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Prime Esperienze

Mia moglie Valeria - Dopo i 40 anni - Cambiamenti - Capitolo 4 - Il profilo


di Marta-trav
04.08.2020    |    11.825    |    3 10.0
"Voleva mettermi alla prova? Voleva vedere fin dove fossi disposto a spingermi? L’avrei accontentata..."
Il giorno dopo, come concordato, ero da lei.
Prima che lei si sposasse con Giulio ci vedevamo, praticamente, tutti i giorni.
Poi, dopo il matrimonio, era andata a vivere nell’attico di Giulio, nella parte nobile della città.
Un quarto d’ora in macchina da casa mia e di Stefano.
Mi aprì la porta in reggiseno e mutandine.
Non potei non notare, ancora una volta, lo splendore del corpo di Elena.
Semplicemente perfetto, non un difetto.
Frutto di anni di allenamento ed alimentazione ricercata.
Del resto lei viveva di rendita, quella del marito. E passava il suo tempo, quando non scopava con Matteo o con chissà chi altro, a prendersi cura di se stessa, per essere sempre al top.
L’intimo di quel giorno era piuttosto semplice, per nulla sexy.
Venne ad aprirmi scalza.
Non credo di aver mai visto Elena senza le unghie dei piedi smaltate di rosso fuoco. Come anche quel giorno, del resto.
Mi ha fatto accomodare sul divano e mi ha offerto da bere.
“Grazie, magari più tardi”, le ho detto.
Giulio, come sempre, non era in casa.
A parte il gatto, eravamo solo noi due.
Elena, seduta accanto a me, afferrò il suo tablet e aprì un’app.
Comparve una schermata di login.
Inserì le sue credenziali ed entrò nel suo account su quell’app.
“Tieni, guarda pure”.
Mi passò il tablet.
Davanti a me c’era la foto di una donna stupenda, senza filtri e senza alcunché che potesse celare, in qualche modo, i suoi tratti identificativi. Quella donna era Elena.
Che, in quell’app, in quel mondo virtuale, si faceva però chiamare QueenEly.
“Ma così ti possono riconoscere tutti! Anche Giulio”, le dissi.
“Giulio nemmeno sa che esistono queste app. Lui vive soltanto di codici e di leggi. Il resto sono tutte cazzate”.
“Si, va bene. Ma chiunque ti conosce può comunque identificarti”.
“Certo che può. Ma se accede a questo sito è perché è un po’ birichino. Chi è su questo sito, come me, è perché sta cercando una cosa, solo quella. Che poi è la stessa che cerco anche io. E quindi tanto vale essere trasparenti fin da subito, non trovi?”.
“Non credo che io sarei in grado di farlo”, le dissi.
“Mai dire mai”, controbatté Elena, e mi sorrise.
“E Matteo, come c’entra in tutto questo”, le domandai.
“Già, il mio Matteo. Matteo è uno dei tanti, tantissimi, uomini che mi hanno contattata su questo sito. Guarda anche tu, esplora la mia pagina, clicca dove vuoi, dimmi cosa ne pensi”.
E cosi mi misi ad esplorare il profilo di QueenEly, la mia amica Elena.
Quello che vidi mi scioccò.
Alzai gli occhi e guardai Elena.
“Beh, che c’è? Non ti piace?”, mi chiese.
“Ma Elena, tu fai queste cose? Cioè, sono affari tuoi se le fai, figurati. Ma le fai e ti riprendi o ti fai riprendere mentre le fai? E poi le pubblichi? E tutti possono vederle?”.
“Amica mia, non ti scandalizzare. Non sono mica la sola che fa queste cose”, e mi diede un bacio sulla bocca, a labbra chiuse.
Rimasi immobile, a fissare Elena negli occhi.
Ci conosciamo da sempre. Ma è la prima volta che ci baciamo sulla bocca. Cioè, tecnicamente non ci siamo neppure baciate. Ma per me lo è stato.
