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Io e mia sorella (VIII) - La setta


di pollicino
21.05.2021    |    2.693    |    1 8.1
"Leggendo da un foglio (uno ciascuno) che ci era stato offerto, rispondemmo: - “Promettiamo di riconoscerlo in tutte le cose, desiderando in cambio la sua..."
Io e mia sorella - La setta

La vacanza che l’inverno precedente io e mia sorella ci eravamo regalati era stata davvero speciale, soprattutto per la serata “a luci rosse” con gli amici di Adele.
Così, quando dopo quasi un anno giunse la telefonata della nostra amica, nelle nostre menti si risvegliarono dolci ricordi…
Eravamo agli inizi di dicembre, e fu Giorgia a prendere la telefonata che avrebbe sconvolto le nostre vite.
Superati i convenevoli di rito, Adele ci propose di raggiungerla per le ormai imminenti vacanze di Natale, e disse:
- “Siate puntuali, perché alla Vigilia accadrà qualcosa di importante”.
Giorgia, aveva messo quella chiamata in vivavoce, così potei ascoltare anch’io quello che si erano dette.
Decidemmo di accettare, tanto non avevano alcun programma per le feste, e il 24 mattina fummo in montagna.
Giunti all’albergo che la ragazza gestiva, ci salutammo con gran trasporto: avevamo ritrovato quella affinità che, prima di quella vacanza, credevamo perduta per sempre.
Poi, ci invitò a trasferirci nella sala da pranzo deserta (visto l’ora, era una tarda mattinata):
- “Venite di là, che devo farvi una proposta”.
La seguimmo in silenzio, ci accomodammo a un tavolino, e lì Adele scoprì le carte:
- “Ragazzi, stasera sono stata invitata all’inaugurazione di un club privè, e i proprietari mi hanno chiesto di portare qualche attrattiva… Conoscendo quanto siete porcellini, avrei pensato di far sì che siate voi l’attrazione principale… Vedrete, ci divertiremo!! E mi raccomando: nessuno qui lo deve sapere: io sono considerata una ragazza per bene (e sghignazzò), e succederebbe un casino se trapelasse qualcosa…”.
Giorgia, che di fatto aveva già preso la decisione per entrambi, rispose a Adele:
- “Va bene, saremo dei tuoi! Noi tre siamo indivisibili, ormai, eh?!”.
Tutta la giornata la trascorremmo bighellonando per il paese, elettrizzati (soprattutto Giorgia, la mia porca sorella) dall’idea che presto avremmo avuto gli occhi di tutti gli avventori su di noi…
Quando fu sera, la ex commessa di sexy shop venne a prenderci… Bussò alla porta della nostra camera… Poi, tutti e tre, salimmo sul suo fuoristrada, e lei ci bendò gli occhi, giustificando il gesto dicendo:
- “Se no, che sorpresa è?”
E partimmo, con Adele al volante… Viaggiammo per un tempo imprecisato, per curve e controcurve, strade sconnesse e poco trafficate…
Giunti sul posto, la nostra amica ci tolse la benda… Era già notte alta, non si capiva granchè di dove ci trovavamo, l’unica cosa che vedemmo fu l’ingresso di un piccolo cimitero…
Ci aspettavamo un locale con un’insegna sfavillante, ma pensammo che tutto facesse parte della scenografia…
Adele, cercando di non far troppo rumore, aprì il cancello, ci fece passare, e ci condusse fino a lambire una piccola chiesetta, illuminata esternamente da tante candele color nero (altra cosa che ci parve quantomeno insolita).
Andammo oltre, e raggiungemmo una grande cappella gentilizia… Lì, scendemmo in una cripta sotterranea, con una grande pendola adagiata su una parete, e la nostra amica ci mostrò – stesi sopra un piccolo altare di marmo – gli “abiti” che avremmo dovuto indossare: per Giorgia, c’era un manto rosso lungo fino ai piedi, un cappuccio integrale dello stesso colore, un reggiseno minimale a balconcino (che di fatto le avrebbe coperto solo i suoi proverbiali capezzoloni) e un microperizoma (fatto apposta per velare appena la fessurina).
Per me, invece, era approntato solamente un manto e un cappuccio identico a quello di Giorgia, segno che i miei attributi avrebbero dovuto far mostra di se fin da subito…
Con una scusa banale, Adele uscì fuori da quell’ambiente e scomparve… Non sapevamo che pensare, cosa fare, ma – fidandoci della ragazza – decidemmo di indossare i capi che ci erano stati indicati ed attendere che lei tornasse a dirci qualcosa.
Passarono forse una decina di minuti, quando un uomo e una donna entrarono nel locale…

