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Prime Esperienze

Mia moglie Valeria - Dopo i 40 anni - Cambiamenti - Capitolo 3 - L'amica


di Marta-trav
27.07.2020    |    16.369    |    8 9.7
"Frequentano al stessa palestra..."
Elena.
La migliore amica di mia moglie. Si conoscono da sempre. Cresciute nello stesso condominio. Compagne di scuola fin dall’asilo.
Una bella donna anche lei. Anzi, bellissima. Che, a differenza di Valeria, ha sempre fatto affidamento sulla sua bellezza.
Non nascondendo mai le sue grazie.
Vederle assieme, sono l’una l’opposto dell’altra.
Valeria sempre in pantaloni, scarpe basse, maglie larghe.
Elena sempre in gonna, mini per l’esattezza. Sempre curata e truccata, anche troppo. Sempre in tacchi alti.
Peccato che abbia sposato quel salame di Giulio.
Tanto antipatico, quanto ricco.
Ad Elena piace fare la bella vita.
Anche con un marito con venti anni più di lei.
E quindi, e questo lo avevo sempre sospettato, incline a qualche scappatella, con uomini almeno della sua età.
Ma ora Elena era entrata, in qualche modo, anche nella mia vita.
Aveva prestato a Valeria tutto il necessario per farsi quelle foto e quelle riprese.
Perché?
Lo avrei chiesto a mia moglie al momento opportuno.

La settimana successiva alla confessione di Valeria è trascorsa normalmente, più o meno.
Il nostro rapporto, in realtà, non era più fluido come prima.
Si percepiva chiaramente che, tra di noi, c’era qualcosa di non detto.
Ed anche in questo caso mi parve evidente che la situazione non potesse andare avanti così.
E quindi presi nuovamente l’iniziativa io, sempre il venerdì sera.
“Ascolta Valeria” dissi. “Cerchiamo di superare questo momento. Non possiamo andare avanti così, te ne rendi conto, vero?”.
“Si” disse lei.
“Bene, e allora parliamone”.
“Di cosa?”.
“Come di cosa? Di quello che hai fatto e del perché lo hai fatto!”.
“Ma te l’ho già detto! Ho sbagliato e vorrei non parlarne più”.
“Valeria, ascoltami. Qualche giorno prima della cena con Marco e Daniela ho casualmente scoperto, accedendo alla cronologia del nostro computer, che nella mattinata avevi visionato una serie di filmati, come dire, porno. Si, usiamo il termine giusto. Filmati porno. Che poi hai pensato bene di cancellare. E’ normale accedere a siti del genere. Lo facciamo tutti. Lo faccio anche io, cosa credi? Così come è altrettanto normale l’autoerotismo. Lo fanno tutti. Lo faccio io e, credo, lo faccia anche tu. Ma tu sei andata a visionare categorie specifiche di filmati. Filmati dove la donna è al centro dell’attenzione di almeno due uomini. Di molti di più, in alcuni casi. Ecco, questo mi incuriosisce. Come mai proprio quelle categorie?”.
Valeria, rossa in viso, aveva lo sguardo basso. Si fissava la punta delle scarpe, basse anche loro, come al solito. “Non lo so. Sarà stato un caso”.
Tin! Risposta sbagliata, cara mogliettina.
“No Valeria, secondo me non è stato un caso. E guardami negli occhi mentre ti parlo! A te eccita l’idea di fare sesso con più uomini, giusto?”.
Silenzio.
“Allora, è giusto o no?”, le chiesi ancora, alzandole nuovamente il viso con un dito e puntando uno sguardo severo dritto nei suoi occhi.
“Rispondimi!” urlai.
“Si”.
“Si cosa?”.
“Hai capito benissimo”.
“No. Spiegamelo bene.”.
“Dai, basta” mi pregò lei.
“No, dobbiamo uscire da questa fase del nostro rapporto e non voglio più segreti tra di noi. Dimmelo!”, gridai.
“Si, mi eccita l’idea di fare sesso con più uomini! Ecco!”, gridò anche lei.
Tombola!
Mia moglie era una di quelle. Era la donna che avrei sempre voluto. Solo che non lo sapevo.
Io lì, ad immaginare di farmi un’amante per vivere situazioni intriganti, trasgressive, estreme. E quell’amante ce l’avevo già e non lo sapevo.
“E scusa, pensavi di dirmelo, prima o poi?”.
