tradimenti
Mara 1

27.06.2025 |
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"Pensa che ad un certo punto spinta dalle occhiate birichine di mio marito mi son seduta di fronte a lui lasciandogli sbirciare qualcosa in più del lecito..."
La signora Mara era sempre stata in cima ai miei pensieri, mi piaceva molto per il suo stile di donna elegante , sensuale, un po’ distaccata, suo marito, un ingegnere , aveva compiti di alta responsabilità era poco in casa, lei impiegata al Comune solo al mattino.Io mi chiamo Giorgio e sono figlio del portiere del condominio in cui abita la signora Mara, studio legge ed aiuto mio padre facendo piccole riparazioni ai condomini.
Vado spesso anche dalla signora Mara, che ha un grande appartamento. Mi piace frequentare quella casa, lei, la proprietaria, è sempre molto gentile, un giorno mi chiese se avessi esperienza con il computer, risposi di si, è una mia grande passione e me la cavo. Mi spiegò che non riusciva più ad aprire dei programmi.
Provai a rimetterlo in sesto, ma, l’operazione era più complicata del previsto, lei mi disse – Giorgio fammi un piacere, conoscerai sicuramente qualcuno che può risolvermi il problema vero? Prendi il portatile, non importa quanto tempo ci vorrà, l’importante è farlo funzionare di nuovo.-
Portai via il portatile e prima di affidarlo ad un centro di assistenza provai ancora a scoprire il guasto.
Istallai un programma antivirus particolarmente efficace e….finalmente tutto funzionava.
Esaminai i vari programmi, mi colpì una cartella con su scritto ‘auto’. Lo aprii curioso di vedere di quale auto si appassionasse la signora Mara, ma con gran sorpresa scoprii delle foto di una donna dalle gambe stupende avvolte da calze autoreggenti seduta su una poltrona. Foto molto eccitanti: gambe accavallate, appena dischiuse, che lasciavano intravedere la pelle nuda poco sopra il bordo delle calze. Rimasi ipnotizzato da quella visione.
Guardai e riguardai quelle foto, tutti i particolari, pensando….chi sarà mai quella donna? Somiglia tanto a…. ma no…non può essere la signora Mara, eppure tutto quadra, anche quella poltrona mi sembra di averla già vista, la tenda sullo sfondo…si forse mi sembra di averle già vista, ma…perché quelle foto?
Non sapevo cosa fare, ero confuso, quelle foto mi eccitavano e davano una luce nuova alla signora Mara, avrei voluto dire qualcosa a quell’affascinante signora ma…meglio forse non fare, non dire nulla.
Riportai il portatile alla proprietaria, lei mi accolse con un sorriso.
-…allora hai risolto il problema? Bravo grazie e…dimmi quanto ti devo?-
-…nulla, si figuri, è stato facile, non si preoccupi, ho controllato, funziona…. tutto-
A questo punto la signora mi guardò arrossendo un po’. Poi dissimulando l’emozione…-hai notato qualcosa di insolito?-
-di…insolito? No nulla ho solo controllato che non ci fossero funzioni bloccate. Si vede tutto…cioè tutto in ordine-
Un attimo di impasse poi –vuoi un te freddo? Ti va?- e la vidi avviarsi verso la cucina, anch’io ero imbarazzato, non sapevo se dirle qualcosa…accennarle…ero tentato.
Prendemmo il tè parlando d’altro, dei lavoretti sulle persiane, dei rubinetti, poi nell’andare via le dissi –se vuole che le sistemi qualcosa nel computer, scritti…foto o qualsiasi cosa, non deve altro che…chiedere.-
-…cosa...o si… certo, ti ringrazio-
Pensavo e ripensavo a quelle foto, a chi le avesse scattate, forse il marito o lei stessa con l’autoscatto…chissà, e poi perché, a chi fossero destinate.
Mi vennero in mente quei siti per esibizionisti ed iniziai la ricerca, anche se mi sembrava poco probabile.
