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incesto

Scappando di casa


di lisagarl
18.09.2007    |    91.570    |    8 8.9
"Mentre ero lì ad aspettare, si fermò un’auto che conosco troppo bene, era il figlio del signor Franco il falegname, mi chiede dove ero diretta, e si offre..."
Quella mattina, come tutte le altre mi accingevo a rifare il letto dei miei genitori, cadde un orecchino, andò a finire sotto il letto, inginocchiata, anzi sdraiata in cerca dell’orecchino, i miei occhi andarono a finire tra la rete e il materasso, credevo che fosse un libro, con molta fatica riuscii a tirarlo fuori, visto il peso del materasso, sedutami sul letto iniziai a sfogliarlo, non era un libro ma bensì un diario, ero perplessa se sfogliarlo o no, ma, la curiosità, ebbe il sopravvento sulla rinuncia, le frasi scritte erano sconvolgenti, mi accorsi subito che si trattava del diario di una donna, aveva iniziato a scriverlo dall’età di 14 anni, i primi baci, le prime carezze, le pomiciate con i ragazzi, man mano che leggevo diventava sempre più interessante, affrontavo il discorso erotico, così ho scoperto che il suo primo ditalino lo ha avuto a 14 anni insieme ad un’amica in gita scolastica. Parlava del suo primo pompino, qui accadde una cosa che mi lasciò senza fiato, il primo pompino la aveva ricevuto suo fratello, non potevo crederci, lei e suo fratello facevano sesso.

Torniamo a noi, scoprii molte altre cose, la sua prima volta era avvenuta a 15 anni sempre con suo fratello, la cosa che mi lasciò un po’ delusa fu questa frase, lo sposo perché sono rimasta incinta, ma, sai che per te ci sono e ci sarò sempre, però il pensiero che ma sconvolto del tutto il cervello, è stato quanto ho letto del ragazzo che lavora nella macelleria vicina casa.
Testualmente assentiva, non posso più fare almeno, della tua terza gamba, la prima volta che hai voluto sodomizzarmi credevo di morire, sentivo lacerare tutta, poi è stato il paradiso, quando ti ho accolto tutto dentro credevo di svenire, come mi sbatti tu non mi ha mai sbattuto nessuno, con te ho provato orgasmi strabilianti, quando vieni, mi pare di assistere all’eruzione di un vulcano, non finisce mai di eruttare sperma, con molto piacere ingoio tutta.

Sconvolta, ma nello stesso tempo eccitata mi sdraia su letto a pensare, iniziai a mettere a fuoco molte cose che erano successe nel tempo, quel ragazzo spesso lo incrociavo nel palazzo, le molte riunioni anche a tarda sera, mio padre sempre fuori per lavoro, e per finire la loro quasi separazione, di fatto è quasi un mese che si sono presi una pausa di riflessione, mio padre se trasferito nella sua casa paterna in un’altra città, volevo chiamarlo e svelare il tutto, ma poi pensai perché non fargli una sorpresa?
Lasciai un messaggio a mia madre, non volevo sentirla ero troppo arrabbiata con lei, buttai dentro il mio trolley qualche abito dell’intimo e mi avviai alla fermata del bus.

Mentre ero lì ad aspettare, si fermò un’auto che conosco troppo bene, era il figlio del signor Franco il falegname, mi chiede dove ero diretta, e si offre di accompagnarmi visto che anche lui è indirizzato da quelle parti. Accetto il passaggio volentieri, affrontando vari argomenti il discorso finisce sempre sul nostro rapporto, la prima volta tra noi, e non poteva mancare il ricordo del primo pompino, lui involontariamente mette una mano sulla mia gamba, gli dico di non farsi venire strane idee che non era aria, dopo un po’ mi prende la mano e se la porta sul suo pacco dicendomi senti qual il tuo effetto su di me, indossava una tuta acetata, sentivo benissimo il suo cazzo duro, non ho resistito, ho infilato la mano dentro la tuta e ho iniziato ad accarezzarlo dicendogli ti congedo una sega per ringraziarti del passaggio, la voglia dentro di me cresceva ancor di più, un po’ per quello che avevo letto un po’ per il cazzo che ritrovavo tra le mani, lascia di stucco anche lui, mi chinai sul suo cazzo e lo presi in bocca, mentre guidava gli stavo facendo un pompino, moti camionisti suonavano, si erano accorti di quello che stavo facendo, lui cercò con una mano di toccarmi, ma, purtroppo indossavo un jeans elasticizzato, voleva fermarsi mi opposi anche perché non vedevo l’ora di arrivare da mio padre.
