Racconti Erotici > trio > Io e mia sorella (XXII) - Regalo di Natale
trio

Io e mia sorella (XXII) - Regalo di Natale


di pollicino
11.01.2022    |    1.258    |    0 8.0
"Ansimava a bocca aperta, come a voler recuperare tutto l'ossigeno a disposizione..."
1. Premessa.

Sono davvero poche le esperienze che – insieme a Giorgia, mia sorella – potevo dire di non avere ancora fatto dal punto di vista sessuale.
Una di queste, era proprio quella di fare sesso con una donna di colore, anche se se ne era parlato più volte.
Ebbene, quest'anno, "sotto l'albero", Giorgia mi ha fatto trovare un regalino davvero inaspettato!

Prima, però, di raccontarvi come sono andate le cose, debbo fare una premessa.
Finché eravamo "piccoli" e in famiglia, le nostre vacanze di Natale consistevano in interminabili e noiose giornate passate a tavola, tra pranzi, cene, giochi di carte e litigate con stupidi cuginetti che ancora giocavano con bambole e macchinine.
Io e Giorgia, invece, già badavamo a cose più "divertenti", e quindi, quando fummo cacciati di casa e raggiungemmo finalmente una certa stabilità economica, iniziammo a organizzarci le feste “a nostra immagine e somiglianza".
E siccome la nostra passione più grande (dopo il sesso) è sempre stata la montagna, da allora ci riserviamo una decina di giorni tra la neve, al calduccio di un bel camino, e soprattutto sotto le coperte e senza mettere naso fuori neanche per rifocillarci...

Quest'anno, la nostra scelta (o meglio, quella di mia sorella, la mia”tour operator” personale) è finita su un bellissimo chalet a Brunico, in Trentino, con uso di cucina e dove ci saremmo rinnovati la promessa di amore eterno, carnale e spirituale.

L’impronta tutta femminile di Giorgia si manifestò, poi, nell'addobbare quella stanza come se fossimo a casa: tanto è vero che aveva portato con sé un’intera valigia con tutto il necessario; luci da mettere alle finestre, dentro e fuori, un bel Babbo Natale e una Befana giganti, e infine un albero di Natale così grande che con la punta toccava il soffitto.
Mi aveva "spedito" a sciare, e quando tornai trovai tutta quella meraviglia, e – guardando quei due pupazzoni – non potei non scoppiare a ridere...
Le dissi:
- "Vita mia, ma cos'è questo, un sexy shop?".
Babbo Natale, infatti, aveva addosso solo una giacca e i consueti stivaloni neri, e tra le gambe Giorgia gli aveva piazzato un grosso dildo color carne a rappresentare il cazzo.
La Befana, invece, aveva sopra uno striminzito reggiseno dei suoi che copriva due super tettone, mentre sotto una folta peluria disegnata con un pennarello le ricopriva il pube, e stava a 90 gradi dando le spalle al Babbo Natale, nella posizione della pecorina...

Ci guardammo, e ridendo ancora a crepapelle, lei mi abbracciò e mi rispose:
- "Quei due siamo noi... Non lo vedi? E tu mi farai la festa!".
Ribattei:
- “Si capisce… Ti sfondo tutta, e tu strillerai come una vacca scannata, come piace a me!”.

Eravamo troppo felici, lontani da ogni problema e malelingue, ed io sentii di nuovo quel calore familiare che ci era stato strappato troppo presto.

2. Preparativi della Vigilia.

Passarono i giorni,e alla fine, giungemmo alla vigilia di Natale... Eravamo tutti entusiasti, e avevamo persino un CD con della musica registrata con le solite nenie.
Stavamo per metterci a cena, l'uno dinanzi all'altra... Lei era uno spettacolo – ancor più del solito – vestita da Babba Natale, con un completino fatto di un sopra scollatissimo e bordato di pelliccetta bianca che lasciava quasi completamente scoperte le sue enormi tette, sode, bianche e lisce come quelle di una ragazzina, mentre sotto un gonnellino ridottissimo e scampanato incorniciava meravigliosamente quelle coscione in cui mi perdevo sempre languidamente...
Conoscendola bene la mia porcella, ero sicuro che non aveva indossato le mutandine, una "libertà" che ci piaceva prenderci e che – anche se non dichiarandola ogni volta – scatenava impulsi irrefrenabili al solo guardarci negli occhi, in un gioco a indovinare ogni situazione che lei mi proponeva.
Io, dal canto mio, avevo un analogo costume da Babbo Natale in piena regola, leggerissimo, che mostrava tutta la consistenza del mio "pacco" visto che nemmeno io avevo slip che potessero contenerlo adeguatamente...