Proprio quando stavo per desistere ecco quelle foto, si erano proprio le stesse della signora Mara ovviamente con un altro nome, lì era la signora Camilla Giocosa: raccontava quanto la intrigasse il sottile gioco del mostrarsi e ricevere commenti, anche se nella vita di tutti i giorni era moglie irreprensibile.
Non avrei mai creduto che quegli annunci fossero veritieri e poi…incredibile, proprio la donna dei miei sogni era lì a farsi guardare da chiunque.
Ma ora si poneva un problema. Cosa fare?
Se le piaceva farsi guardare, beh c’ero io a disposizione, quanto mi sarebbe piaciuto.
Comunque decisi di inviarle un commento, un piccolo apprezzamento, dissi che ero un ragazzo e che la sensualità di quelle foto era come un raggio di sole in una giornata grigia di nuvole.
Il giorno dopo, trovai su una casella di posta creata per l’occasione la risposta, la sua risposta; mi diceva che era lusingata dai complimenti di un ragazzo e per la mia…sensibilità.
Risposi, ovviamente, le dissi che la ringraziavo per la mail e che, le ero grato per quelle immagini che accompagnavano le mie giornate.
Tre giorni dopo la sua mail aveva un allegato, mi diceva che fra i tanti che le avevano scritto, nessuno aveva avuto frasi così carine e forse era proprio di quello che aveva bisogno; non che il marito le facesse mancare nulla, ma l’ammirazione ed il desiderio degli uomini, in quel momento della sua vita, la gratificavano e le davano sicurezza, tanto più che si trattava solo di situazioni virtuali.
Aprii l’allegato: era una foto, la ritraeva con una camicetta ed una gonna. La camicetta era sbottonata, il seno, pieno e sodo, compariva fino all’areola dei capezzoli, la gonna appena aperta sul fianco, mostrava l’orlo delle calze, la coscia era accavallata fin quasi ai glutei.
Un erotismo fine che mi faceva impazzire.
Le risposi ancora, le dissi che non mi aspettavo quel regalo, che l’avevo stampato e lo guardavo spesso, osando di più le dissi anche che la sua sensualità mi provocava piacevoli turbamenti.
Le inviai anche una foto di me con un jeans, l’avevo scattata pensando a lei e si poteva notare il mio ‘turbamento’.
Questa volta la sua risposta arrivò dopo una settimana, quando ormai avevo perso le speranze, dandomi dello stupido per aver osato tanto.
Era contenta, in fondo, si diceva, era bastato così poco per sentirsi bene, sapere di piacere ancora e addirittura destare eccitazione in un bel ragazzo – “una donna come me, che ha passato una vita a nascondere anche a se stessa la sensualità del suo corpo, della sua mente, scopre improvvisamente il gusto di piacere, di destare emozioni. Come in un gioco, non so perché, ne ho parlato a mio marito, raccontandogli solo una parte di queste mie pulsioni; gli ho detto che mi piace essere ammirata, che quando qualcuno mi guarda con interesse provo una sottile eccitazione. Non gli ho parlato degli autoscatto ne tantomeno di quelle foto sul web. E’ rimasto attonito per il momento, non contrariato però, ed ho notato anzi che sembrava guardarmi con rinnovato interesse. Non credo ti incuriosiscano- continuava -queste mie considerazioni, ma ho voluto comunicartele per darti un quadro dei miei pensieri forse un po’ contorti.-
Il gioco diventava decisamente interessante e intrigante, si andava delineando una sottile complicità.
Ci pensai un po’ e quindi le risposi . – Mi piace leggere i tuoi pensieri e sono lusingato delle tue confidenze. Tuo marito probabilmente sta scoprendo un nuovo modo di vivere gli interessi che vi legano; sai a volte gli uomini senza neanche rendersene conto provano un sottile piacere nell’ammirazione che altri maschi manifestano per la propria donna, un misto fra gelosia e orgoglio che desta eccitazione. Bella come sei non avrai difficoltà a trovare ammiratori (io ne sono una prova) che possano essere felici strumenti al piacere tuo e della coppia. C’è sicuramente qualcuno che non vede l’ora di ammirare le tue splendide forme e di…sognare.-
Mentre scrivevo mi venne in mente un piano, un’idea folle: quella di indurla a sedurmi, di sedurre quel ragazzo che abitava proprio nel suo palazzo e che conosceva bene.
