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DESIDERIO 7 – PIACERE DI AVERVI CONOSCIUTO – Parte prima


di Aleppe
08.12.2016    |    9.367    |    3 9.2
"Patrizia, distesa nella vasca, la testa coperta dall’asciugamano reclinata sul bordo della vasca, gli occhi chiusi e sul corpo tracce di bagnoschiuma, le..."
[Racconto softcore]
Una fredda e piovosa sera d’autunno. Rilassati sul divano, i nostri ospiti, mia moglie ed io guardiamo la televisione commentando senza convinzione quel che passa il convento. “Dlin, dlon, dlin, dlon” suona all’improvviso il campanello. «Vai ad aprire», grida Gianna alla nuova cameriera. «Chi sarà mai a quest’ora con un tempo così orrendo?» «Signora», dice dopo un po’ la cameriera, «ci sono alla porta due signore che vorrebbero parlare con Lei.». Gianna, tranquillizzata dal fatto che non si tratti di niente di pericoloso e curiosa di sapere chi siano le due avventrici, alza il suo superbo fondoschiena dal divano e s’incammina verso l’ingresso.
Da dove torna dopo qualche minuto accompagnata da una bella signora dai capelli rosso scuro sulla quarantina e un’adolescente appena maggiorenne. «Prego accomodatevi», dice lei introducendo le due figure in salotto, «e tu prendi i soprabiti bagnati e mettili ad asciugare», dice quindi alla cameriera. Rivoltasi verso di noi, prosegue: «La signora e sua figlia si stavano recando verso … quando si è rotta la macchina. Dal momento che da queste parti non passa nessuno, si sono incamminate a piedi in cerca di aiuto e sono arrivate a casa nostra. Adesso è tardi e anche se volessimo accompagnarle da qualche parte, sarebbe inutile, perché a quest’ora è tutto chiuso. Potremmo accompagnarle in un albergo, ma lo troverei sgradevole, per questo mi sono offerta di ospitarle. Patrizia e sua figlia hanno accettato.» Scambiati dunque i soliti convenevoli, «Vuoi fare un bagno caldo?» riprese Gianna rivoltasi a Patrizia. «Veramente non vorrei essere di troppo disturbo» «No, no, nessun disturbo. Dai, andiamo, ti faccio vedere dove è la vasca. Cinzia vieni anche tu, così mi aiuti a preparare il bagno» proseguì Gianna strizzando l’occhio alla mia signora in segno che stava tramando qualcosa.
Gianna accompagnò Patrizia fino alla vasca, la riempì di acqua calda avendo cura di trovare la giusta temperatura, vi versò il bagnoschiuma in maniera da creare una montagna di schiuma, vi verso certi sali di cui era in possesso, avviò l’idromassaggio ed invitò l’ospite a spogliarsi ed entrare nella vasca. Patrizia rimase interdetta e la guardò negli occhi come a dire “ma come, qui, davanti a voi due? Voi non uscite?” Gianna, interpretando i di lei pensieri, l’anticipo dicendo: «Dai, non ti vergognerai di noi, siamo tutte donne! Entra in vasca che ti aiutiamo ad insaponarti.» Patrizia, superata una inevitabile iniziale titubanza, vinto il suo senso del pudore, si spogliò nuda mettendo in mostra un corpo bellissimo, pose un asciugamano attorno ai lunghi capelli affinché non si bagnassero ed entrò in vasca. Il corpo di Patrizia era quello di una donna non più giovane, ma ancora molto piacente, con una bella curvatura ai fianchi ed un seno generoso, grosso ma niente affatto cadente. Due rosoni per capezzoli completavano l’opera. Ricordava nelle forme la pornostar che certo conoscerà chi legge questi racconti, Roberta Gemma.

Seduta nella vasca, Gianna cominciò a massaggiarle le spalle e la schiena, arrischiandosi ogni tanto alla base del seno. «Sei veramente una bella donna» ed altre idiozie simili erano le frasi che formulava in un improbabile dialogo finalizzato solo a non dare troppo nell’occhio mentre le carezze si avvicinavano sempre più alla zona pubica. Strategia che sembrava funzionare considerato che Patrizia si godeva quel trattamento senza fiatare e ad occhi chiusi. Non impiegarono molto tempo le mani di Gianna a raggiungere le labbra della fessura di Patrizia, dischiudendole e cominciando un lungo massaggio al clitoride. Questa volta però Patrizia sussultò e voleva protestare, ma anche stavolta Gianna l’anticipo dicendole: «Tranquilla, goditi questo massaggio.» Patrizia allora si voltò verso mia moglie con uno sguardo interrogativo, ma anche lei fu pronta ad anticiparla dicendole: «Siamo tutte donne, no? Non ti preoccupare.».