“Ma dirti cosa, Stefano! Queste non sono cose che si dicono al proprio marito. Sono solo fantasie e tali devono rimanere. Mi sono toccata qualche volta pensando di trovarmi al centro delle attenzioni di più uomini. Ma ti ho tradito solo con la mente. Non lo farei mai realmente”.
“Non lo faresti di nascosto. E se fossi io a chiedertelo? Se fossi anche io a volerlo?”.
“Ma cosa dici, Stefano!”.
“Dico solo che potremmo provarci”.
“A fare cosa, mio Dio?”.
“A realizzare le tue fantasie, a metterle in pratica”.
“Tu sei matto!”.
“No, non sono matto. Sono un uomo che, come te, ha le sue fantasie. E tali sarebbero rimaste se tu fossi stata più attenta ed avessi rimosso dalla cronologia quei link. Ma non lo hai fatto ed ora siamo qui. E le tue fantasie mi piacciono”.
“No, non voglio. Finiamola qui”, chiuse lei.

Quel fine settimana fu un weekend gelido, specie nei rapporti tra me e Valeria.
I nostri figli iniziavano a percepire un po’ di tensione in casa.
In famiglia non si rideva e non si scherzava più come prima.
L’amo con l’esca, ormai, l’avevo lanciato. Ero nella fase dell’attesa dell’abboccamento.
Valeria era il solo pesce che avrebbe potuto abboccare.
Rimasi in attesa.
Avevo scoperto le mie carte. Valeria lo sapeva. Spettava a lei la prossima mossa.
Nel frattempo mi iscrissi anche io su quel sito di incontri dove avevo visto le foto e i video di mia moglie nuda.
Lo feci per due motivi.
Primo, per vedere se il profilo di Valeria fosse ancora attivo.
Secondo, per rivedere mia moglie come non l’avevo mai vista.
Valehot era ancora lì, ammiccante e conturbante come sempre.
I commenti alle sue foto ed ai suoi video erano aumentati. Sempre più espliciti e sempre più volgari.
Rividi i due filmati già visti insieme a Valeria e, stavolta, andai a vedere anche il terzo.
In quest’ultimo video si vedeva Valeria sedersi nuovamente sulla sedia, con le gambe aperte, completamente nuda, indossando solo i tacchi a spillo, con la figa in bella mostra, che afferra un vibratore poggiato sul tavolino, se lo porta alla bocca (anche se nel filmato si può solo intuire, perché l’inquadratura non sale mai oltre le tette) e se lo infila nella figa. Lo accende ed inizia a godere. Lei geme e si muove al ritmo del vibratore.
Con una mano inizia a strofinarsi il clitoride. Grida ed esplode in un orgasmo potente, che la lascia senza fiato.
Come me in quel preciso momento.
Decido di lasciare un commento anche io. Facendo però in modo che lei potesse capire, se mai lo avesse letto, che ero stato io a lasciarglielo. E così scrissi “la prossima volta che ti infilerai un vibratore nella figa vorrei che tu aprissi la tenda dietro di te…sarebbe così bello ed eccitante vederti mentre ti tocchi all’ombra del campanile”.
Se mai lo avesse letto, lo avrebbe ricondotto a me, su questo non c’erano dubbi.
Se lo avesse letto, avrebbe significato che Valehot era più viva che mai.
Era il secondo amo che lanciavo.
Iniziava un’altra lunga attesa.
Ora Valeria aveva tre possibilità: riprendere il discorso che avevamo bruscamente interrotto dietro la sua ferrea volontà di non volerne più parlare, commentare il mio messaggio lasciato sul sito oppure fare finta di niente. A lei la scelta.
Scelse la seconda possibilità.
Qualche giorno dopo, tornando a sbirciare sul profilo di Valehot, trovai un suo commento al mio commento.
Nel quale la protagonista del video diceva a quello sconosciuto, di nome Nefasto (anagramma di Stefano), che lo avrebbe fatto, perché l’idea eccitava anche lei.
Aveva abboccato.

“Come pensiamo di muoverci?”, mi chiese Stefano la sera stessa, mentre eravamo sul divano a fare zapping.
“In che senso?”, domandai.
“Come in che senso? C’è un solo senso. Come facciamo a trovare l’uomo o gli uomini per mettere in pratica la tua fantasia?”.
Già, la mia fantasia.
Stefano, durante la nostra ultima, animata discussione, mi aveva chiaramente detto di volerlo anche lui, di avere anche lui le sue fantasie. E, tra le sue fantasie, a quanto pare, c’era anche quella di vedere sua moglie scopata da un altro uomo. O più di uno.