Elena si è alzata ed è andata in cucina. Non ho potuto fare a meno di guardale il culo. Semplicemente perfetto. Sodo, liscio, né piccolo, né grande. Insomma, bellissimo.
E’ sparita in cucina.
Sono rimasta imbambolata a fissare il punto dove, fino a un attimo prima, c’era l’opera d’arte che è il culo di Elena.
Il rumore dei bicchieri in cucina mi ha riportata sulla terra.
Mi sono accorta di avere ancora il tablet in mano, sulla pagina di QueenEly.
Ho continuato l’esplorazione della pagina.
Ci saranno stati una cinquantina di filmati, di pochi minuti ciascuno.
Elena scopata alla pecorina, Elena sotto l’uomo di turno, Elena che ne cavalca un altro, Elena che fa un pompino, Elena che si fa venire in bocca da un altro uomo, Elena che lo prende nel culo, Elena che fa sesso con una donna…in alcune riprese si capiva chiaramente che la telecamera era fissa, in altre si capiva altrettanto chiaramente che c’era qualcuno che riprendeva.
Mi è saltato agli occhi il video nel quale Elena fa sesso con la donna. Elena era vestita (beh, vestita è un parolone) indossando le stesse scarpe e le stesse autoreggenti del video nel quale lo prende nel culo da un uomo.
Quella porca della mia amica si è scopata prima il marito e poi la moglie! O viceversa. Non credo che glielo avrei chiesto.
“Allora, stai guardando la mia pagina?”, mi gridò Elena dalla cucina.
“Elena, ma sei una…”, non mi veniva la parola esatta.
“Cosa, una troia? Una zoccola? Una puttana?”, disse lei ad alta voce.
“Beh, si, pensavo proprio ad una di quelle parole”, io, di rimando, ma a bassa voce.
“Forse si”, disse lei a voce più bassa, ricomparendo nel riquadro della porta della cucina, con in mano due bicchieri.
Me ne porse uno. Era vino bianco. Ghiacciato. Proprio quello che mi ci voleva per placare i miei bollenti spiriti.
“Ma da quando fai queste cose?”, le domandai.
“Da quando ho sposato Giulio, più o meno”, disse. “Cioè, le ho sempre fatte. Ma ora più di prima. E mi piace farle davanti alle telecamere”.
Continuai a sbirciare il profilo della mia amica.
Centinaia di foto, raggruppate per cartelle, ogni cartella con un titolo.
Centinaia di contatti, uomini, donne, coppie, gay, trans. Elena era di bocca buona.
Migliaia di messaggi, di ogni tipo.
“E Matteo?”, le chiesi ancora.
“Lui è uno dei tanti. Se sfogli la chat troverai il suo profilo. Vai a vedere la sua foto e poi mi dirai”.
Lo feci.
Sfogliai la lista delle chat fino ad arrivare ad un utente che si chiamava, molto semplicemente, Matteo.
Le chiesi se fosse lui. Mi disse di si.
Cliccai e mi apparve la foto della seconda opera d’arte della giornata, dopo il culo di Elena. Un cazzo meraviglioso. Come non ne avevo mai visti prima. Ma io non facevo testo. Io avevo visto solo quello di mio marito Stefano e per me era già tanta roba. Si, mi era capitato di buttare l’occhio su qualche rivista pornografica. Ma lì era tutta finzione. Questo, invece, era il cazzo di una persona, di un uomo, di un ragazzo di 28 anni che esisteva realmente e di cui Elena mi aveva detto un gran bene.
“Bello, eh?” disse lei. “Ed è proprio così, anche dal vivo, grosso, nodoso, con le vene in rilevo e sempre, ma dico sempre, tremendamente duro. Ah, quanto mi piace sentirlo dentro di me…”, continuò lei, con occhi languidi e sognanti.
“Quindi lo hai conosciuto qui, sul sito?”.