Ma al tempo stesso non dovevo ‘scoprirmi’ e quindi dopo averle fatto ancora una volta i complimenti le chiesi un’altra foto per potermi deliziare con le sue fantastiche morbide forme.
Il giorno dopo la incontrai per le scale, le chiesi se andasse tutto bene con il computer, mi rispose che non c’erano problemi, chiacchierammo un po’, la guardavo e pensavo alle belle foto, mi fermai ad ammirare il seno che gonfiava la sottile camicetta e colsi un leggero imbarazzo, ma volevo, volevo farle capire che mi piaceva e trattenni lo sguardo quel tanto in più che bastava. Poi ci salutammo.
La sera seguente trovai la risposta – Ciao, credo tu abbia visto giusto, ieri sera mio marito ha voluto fotografarmi, è stata la prima volta, sono stata la sua modella, scherzavamo immaginando l’eccitazione di un fantomatico ammiratore, abbiamo fatto una decina di scatti senza…eccedere, ma credo ti possano piacere (anche se non ne ho la prova). PS ieri un ragazzo che abita nel mio palazzo, un bravo ragazzo, carino, molto servizievole, per la prima volta mi è sembrato fissasse il seno, è stato imbarazzante ma non posso negare che mi ha fatto piacere.
In allegato c’era una foto che quasi mi faceva svenire, la signora Mara appoggiava le braccia sul tavolino con i seni quasi completamente scoperti, tondi, perfetti, appena trattenuti dalla camicetta che indossava il giorno prima. I capezzoli eretti facevano bella mostra di se e mi sembrava di poterli toccare. Poi una seconda foto seduta sulla poltrona che ormai ben conosco, le gambe accavallate ed una gonna con uno spacco che lasciava intravedere la pelle bianca ben oltre le autoreggenti, fino al magnifico sedere che non sembrava protetto da alcun indumento. Guardavo e riguardavo quella foto, rileggendo il testo, si era istaurata una certa complicità fra noi ma soprattutto aveva notato quel ragazzo che tanto la desiderava e non le era dispiaciuto il suo sguardo impertinente. La mia fantasia galoppava verso nuovi scenari affascinanti.
Ero eccitato, ne approfittai per scattare una foto, ma non volevo fosse banale, così bagnai lo slip con dell’acqua calda di modo che aderisse evidenziando le forme ed il colore scuro, la cappella gonfia si intravedeva in trasparenza.
La inviai con un breve testo – Guarda cosa hai…combinato! Quanto invidio quel ragazzo che ti fissava il seno, scommetto che se potesse vedere queste foto si emozionerebbe almeno quanto me. Tienimi aggiornato, fammi sapere. Sei stupenda! -
Mi piaceva da morire quella donna, ogni tanto la guardavo quando usciva di casa, o quando rientrava. Un mattina il marito passò dalla guardiola e mi chiamò per chiedermi se in serata al suo ritorno, potevo andare a casa per dare un’occhiata al decoder che faceva le bizze, gli risposi che non c’è problema. Ci mettiamo d’accordo per le 20 quando d’improvviso si accorse di aver dimenticato le chiavi dell’auto. Mi offrii di andare su a prenderle ma lui di rimando – no, aspetta mi sembra che Mara stia stendendo i panni sul balconcino, la vedi di lì? - Effettivamente dal retro della guardiola nel piccolo cortile potevo vedere il piccolo balconcino del suo appartamento. – Si è lì- Rispondo. – Dille se ti lancia le chiavi così è più rapido, io nel frattempo prendo la posta.- Mi avviai nel cortiletto e vedi la bella signora, aveva una vestaglietta azzurra abbottonata sul davanti, dalla mia posizione potevo vederle le belle gambe, la chiamai spiegandole il problema, lei indugiò per sentire meglio, io ne approfittai per guardarla ancora le cosce. Il marito non sembrò accorgersi dello spettacolo che mi si era parato davanti, anzi ad un certo punto iniziò a parlare al telefonino. La signora Mara entrò in casa a prendere le chiavi, poi uscì e si chinò per lanciarle, ero ancora sotto il balconcino, da quella posizione privilegiata attraverso la ringhiera vedevo fin sotto la vestaglietta, si chinò per lanciare le chiavi e scorsi le cosce appena dischiuse. –Riesci a prenderle? –Si certo- E guardai ancora in alto confuso dalla visione insperata. Lei lanciò le chiavi, io le presi mentre mi ringraziava. Le risposi che era un piacere. E guardai ancora un attimo le cosce mentre il marito si avvicina per prendere le chiavi.
