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Voglie represse...ma neanche tanto


di pimpibox
11.07.2016    |    15.321    |    1 9.7
"I capelli ora erano gonfi come per una messa in piega, le dolevano le gambe, che tremavano un po' e un sorriso soddisfatto le piegava un lato della bocca..."
Proprio non le riusciva di toglierselo dalla testa. Aveva cominciato a conoscere uomini che aveva quarantacinque anni suonati aprendo un profilo come singola. Le cose con suo marito non andavano bene, dormivano sotto lo stesso tetto ma non avevano rapporti da anni. Si, amava ancora suo marito, ci dormiva assieme ma non era normale che non si facesse sesso e piuttosto si lasciasse andare a fantasie erotiche con altri uomini. Lì, nel suo letto, con accanto un uomo, pensava ad altri uomini che la scopavano selvaggiamente, in bocca, nella figa, in culo; poi le venivano abbondantemente sul corpo e dentro di lei, ma nei suoi pensieri sborravano litri di sperma tanto da ritrovarsi come immersa e nuotare in un mare di sborra!!Una notte gridò di eccitazione svegliando addirittura suo marito, per trovarsi in un lago di eccitazione e le mutande fradice. Basta! Basta, cazzo, ci vuole cazzo! Sono ancora giovane si disse e il giorno dopo cominciò nelle ore d'ufficio a navigare tra siti di incontri on line: Bhè, non era un mondo semplice. In effetti non sapeva nemmeno lei cosa aspettarsi.
-Inserisci una foto.- Che foto? non aveva foto porno e sexy. Bisognava provvedere. Detto fatto.
-Profilo- Vabbè copiamo questo va. -Invia-
Anche quella notte non dormì bene. I volti degli uomini che nella sua immaginazione avrebbe incontrato, e dove poi? si mescolavano a quello di suo marito, di suo figlio, (dio se mi scoprono) del vicino di casa, del collega, degli amici di suo figlio.
La mattina in ufficio aprì il portale e .....sessantaquattro messaggi e richieste di amicizia!
Nessuno gli ricordava più suo marito o gli amici di suo figlio. E anche le forniture....anche qui niente male. Dio, questo è un superdotato, chissà se riuscirei a prenderlo e.... tenerlo.....guarda che sborrata quest'altro.......chissà che sborrate questo.....
Travestiti passo....., accidenti questo sembra proprio una donna e che uccello...
Ma un profilo la colpì particolarmente. Dichiarava l'età, come la sua e un aspetto molto distinto. In più ospitava in un motel che lei conosceva. Ingresso riservato diceva e si decise. "Ciao", fu l'unica parola che scrisse ma ci pensò lui a cavarla dalla tana. Con pazienza, ci sapeva fare l'uomo, la portò dove lei voleva arrivare. Inizialmente gradiva la cosa come un corteggiamento, in cuor suo credeva che non gliela avrebbe data la prima volta. La prima volta non la si dà mai, non sono mica una troia, cosa crede quello, no, no, prima ci si conosce poi al massimo...se proprio proprio....
Infatti si conobbero per un caffè. Lei era vestita da ufficio senza sapere di essere sexy, inconsapevole del proprio sex appeal. Scarpe con tacco e laccetto alla caviglia, intonate ad un bel vestitino color tortora, bracciali in legno e collana, poco trucco. Era uscita di casa con le palpitazioni, e il respiro mozzato e ancora non si sentiva pronta. "Tanto sarà solo per un caffè" si diceva. Dopo un caffè e qualche chiacchera ancora la respirazione non si era regolata quando a bruciapelo le chiese: " Andiamo? ti va?"
Non era lei quella che aveva risposto. Non era lei nemmeno quella che si sentiva addosso le mani di un uomo che non era suo marito, dio se ci sa fare, cazzo quanto tempo è passato. Non era lei quella che si voltò a cercare la sua bocca, assetata, affamata e ancora senza fiato. Come si chiama già? Non era lei nemmeno quella che lasciò che le sfilasse il vestitino dalle spalle, era un' altra persona quella che vedeva ora per la prima volta nello specchio di un motel. Chi era quella donna che adesso rovistava tra i suoi pantaloni? Glielo prese in mano e poi in bocca in un tutt'uno. Sapeva di buono, di muschio, di uomo e mentre si inturgidiva ancor di più nella sua bocca lo voleva succhiare per delle ore, avrebbe voluto fermare quel momento per sempre, lì con un uomo che aveva appena conosciuto ma lo voleva anche dentro, per calmare quel fuoco che le bruciava nel ventre e la cosa non la spaventava anzi, la respirazione stava tornando normale.
La prese per i capelli per gentilezza spingendola a guardarsi allo specchio mentre glielo succhiava. Chi era quella donna? Che bello, che figata, il tempo si era fermato e lei stava spompinando beatamente un uomo che aveva appena conosciuto. Guardandosi allo specchio le vennero in mente suo marito e i suoi figli ma solo per un istante e come una cosa lontanissima e normalissima......la mamma si diverte.
Venne spinta sul letto. Le infilò la lingua tra le grandi labbra della sua vagina. Faceva quasi male, era quasi doloroso tanto era bello. Ebbe una visione dei propri piedi ancora con le scarpe, non aveva mai scopato con le scarpe, mai , piedi che volteggiavano in aria cercando un appiglio che non c'era.
Le fu sopra e come un ennesimo risveglio e una nuova verginità dal suo corpo uscì un verso animalesco che non le apparteneva. Un gemito di lussuria che racchiudeva anni di sensazioni represse, di non si fa perché non si deve, di non sono mica una troia. Un tappo. E stappato quello nulla sarebbe più stato come prima.
Se la godette come non mai. Lasciò che le sborrasse sulla faccia, non glielo aveva mai fatto nessuno. Poi lo prese in bocca e lo succhiò e lo schiaccio finchè non fu uscita l'ultima goccia, la più buona e la più spessa. Ma non era sufficiente. Troppi anni persi, troppe notti sola con se stessa con un uomo lontano. L'avrebbero fatto altre due volte quel giorno, e lei, proprio lei lo volle anche nel culo per spingere con tutte le forze sui fianchi di quell'uomo, per spremerlo fino all'ultimo, per sentirlo fino in fondo e anche più. Se avesse potuto avrebbe preso anche le palle e altra sborra e ancora in figa e poi in bocca ancora...se solo quel poveretto fosse riuscito.
Mentre si ricomponeva vedeva una donna nuova allo specchio. I capelli ora erano gonfi come per una messa in piega, le dolevano le gambe, che tremavano un po' e un sorriso soddisfatto le piegava un lato della bocca....".magari l'avessi fatto prima".
Quella sera davanti al lavandino della sua cucina era alle prese con lo stesso piatto da più di dieci minuti. Le gambe le dolevano come dopo una lunga passeggiata, l'interno delle ginocchia, là dove lui l'aveva stretta con veemenza bruciavano a contatto col pigiama. La figa era in fiamme per l'uso smodato e la bocca dell'utero l'avvertiva che aveva esagerato, anche in fondo alla gola sentiva un leggero fastidio. Qualcosa vi aveva sbattuto contro quel pomeriggio. Si, si, ascoltate il telegiornale....che io sto coi miei pensieri.
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