E quindi, mi domandavo, era una mia o una sua fantasia? Ero io a volerlo o era lui a spingermi a farlo?

Ma torniamo indietro di qualche tempo.
Negli ultimi mesi mi era capitato spesso di immaginarmi in un letto, nuda, circondata da uomini.
Mi ero masturbata come neppure quando ero adolescente.
Fino a qualche mese fa non ho mai avuto pensieri del genere. Amo Stefano. E mi è sempre bastato lui.
Fin dall’inizio del nostro rapporto il sesso è stata sempre una componente molto importante della nostra vita di coppia.
Lui è stato il mio primo (e unico, finora) uomo.
Con lui ho scoperto il piacere.
Non ho mai sentito il bisogno di altro.
Fare l’amore con Stefano mi è sempre bastato.
Certo, mi rendo perfettamente conto che, con il passare del tempo, lo slancio iniziale si è affievolito.
Forse avrei potuto fare di più. Forse Stefano mi voleva diversa. Forse anche io volevo qualcosa di diverso.
Ma non ho mai ricercato altro.
E la sera, quando facevo l’amore con lui, ritrovavo tutto quello che cercavo e di cui sentivo la necessità.
Poi, un pomeriggio di qualche mese prima, mentre sorseggiavo un caffè a casa di Elena, lei, improvvisamente, se ne esce e mi dice “Sai Valeria, mi è capitata una cosa fantastica!”.
Percepivo entusiasmo nelle sue parole. Era visibilmente emozionata.
“Cosa?”, le ho domandato.
“Tu sai che con Giulio c’è una sorta di accordo. Lui non mi ha mai impedito di vivere le mie avventure extraconiugali, a patto che, però, fossi discreta e non lo venisse a sapere nessuno”.
“Si, me lo hai detto tante volte”.
“E quindi ho fatto le mie scappatelle. Molte, a dire il vero. Da qualche tempo però frequento un ragazzo, molto più giovane di noi. Ha 28 anni. Si chiama Matteo. E’ bellissimo. Ha un corpo scolpito da anni di palestra. E’ sempre abbronzato. Insomma, un figo!”, mi disse di getto Elena, visibilmente eccitata al solo pensiero di Matteo.
“Credo che lui si sia innamorato di me. Ma io non posso permettermi di innamorarmi di lui. Lui sa di Giulio e Giulio sospetta che io stia vivendo qualcosa di più di un’occasionale relazione extraconiugale”.
“Cioè, mi stai dicendo che anche te ti stai innamorando di questo Matteo?”, domandai io.
“Non lo so, Valeria. Non lo so proprio. Ma con lui sto vivendo delle esperienze che mi stanno facendo entrare in un mondo che non conoscevo. Ed io non sono proprio una santarellina”, mi disse Elena, facendomi l’occhietto.
“Ma perché, cosa avete combinato tu e questo Matteo?”, chiesi, ormai molto curiosa.
“Matteo adora le donne più grandi di lui. In questi mesi abbiamo fatto sesso un po’ ovunque. Lui abita da solo, quindi non abbiamo difficoltà a trovare un posto dove fare l’amore in tranquillità. Ma a lui piacciono i luoghi e le situazioni insolite. E quindi l’abbiamo fatto qua e là”, rispose.
“Ma la scorsa settimana è successa una cosa straordinaria. Eravamo a casa sua, di pomeriggio. Come al solito, immaginavo che fossimo passati lì per bere qualcosa, in attesa di uscire e raggiungere l’ennesimo posto insolito dove farmi scopare. Pensa che la volta precedente mi aveva scopata in una piazzola dell’autostrada, di pomeriggio, con il via vai delle macchine proprio accanto a noi. Ed invece, seduti sul divano, ha iniziato a baciarmi e ad infilarmi una mano sotto la gonna. Io ero già tutta bagnata. Dovresti vederlo, Matteo. Ti bagneresti anche tu!”.
“Elena, ma che dici! Sono una donna sposata, io. E amo mio marito!”, dissi di rimando.
“Che noiosa che sei! Anche io sono una donna sposata e anche io amo mio marito. Non per questo non posso divertirmi”.
“No, Elena. Tu non ami tuo marito. Me lo hai detto più volte. Tu ami i suoi soldi, la sua villa al mare, la sua barca, le sue macchine di lusso, questo attico nel quale vivi”.
“Forse hai ragione, Valeria. Ma Matteo devo fartelo conoscere. Cambieresti opinione. Ti piacerebbe sicuramente”.