***

Io e la mia amatissima sorellina fummo condotti giù per una scala stretta a un livello inferiore…
Venimmo denudati, legati mani e piedi divaricati, l’uno a fianco all’altra, su delle rozze tavole di legno, e sottoposti ad un minuzioso lavaggio di tutto il corpo, sin nelle rispettive intimità.
Terminata questa bizzarra operazione (frequentavamo spesso club privè e praticavamo giochi di ruolo a sfondo sessuale, ma mai ci era capitato di dover “subire” questi procedimenti), Giorgia indossò nuovamente i suoi abiti e fummo riportati nella sala dove ci aveva lasciati Adele; era molto freddo, essendo notte, e questa volta dovemmo attendere molto tempo prima che un’altra sorpresa ci lasciasse davvero esterrefatti.
Udimmo riecheggiare il tintinnare di un piccolo campanellino che si avvicinava… Poi, la porta si aprì, e – scortata da un uomo assai prestante – apparve una donna avvolta solamente in un mantello nero, con il volto nascosto da una maschera a forma di un terrificante caprone, con due lunghissime corna.
Si fermò al centro della sala con fare solenne, abbasso lentamente la maschera, e… Era Adele!
Grande fu la nostra meraviglia quando la vedemmo così acconciata, ma non avemmo il coraggio di chiederle nulla…
Fu lei, invece, a parlare:
- “Marco, Giorgia, scusate se vi ho portati qui con l’inganno, ma non avevo altro mezzo, e volevo proprio voi per questa notte particolare”, esordì la ragazza.
- “Voi, non mi avreste mai seguita se vi avessi detto che questa è la mia setta satanica… Sì, state per essere consacrati al Dio degli Inferi… Lucifero!!! Vi ho fatti denudare perché sarete iniziati a Lui, che entrerà dentro di voi, nei vostri corpi che tante volte avete benedetto sessualmente. Per potervi presentare degnamente a lui, dovrete essere tutti puri… Vi hanno mondati, e ora vi sbarberanno il pube… Mi spiace soprattutto per te, cara Giorgia, che dovrai rinunciare per sempre al tuo meraviglioso boschetto… ma, ricordi quando insieme mi avete depilato la mia micia? Bene!, siate fiduciosi, perché sarò io e il mio assistente qui presente a compiere il rito… A tra poco!”.
Detto questo, battè le mani e due inservienti ci ricondussero nell’ambiente in cui eravamo stati purificati, dove erano pronte per noi due fedeli che procedettero con grande competenza alla depilazione.
Eravamo ancora l’uno accanto all’altra… Nel mentre, mi venne da pensare che se io avevo solo da guadagnarci (il mio arnese ne avrebbe guadagnato, sembrando più lungo), mia sorella doveva avere la morte nel cuore ad abbandonare quella folta peluria che tanto mi stregava ogni volta che l’avevo tra le mani…
Beh, pazienza, anche perché avevo altro a cui pensare: più l’operazione procedeva, più il mio bastone di carne si elevava massiccio e incontenibile verso l’alto.
Finito il lavoro, ci guardammo reciprocamente e trovammo anche in questo nuovo look un qualcosa di sensuale.

