di essersi fatta inculare da zio Marcel proprio ieri, con voce altrettanto languida le chiesi di raccontarmi i particolari e soprattutto della sua predilezione per il rapporto anale.

“Che vuoi che ti dica, nipotino mio”, rispose zia Jen, “godere in quel modo è stata una mia predisposizione sin da ragazza: il rapporto vaginale mi ha sempre entusiasmata, ma un giorno un mio compagno di scuola e di “giochi” mi propose una piccola trasgressione. Sono stata sempre curiosa e desiderosa di nuove esperienze e non mi feci pregare. Ammetto che Alain, il mio compagno di scuola, fu davvero molto dolce e soprattutto delicato. In quel periodo si parlava ancora del famoso rapporto anale tra Maria Schneider e Marlon Brando nel film “L’ultimo tango a Parigi” e tutte noi ragazze eravamo curiose e ansiose di provare le stesse sensazioni che Maria Schneider mostrava di apprezzare tanto nel film”.

“Così Alain mi preparò con una dedizione unica al rapporto: mi leccò il buchino, me lo lubrificò con un prodotto che si era procurato in farmacia, molto scivoloso al tatto, ma di grande efficacia, con il quale mi unse le pareti del “secondo canale”, infilandomi prima un dito, poi due e girando lentamente per spalmare l’unguento su tutta la parete. Ammetto che già dall’inserimento delle dita cominciai a provare dei brividi strani, mai avvertiti prima: una specie di corrente elettrica mi attraversava i lombi ed una piacevolissima sensazione di benessere si diffondeva per tutto il mio corpo. Avevo raccolto dalle mie amiche delle confessioni negative riguardo rapporti anali molto traumatici: alcune di loro non ne volevano sentir neanche parlare. Ma io sono stata sempre una coraggiosa esploratrice, del mondo e del sesso, e non vedevo l’ora di provare questa nuova esperienza. Dopo avermi ben lubrificata Alain massaggiò tutto il suo membro con lo stesso prodotto e poi appoggiò la punta del suo pene al mio buchino, dicendomi di rilassarmi anzi mi consigliò di spingere come quando “si va in bagno”. Ascoltai religiosamente tutti i suoi consigli e quando il suo cazzo cominciò a scivolare dentro il mio canale, invece di provare dolore cominciai a provare un godimento spaventoso. Lampi e tuoni si scatenarono nel mio basso ventre. Alain mi accarezzava il clitoride, girandoci intorno con il dito bagnato degli umori della mia fica. Il mio godimento si intensificava sempre più”.

“Ma l’esplosione avvenne quando, alla fine di una lunga e lentissima penetrazione, il cazzo di Alain si piantò profondamente nel mio culo. Cominciai ad avvertire un orgasmo squassante, che mi fece tremare fin nel profondo. Non avrei mai immaginato di provare delle sensazioni così intense. Il movimento di va e vieni di Alain nel mio secondo canale mi portò ad avere una serie infinita di orgasmi sconvolgenti. Il mio culo ben lubrificato reagiva magnificamente alla penetrazione. Mi trovai a pensare che le mie amiche, quelle che provavano disagio o persino disgusto per la penetrazione anale, che si erano perse il meglio della vita. Da quel momento nel mio culo ci ho infilato di tutto: banane, zucchine, e persino un birillo di un tuo gioco, René, dalle dimensioni davvero generose, con la punta tonda e il corpo di plastica. Una goduria infinita”.

“Quando poi iniziammo i nostri giochini sessuali con lo zio Marcel, farmelo mettere nel culo mi parve la cosa più naturale. Anche perché non era solo una mia convinzione: la penetrazione anale mi dava un godimento talmente intenso che la penetrazione vaginale mi sembrava una sua pallida imitazione. Poi tuo zio Marcel ha un palo talmente grosso che non mi faceva rimpiangere il birillo che usavo prima…”

“Ora, come ti dicevo prima, ho intenzione di farmelo mettere nel culo da tutti quanti: Marcel lo ha già fatto; tu, oggi, mi hai fatto godere come una pazza. Ho voglia di provarci con tuo padre e soprattutto con “mio” padre. Ora che le mura di Gerico sono state finalmente abbattute non vi saranno più timori di essere scoperti, anzi, ho intenzione di farlo davanti a tutti, per mostrare il mio godimento a tutta la famiglia!”

“Sei fantastica, zia Jen!” le dissi abbracciandola. “Tu sei una maestra di vita, della nuova vita felice che ci aspetta su questa meravigliosa isola”. Con le zie scambiammo ancora qualche bacio, alcuni leggeri ed altri profondi, con il consueto scambio della nostra saliva, poi ci rivestimmo e ci incamminammo verso “casa”, la nostra nuova dimora nell’isola di paradiso.