“Si, esatto. Mi ha contattata e ci siamo scambiati un po’ di messaggi. In quel periodo incontravo altri due uomini, entrambi della nostra età. Con uno ci vedevamo nel suo studio da avvocato, con l’altro nella sua casa in campagna. Poi è arrivato Matteo e gli ho dato il benservito, a tutti e due”.
Continuai a sfogliare il profilo di Matteo. Sicuramente un gran bel vedere. Su questo Elena aveva perfettamente ragione, anche se non glielo avrei mai detto.
“Perché non lo fai anche tu?”.
“Cosa?”, le dissi io, sbalordita.
“Perché non ti apri un profilo anche tu? Così, solo per vedere cosa succede. Basta essere un po’ più accorta di me e nessuno potrà riconoscerti. Prendilo come un gioco”.
“Tu sei tutta matta!”, le dissi.
“Secondo me faresti un figurone. Sei bellissima. Basta fare qualche foto un po’ osé e poi restiamo a vedere cosa succede”.
“Ma questi sono tutti uomini che ti contattano perché vogliono scoparti!”.
“Lascia che sia io a farmi scopare. Tu non dovrai accettare nessun invito. Nessuno saprà chi sei. Vedranno solo una parte di te. E vedranno belle cose. Credimi, ti fa sentire viva, desiderata, donna. Aiuta l’autostima. Ti farà sentire meglio e, nel completo anonimato, ti darà la forza di decidere a chi dare l’onore della tua amicizia e a chi no. E ci saranno persone, uomini o donne, che soffriranno per le tue scelte”.
“A proposito, ma tua fai sesso anche con donne?”.
“Raramente. Ma se capita non mi tiro certo indietro. Con te, ad esempio, non mi tirerei indietro”, e mi fece la linguaccia.
“Che scema che sei”.

“Stai frequentando molto Elena in questi giorni”, mi disse Stefano quella sera. “Ha problemi con Giulio?”, mi domandò.
“No, non credo. Chiacchieriamo e basta”.
Non mi sembrò convinto, ma non mi chiese altro.
Quella sera, in televisione, c’era un film che sapevo piacere molto a Stefano.
“Ce lo guardiamo?”, mi chiese.
“Ok”, risposi.
Appena seduta sul divano, però, la mia mente è tornata al pomeriggio, alla chiacchierata con Elena, al suo profilo, alle sue foto, ai suoi video. Al suo bacio.
Mi stavo bagnando. Sentivo montare l’eccitazione.
Ho finto un mal di testa, ho salutato Stefano e me ne sono andata a dormire.
Mi sono infilata nel letto. Nella stanza accanto i miei figli leggevano. O dormivano. Chissà.
Ho spento la luce e mi sono toccata.
Mi sono provocata due orgasmi.
Avevo la passerina dolorante. Ma una parte di me ne voleva ancora.
Mi toccai i capezzoli, mi torturai il clitoride, mi infilai quattro dita nella figa.
Godevo e godevo. Immedesimandomi in Elena.
Prima di addormentarmi accettai, con me stessa, la sua proposta.
Avrei giocato. Avrei aperto un profilo mio. Avrei visto cosa sarebbe successo.
Quella sera nacque Valehot.

“Allora, Valeria, come pensiamo di trovare l’uomo o gli uomini giusti”, le chiesi ancora, visto che non mi rispondeva.
“Ma non lo so, Stefano! Non è una cosa che si compra al supermercato!”.
“Io, invece, ci ho pensato”, le dissi. “Potremmo fare così. Tu mantieni attivo il profilo di Valehot. Fai le tue valutazioni su chi ti contatta. Cerchi di capire chi hai di fronte. Fai domande, cerchi risposte. Quando pensi di aver trovato qualcosa o qualcuno di interessante, me lo fai sapere. Io non interferirò nella tua scelta. Sarai tu a decidere. In base alle tue sensazioni. Tienimi solo informato costantemente. Nel tuo profilo hai già scritto di essere sposata. Quindi non devi nascondere niente. Dì pure che tuo marito sa tutto e che è d’accordo”, le dissi.