“Vedremo. Dai, prosegui. Ti ha messo una mano sotto la gonna e poi?”, dissi io, pentendomi subito di averlo domandato.
“Allora sei curiosa! Secondo me dovresti rimetterti in gioco anche tu. Sei bellissima, hai un corpo perfetto. Faresti la felicità di tanti maschietti”.
“Dai, non cambiare discorso. Dimmi come è finita con Matteo”.
“Si, dunque, mi tocca e vede che sono bagnatissima. Le altre volte che passavamo da casa sua prima di andare a scopare da qualche parte mi chiedeva di togliermi le mutandine. Gli piace portarmi in giro senza mutandine, come dire, pronta all’uso. E quindi ho imparato a non indossarle proprio quando esco con lui. Tanto so già che mi chiederà di toglierle. E quindi, quando mi infila la mano sotto la gonna, vede che non indosso la biancheria intima e che sono già grondante di piacere e mi sorride”, mi racconta.
Non lo avrei confessato a nessuno, nemmeno sotto tortura. Ma anche io, in quel momento, mi ero bagnata. Tanto bagnata. Il racconto di Elena mi stava facendo eccitare!
“Mi infila un paio di dita dentro e me le porta alla bocca. Le lecco con avidità. Me le rimette dentro e inizia a muoverle freneticamente, dentro e fuori. Inizio a sentire l’orgasmo che monta. Si ferma improvvisamente. Continua, gli dico io. Dopo, risponde lui. Allunga una mano e afferra qualcosa. Capisco che è una benda. Mi copre gli occhi. Mi sussurra di stare tranquilla. Non sono agitata, anzi, mi fido di lui. Mi piacciono le novità. E quella lo era. Non lo aveva mai fatto prima. Mi dice di rimanere seduta lì, sul divano. Sento che si alza. Mi domando cosa gli passi per la testa, cosa voglia farmi fare quel giorno. Sento una porta che si apre. Sento dei passi, chiaramente di più persone. Inizio a farmi qualche domanda. Sento qualcuno che si siede accanto a me. E’ Matteo. Mi afferra una mano e mi dice che mi ha fatto un regalo. Mi scioglie la benda. Davanti a me, in piedi, ci sono due ragazzi, all’incirca dell’età di Matteo. Istintivamente chiudo le gambe. Indosso una minigonna e non porto le mutandine. Loro sorridono. Li guardo meglio. Sono due bellissimi ragazzi. Uno castano e l’altro moro. Entrambi alti e, per quanto vedo, con un bel fisico. Vestono sportivi. Jeans, maglietta e scarpe da ginnastica. Quello moro deve avere origini brasiliane o cubane o comunque di quelle parti lì. Guardo Matteo con aria interrogativa. Mi sorride. Mi dice che sono due suoi cari amici. Si conoscono da anni. Frequentano al stessa palestra. Mi dice che gli ha parlato molto di me. Di come i suoi sentimenti per me siano sempre più sinceri e sempre più intensi. Gli ha anche detto, però, che sono una donna sposata e che sa che non potrà mai avermi tutta per sé e che quindi si è rassegnato ad avermi solo come amante. Gli ha detto che sono bravissima a fare sesso. Che lo eccito molto. Che non ha mai avuto un’altra donna brava come me. Io lo guardo e guardo i suoi due amici. Loro annuiscono. Matteo mi dice che non ce la fa più da solo a soddisfarmi, che sono troppo esigente, che ogni volta che mi scopa è esausto, che non mi basta mai, che ne voglio sempre di più, che lui non ne ha. In realtà non mi sembra che sia proprio così. Ogni volta devo impegnarmi molto per farlo venire. Resiste tantissimo. Ci devo mettere tutta me stessa. Ma non gli dico niente. Inizio a capire quale sia il mio regalo”, mi disse, tutto d’un fiato, Elena.
Io rimasi senza parole, totalmente rapita dal suo racconto. La mia eccitazione era aumentata. Sentivo un lago in mezzo alle gambe. D’istinto, mi andai a guardare proprio lì. Temevo che si vedesse una chiazza bagnata nel tessuto dei pantaloni che indossavo.
“E poi?”, le ho domandato, con voce roca e con la bocca secca.
“E poi cosa? Secondo te?”.
“Non avrai mica…”.