Forse la posizione scomoda che avevo assunto, l’eccitazione che già avevo addosso, stavo raggiungendo l’orgasmo senza toccarmi, essendo chinata sul cazzo le mie gambe erano strette e il movimento mi dava delle bellissime sensazioni, poi era il primo giorno dopo il ciclo, indossavo ancora un piccolo leggerissimo assorbente e forse è stato proprio la presenza di questo ultimo che mi premeva sulla patatina, lui mi fece capire che stava per venire, ero indecisa se farlo venire in bocca e in un fazzoletto, optai per la prima, mi scaricò in bocca una quantità di sperma che ingoiai tutto, nel sentire lui che veniva, arrivò anche il mio piccolo orgasmo, per fortuna che indossavo l’assorbente altrimenti avrei bagnato tutto il mio pantalone tra le gambe, mi alzai con ancora la bocca sporca di sperma, mi avvicinai alla sua bocca e lo baciai, lui si tirò un po’ indietro, poi rispose al bacio, assaporando il gusto del suo sperma. . Arrivati a destinazione, ci salutammo, citofonai, venne a rispondermi mio padre molto entusiasta del mio arrivo. Venne ad aprirmi, gli buttai le braccia al collo, lo baciai innocentemente sulle labbra come facevo sempre, ci sedemmo sul divano iniziammo a parlare, il discorso finì sul rapporto con mia madre, volevo rivelare la mia scoperta, ma ci ripensai. Lo trovai molto rammaricato si vedeva che stava soffrendo, gli mancava la famiglia, gli mancavo io, squilla il suo telefonino, era mia madre, il mio si era spento, gli chiede notizie di me, la rassicura va tutto bene, gli dico, voglio trascorrere la fine settimana con lui. Ci accomodiamo in salotto, mi offre da bere, passano 20 minuti circa.
Mi dice se voglio rinfrescarmi magari con una doccia sai dov’è il bagno, prendo il mio trolley e m’incammino verso la cameretta di una volta. Mi spoglio, esco dalla camera e mi dirigo nel bagno, con solo l' intimo, lui non può fare a meno di guardarmi. Mi dice, preparati, anche se non ce ne bisogno, lo sei di natura, voglio festeggiare il tuo arrivo, ti porto a pranzo in un lussuoso ristorante della zona. Purtroppo non avevo con me abiti particolari, avevo solo jeans e felpe, mi dice, prima andiamo a fare compere. Entriamo in un negozio d’abbigliamento, mi dice di scegliere il più bel vestito, si rivolge alla commessa che lui conosceva, gli dice voglio il più bel vestito per mia figlia, ne scelgo uno tutto nero elasticizzato, con molta scollatura sia davanti che di dietro, con un po’d’imbarazzo lui acconsente, usciamo e mi dice con un vestito del genere non puoi indossare le scarpe da tennis dai entriamo in questo negozio a prendere le scarpe, ne prendo un modello elegante, molto aperte con tacchi alti 9 cm, sempre nere, usciamo e gli dico sai papi per l’intimo non ti preoccupare ce lo con me, scoppiamo a ridere insieme, torniamo a casa, mi preparo per bene, un leggero trucco, esco come mi vede mi dice sei una dea, se non fossi mai figlia ti farei la corte, quelle parole mi fecero venire la pelle d’oca, un bel uomo mi farebbe la corte. Uscimmo, incrociammo il portinaio, non mi riconobbe, poi mio padre mi presentò erano molti anni che non lo vedevo, fece i complimenti a me e a mio padre. Arrivati al ristorante molto di lusso, i camerieri ci fecero accomodare, vedevo loro invidiare mio padre, gentilmente, ci portarono il menù, notai che lo sguardo cadeva sempre sul mio decolté, scegliemmo il menù e il pranzo ebbe inizio, quando fummo al dolce, mio padre fece portare una bottiglia di spumante francese, (avete capito quale) disse dobbiamo festeggiare per la sorpresa che mi hai fatto, mi sentivo un po’ brilletta, a pranzo avevamo mangiato spigola a forno accompagnata da un vinello bianco, ora lo spumante.