C'era, però, una cosa che mi lasciava perplesso: la tavola, era preparata per tre.
E allora – senza profferir parola ma con il solo movimento degli occhi – la interrogai sulla ragione.
E lei, con fare sibillino:
- "C'è una sorpresa che ti piacerà di certo... Ma, abbi fiducia, e non chiedermi altro!".
Mi affidai, come sempre, alla mia donna... Ogni sua "creazione" era una sinfonia per i miei sensi, un'apoteosi, una vera fonte di suggestioni paradisiache.

Il mio regalo per lei era sotto l'albero, tutto impacchettato in uno scatolone enorme, ed era una nuova sexy-machine superaccessoriata.
Non feci caso se ci fosse sistemato un pacchetto anche per me, tanto il mio "regalo" più grande sarebbe stato quello di vederla "goduta" dai freddi meccanismi della macchina che la avrebbero penetrata...

A un certo punto, proprio mentre stavo assaporando la dolcezza di quell'intima solitudine fatta di me e di lei, ecco che bussarono alla porta...
Sulle prime, pensai al cameriere che ci avrebbe servito la cena, ma quando vidi tutto già pronto sbuffai, visibilmente contrariato.
Giorgia, allora, mi fece segno di tacere, e – scrollando il suo monumentale culone – mi voltò le spalle e scomparve per andare ad aprire, così com'era vestita...
La gelosia mi stava prendendo, e immaginavo l'impressione che avrebbe fatto in chi se la sarebbe ritrovata di fronte... Sentivo come se una parte di lei mi stava per essere rubata...
Mi trattenni, ed ebbi solo la forza di ulularle dietro:
- "Copriti, troia!".
Ma non era un'offesa, e lei lo sapeva bene, bensì l’ennesima contemplazione della sua natura.

Rimasto solo con i miei pensieri, dopo pochi istanti sentii il parlottare sommesso di due femmine... Una era lei, ma l'altra? Proprio la sera di Natale doveva arrivare quella scocciatrice?
Come ho già accennato, ormai la vigilia è diventata per noi due una ricorrenza particolare, perché proprio in un giorno come quello eravamo diventati una vera "famiglia"...
Così, attesi ancora qualche altro minuto, magari – pensai – Giorgia l'avrebbe liquidata con qualche parola, ma ecco che apparve in sala una donna di colore... E dietro di lei, mia sorella, che – appoggiandole entrambe le sue mani sulle spalle – me la presentò:
- "Buon Natale, amore mio, lei è il mio regalo... Si chiama Tanisha...".

Dopo un primo momento di imbarazzo reciproco, la donna mi sorrise, ed io vidi – nel bianco dei suoi denti che quasi mi abbagliava in tutta quella "oscurità" della sua pelle – uno sguardo tra il timoroso e l’impaurito.

3. Una cena "piccante".

Fatte le presentazioni, ci mettemmo a tavola, insieme al mio "regalo".
Giorgia aveva cucinato tutto lei, dall’antipasto al dolce, con spezie molto piccanti, percui per "spegnere" la gola che mi andava a fuoco mi dovetti trangugiare una birra dietro l’altra...
Quella scelta di mia sorella mi meravigliò e non poco, poiché lei era solita preparare dei pranzetti molto delicati, ma pensai che lo avesse fatto apposta in "onore" della terra d’origine della sconosciuta...
La quale, peraltro, durante tutta la cena, apparve molto spigliata oltre che molto bella, ed io – d’intesa e con l’incoraggiamento di Giorgia – non le tolsi gli occhi di dosso un solo minuto.