“Certo che ho! Cinque minuti dopo eravamo tutti e quattro nudi sul lettone di Matteo, avvinghiati. Non avevo mai fatto un’esperienza simile. Io al centro delle attenzioni di tre uomini. Di tre ragazzi. E che ragazzi! Tre stalloni! Mi hanno scopata fino a farmi male. Ovunque, in tutti i modi e in tutte le posizioni. Capisci, Valeria? Tre cazzi di tre ragazzi di 28 anni insieme! Non smettevano di infilarmeli dentro, davanti, dietro e sopra. Anche tutti e tre contemporaneamente. Non so quante volte ho goduto. Non ho contato gli orgasmi. Mi hanno sfiancata. Al termine ero distrutta. E dolorante. Mi faceva male la bocca a forza di fare pompini. Mi faceva male la passerina ma, soprattutto, mi faceva male il buchetto. Sono abituata a prenderlo anche dietro. Ma quei tre erano tre treni e con tre bastoni durissimi. E non la finivano di aprirmi i canali”, continuò lei.
Avevo bisogno di toccarmi. Ero eccitatissima. Dovevo assolutamente masturbarmi.
Non mi capitava da tantissimo tempo di sentirmi eccitata in quel modo.
Dovevo darmi soddisfazione. Dovevo godere.
Ma non ho osato dire niente a Elena.
Se le avessi chiesto di andare in bagno, avrebbe capito.
Strinsi i denti e le chiesi di continuare il racconto.
“Beh, ti ho detto praticamente tutto. Matteo, al termine, mi ha confidato che, in realtà, aveva invitato tre suoi amici. Ma uno di loro, alla fine, aveva avuto un imprevisto e non era potuto venire. Lui era certo che io potessi tenere testa a quattro uomini. Con tre ci sono sicuramente riuscita. La prossima volta ha detto che farà venire anche il quarto”.
“Quindi ci sarà una prossima volta?”, chiesi.
“Certo che ci sarà. Perché me lo chiedi, vuoi unirti a noi?”.
“Ma che dici! Che scema che sei. No di certo. Chiedevo così, per curiosità”.
“Secondo me è più che semplice curiosità. Ma non voglio insistere. Però Vale, guardami, non voglio certo farti fare cose che non vuoi fare. Però pensaci. Pensa che sei ancora giovane. Che sei bella, affascinante, attraente. Dovresti solo osare un po’ di più, giocare con il tuo corpo, scoprirti qua e là, farti ammirare. Te lo puoi permettere. Abbiamo già superato i quarant’anni. Tanti per alcuni versi. Ma pochi per altri. E credimi, siamo le prede preferite dagli uomini. Il punto di riferimento per quelli giovani, che hanno il chiodo fisso per le donne mature. Il sogno di quelli anziani, come mio marito, che magari trovassero una come noi che gliela dà. E poi i nostri coetanei, come tuo marito, non parliamone nemmeno. Insomma tutti vorrebbero scoparci”.
“Io sto bene con Stefano. Anche noi facciamo l’amore, spesso, cosa credi. E lo trovo appagante”.
“Ma io non ti sto dicendo di fare l’amore. Lo so che Stefano è tutto per te. Lo so che lo ami. Lo so che non vuoi rinunciare a lui. E ti invidio pure per questo. Io ti sto parlando di sesso, ti sto dicendo di essere donna, di essere femmina, disinibita e spregiudicata, di mettere gli uomini ai tuoi piedi, di farli sperare, di farli soffrire, di sentirti desiderata, di sentirti bella”.

Appena rientrata in casa sono corsa in bagno e mi sono masturbata, infilandomi tre dita nella passerina.
Il racconto di Elena mi aveva eccitata e turbata.
Tale era stato lo slancio con il quale mi aveva confessato le sue perversioni che, come dire, si, cioè, insomma, mi aveva fatto venir voglia di essere al suo posto.
Poi, però, mi sono detta che ero una pazza, anche solo ad averci pensato. Che quello non era il mio mondo.
Un conto le fantasie, un altro la realtà.
Ma la mia mano, in completa autonomia, ha afferrato lo smartphone, ha aperto l’app delle chat, ha selezionato il contatto di Elena, ha scritto un messaggio ed ha premuto invio.
Nel messaggio la mia mano, contro la mia volontà, ha digitato le seguenti lettere che, solo a rileggerle immediatamente dopo aver premuto il tasto di invio, ho disconosciuto come provenienti da me stessa: “Come hai conosciuto Matteo?”.
Venti secondi dopo è arrivata la risposta di Elena.
“Tesoro, domani pomeriggio vieni da me e ti dico. Bacio”.
Da quel giorno ho iniziato a fantasticare, pensando a me insieme ad altri uomini, immaginandomi al posto della mia amica.
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