Mentre rientravamo verso l’accampamento (ma chiamarlo così mi sembrava riduttivo, dato che ci eravamo sistemati davvero bene) mi accorsi che tutto era cambiato. Lungo il percorso, in una radura tra le palme, appena illuminata dal sole, scorsi zio Marcel, Edith, Annette e Virginie (il solito trio), che se la stavano spassando allegramente, senza alcuna inibizione: Annette era appoggiata ad una palma mentre zio Marcel la impalava da dietro. Finalmente riuscii ad intravedere il pisello dello zio, davvero notevole: un palo, lo aveva definito zia Jen.
E così era: un affare grosso quanto il mio braccio entrava ed usciva dalla fica di Annette, che aveva sul volto una espressione estasiata. Lo credo bene, pensai, con tutta quella trave nella fica!

La situazione era assai grottesca: zio Marcel mi vide e senza fermarsi nel suo andirivieni mi fece l’occhiolino. Virginie e Edith erano indaffarate ciascuna a leccare la fica di Annette e le sue tette. Anzi Virginie, ogni qualvolta il palo di zio Marcel sfuggiva dalla fica di Annette se lo infilava immediatamente in bocca. Con Le zie ci fermammo ad ammirare quello spettacolo selvaggio ed eccitante. Presumo che in noi tre, contemporaneamente, scattò il desiderio di partecipare al festino, ma proprio in quel momento, in lontananza, udimmo un richiamo: “René, Virginie, zia Jul!”

Era la voce di mia sorella Jacqueline che proveniva dal folto del bosco, appena al di là del nostro accampamento. Preoccupati, ci affrettammo a raggiungere il posto da cui proveniva il richiamo di Jacqueline, pensando a qualcosa di allarmante. Dopo circa cinquanta metri, percorsi sul sentiero che conduceva alla nostra dimora, incontrammo Jacqueline, che era diretta alla spiaggia.
“Jac”, le chiesi “che è successo? Sei allarmata per qualcosa? La mamma, papà, i nonni, stanno bene?”
“Niente di grave”, rispose Jacqueline. “E’ che ero da sola e volevo raggiungervi.”
“Ma scusa, Jac”, le chiesi, “non posso credere che fossi spaventata perché eri da sola. E gli altri?”
“Appunto”, rispose Jacqueline. “Gli altri si stanno dando un da fare incredibile, nonno con nonna, mamma con papà e… io… io non sapevo proprio cosa fare. Così sono venuta a cercarvi. Ma avete visto dov’è finita Virginie?”

“Lascia perdere”, le risposi “la troveresti intenta a fare le stesse cose che stanno facendo gli altri…”
“Oddio!” rispose Virginie, “ma qui è un caso di follia collettiva! Si sono sfrenati tutti quanti, come se non facessero l’amore da anni!
“Non è questo, mia cara”, le rispose pazientemente zia Jeneviève. “E’ che la nostra vista è totalmente cambiata da quando siamo finiti su quest’isola. Ricorda le parole di tuo padre, pronunciate l’altro giorno, dopo la festa in onore di nonna: la nostra vita ha assunto nuovi connotati; i nostri rapporti, da ora in poi, si manifesteranno alla luce del sole. In altre parole, ognuno è libero di far l’amore con chi vuole, purché l’altro lo gradisca. E qui sta accadendo proprio questo. Siccome tuo padre e tua madre si amano, stanno facendo l’amore, proprio come nonno André e nonna Sophie. Molto probabilmente dopo proveranno a scambiare le coppie. E come è accaduto per tua madre e René, che si amano tantissimo e come tra noi e René, proprio perché ci amiamo, teneramente. E come probabilmente accadrà tra te e René, tra te tuo padre o anche il nonno, se finalmente lascerai cadere le tue ritrosie…”

Un rossore acceso infiammò le guance di Jacqueline, che non osò pronunciare parola dopo questo discorso di zia Jeneviève, ma nemmeno espresse disappunto, come era accaduto nelle precedenti occasioni. Le poggiai una mano sulla spalla e la guidai verso l’accampamento, senza che lei esprimesse alcuna reazione negativa. Giunti al campo trovammo che i miei genitori ed i nonni erano ancora “impegnati” nella loro lotta amorosa. Mi sorprese che le due coppie erano distese vicine, sull’erba, senza che la rispettiva presenza costituisse per alcuno di loro un imbarazzo. Nonno André sferrava dei colpi di maglio possenti nella fica di nonna Sophie, che gemeva come se la stessero torturando (ma l’espressione del viso denunziava, al contrario, un godimento estremo), mentre mamma e papà lo stavano facendo più tranquillamente, alla missionaria, gettando ogni tanto uno sguardo ai nonni, che se la stavano godendo un mondo.