Pagato il conto, gli dissi che avrei preferito fare un giro al centro erano diversi anni che non girassi in quei posti, e poi non nascondo che volevo farmi ammirare, volevo far invidiare mio padre, non fu difficile, mentre passeggiavamo, come fidanzati, gli sguardi dietro di noi erano infiniti, mio padre mi disse chissà come m’invidiano, come vorrebbero stare loro con te, risposi, ma tu, ne sei fiero, o ti infastidisce di passeggiare con me, per risposta mi diede un bacio sulla guancia, peccato avrei preferito sulla bocca.
Trascorso un po’ di tempo in giro gli dissi che mi girava un po’ la testa, volevo tornare a casa, appena entrati mi buttai sul divano, incurante del mio vestito, lui di fianco a me. Lo abbracciai. Sentivo la sua mano tra i capelli, mi coccolava e io ad occhi chiusi mi lasciavo andare alle coccole, non so che ci fu, ma sentii le sue labbra alle mie, mi diede un bacio e si tirò indietro subito, riprese ad accarezzarmi, qualcosa stava cambiando tra noi, le sue carezze non erano più carezze innocenti, mi disse se ti và ti faccio un bel massaggio, senza rispondere mi sdraiai a pancia in sotto e lui iniziò a massaggiarmi iniziò dai muscoli del collo, ridisse rilassati sei tese, mi spostò un po’ il vestito, io per risposta me lo sfilai abbassandomelo lasciando scoperta tutta la schiena, mi disse sei una birichina non hai messo il reggiseno, non potevo con questo tipo di vestito non va indossato risposi, ritornò a massaggiarmi la schiena di volta in volta mi dava dei bacetti sulla schiena, arrivando con la mano quasi a sfiorare il mio fondo schiena, avrei voluto dirgli di scendere più giù, ma temevo di rovinare il tutto.
. In un movimento mi accorsi che si stava eccitando, non credevo che potessi far eccitare mio padre, gli dissi aspetta tolgo del tutto il vestito cosi stai più comodo, e ancora aggiunsi mettiti anche tu comodo stai rovinando il tuo vestito, lo vidi alzarsi e andare nella sua camera, io lo seguii e mi sdraiai sul letto, (non vi ho mai detto che mio padre è fisioterapista lavora in un centro riabilitativo) lui indossò una tuta da ginnastica, si girò e allora capii, voleva nascondere la sua erezione, quando si voltò, mi trovò sdraiata con il solo perizoma addosso, mi disse, ma tu vuoi farmi morire, non risposi, ritornò a farmi il massaggio, sentivo le sue mani sul mio corpo, scese ad accarezzarmi le gambe, mi divaricò leggermente le gambe io le facilitai l’operazione allargando e facendo notare che ero molto umida tra le gambe, lui dietro di me, ormai la sua erezione era a culmini, dallo specchio dell’armadio lui non se nera accorta ma io vedevo spesso i suoi movimenti, mentre si aggiustava il cazzo dentro la tuta, lui era in ginocchio su letto, pensai ora o mai più, mi girai di colpo, la mia fica venne quasi a contatto con il suo bozzo, ci guardammo e senza dire nulla allungai la mano sul suo pacco, mi disse cosa stiamo facendo, ma siamo matti con la mano gli tappai la bocca, è una cosa normale gli dissi lo vogliamo entrambi, tu non stai facendo nulla di che pentirtene, lo baciai, ma questa volta con la lingua iniziai a perlustrarle tuta la bocca in cerca della sua, non fu lunga l’attesa, le nostre lingue s’intrecciarono, ci baciammo a lungo, con le mani cercai il suo cazzo, lui cercò di sottrarsi alla mia ricerca, non voleva, disse sei mia figlia come posso approfittare di te, lo vogliamo entrambi, le mie rassicurazioni ebbero il loro effetto, mi sdraiai, sfilò il perizoma e rimase immobile a fissarmi la fica, un po’ per la mia depilazione con solo un piccolo ciuffo, po’ per la mia verginità, come posso invio lare la tua purezza mi disse, risposi papi ti voglio e detto fatto iniziò a leccarmi la fica in un modo sconvolgente, sapeva dove toccare, dove insistere, il primo orgasmo arrivò in un baleno, lei continuò nonostante e miei umori a leccarmi, mi alzò le gambe e venne a contatto con il mio buchino posteriore, sentivo la sua lingua girarci attorno, e poi