Stefano mi parlava come se stessimo organizzando una cena, un viaggio o chissà cosa. Con totale disinteresse. O, magari, con molto più interesse di quanto facesse vedere. Mi stava chiedendo di cercare un uomo dal quale farmi scopare, magari in sua presenza. E me lo chiedeva come se mi stesse chiedendo se nella carbonara fosse meglio la pancetta o il guanciale.
“Che ne dici?”, le domandai.
Valeria era titubante. Ma era anche intelligente. E sapeva che non avrei mollato l’osso.
“Va bene”, mi disse quindi, più per mettere fine al confronto con me su quello scomodo argomento che per convinzione.
In ogni modo nei giorni seguenti Valeria passò molto più tempo del solito sul suo smartphone.
Io ero incredulo di quanto stava accadendo.
Tutte le mie fantasie, anche le più peccaminose, stavano lentamente passando dal mondo dell’impossibile a quello del possibile, se non addirittura a quello del probabile.
In tutte le mie fantasie c’era Valeria al centro dei riflettori.
Valeria scopata da me, insieme ad altri uomini. Valeria scopata da altri uomini, ma senza di me. Io e Valeria che incontriamo un’altra coppia e facciamo lo scambio di mogli in camere separate. Valeria che fa una gang bang. Valeria che si prostituisce.
Insomma, Valeria stava diventando sempre più unìossessione, quella donna che avevo solo idealizzato e fantasticato. Già pensavo che fosse difficile, se non impossibile, incontrarne una sulla mia strada. Ma scoprire addirittura che quella donna fosse mia moglie, beh, non lo avrei mai pensato, non ci avrei mai creduto e faticavo a ritenere reali gli accadimenti degli ultimi giorni.
“Trovato niente?”, le domandavo ogni tanto.
“No, niente”, era la sua solita risposta.
I giorni passavano e Valeria non dava nessun segnale. Temevo che stesse perdendo tempo volutamente. Non mi andava di incalzarla. Ma non mi andava neppure di perdere ancora troppo tempo.
Quindi, per l’ennesima volta, decisi di prendere in mano la questione e di rimettere in vita Nefasto.
Non volevo tuttavia che Valeria se ne accorgesse. E quindi navigavo in rete quando non ero con lei.
Nefasto non riscuoteva molto successo. Il suo profilo era piuttosto scarno e per niente invitante.
Decisi di porvi rimedio.
Mi feci qualche foto proprio lì e le pubblicai sulla mia pagina.
Successero due cose.
La prima.
Iniziarono ad arrivarmi molti commenti e molti messaggi privati. Di gay e di trans, soprattutto. Ma anche di qualche coppia.
La seconda.
Valeria, una sera, mi disse “Stai cercando anche tu qualcuna da scoparti? Ho visto che il tuo profilo è molto visitato ultimamente”. E lo disse un po’ infastidita.
Dunque Valeria navigava realmente nel sito di incontri. Ed aveva curiosato anche sulla mia pagina.
“In realtà no, non sto cercando nessuna. Piuttosto sto cercando di darti una mano nella tua ricerca. Magari in due abbiamo più possibilità di trovare qualcuno che possa fare al nostro caso”.
“Perché, secondo te chi può fare al nostro caso?”, mi domandò, scontrosa.
Voleva mettermi alla prova? Voleva vedere fin dove fossi disposto a spingermi?
L’avrei accontentata.
Ho sempre fantasticato su una vita sessuale senza limiti e senza tabù.
Non avrei certo iniziato adesso a pormene.
