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Le vacanze di René - 6


di July64
03.05.2017    |    18.966    |    3 9.6
"Nonno André, con aria sorniona, esordì: “Per favore, Julien, le emozioni della scorsa notte sono state sufficienti! Quindi, cerca di organizzare una..."
Rimasi abbracciato a mia madre, desiderando che la dolcezza immensa del contatto con il suo corpo nudo e bollente non avesse mai fine. Che l’armonia della nostra intima vicinanza fosse alimento di tutta la nostra vita futura. Sì, ne ero consapevole, io l’amavo come nessun altra persona al mondo. Era mia madre, certo, e quindi l’amavo come ogni figlio ama la sua mamma, ma non mi ero innamorato mai di nessuno prima, perché sapevo che il mio amore, quello vero, profondo ed infinito, era interamente dedicato a lei e soltanto a lei.

Ero certo di non aver commesso alcuna azione riprovevole, le avevo solo manifestato il mio grande amore; l’inganno con il quale lo avevo fatto, quello sì mi dava dei sensi di colpa, ma da tanto tempo ero in attesa dell’occasione per confidarle che l’amavo e l’avevo finalmente trovata.

Mia madre era ancora scossa dai brividi: “Oh, Signore” disse piano, con la faccia immersa nei cuscini “sono una donna perduta, ho fatto una delle cose più terribili e proibite della vita. Non ci possono essere scusanti per quello che ho fatto, mi capisci, René? Anche giudicandolo razionalmente non ci sono giustificazioni. E poi tu, lo hai fatto a tradimento, ed io non ho avuto la forza di insistere nel mandarti via dal mio letto.”

“Mamma….” cercai di consolarla, ma non avevo molte parole da dirle in quel momento.

“La cosa che mi sconvolge ancora di più, piccolo mio, è che mi è piaciuto tanto. Questo manda all’aria tutti i principi morali sui quali è fondata la mia esistenza. Invece di insistere nel mandarti via ho permesso che tu continuassi, addirittura dopo aver depositato nella mia vagina il tuo seme dopo quello di tuo padre! Ti ho pregato io stessa di leccarmi ancora! Ma ti rendi conto di ciò che ho fatto?”

Si prese la testa tra le mani e continuò: “Dio mio, se Julien ci avesse trovati insieme, che cosa avrebbe fatto? A parte la sua gelosia, il solo vederci assieme lo avrebbe distrutto, lo avrebbe mandato fuori di testa.”

Si sollevò a sedere sul letto ed io potetti godere ancora della vista del suo seno meraviglioso ed enorme che dondolava, con le areole rosa chiaro e i capezzoli ancora inturgiditi per l’orgasmo che l’aveva appena travolta.

“Sono tormentata, ora, capisci? Ho fatto una cosa che non avrei mai creduto potesse accadere nella mia vita, avrei rifiutato persino l’idea che accadesse. Invece mi è piaciuto, ho avuto l’orgasmo più lungo e intenso che mi sia mai capitato di avere e ti confesso che la mia vita sessuale, sino ad oggi, era molto intensa e soddisfacente! Ma non avevo mai provato prima quello che ho provato oggi.”

Le sue parole, più che mortificarmi, mi inorgoglivano.

“Non è una semplice questione di sessualità, ma piuttosto il fatto che stavo facendo una cosa tanto proibita mi ha eccitata da morire; l’ho fatto con lo stesso istinto selvaggio con il quale lo avevo visto fare a quelle danzatrici al villaggio. Quando ho fatto l’amore prima, con Julien, è stata una cosa bella, come sempre, ma naturale. Dopo, invece, ho goduto tanto da svenire. Sono sconvolta, Renè.”

Io ero altrettanto sconvolto, sia per le sue parole, sia per lo spettacolo offertomi dalle sue tette e dai suoi capezzoli: non riuscivo a distogliere lo sguardo. Mia madre mi guardò e sul suo viso comparve un leggero sorriso. Era una donna molto intelligente e si rendeva conto che i simboli del suo sesso potevano far perdere la testa a chiunque, persino al proprio figlio.

Scese dal letto e la vidi per la prima volta in tutto il suo splendore, completamente nuda. Aveva ormai superato la soglia del pudore: mi aveva concesso ormai tutto, non aveva più senso coprirsi ora.

Si guardò allo specchio: “Mi hai detto che sono bella, che sono più desiderabile di tutte le ragazze che conosci, anche di quelle più giovani di me. Lo apprezzo molto, anche se non sono convinta che sia del tutto vero. Però è bello per qualsiasi donna sentirsi desiderata ed io pare che lo sia da più uomini, ormai. Ma come usciamo da questa situazione, ora?”

“Non usciamone mai, ti prego, mamma” la implorai. “Io ti amo, non negare il mio amore per te, non vivrei più. Non pensare che sia una infatuazione di un adolescente, io ti ho sempre amata e continuerò a farlo per tutta la vita, che tu lo accetti o no!”

“Bambino mio, è difficile pensare a te come il mio amante, anche se nella realtà questo è successo. Anch’io ti amo, ma sono tua madre e non so proprio come sbrogliare questa matassa intricatissima, te lo confesso”.