violò anche li, ci mise un dito facendo molta attenzione a non farmi male, ma quando si accorse che ero abituata ben altro, iniziò a muoverlo in modo abbastanza veloce, introducendone un secondo dito, ben presto si rese conto che la mia fica era vergine, ma il mio posteriore era ben collaudato, non ce la facevo più, volevo il suo cazzo, mi buttai a capo fitto tra le sue gambe e liberatolo dagli indumenti ritrovai di fronte il suo bel cazzo un attimo d’esitazione, era l’affare che mi aveva messo al mondo, ma poi aprii la bocca e lo ingoiai quasi del tutto, lui capii che ci sapevo fare con il cazzo, ingoiavo e leccavo lungo il filetto. Leccavo le palle ne presi una in bocca e la succhiai a lungo a lui piaceva questa cosa, nella mia mente si faceva spazio l’idea che era giunto il momento di diventare donna in altre parole di donare a mio padre la mia verginità, dopo un po’ che leccavo gli dissi papi non resisto più tu mi hai dato la vita e in cambio io ti dono la mia verginità, mi chiese mille volte se ero sicura, sai una volta persa non la riavrai più pensaci bene, risposi sai, ciò pensato molto, volevo farlo con una persona molto importante, tu lo sei, quindi fammi tua, ritornai sdraiata, lui iniziò a leccarmi di nuovo facendomi venire diverse volte, gli dissi che non ce la facevo più lo volevo dentro, lui prese in mano il suo cazzo, mi disse vuoi guidarlo tu dentro di te, lo presi in mano e lo portai all’ingresso della fica, me lo strusciai un po’ sul clito, ormai ero pronta, lasciai la presa e i disii ORA diede una piccola spinta lo sentii farsi strada, ero tuta rossa fuoco, eccitata un po’ impaurita ma convinta, lui si fermò io gli dissi lo voglio tutto e lui spinse infilandomi tutto il suo cazzo dentro nonostante accusai prima un dolore tipo una puntura, poi un dolore più forte, assorbii il dolore era fatta, mio padre mi aveva fatto donna, gli dissi di fermarsi lui credeva che sentivo dolore voleva estrarlo, ma, serrai i piedi dietro la sua schiena, fermati fammi assaporare questa bella sensazione aggiunsi, dopo un po’ la mia fica si era abituata subito al corpo estraneo che teneva dentro, lui iniziò a muoversi, ogni colpo e mi venivano i brividi, mi sentivo sconvolta, finalmente avevo dentro un cazzo, riprese a sbattermi con ritmi sempre più insistenti, lo tirò fuori e con mia stranezza notai che non mi era uscita nemmeno una goccia di sangue, cambiai posizione lui sdraiato, io salii sopra e melo guidai dentro la fica, lui tiro indietro i piedi formando uno schienale io seduta sul suo cazzo e appoggiata la schiena alle sue gambe mi lasciavo scivolare dentro, il movimento del cazzo si mischiava ai miei umori, mi lasciai andare sempre di più accogliendo lo tutto dentro, non c'è nera più lo avevo tutto dentro. Ormai entrava con facilità, lo cavalcai per diverso tempo, lui aveva una resistenza formidabile, salivo e scendevo su quel palo, volevo provarlo in tutte le posizioni, messami a pecorina lui da dietro mi tornò a scopare, sentii un suo dito sul mio buchetto, me lo infilò e in quel momento ero scopata con il cazzo e inculata con le dita, lo estrasse dalla fica e imbrattato d’umori vaginali me lo mise nel culo, ebbe un momento di esitazione ma, chinai la testa sul letto e portai le mani al mio sedere allargandomi le chiappe per facilitargli l’operazione, in quel momento partii del tutto, non capivo più nulla, venivo inculata e sditalinava con la mano, il suo corpo batteva sul mio culetto, la mia mente era offuscata dal piacere, quando mi riempì il culo di sperma, mi lasciai andare con un urlo e lui tenendomi per i fianchi mi versò tutto il suo nettare dentro. Ne fece una marea, scusandomi mi disse, cara non ho resistito al tuo culetto, sei formidabile, mi girai e lo presi in bocca, lui rimase sconvolto nel vedermi fare quella cosa, lo ripulii per bene incurante di dove era stato, mi baciò a lungo e cademmo esausti sul letto.
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