Anche noi divenimmo spettatori di quel film porno con tema “amore di gruppo” e ci sedemmo per terra gustandoci lo spettacolo. Solo Jacqueline non reagiva, limitandosi a mantenere un atteggiamento distaccato ed assolutamente non partecipe. Dopo parecchio tempo nonno André con un grido selvaggio annunciò il proprio orgasmo, che riversò nella fica di nonna Sophie, con grande soddisfazione di entrambi. “Oh, André, se mi avessero detto che saresti diventato un mandrillo non ci avrei mai creduto. E soprattutto non avrei mai creduto che io sarei diventata la dea dell’amore, sempre alla ricerca di un cazzo da rinchiudere dentro di me. Io, una vecchia!”

Intervenni immediatamente: “Non sono affatto d’accordo con te, nonna, non sei affatto vecchia. Anzi personalmente ti ho sempre ritenuta una donna di grande fascino e molto desiderabile, proprio come la mamma e le zie, le tue figlie. Siete quattro donne meravigliose!”.
“Dai, René, non prendermi in giro, appena l’altro giorno ho compiuto gli anni, il giro di boa dei sessanta l’ho già percorso e mi dici che sono desiderabile!”
“Ha perfettamente ragione”, replicò nonno André e continuò: “siccome so che René è un grande intenditore, dato il successo amoroso che riscuote, penso sia opportuno che ti dia una dimostrazione di quanto ti apprezzi, cara Sophie.”
“Allora René, che ne diresti di dare alla nonna una prova del tuo affetto. Lo so che la desideri, me ne sono accorto da come la guardi quando è in costume da bagno e da come stai sbavando ora che è completamente nuda: su, dille quanto la ami…!”

Ero completamente basito. Certo che la nonna era desiderabile, che la guardavo in continuazione e che spesso l’avevo desiderata, ma farselo dire spudoratamente in faccia da suo marito, che mi stava invitando addirittura a far l’amore con lei, questo era troppo. Il mio pisello era già in tiro da quando avevo visto quelle scene di sesso sfrenato tra mio padre e mia madre e tra i nonni. Nonna Sophie, ormai senza freni inibitori, come tutti quanti, del resto, mi si avvicinò, mi abbassò il costume da bagno e mi prese in mano il pisello. “Mmmmhhhh, guarda qui che abbiamo…” disse passandosi la lingua sulle labbra. “Mi dispiace, André, ma lo preferisco al tuo, non offenderti, ma ora lo prenderò dappertutto, mentre tu ci guardi…”

Detto questo si inginocchiò davanti a me, abbassò completamente il prepuzio per tirar fuori la cappella e cominciò a leccarlo come nemmeno Virginie aveva saputo fare poche ore prima. Un pompino maestoso, fatto di guizzi di lingua, ingoiate profonde e risucchi che pareva dovesse venirmi fuori l’intestino, tanto la nonna tirava forte. Meno male che le due eiaculazioni precedenti, con Vir e con le zie, avevano prolungato all’infinito i miei tempi, altrimenti anche la nonna sarebbe già stata gratificata con mille schizzi del mio sperma.

Dopo essersi divertita con il pompino, la nonna si distese sullo stesso asciugamani sul quale aveva giaciuto sino a pochi minuti prima con il nonno, dischiuse le gambe e disse: “Dai René, fammi vedere quanto sei bravo, fai godere me come hai fatto con le mie figlie!” Piantai il mio pisello nella fica di nonna, già lubrificatissima dalla “sbora” del nonno e cominciai a muovermi prima lentamente, poi sempre più veloce nella sua fica, cercando persino di superare il nonno nei suoi colpi pazzeschi. Nonna Sophie iniziò gemendo lentamente, poi, sollevò le gambe in altro per farsi penetrare più profondamente; mentre i miei colpi si facevano sempre più forti e l’urto del mio bacino sulle sue cosce produceva un rumore di schiaffi, i suoi gemiti si trasformarono in urla di godimento. “Andréeee, è più bravo di te, mi sta impalando, me lo sento tutto in gola, mi sfonda ahhhhh! Dai René, fammi impazzire, sei bravissimo, è duro, è durissimo, mi piace! Godo, godooooooo!”

Nonna Sophie era davvero la dea del sesso, come lei stessa aveva confessato poc’anzi. Instancabile, aveva appena finito di far l’amore con suo marito e non ne aveva abbastanza. Comprendevo l’effetto del “riali”, ma ero convinto che la caduta di ogni freno inibitore avesse lasciato emergere gli ancestrali ed inespressi desideri di ciascuno di noi. Io avevo iniziato con la mamma, ma anche gli altri non erano da meno.