***

Il tempo passava, e mentre avevamo vestito per l’ennesima volta gli abiti rituali, giunsero un uomo e una donna (coloro che sarebbero stati i nostri padrini) che non avevamo mai visto fino ad allora, i quali ci illustrarono sommariamente quello che sarebbe stato lo svolgersi del rito.
All’ora convenuta, accompagnati da costoro, ci condussero all’ingresso del tempio, dove ci aspettava Adele per dare inizio alla nostra ammissione alla setta.
Intanto, nel silenzio e nella spettralità del cimitero, una gran massa di gente, uomini e donne, si era radunata nella chiesa principale, dove sentimmo declamare tutta una serie di incomprensibili invocazioni al demonio.
L’ambiente, era stato così preparato: alle pareti, dei drappi rossi rivestivano completamente i muri; l’altare di marmo, detto anche l’Albero Maestro, era foderato da un tessuto nero con su disegnato il pentacolo e circondato da una gran quantità di candele dello stesso colore; su di esso, era posta una statuetta del Baphomet (Satana), tre calici, una spada rituale, una ciotola ed un turibolo.
Al centro dell’abside, un seggio era predisposto per la Sacerdotessa e il suo assistente, mentre più prossimo ai fedeli vi era un altro pentacolo disegnato sul pavimento e recante una candela accesa per ogni punta dello stesso.
La processione si avviò in chiesa: prima i sacerdoti e le sacerdotesse di livello inferiore, circa una trentina, poi Adele con il suo assistente.
Ognuno dei celebranti era rivestito solamente del mantello nero, e una volta raggiunta la prossimità dell’altare, prese il posto assegnato dal protocollo.
A noi, che aspettavamo fuori, erano riservati due seggi ai piedi del pentacolo.
Una volta che tutti furono ai loro posti, le litanie che ci accompagnavono alla presenza di Satana cessarono di colpo. Adele, prese la parola e disse, rivolta a tutta l’assemblea:
- “Fate venire gli iniziandi”.
Così, entrammo pure noi, ed iniziammo a procedere, molto lentamente, verso l’altare. Giunti in prossimità, i nostri “padrini” ci indicarono di inginocchiarci, e – stando alle nostre spalle – ci tolsero i mantelli… Giorgia depose anche slip e reggiseno, e restammo così, nella più totale nudità, di fronte al dio Caprone.
Adele riprese a parlare:
- “Di fronte all’ineffabile Dio Satana, in presenza di tutti i demoni dell’inferno, proclamate Lucifero come vostro unico Dio”.
Leggendo da un foglio (uno ciascuno) che ci era stato offerto, rispondemmo:
- “Promettiamo di riconoscerlo in tutte le cose, desiderando in cambio la sua guida e la sua assistenza. Giuriamo, inoltre, di essere fedeli e sottomessi al sacerdote satanico che Lui ci ha messo accanto, riconoscendo in lui il tramite tra Lucifero e noi”.
Quindi, il sacerdote assistente ci porse una coppa ciascuno, nella quale dinanzi a tutto l’uditorio ci invitò ad orinare. Giorgia si accucciò, dilatò oscenamente le labbra della fica, e fece uscire quella pioggia dorata di cui tante volte mi ero nutrito avidamente.
Le presentò alla sacerdotessa, che ne unì il contenuto in una coppa più grande e, dopo aver incensato il contenuto, ce la avvicinò alle labbra, invitandoci a bere:
- “Bevete, e preparatevi a diventare servi di satana”.
E noi, in coro:
- “Siamo pronti”.
Quindi, Adele, con tono imperioso, e puntando il dito contro Giorgia: disse:
- “Tu, vieni a me sull’altare, e offrimi il tuo sangue”.
A queste parole, squillarono una moltitudine di campanelli: Giorgia fu sollevata da terra e, passando sopra le teste dei presenti, adagiata sulla pietra dell’altare.
Lì, l’assistente della sacerdotessa e un altro sacerdote le si avvicinarono, tenendole saldamente ferma per le cosce.
Adele, scesa dal suo scranno e presa la spada rituale, si posizionò tra le gambe di Giorgia; al suo segnale, i sacerdoti le aprirono le labbra e scappucciarono il clitoride… Giorgia, aveva il cuore che le scoppiava nel petto, ma Adele tirò dritta e affondò la taglientissima lama su quel grilletto che era cresciuto sproporzionatamente dalla paura e dall’eccitazione… Il sangue, iniziò a scorrere a fiotti, e un altro inserviente lo raccolse in una coppa apposita.
Vedevo le tette di mia sorella andare su e giù all’impazzata, la carne della mia carne gridava dal dolore, ma piano piano si calmò…
Ebbi come un moto di rabbia… fino ad allora, solo io (a parte il marito per un breve periodo) avevo giocato con il suo corpo, ma purtroppo questa volta non potei far nulla per l’unica donna che ricolmava la mia vita.
Adele, avvicinò la fiamma di una candela a quel fiotto di sangue, che cauterizzò e terminò di scorrere…
Ancora dolorante, fu ricondotta al suo posto, e Adele, indicando me questa volta, mi rivolse la stessa imperiosa richiesta che prima aveva rivolto a Giorgia:
- “Tu, vieni a me sull’altare, e offrimi il tuo sangue”.