Si avvicinò e mi abbracciò stretto: eravamo tutti e due completamente nudi, ma non ebbi più il coraggio di chiederle più nulla. Mi godetti quel lungo abbraccio, aderendo come potevo a tutte le curve del suo corpo ed aspirai il suo profumo come quello di un fiore meraviglioso. Però, mi dissi mentalmente, almeno le mura di Gerico sono finalmente crollate!

“Ora penso che dovremo ricomparire in mezzo alla gente, sei d’accordo?” disse mia madre con un sorriso, riprendendo in qualche modo il controllo di sé, “altrimenti qualcuno comincerà davvero a pensare a male”.

Mi dette un ultimo bacio sulla guancia e mi spinse delicatamente verso la porta. Ricambiai il bacio e quando mi chinai per riprendere i miei vestiti lei mi dette un leggero schiaffo sul sedere:

“Devo complimentarmi, piccolo mio, ti ho costruito proprio bene”.

Le sorrisi ancora una volta ed uscii dalla sua cabina, con la testa che mi ronzava come se avessi dentro un alveare. Mamma mia che cosa fantastica mi era capitata!

Tornai nella mia cabina, ma non rifeci un’altra doccia, volevo tenere ancora sul mio corpo tutto il profumo di mia madre. Avevo fatto l’amore con lei, io l’amavo così tanto, non potevo credere che una cosa tanto bella potesse essere immorale.

Mi distesi sul letto, con le braccia sotto la testa. guardando il soffitto. Ero cresciuto molto; mi era capitato, in poco tempo, più di quanto accadeva ad altri in tutta la vita: non potevo affatto lamentarmi.

Dopo circa mezz’ora salii in coperta per dare una mano a mio padre e in quell’attimo realizzai il tradimento nei suoi confronti: anche lui amava mia madre e sebbene io non avessi avuto alcuna intenzione di portargliela via, non era affatto normale che io facessi l’amore con lei. Ma ritenevo che il problema, allo stato, non avesse soluzioni.

Era una splendida giornata tropicale, giusta temperatura, brezza leggera, sole caldo, una meraviglia. Sul ponte trovai mio padre che discuteva con mio nonno e zio Marcel sulle prossime tappe della crociera. Zio Marcel, con un sorriso allusivo stava dicendo: “Sai, Julien, dovremmo trovare altri villaggi e scoprire altre abitudini degli isolani. Se il tema è quello sella scorsa notte ci sarà davvero da divertirsi !”.

Mio padre gli dette uno spintone scherzoso e Marcel fece finta di andare a sbattere contro il nonno, che lo abbracciò per fermarne la corsa.

“Papà André, che mi dici, sarà stata contenta, la nonna stanotte, eh? Ti sei fatto onore?” Marcel prendeva così in giro il nonno, il quale, di rimando, gli appioppò una sonora pacca sulla schiena e gli disse: “On y soi qui mal y pense! Pensa a quello che hai fatto tu, non essere irriverente e rispetta le persone anziane. Comunque puoi chiederlo direttamente a tua nonna, non temo confronti, io!”

“Hai ragione tu, vecchio leone!” lo apostrofò mio padre.

Scoppiammo tutti quanti a ridere.

Iniziarono a salire sul ponte, alla spicciolata, le altre “croceriste”. Le accomunava una espressione languida, testimonianza di sfrenate avventure notturne, sulle quali non avevo il coraggio di indagare.
Per quanto mi fosse apparso del tutto naturale aver fatto l’amore con mia madre, mi dava un senso di disagio pensare a cosa potesse essere accaduto fra zio Marcel e le mie amiche di “giochi”, Edith e Annette, o, addirittura, tra lui e le sue sorelle.

Ma la curiosità, e naturalmente l’ansia più grande, per me era provocata dall’aspettativa della comparsa di mia madre. Come si sarebbe comportata? Ero sicuro che la sua grande personalità non avrebbe mai consentito a nessuno di sospettare, nemmeno lontanamente, che cosa fosse accaduto giù nella sua cabina. E così fu: lei fece la sua comparsa accompagnata da un sorriso radioso diretto a tutti gli astanti. E da tutti fu accolta come la regina del gruppo.

Mio padre spiegò quindi il programma della giornata, che comprendeva un’altra visita ad un atollo, più lontano da quello presso il quale ci eravamo ormeggiati e che ci aveva offerto quello spettacolo unico, che penso nessuno di noi avrebbe mai dimenticato.

Nonno André, con aria sorniona, esordì: “Per favore, Julien, le emozioni della scorsa notte sono state sufficienti! Quindi, cerca di organizzare una visita tranquilla, altrimenti per la nonna Sophie subire altri assalti sarà fin troppo sconvolgente!” Dicendo questo fece l’occhiolino a mio padre.

“André” replicò nonna Sophie, “sempre spregiudicato, il lupo perde il pelo… però non credi che anch’io debba un ringraziamento al capo villaggio? Dopo anni mi ha fatto nuovamente sognare…!”

L’uscita della nonna provocò una risata generale ed un gesto di affetto del nonno, che, non sentendosi affatto rimproverato, anzi complimentandosi per la sua uscita, andò ad abbracciarla stretta.


Fine capitolo 6
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