Patrizia rivolse ancora per qualche istante lo sguardo interrogativo verso le due donne, ma poi cedette, si lasciò andare e godeva del trattamento del massaggio subito. Nel frattempo sempre più insistente, infatti le dita di Gianna erano già entrate a man bassa nella fessura di Patrizia, compiendo un vero e proprio ditalino. Con l’altra mano massaggiava invece una generosa tetta, mentre mia moglie, chinatasi sulla donna, dopo i primi «Oooohhhh» di questa cominciò dapprima a tittillarle i capezzoli e quindi a leccarli spudoratamente. «Ragazze, vi prego, state ferme. Non ho mai fatto questo genere di cose, poi non vi conosco neppure …» provò a replicare Patrizia, ma subito Gianna «Rilassati, te l’abbiamo detto, siamo tra donne e nessuno meglio di una donna sa come trattare una donna. Sei stanca, provata dall’incidente e hai bisogno di rilassarti un po’, non c’è nulla di male. E poi, vedrai, ti piacerà!». Quindi si chinò per leccarle l’altra tetta ed ormai Patrizia aveva due lingue sui capezzoli e mani che la fregavano dappertutto. Da non so dove spuntò fuori anche un dildo, di forma semplice, che subito le fu infilato nella fica, mentre le dita si spostarono a rovistarle il culetto. Patrizia, distesa nella vasca, la testa coperta dall’asciugamano reclinata sul bordo della vasca, gli occhi chiusi e sul corpo tracce di bagnoschiuma, le cosce completamente, ma soprattutto oscenamente spalancate, accarezzate al loro interno dalle due ancelle, era stupenda. Emise infine un lungo «Oooohhhh» che segnalava il raggiungimento dell’orgasmo.

«Bene, adesso vieni fuori che ti asciughiamo», le sussurrò allora in un orecchio Gianna. Patrizia si alzò, uscì dalla vasca e Gianna e Cinzia le furono subito intorno ciascuna con un asciugamano che le strofinarono addosso, senza perdere l’occasione per palparla e frugarla in ogni anfratto. Poi si spogliarono anche loro, Gianna trasse da un cassetto uno strapon, una cintura con un enorme cazzo di plastica nero e le si avvicinò. Patrizia non capì immediatamente le intenzioni di Gianna, che si presole il viso, le girò la testa verso la sua e cominciò un lungo sensualissimo bacio. Quella non oppose resistenza, neppure quando Gianna la girò verso Cinzia e le impose di baciare anche lei. Pian piano le piegò la schiena e, raggiunti i canonici novanta gradi, le infilò il cazzo di plastica nella fica. Dall’altro lato, mia moglie si preoccupò ancora per un poco di stuzzicare il corpo di Patrizia, ma poi si pose seduta sul bordo della vasca, aprì le cose e vi spinse in mezzo la testa di quella. «Leccami la fica … dai» provò a saggiare la disponibilità di lei e, poiché Patrizia non aveva affatto capito il motivo di quel gesto, per vincere la sua titubanza, mia moglie, memore del detto di Maometto e la montagna, le spinse il pube sulla bocca, le strofinò la testa contro e, dopo qualche secondo, finalmente ottenne quello che lei desiderava. Nel frattempo anche Gianna si era fatta più audace, spinse quindi Patrizia per terra e, messala ormai a quattro zampe, cominciò a scoparla alla pecorina. Non paga di questo, ad un certo punto si alzò, le si rimise dietro puntando il cazzo finto verso l’orifizio posteriore e pian piano ve lo introdusse. Contrariamente alle aspettative, Patrizia non si oppose, e, serrati un po’ i denti, accettò di buon grado quel nuovo sviluppo, dimostrando di non essere nuova a quel trattamento. Magnifiche le tre donne, Patrizia carponi sul pavimento in mezzo tra le due, mia moglie ad un’estremità a cosce aperte che si godeva il sapiente leccaggio e Gianna da dietro che inculava Patrizia apostrofandola con frasi del tipo «Ti piace prenderlo da dietro? Chissà quanti sono passati dal secondo canale!» Lei non rispondeva, ma mugolava dimostrando chiaramente di provare piacere.

Non passò molto tempo che anche mia moglie si lasciò andare ad un lungo gemito, quindi Gianna estrasse il cazzo dal culo di Patrizia, si slacciò e lasciò cadere per terra le cintura, la costrinse a voltarsi e, con quella in ginocchio, la guardò dicendole «Forza, non vuoi restituirmi un po’ del piacere che ti ho dato?» «co … co … cosa dovrei fare?» «leccarla, no?», quindi le prese la testa e la spinse verso la fessura; Patrizia non oppose resistenza ed obbedì all’ordine. Gianna, non soddisfatta, si voltò e le pose davanti il suo magnifico culo spingendolo verso il di quella viso. Patrizia si fermò, come se non capisse cosa volesse, ma subito Gianna le ordinò: «Dai, leccami le chiappe … infilami la lingua nel buco del culo …» e stavolta toccò a mia moglie spingere la testa di Patrizia affinché iniziasse la nuova consegna. Gianna aveva intanto recuperato il dildo dall’acqua e con quello si masturbava furiosamente. Cinzia tolse quindi a Patrizia l’asciugamano dai capelli e lasciò che quelli cadessero liberi sulle sue spalle. Che bella Patrizia, in ginocchio, completamente nuda, con la testa premuta da Cinzia contro le chiappe grosse e sode di Gianna!

Ricevuta la sua dose di piacere, Gianna e Cinzia si rivestirono, mentre a Patrizia tolsero l’asciugamano dalla testa e le posero addosso un accappatoio amaranto sotto il quale era completamente nuda, e le consegnarono un paio di ciabatte. «Ti è piaciuto? Avevo ragione o no?» le chiese Gianna. Patrizia annuì con la testa, un po’ rossa in viso, quindi si diressero tutte e tre soddisfatte verso il salotto.

E quando arrivarono si trovarono davanti ad uno spettacolo inatteso.
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