Dopo, mentre mia sorella ci preparava un buon caffè, ci spostammo sul divano, e nonostante la presenza di quell'ospite così “particolare”, in un attimo fui rapito in un sonno profondo...
Quando riaprii gli occhi, mi resi conto che avevo trascorso più di un'ora in quello stato, e vidi Tanisha (così si chiamava la ragazza) che era in ginocchio davanti a me, e la mia sorellina al mio fianco che mi massaggiava il torace, soffermandosi sui capezzoli che tanto amava tormentare con i polpastrelli delle sue dita.
Facendo la finta imbronciata, mi riproverò:
- "Amore mio, che fai, non vuoi godere del mio regalo?".
Disse ciò, calcando la voce sulla parola "godere", e solo allora mi accorsi che eravamo tutti e tre nudi, e così capii le intenzioni di entrambe le femmine: sarebbe stata una vigilia di Natale indimenticabile...
Disteso e ancora preso dal torpore, lasciai fare a quella "panterona", che più la guardavo e più mi ingolosiva...
Tanisha era incuriosita dal mio cazzo, lo guardava con la bocca spalancata e gli occhi sgranati, non tanto per le sue dimensioni quanto (forse) perché era il primo organo genitale maschile che vedeva.
Giorgia sorrise bonariamente, mi si avvicinò, mi strizzò l'occhio e mi sussurrò:
- "Vacci piano... è ancora vergine!".
Riflettei per un paio di secondi, e di rimando replicai:
- "Wow... Ma questo è un doppio regalone! Come farò a sdebitarmi con te?".
Ma mia sorella, che aveva sempre la battuta pronta, non si perse d’animo:
- "Tu pensa a sverginarla, che poi te lo faccio vedere come questo regalone ce lo divideremo da bravi fratello e sorella...".

In effetti, Tanisha era davvero splendida...
Non sapevo dove e come la mia metà l'avesse trovata, ma mentre l'avevo proprio in mezzo alle cosce potei ammirarla in tutta la sua bellezza.
La nigeriana (ma questo lo seppi solo dopo) era alta più di 1 metro e 70 centimetri, giovane e già ben sviluppata, tanto da far invidia a molte ragazze per le sue forme sinuose e prorompenti...
Aveva una capigliatura nerissima fatta di una miriade di treccine tipiche della sua gente, occhi grandi e scuri che brillavano al contrasto con la pelle del color della notte, labbra di un rosa che declinava quasi in un rosso fuoco, e dei denti bianchissimi che parevano la tastiera di un pianoforte. Orecchie piccole e un collo lungo, sottile e slanciato, due tette "spaventose", forse una sesta, leggermente flaccide e scese, con grosse areole scure e due capezzoli carnosi ma allo stesso tempo durissimi, ne facevano una donna di fronte alla quale mai mi sarei aspettato di rimanere così vivamente impressionato...
Forse anche perché era la copia spiccicata, in nero, della mia Giorgia!
Infatti, quel fisico meraviglioso proseguiva – sotto a un busto “pesante” – con fianchi che parevano non finire mai, un ombelico "chiuso" (una novità per me), un culo grosso con la cellulite, e una patatona gonfia e ricoperta di un abbondante vello che stentava a vedersi su quel corpo così scuro.
Ancora più giù, c'erano due cosce incredibili, grosse, infinite, e al loro termine i piedi, perfetti e armonici...
Insomma, più esaminavo quel corpo, e più mi sembrava di vederci quelle statuine che riproducevano la dea della fertilità.

4. La notte delle sorprese.

Come Giorgia mi aveva annunciato, la ragazza era sì vergine ma sapeva bene cosa fare.
Con le mani e i gomiti poggiati sulle mie cosce, di modo che io potessi palpeggiarle le mammelle, scese giù fino a ritrovarsi davanti la punta del mio glande che già svettava dritto in direzione della sua bocca, come un missile in rampa di lancio, e "tirava" da morire.
Allora Tanisha prima mi baciò il pelo del pube e poi, inaspettatamente, prese il cazzo tra le mani e cominciò ad accarezzarmelo sulla punta, fino a scoprire completamente la cappella, portandosi il prepuzio tutto giù fin sotto alla corona del glande.
A questo punto, si sentì pronta, e ingoiò la cappella e tutta l'asta, larga e pulsante, e cominciò a succhiarmi come un'idrovora.
Rimasi immobile, dalla sorpresa e dal timore di venirle in bocca, e mi parve che lei mi volesse estrarre anche l'anima da dentro...