La sera puntuale alle 20 bussai alla porta dell’ingegnere che mi aprì e mi spiegò il problema, non riesce a vedere alcuni canali SKY. Mi metto al lavoro mentre lui è nello studio adiacente a visionare dei documenti, la signora Mara che era in cucina mi salutò – Ciao come va? Mio marito ogni tanto combina qualche guaio, l’ho visto armeggiare con il decoder, non è riuscito a rimetterlo a posto ed eccolo qui a chiedere aiuto, è un pasticcione, ti preparo un aperitivo, vuoi?- Ha una gonna leggera con un piccolo spacco, la camicetta, il seno che ondeggia ad ogni passo, nulla di volgare, ma molto sensuale. –Accetto con piacere.-
Inizio a lavorare ma seguo con lo sguardo i suoi movimenti in cucina, ogni volta che si china per prendere qualcosa vedo quelle magnifiche gambe, il seno pieno. Ad un piegamento più pronunciato attraverso lo spacco della gonna scorgo il bordo delle calze e la graffetta del reggicalze, è uno dei capi più sensuali ed eccitanti che ci sia e lei lo porta benissimo. –Come va?- Mi chiede l’ingegnere. –Bene, ci vorrà solo un po’ di tempo -Non ti preoccupare fai con calma, non abbiamo alcuna fretta.-
La signora mi porta l’aperitivo e si siede sul divano di fronte. -Fermati un attimo, gustati l’aperitivo, a quest’ora ci vuole, vero? Caro l’ho preparato anche per te.-
Chiacchieriamo del più del meno, piacevolmente, il mio sguardo cade inevitabilmente su quel magnifico corpo anche se, viste le circostanze, devo essere cauto, intravedo appena i capezzoli disegnare la camicetta, forse penso, non ha il reggiseno.
-OK si ritorna al lavoro io resto qui con il portatile a consultare il lavoro per l’ufficio.- E me la ritrovo quasi di fronte con il portatile sul tavolino basso fra i divani.
Accendo il televisore e provo i canali, guardo le sue gambe, seduta sul divano basso la gonna risale di quel tanto che scopre il bordo delle calze, con quei ferretti ‘magici’, lei sembra presa dallo schermo del computer ed io profitto per ammirarla ancora. La camicetta si è un po’ aperta fra i bottoni scoprendo la pelle nuda, si, è proprio come immaginavo, non ha reggiseno. Per un attimo volge lo sguardo e coglie il mio intento a guardarla, arrossisco, forse anche lei. Riprendo il mio lavoro, ma dopo poco mi distraggo di nuovo, ha preso il computer e se lo è messo sulle gambe, è ancora più eccitante, la gonna è risalita ancora e mentre sento il ticchettio dei tasti scorgo le cosce in alto, oltre le calze, la pelle chiara ed il triangolo scuro dello slip, sono rapito da quella visione, per un attimo sento ancora che mi guarda, ma è troppo eccitante e continuo a fissarla fra le gambe, sento come un flebile gemito, poi posa il computer e nel farlo apre ancora le gambe, vedo per un attimo un ciuffetto di peli contornare lo slip, poi si alza e va dal marito. –Tutto bene, il decoder è a posto- dico dopo poco. – Grazie sei stato bravissimo, sai Giorgio, io e mio marito ci siamo iscritti ad un piccolo concorso fotografico che ha ideato il club del bridge, ‘volti e luoghi di casa’ è il titolo della mostra. Ovviamente si tratta di una specie di gioco, senza pretese di professionismo, ma siamo un po’ a ‘digiuno’ di fotografia, specie con queste ultime macchine fotografiche digitali. Tua madre tempo fa mi ha detto che hai partecipato ad un corso di fotografia digitale o mi sbaglio? –
-Non si sbaglia Signora, ho finito il corso tre mesi fa -
-e…dimmi è molto impegnativo? Pensi possa esserci utile?