“Non so, pensavo ad un uomo che non abbia troppi impegni sentimentali o familiari. Qualcuno che abbia molto tempo libero. In modo da poter essere disponibile più o meno subito, secondo le nostre necessità. E poi scusa, ma tra tutti gli uomini che ti hanno contattata, ti sarai pur fatta qualche idea, no? Ci sarà pure qualcuno che ti stimola più di altri, no? Che mi dici di Mariolone, ad esempio?”.
“Stronzo!” mi disse lei, acida. “Ma lo hai visto?”.
“Si, l’ho visto. Ho visto che ha sborrato per te. Ho anche visto che hai apprezzato quel video che ti ha inviato, da come lo hai commentato”.
“Quella è solo educazione”.
E’ solo troiaggine, cara Valeria. L’ho pensato, ma non glielo ho detto.
“In effetti non è proprio il massimo. Un po’ troppo maturo, un po’ troppo sovrappeso, un po’ troppo peloso, secondo me”, dissi.
“Già”, disse lei.
“Bene, questa è già una risposta. Quindi dobbiamo trovare qualcuno più giovane, più magro e depilato. Questo restringe già il campo della ricerca, anche se non di molto. E poi, secondo me, anche un po’ più dotato di Mariolone”, conclusi.
“Stronzo!”. Stavolta me lo disse guardandomi dritto negli occhi.

Capito? Dal suo punto di vista, mi stava aiutando a realizzare quella che lui ancora continuava a definire una mia fantasia, ma voleva che io lo facessi secondo le sue “disinteressate” indicazioni.
Stefano voleva che io cercassi un uomo giovane, snello, liscio e dotato dal quale farmi scopare.
Non nego che, pur se non con la stessa trepidazione che mostrava Stefano, questo gioco iniziava ad intrigare anche me.
Effettivamente ora guardavo i profili degli uomini che mi contattavano su quel sito di incontri con occhi diversi.
Prima mi divertivo solo a farmi ammirare. Ora cercavo di immaginare come potesse essere un incontro reale con qualcuno di loro.
“Secondo me devi essere un po’ più esplicita”, mi disse Stefano. “Devi scrivere chiaramente, sul tuo profilo, che sei disponibile ad incontrare realmente, non solo ad esibirti. Credimi, gli uomini vogliono tutto e subito. E se trovano qualcuna che glielo concede, i tempi si azzerano”.
“E tu cosa ne sai?”, gli risposi, sarcastica.
In ogni caso accettai la sua proposta e modificai la parte descrittiva del mio annuncio, scrivendo, al di là di ogni ragionevole dubbio, le seguenti parole “disponibile ad incontrare”.
Stefano, evidentemente, conosceva molto bene, molto meglio di me almeno, le oscure dinamiche che regolano i ragionamenti, le aspettative e gli interessi degli uomini in ambienti come quello nel quale eravamo finiti.
Perché iniziarono ad arrivarmi molti più messaggi di quelli che, normalmente, mi arrivavano, che già non erano pochi.
Non messaggi, per l’esattezza. Richieste. Richieste di incontri.
Era bastato aggiungere tre parole al mio annuncio ed erano completamente cambiate le modalità di approccio di chi ambiva ad incontrarmi.
Saremo solo noi due? Parteciperà anche tuo marito? Sei ospitale? Sei mercenaria? Vieni da me stasera.
Più o meno era questo il contenuto dei messaggi che mi sono arrivati nelle ore immediatamente successive alla modifica del mio annuncio.
“Ho visto che il numero degli accessi al tuo profilo è aumentato esponenzialmente. Chi ti ha scritto? Uomini?”, mi domandò Stefano.
“Si, tanti, tantissimi. Non pensavo”, risposi.
E’ vero, non credevo proprio che ci potesse essere così tanto interesse nei miei confronti.
Elena, però, aveva ragione. L’autostima ci guadagnava.
“Secondo me dovremmo anche arricchire di ulteriori contenuti il tuo profilo. Fare nuove foto, qualche altro video. Che ne dici?”, mi disse.
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