La guardai... Succhiava veramente forte e di gusto, e prima che quel diavolo di femmina mi portasse a una vergognosa eiaculazione precoce, le tolsi il cazzo di bocca sentendo che non voleva mollare la presa, e i suoi denti aguzzi che graffiavano il mio glande.
Ma ero troppo eccitato per farci caso, e l'eccitazione stessa era più forte del dolore, e così, a mia volta, con i miei denti, le strinsi forte i capezzoli, mentre le mie mani tiravano a me le sue tettone, strizzandogliele.
C'era un silenzio assoluto nella sala, e io le dissi:
- "Quanto sei bella... Ti voglio!".
E lei:
- "Sono già tua, fammi tutto ciò che desideri...".

Non resistetti ancora per molto, le conficcai le mie dita nella ciccia soffice dei rotoloni dei suoi fianchi, e la ribaltai sul tappeto che era ai piedi del divano, ritrovandomi steso su di lei.
Mi venne, così, spontaneo cominciare a leccarla tutta.
Per quella femmina, doveva essere la prima volta che un maschio esplorava il suo corpo con la lingua, ma sentii che quella mia azione le piaceva...
Non persi tempo, e di corsa scesi giù tra le sue cosce, affondai la bocca nel suo boschetto a iniziai a schiudere la fessurina: era tutta intrisa di quel succo acidulo che ben conoscevo, che (forse anch'esso) per la prima volta sgorgava come un torrentello impazzito dalla sua micetta...
Mi misi a "bere" avidamente, e quando mi sentii completamente dissetato da quel liquido capii che Tanisha era pronta per il "grande passo".
Il cuore mi batteva forte per l'emozione... Ritornai con i ricordi a quando - proprio una notte come quella - Giorgia si sverginò impalandosi sul mio membro. La guardai, e lei capì al volo i miei sentimenti:
- "Caro", mi disse, "sai quanto questa notte sia sacra per noi... Ora, voglio che associamo a noi anche Tanisha... Perdonami, ti ho detto una piccola bugia, lei non è qui per caso, la conobbi alcuni mesi fa e mi chiese di prendermi la sua verginità, e da allora ho pensato al modo migliore di accontentarla... Ed ecco che il destino ha voluto che questa notte legherà per sempre anche lei a noi due...".

A quelle parole, la presi per le mani e la tirai a me, abbracciandola teneramente, mentre mia sorella si sedette alle sue spalle a cosce larghe, facendo con il suo corpo - ugualmente paffuto - una sorta di poltrona per la ragazza.
Non so quanto tempo restammo così, a scambiarci vicendevolmente ul calore dei nostri corpi.
All'improvviso, mi balenò in mente un pensiero, e le domandai:
- "Quanti anni hai?".
E la giovane:
- "Ho 18 anni".
Mentre Giorgia precisò:
- "Li ha compiuti proprio oggi. Stai tranquillo, è tutto legale...".
Allora, mi sdraiai supino e me la feci salire sopra.
Ero pronto a perforarla, a violare le sue viscere, ma la trattenni per qualche istante in quella posizione... Non volevo perdermi nulla di quel momento così "sacro", irripetibile, con il mio glande adagiato tra le sue grandi labbra...
E mentre io ero travolto da quelle magnifiche sensazioni, Tanisha all'improvviso mi strinse le mani e scese repentinamente sul mio cazzo, lasciandocisi cadere violentemente fino alle palle.
L'imene si lacerò all'istante, e proprio in quel momento in cui si stava "auto-sverginando" la giovane esplose in un urlo che assomigliava più al ruggito di un leone.
Le sue unghie si conficcarono nel mio petto, lasciandovi graffi profondi come stimmate.
Giorgia parve estremamente soddisfatta, e mi sorrise dicendomi:
- "Lo vedi? Sei proprio imbranato... Anche stavolta è stata lei a dover fare tutto!".
Sapevo che non era un rimprovero, che ci amavamo teneramente e al di sopra di tutto e di tutti, ma a quelle parole il mio corpo reagì e cominciai a stantuffarla dal basso, dando il via a un amplesso strepitoso, fatto di baci e orgasmi infiniti da parte di lei.
Scopammo tutta la notte, e alle prime luci dell'alba - quando uscii dal suo ventre - la sua vagina traboccava di un misto di umori, sperma e sangue.