Faticavo a seguirla anche perché i gesti che accompagnavano le sue parole facevano ondeggiare i seni che catturavano la mia attenzione.
-o si, certo, sarebbe utile ma è un corso della durata di due mesi e richiede un certo impegno, sa, affronta varie problematiche della fotografia anche quella pubblicitaria.
- Peccato – Riprende lei – a noi servirebbe solo cercare di proporre qualche scatto senza fare errori grossolani- Osai una proposta mentre guardavo la sua mano che sistemava la camicia ma senza coprire più di tanto. -Potrei darvi qualche indicazione-
-una specie di corso privato? – e dopo una breve pausa – Sarebbe un’ottima idea, potremmo imparare in breve tempo e senza muoverci da casa e tu potresti recuperare una parte dei soldi spesi con il corso che hai seguito. Pensi che la nostra macchina fotografica vada bene?- E nel dirlo si alza dal divano e si dirige verso il salotto, ovviamente non mi perdo il momento in cui si alza, è troppo intrigante intravedere le cosce sotto la gonna ed il limite della calze.
-Caro, hai sentito? Ci aiuta lui per il concorso fotografico. Voglio fargli vedere la nostra macchina, è qui vero?- -Si è qui, mostragliela, penso gli piacerà.-
Seduta di fronte a me, lei sul divano io sulla poltrona, mi mostra la macchina, fatico a concentrarmi, siamo vicini, uno proteso verso l’altro a guardare i particolari dei comandi, posso scorgere i bei capezzoli contornati dall’areola scura, lei non sembra farci caso, sono beato da quelle visioni quando arriva il marito. – Che dici va bene? Vedo che l’hai guardata attentamente.- Rispondo affermativamente, mentre mi chiedo se non ci sia dell’ironia nelle sue parole, in effetti nonostante la signora Mara di tanto in tanto provi a ricomporsi, non c’è dubbio che scopra quel tanto da non lasciare indifferenti.
-Ok il decoder è a posto, la macchina fotografica è ottima, non resta che prendere un appuntamento per le ‘lezioni’, ma badate bene sarò un docente …inflessibile.-
Ed il marito, pronto – Non desideriamo altro, vero cara? Credo che possiamo vederci già domani sera, più o meno a quest’ora se non hai altri impegni. –
Ero al settimo cielo, non sapevo davvero come potesse evolversi quella strana situazione, ma era stimolante e poi l’idea di guadagnare qualcosa non mi dispiaceva affatto.
La sera torno a vedere se c’è posta e trovo la mail di Camilla Giocosa , l’apro con trepidazione e la leggo. – Ho qualcosa da raccontarti a proposito di ‘quel’ ragazzo, visto che ti sento interessato all’argomento. Oggi sono successi due avvenimenti curiosi, mio marito a prima mattina mi fa un certo discorsetto sul piacere di vedermi come dire…provocante e che aveva notato, senza alcun riferimento preciso, che percepiva altri sguardi interessati a me. Con un giro di parole mi ha fatto capire che questa nuova situazione, sebbene destasse una certa gelosia, creava una certa complicità intrigante fra noi. –Mi piace pensare – mi ha detto – a cose tipo…tu che stendi i panni sul balcone con la vestaglia, quella corta, leggera regalando una dolce visione, se intriga anche te e soprattutto non ti offende.- Non gli ho detto di no, anzi gli ho sorriso. La sera abbiamo fatto l’amore con una foga che non ti dico.
Il giorno dopo sono uscita sul balcone a sistemare i panni, mi piaceva in fondo questo gioco di coppia, ma d’improvviso mi sono vista davanti ‘quel’ ragazzo. Era nel cortile tre metri sotto di me, mi chiedeva le chiavi che aveva dimenticato mio marito. Sapevo che guardando in alto poteva vedermi sotto la vestaglia le mie cosce nude e forse anche quello slip molto esile, ciò nonostante non senza una certa emozione mi sono avvicinata alla ringhiera ed ho percepito il suo sguardo proprio lì, mi sono eccitata tanto, tanto a percepire il suo desiderio. Tutto il giorno ho conservato quell’eccitazione quando la sera ho raccontato a mio marito dell’episodio del balcone, mi ha preso con un’intensità ed un vigore insolito, è stato bellissimo, poi mi ha avvertito che sarebbe venuto di nuovo il mio ammiratore ‘segreto’, per sistemare il decoder e mi invitò con un sorriso a non esagerare. –E’ solo un ragazzo non vorrei si facesse strane idee.- Mi dice.
E così ci siamo divertiti a provare per quell’incontro: una camicetta senza reggiseno, ho rispolverato un reggicalze, uno slip ridotto ed una gonna. Mio marito ha dato l’ok e dopo poco è venuto quel ragazzo.
Ha messo a posto il decoder anche se per la verità non l’ho molto aiutato, anzi credo di averlo ‘distratto’ un bel po’. Pensa che ad un certo punto spinta dalle occhiate birichine di mio marito mi son seduta di fronte a lui lasciandogli sbirciare qualcosa in più del lecito. Mi eccitava molto guardarlo mentre faceva finta di distogliere lo sguardo dalle mie cosce; attraverso lo specchio c’erano altri occhi che seguivano le vicende, erano ovviamente quelli di mio marito eccitato come non mai.
Poi come da copione abbiamo proposto al ragazzo di darci qualche dritta sull’uso della macchina fotografica digitale appena acquistata per l’occasione. Insomma ci terrà qualche lezione, non so cosa accadrà ma l’idea ci elettrizza. E tu cosa pensi, credi che tutto ciò sia una pazzia dovuta all’età? Ti invio per ricompensarti della pazienza una foto dei famosi reggicalze, ti prego non pensar male di me .-
Ed eccola la foto sempre attesa: lei stesa sul divano, quella gonna che avevo ammirato nel pomeriggio dal ‘vivo’ che si apriva sul lato e lasciava vedere il famoso reggicalze ed una buona porzione di coscia fino al pizzo dello slip, una camicetta semitrasparente chiara che lasciava intravedere il capezzolo scuro.
Quell’immagine, unita al ricordo del pomeriggio destarono in me un’eccitazione che le testimoniai con una foto: ancora con lo slip umido e questa volta la cappella, o meglio solo una parte faceva capolino oltre l’elastico.
Finalmente il giorno dopo giunta sera, erano circa le 19, busso alla porta della Signora Mara. Mi apre il marito, rimango deluso, mi fa accomodare, la moglie sarebbe arrivata subito. Poco dopo arriva la moglie con un vassoio, un aperitivo con tartine, olive e noccioline. Gonna al ginocchio e cardigan sottile, abbottonato sul davanti, sobrio ma elegante. Mi da la mano, si siede sul divano di fronte a fianco al marito, scopro che la gonna ha un piccolo segreto: uno spacco che si apre, giusto un po’, intravedo l’orlo della calza, sempre con il gancetto malizioso, lei prontamente si ricompone: anch’io.
Mi danno la macchina fotografica ed inizio a spiegare come funziona. Ci vuole un po’ di tempo, ovviamente. Seguono con molta attenzione, fanno domande, poi inizio ad armeggiare con la macchina per evidenziare funzioni e pulsanti, occorre attenzione a quel punto. Il marito propone alla moglie di spostarsi entrambi accanto a me e così mi ritrovo in mezzo a loro. Arrossisco quando la sento alla mia destra, la gonna si apre un po’ proprio vicino alla mia gamba, lei si avvicina per vedere meglio i comandi della macchina, avverto il calore del suo seno sul braccio, la consistenza morbida. Si allontana e si avvicina ed ogni volta il contatto si ripropone quasi naturalmente, lo spacco si apre ancora. Ogni tanto ‘butto l’occhio ’ temo che si accorga del mio interesse e ripenso a quel che mi racconta, si, in effetti sa che la guardo e…allora è lecito che approfitti. Anzi a quel punto muovo il braccio per sentire ancora meglio quel magnifico seno. Dall’alto riesco ad intravederlo. Ad un certo punto si alza per prendere in cucina ancora qualche tartina. Quando ritorna e si risiede accanto a me il suo seno è più visibile, avrà slacciato sicuramente un bottone, Dio che bello posso vedere il seno florido fino all’areola del capezzolo. Mi mancano le parole, il marito mi guarda e mi chiede se c’è qualcosa che non va.
– Nulla, nulla tutto bene. -
Riprendo a parlare anche se distratto dal seno che si appoggia al mio braccio e la gamba scoperta fino all’orlo della calza.
A questo punto accendo il PC per far vedere delle foto di prova. Il marito a sorpresa dice – abbasso le luci così vediamo meglio- Mentre passano le foto sullo schermo noto che la gonna si è aperta ancora un po’. Profitto della penombra e adagio la mano sulla mia gamba a contatto con quella della Signora Mara. È un attimo e sposto di quel tanto le dita da sentire la trama della calza; ho il cuore in gola, non so cosa potrebbe accadere ora, la reazione di lei o quella di lui. Ma…nulla solo un lieve fremito della bella Mara, insisto con molta circospezione una lieve carezza, non credo non si sia accorta, evidentemente non le dispiace, colgo un sospiro ed il seno che si appoggia ancor più al mio braccio.
-Beh a questo punto forse possiamo provare a fare qualche foto, non credi? –
La voce dell’ingegnere mi risveglia dal sogno di quel contatto.
-Si, certo, inizi lei così proviamo l’inquadratura.- Ribatto.
- Mara, siediti qui, sei l’unica modella, la musa ispiratrice.- E l’ingegnere prende per mano la moglie invitandola a sedersi sul divano di fronte.
Con molta ironia la moglie prova delle pose mentre il marito scatta.
-Mi vuoi seducente?.- Dice carezzandosi il braccio e poi una gamba.
Dopo una decina di scatti ritornano accanto a me per verificare il risultato: non tutte buone per la verità. Mi complimento comunque per incoraggiarlo.
-Forse potresti provare tu, Giorgio, così ci dai qualche dritta e poi dobbiamo ‘sfruttare’ la modella, non credi mia cara? –
- Magari iniziamo con qualche foto alla coppia.-
E così l’ingegnere si avvicina alla moglie, inizio a scattare. Le prime si tengono a distanza. Lui le cinge la spalla, poi li invito ad essere più affettuosi ed è li che lei si siede sulle sue ginocchia, in quella posizione lo spacco si apre un po’ e fa capolino una piccola parte del gancetto sulla calza, sembra non farci caso. Io scatto, poi la mano di lui scivola sulla gamba e dopo un fugace sguardo a me, scosta il lembo della gonna, un passo dopo l’altro; uno scatto dopo l’altro. Pian piano appare il bordo della calza, la pelle chiara, infine il merletto dello slip. Sono eccitatissimo, sento l’uccello gonfiarsi, ed aspetto la prossima mossa, ma…
- Caro ma che fai?-
E toglie la mano del marito che aveva preso a risalire lungo la coscia, ma nel rialzarsi apre le gambe e vedo distintamente uno slip chiaro ridottissimo ed alcuni riccioli spuntare ai lati.
Faccio in tempo a scattare.
-Scusalo ma a volte è così impulsivo.-
L’ingegnere si alza, guarda l’orologio.
-Accidenti ora devo proprio andare, scusatemi, ma tu resta pure, mostra pure le foto così poi Mara mi spiega. Ci rivediamo allora, alla prossima lezione.-
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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