Dopo aver avuto almeno tre orgasmi, la nonna non era ancora sazia. “Ora mettimelo nel culo. Da quando l’altro giorno me l’avete fatto provare alla festa del mio compleanno non posso più farne a meno!”
Nonna mi fece sdraiare, si accovacciò su di me, dandomi le spalle, e si lasciò penetrare nel culo completamente dal mio cazzo, impalandosi da sola. Quando si sedette completamente sulle mie gambe ebbi la sensazione della morsa che il suo canale rettale imprimeva al mio pisello. Cominciai a sollevare il bacino e a lanciare in aria la nonna, che ricadeva su di me, impalandosi sempre di più. Dopodiché nonna si fermò e cominciò un movimento di va e vieni del bacino sempre con il mio cazzo infilato profondamente nel culo. “Ahhhh, così mi piace, mi piace tanto, lo sento fino in pancia, bello, bellissimo, vengo ancora, godooooo!”

Mai visto uno spettacolo simile. Guardandomi intorno vedevo che tutti assistevano alla scena a bocca aperta. Nessuno mai aveva visto la nonna così scatenata, anzi nessuno mai avrebbe pensato che fosse così sessualmente attiva. Ad un certo punto, come per un tacito accordo, la nonna, stremata dal godimento infinito che l’inculata le aveva dato, si distese su di me. In quel momento mio padre, che esponeva una erezione paurosa (e lo capivo) si inginocchiò tra le cosce aperte della nonna ed iniziò a penetrarla nella fica.

“Nooo”, esclamò la nonna, “due cazzi contemporaneamente dentro di me! E fantastico! André, vedi cosa mi succede, non avrei mai creduto che questo fosse possibile! Ahhh, sto godendo di nuovo! Sì, dai Julien” diceva a mio padre “spingi forte, prendimi, prendetemi, sono vostra, vi amooo!” La nonna si abbandonò ad un ennesimo orgasmo. Sentivo le pareti del suo culo che si stringevano spasmodicamente sul mio pisello e presumo anche quelle della sua fica sul cazzo di mio padre.

Con un ultimo ansito nonna sembrava finalmente rilassarsi. Ma invece no e con un’espressione solare sul volto disse: “Ho goduto tanto, ora ho bisogno che tutti e due mi riempiate il culo e la fica, ora!” Mai un ordine fu così gradito. Mio padre ed io, con un sincronismo tanto perfetto da sembrare collaudato e preparato in precedenza, ci muovevamo nel culo e nella fica di nonna, in modo alternato, così non rischiavamo che uno dei nostri cazzi sfuggisse alla sua morsa. Dopo almeno dieci minuti di questi movimenti (e dopo almeno altri due orgasmi della nonna) io sentii il solito rimescolamento nei lombi, che preannunciava, finalmente il mio orgasmo e gridai: “Nonna vengo, vengo, ti riempio il culo!” Contemporaneamente mio padre, che non aveva smesso di dare colpi all’impazzata nella fica di nonna annunciò il suo orgasmo. Avvertivo il pulsare del suo cazzo attraverso quel sottilissimo strato perineale che ci divideva. E mentre arrivavamo, nonna ebbe il suo ennesimo orgasmo, che lei espresse con un urlo altissimo e poi si accasciò esausta su di me.

Mio padre lentamente si sfilò da lei, mentre io continuavo a tenere il mio bastone saldamente infilato in fondo al suo culo. Nonna non aveva alcuna intenzione di sollevarsi, ma il suo peso era così piacevole per me, che rimanemmo immobili per altri lunghissimi minuti. Alla fine il mio pisello, rimpicciolendosi, lasciò il nido bollente della nonna e con un leggero “plop” uscì da lei.

“Mamma mia che emozioni!” confessò nonna appena poté riprendere fiato. “Non credevo si potesse godere tanto. Non mi era mai capitato prima nella vita. Eppure André è un uomo di prim’ordine. E’ stata tutta colpa mia, delle mie inibizioni, della mia educazione religiosa che mi aveva riempito di mille pregiudizi e mille paure. Il sesso è la cosa più bella che ci sia al mondo. Peccato solo che me ne sono accorta così tardi. Ma ho tutte le intenzioni di riguadagnare ogni minuto perso…!”

“Penso che da ora in poi la posizione alla missionaria la osserverò soltanto se avrò anche infilato un bel cazzo nel culo, contemporaneamente, come avete fatto oggi. Julien, René, come avete fatto a pensarlo? Ma ve ne sono tanto grata. Vi amo tanto.” E diede un lungo bacio sulle labbra sia a mio padre che a me. Quando baciò me non mi feci pregare e le dissi: “nonna, siamo francesi, quindi da te accetterò solo un french-kiss!”

Anche nonna non si fece affatto pregare: dischiuse le labbra ed iniziò un velocissimo e umido intreccio della sua lingua con la mia. La succhiò fino a tirarmela completamente fuori, mi infilò la sua lingua in bocca fin quasi a toccarmi le tonsille, insomma, una ragazzina rinata, una vera dea dell’amore.


Fine capitolo 19
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