Anche mia sorella era stravolta, ma più che dalla libidine prodotta dallo "spettacolo" che le avevamo offerto dai copiosi orgasmi che si era auto prodotta...
Come una furia, si alzò, trascinò la ragazza lontano da me sul tappeto e le urlò:
- "Senti, troietta, adesso che mio fratello ti ha sventrata e ti sei divertita, voglio divertirmi anch'io!".
E qui, avemmo un'altra sorpresa: mentre io mi aspettavo che fosse Giorgia a prendere l'iniziativa, Tanisha iniziò a palpeggiare le coscione e il grosso culo di mia sorella, e quasi sorpresa si voltò verso di me e mi disse:
- "Wow... É bello grande, e pure sodo!".

Poi, mentre Giorgia era a terra con le gambe aperte, la bella porcella nera gattonando le si allungò sopra cominciando a "masticare" con le labbra un suo orecchio e a infilarle la lingua nella membrana.
Dopo di che, la vidi scendere, e iniziò a baciare la mia femmina sul collo e sulla bocca, fecendomi impazzire dall'eccitazione e dalla incredibile gelosia.
Tanisha, quasi ordinò a mia sorella:
- "Girati!".
Voleva, infatti, leccarle e baciarle l'interno cosce, il culo, e tutta la schiena, e Giorgia stava finalmente godendo anche lei moltissimo:
- "Si! Oh, si! continua! aaah! Non smettere... Mi sta scoppiando il cervello... ".
Nonostante la notevole stazza della mia donna, Tanisha la rivoltò di nuovo come fosse una piuma, e si mise a "giocare" con quel corpo immenso, pari al suo.

Con una mano Tanisha le pressò il ventre, e iniziò a ricercare il suo clitoride che era cresciuto a dismisura e che spuntava tra le soffici labbra come un piccolo cazzo, mentre con l’altra mano si alternava tra un capezzolo e l'altro, facendoli roteare velocemente tra il pollice e l’indice.
Nel frattempo, il bacino della mia maiala sussultava di continuo, alla ricerca del maggior contatto possibile con la bocca di lei, che aveva cominciato a leccare le grandi labbra di Giorgia dal basso, a salire verso il clitoride ma fermandosi sempre un dito prima di incontrarlo.
La lingua rosa della donna di colore stava affondando come un coltello arroventato sempre di più in quella fica fradicia...
Le divaricò le grandi labbra, e la sua bocca affamata si spinse sino a succhiare quelle piccole ali di farfalla che presidiavano l'ingresso al Paradiso.

A un certo punto, la giovane infilò - fino in fondo - due dita nella vagina di mia sorella, e le mosse lentamente avanti e indietro, con le unghie, come a volerle raschiare la sacca, e Giorgia impazzì a quel contatto: "rispose" muovendosi anch'essa, andando incontro a quel movimento per far entrare le dita della sua "benefattrice" ancora più in profondità.

Fu allora che Tanisha - rompendo gli indugi - pose la bocca a ventosa sul clitoride e lo succhiò con tutta la forza che aveva nelle mascelle...
Il corpo di Giorgia, gemendo forte, si irrigidì improvvisamente, ed esplose un poderoso orgasmo:
- "Oh, mio diooo... Vengooooo...", urlò lei, quasi spaventandomi.
Nel frattempo, dalla sua fica tremante si sprigionarono enormi quantità di umori, caldi e incessanti, che colarono lungo le sue coscione fin sul tappeto.
La "negretta", continuò ancora per un po' a maciullarle il clitoride con le labbra, le tolse le dita dalla vagina e le fece entrare nella profondità del retto, mentre mia sorella stava godendo come una pazza:
- "Siii... Inculami... Inculami, ti prego!!".

Questa volta temetti davvero per la salute della mia sorellina... Ansimava a bocca aperta, come a voler recuperare tutto l'ossigeno a disposizione...
Temetti un infarto, mi alzai di scatto e la tirai via dalle grinfie di quella femmina che si era rivelata una vera macchina da sesso, e che me la stava uccidendo.

Dormimmo insieme su quel tappeto, la notte di Natale, e la mattina dopo ci salutammo.
Che dire?, è stata davvero la miglior scopata che abbia mai fatto, ma quanta paura...

FINE.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Io e mia sorella (XXII) - Regalo di Natale:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni