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Quarto racconto


di exploratore2007
03.02.2024    |    5.817    |    4 9.1
"Usci dalle mutande un cazzo ben fatto, non tanto lungo, ma largo, veramente largo terminante con una cappella bella rotonda..."
(4) Nuove pagine
Le giornate ora avevano un altro sapore . La storia con P****** durò circa 11 anni, poi lui andato in
pensione raggiunse una figlia in Liguria, a Genova, e ci vedemmo solo rarissime volte circondati da tutti i
nostri parenti. Nulla trapelo mai. Ma torniamo a quei giorni di scoperta, di scrittura forsennata e piacevole
di nuove pagine della nostra vita trasgressiva, quella di mia moglie e la mia. Paola ormai era sempre più
sicura di se e delle sue potenzialità amatorie. Le mise in pratica una primavera. Erano i primi di aprile e
avendo cambiato casa, in previsione di una nuova nascita decidemmo di fare dei lavori di tinteggiatura del
nuovo appartamento, per chi è pratico di Rieti, senza dare la via precisa si trovava presso piazza Tevere.
Tramite un amico conoscemmo A******, un simpatico robusto muratore di un paesello vicino Rieti. Aveva
50 anni, ma sia il lavoro di muratore, sia il lavoro in campagna lo mantenevano in piena forma. Alto,
cappelli leggermente brizzolati e due occhi neri che ti entravano dentro. Venne a casa un sabato mattina
per vedere il lavoro, ci preparò un preventivo e noi decidemmo che i lavori andavano fatti e in più lui era
abbastanza economico. Si ok puoi cominciare. Paola intanto era tornata a lavorare e la bambina la
dividevamo tra la nonna e l’asilo comunale. Noi la sera dormivamo a casa di mia suocera. Demmo la chiave
ad A****** specificando che almeno per la mattina sarebbe stato solo, poi Paola rientrando per prima si
sarebbe messa a sua disposizione per qualsiasi cosa. I primi del mese di aprile iniziammo i lavori. A******
si presentò a casa, mi disse Paola poi, con un ragazzotto, un suo aiutante. La durata dei lavori sarebbe stata
di almeno due settimane. La prima settimana i lavori andavano spediti e sia la nostra camera da letto sia il
bagno erano già terminati. Il lunedì successivo, per uno sciopero indetto in banca, Paola usci prima dal
lavoro e si recò a casa per vedere se necessitava qualcosa ai due operai. Premetto che Paola indossa quasi
sempre i pantaloni, ma quel giorno aveva messo un vestitino floreale con un giacchetto sopra. Appena a
casa inizio a parlottare con A****** del più e del meno, ma sempre relativamente ai lavori. “Certo che se la
cucina fosse funzionale, vi avrei preparato un buon caffè” Paola disse ad A******. Il quale sorridendo,
“signora Paola credo che lei faccia un caffè veramente buono, si vede che ci mette passione nelle cose che
fa” Paola sorrise e gli rispose che si era vero, lei quando faceva le cose e se poi queste erano di suo
gradimento le faceva veramente bene. “Fortunato suo marito” rispose A******. Sorridendo a mia moglie
sottolineando quel sorriso in maniera maliziosa. Tutto accadde in un attimo, Paola rispose al sorriso
amicando, cosi mi raccontò poi, A****** allontano il ragazzo con una scusa e rimase solo con mia moglie.
La prese per mano e la portò in camera da letto, dove erano depositati alcuni mobili e i materassi, senza
parlare ne tiro giù uno e lo getto a terra. Paola si mise in ginocchio e gli sbottono i pantaloni. Usci dalle
mutande un cazzo ben fatto, non tanto lungo, ma largo, veramente largo terminante con una cappella bella
rotonda. Lui le disse di aspettare, andò in bagno e Paola sbircio che si lavava le mani e il cazzo nel
lavandino. Tornado si era sfilato tutto. La troia imboccò subito il cazzo e lo comincio a spompinare per
bene. Mi raccontò che era bello grosso da far entrar in bocca, ma gli piaceva la consistenza e l ‘odore di
pulito, ma si sentiva anche un forte odore di maschio. Lo spompino per una buona mezzora, poi A******
“troia adesso ti vengo in bocca, prima che torni il manovale” Paola si era dimenticata del ragazzotto,
aumentò le lappate e gli mise anche un dito nel culo per farlo sborrare. Arrivò come una cascata, mi
racconto che faceva fatica ad inghiottire per quanta ne aveva fatta, gli colava dalle labbra e aveva paura di
sporcare sia il materasso che il vestito. Lui le teneva la testa e non usci dalla sua bocca fino a che tutta la
sborra non fosse deglutita. Appena in tempo. Il ragazzotto stava rientrando. Paola si alzo e corse in bagno,
lui si rimise i pantaloni e tutto sembro tornare normale. La sera a letto dalla suocera, mi raccontò tutto
dichiarandosi gran troia e chiedendomi che cosa ne pensassi di questo suo ormai palese amore per il cazzo.
La baciai e facemmo l’amore. Si l’amavo sempre più e ormai nulla si sarebbe messo tra me e lei. Fu l’inizio
di nuove pagine di avventure che ci portarono molto lontano nel gioco di coppia aperta.
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