Non feci nulla per oppormi, tanto sarebbe stato inutile, e fui disteso su quell’ altare che era ancora intriso del sangue benedetto di mia sorella…
Ancora una volta, la sacerdotessa e i suoi aiutanti si avvicinarono, mi bloccarono, ed iniziarono l’operazione: fu Adele stessa a scappellarmi l’uccello e a ordinare ai sacerdoti di tenermi fermo e con il prepuzio completamente abbassato…
Non ero più vergine, ma avevo la pelle che ricopriva il cazzo molto stretta e il frenulo ancora al suo posto, così decise di approfittarne… Afferrò la stessa spada usata per Giorgia (fu questa la mia consolazione, sapere che il nostro sangue si sarebbe unito pure in questa occasione), la poggiò alla base del glande e recise il mio filetto…
Sentii un gran dolore, e vidi l’assistente far colare il mio sangue nella coppa che già conteneva il sangue di Giorgia… Fu un soave sollievo…
Infine, Adele cauterizzò alla stessa maniera anche la mia ferita, ed io venni riportato accanto a mia sorella.
Ci guardammo fissi negli occhi, e pur non potendoci abbracciare per ovvie ragioni, è come se stessimo cuore a cuore tanto eravamo una cosa sola da sempre…
Adele, nel frattempo, aveva ripreso posto sul suo seggio, e rivolta a noi disse:
- “Questo sangue, il vostro sangue, è il suggello del patto tra ciascuno di voi e il diavolo; firmando con questo sangue, vi impegnate per l’eterno…”.
Fummo invitati a firmare il giuramento che avevamo fatto poco prima, usando una goccia del nostro sangue prelevato in maniera così cruenta… Dopodiché, bruciammo il foglio nel fuoco sacro.
Eravamo al culmine del rito… Il sacerdote assistente, ordinò a Giorgia, ancora dolorante:
- “stenditi sull’altare. Ora, per mezzo di noi sacerdoti, Lui entrerà nel tuo corpo. Stai per ricevere il tuo nuovo Signore”.
Con orrore, capii immediatamente che stavano per stuprare la mia sorellina, non avrei mai immaginato che Adele sarebbe arrivata a tanto, ma ormai eravamo nelle sue mani; sperai solo che non le facessero troppo male, visto che sentivo lei (solitamente così più forte di me) abbandonata al suo destino…
Obbediente, salì sull’altare, dove fu bloccata da quattro iniziati che avevano deposto i loro manti e mostravano dei gran cazzi di tutto rispetto. La sua vulva, spoglia del pelo, mostrava tutta la sua sofferenza…
Poi, non vidi più nulla, poiché fui invitato a sdraiarmi a pancia sotto sul pentacolo ai piedi dell’altare, pressappoco nella stessa posizione di Giorgia, alla quale non fu risparmiata (data la sua posizione più elevata) la supplementare tortura di vedere quello che mi avrebbero fatto.
Da quella posizione alquanto scomoda, sentii ancora Adele pronunciare le parole:
- “E’ Satana che lo vuole! E’ Satana che ti comanda! E’ Satana che sta arrivando!!”.
E Giorgia, quasi di riflesso, rispose:
- “Sì, lo voglio!”.
Passarono pochi secondi di silenzio… I sacerdoti avevano di nuovo aperto manualmente la passera di Giorgia e l’assistente principale si era posizionato sull’altare, tra le sue gambe.
A un certo punto, udii un urlo oserei dire bestiale della mia sorellina:
- “Aaaaaahhhhhhh!!!”.
Non era godimento questa volta, ma proprio dolore, come se fosse stata trafitta…
E in effetti era avvenuto proprio così, l’assistente di Adele l’aveva penetrata a secco, senza lubrificare, e si era spinto dentro di lei fino alla cervice dell’utero… Il “problema”, infatti, non erano le dimensioni (Giorgia è abituata al mio, di tutto rispetto), ma la forza brutale che quell’uomo violento aveva messo nella penetrazione…
Poi, non sentii più nulla, se non il sovrapporsi dell’ansimare di più uomini contemporaneamente. La stavano scopando in circa 20 maschi tutti infoiati (venni poi a sapere che tutti la avevano anche sodomizzata a lungo). Alla fine un urlo di Giorgia:
- “Vengoooooo…”.
Evidentemente, chi l’aveva scopata per ultimo era stato davvero bravo, pensai.
Non sapevo cosa pensare, e soprattutto cosa aspettarmi per me, quando sentii la voce di Adele sopra di me (segno che aveva abbandonato la presa su Giorgia):
- “Chinati e mettiti alla pecorina… Il tuo nuovo padrone sta arrivando!”.
Assunsi la posizione richiesta, e vidi Adele completamente nuda, che aveva indossato un enorme strap-on…
Non ebbi, però, il tempo i realizzare la cosa che me lo sentii tutto dentro per via anale…
Così come non ebbi il fiato per rispondere, ma mi uscì solo un flebile:
- “Oooohhh…”
Nel frattempo, la porca mi spompinava furiosamente.
Ma non volle essere la sola a iniziarmi… Si alternò dentro di me, per una buona mezzora, con una decina di troie che spingevano con tale forza che il mio sfintere era diventato troppo largo per il loro cazzo finto…
Alla fine, tutti avevamo goduto. Ci ricomponemmo, e tornammo ai posti assegnati, poiché c’era da completare la consacrazione.

***

Il rito stava per concludersi… Adele ci fece alzare, mentre due adepti, un uomo e una donna, ci rivestirono dei mantelli.
La sacerdotessa ci rivolse la parola:
- “Giorgia, Marco, ora siete parte della setta, imparerete le nostre tradizioni e adorerete tutti i demoni…”.
Poi, dopo un breve silenzio:
- “Satana vi darà la potenza sessuale, virilità e fertilità: andate e copulate!”.
Venimmo accompagnati processionalmente presso quella che doveva essere stata la sacrestia della chiesa, dove trovammo preparato un talamo nuziale… Tutti i partecipanti al rito si disposero a cerchio attorno a noi… Senza profferir parola, Giorgia fu invitata a sdraiarsi… Due consorelle, intanto, lavorarono alacremente sul mio pisello per farlo venire duro…
A un certo punto, temendo di venire, le allontanai, e volsi le mie attenzioni a mia sorella: la vidi affiancata da due donne, anch’esse completamente nude, che le tenevano la vulva spalancata… Era quasi tornata ad essere la bellissima fica che conoscevo…
Nel frattempo, due confratelli maschi, toccandomi le natiche, mi fecero segno di avvicinarmi, mi presero l’asta in tiro e la posizionarono all’ingresso del paradiso di Giorgia… Poi fu il mio momento, e tornammo ad amarci come solo tra noi poteva succedere, la strinsi forte a me, cominciando a pompare sempre più forte, con sempre maggior frequenza…
Quei momenti, parvero cancellare ogni inganno, ogni sofferenza… ci baciavamo con passione, le toccavo ogni centimetro del suo corpo, e lei ricambiava… Era una meravigliosa scopata, anche se fino ad allora non ci era mai accaduto di scopare davanti a degli spettatori…
A un certo punto, cominciai a sentire che dai miei testicoli lo sperma stava salendo su, su, fino al gran finale…
Sapevo che Giorgia in quei giorni non stava assumendo anticoncezionali, e quindi feci per uscire dal suo ventre, ma… Cosa stava accadendo? Qualcosa mi tratteneva… Erano i confratelli che spingevano il mio bacino contro quello di Giorgia, in un movimento a percussione…
Proiettai tutto il mio seme dentro l’utero di mia sorella… Ne avevo così tanto che a un certo punto iniziò a tracimare, impiastrando anche il suo magnifico culo e finendo la corsa nel suo ano…
O mio dio! Stavamo davvero rischiando grosso!!!

***

Il rito non voluto si era concluso, così come la nostra vacanza e l’amicizia con Adele.
Un giorno, tornando a casa, trovai Giorgia a letto che aveva una brutta cera. Scherzando, le dissi:
- “Sei posseduta da qualche diavolo??”.
E lei mi rispose seria seria:
- “Non scherzare, è tutta stamattina che sto vomitando… non vorrei che quegli stronzi…”.
Non diedi peso a quelle sue ultime parole, ma le consigliai di andare dal nostro medico di famiglia…
Da quel momento, i miei pensieri furono assorbiti dal lavoro, anche se la salute di mia sorella (che era pure la mia segretaria personale) mi preoccupava.
Passò un mese circa, quando una sera a cena, al mio rientro, Giorgia mi annunciò, lapidariamente:
- “Ti ricordi la nostra iniziazione? Quando ci fecero scopare davanti a tutti e tu mi sei venuto dentro? Sono incinta… aspettiamo un bimbo…”.
Immediatamente, pensai: “Oh cazzo, un figlio da mia sorella!!”.
Ci fu un attimo di silenzio, di terrore, non sapevo cosa dirle, abortire sapevo che lei non lo avrebbe fatto mai e neppure io lo avrei voluto, ma un figlio frutto di un incesto provocato…
Fu lei, come sempre (la mia sorellina…), a prendere l’iniziativa:
- “Marco, noi siamo una famiglia un pò particolare, senza figli, ma cosa c’è di male a fare un figlio tutto nostro?”.
Ogni problema era scomparso come per magia… In fondo, io non avevo una donna che non fosse Giorgia e quindi non avrei mai avuto un figlio, lei non ci pensava più, al limite della menopausa… Ed eccolo qua, questo marmocchio!
Abbracciai mia sorella-amante con quanta forza avevo in corpo, pronto ad assumermi le mie responsabilità…

Alla prossima avventura!
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