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Il monello e la monella


di AntonellaTrav6
27.02.2024    |    3.374    |    6 9.7
"T'osserva serio con questi due grandi occhi scuri,   bellissimi: ti scruta e tu ti senti annientata..."
Quel monello di Mirko rimane uno dei maschi più belli e cazzuti mai conosciuti in tanti anni di onorata carriera. Giovanissimo giardiniere trentenne, un viso bellissimo che lascia presagire essere un ragazzo acqua e sapone, non molto alto ma un torello vero dal fisico tonico e muscoloso, gentile ed educato. Un bravo ragazzo a vederlo nella sua tuta da lavoro ma, spogliato di quella, veniva subito fuori un trapano enorme capace solo di dare piacere e un maschio deciso e intraprendente. Ventun centimetri di cazzo conosciuti su un sito per incontri e una esperienza sapienziale su come si fa godere una vera femmina. Quando una femmina é sotto di lui, conviene obbedire e lasciarsi andare, perché il monello non ammette rifiuti o piagnistei. Fotte duro e senza tanti complimenti. Ti mette il suo splendido cazzo ovunque, dapprima in gola, facendoti gustare per bene il suo buon profumo di cazzo riconoscibilissimo, poi te lo pianta nella figa anale, e là non ce ne è per nessuno. Ti spacca e ti monta con il suo gran bel cazzone e alle tue spalle gode e si diverte ad aprirti. La cosa che mi imbarazza di più è stare mezza nuda, in piena luce, sotto il suo sguardo impietoso. Non che la nudità mi metta a disagio ma è proprio lui che mi fa sentire così. T'osserva serio con questi due grandi occhi scuri,   bellissimi: ti scruta e tu ti senti annientata. So solo che ogni volta che passa mi fa male al culo e che il giorno dopo orgogliosamente mi devo leccare le ferite che mi lascia. Tutte le volte nella mia camera si trasforma da bravo ragazzo a piccolo demonio, diventando ciò di cui ha bisogno una femmina. Ti si avvicina e ti palpeggia, poi si struscia sul culo e quando cominci a sentire durezza, ti trascina sul bordo del letto, e là, tutte le volte, con la forza ti costringe a guardarlo allo specchio.
Mi affido a lui completamente, perché mi fido di lui e di nessun altro. Parte sempre penetrandomi con le dita insalivate e questo rito è sempre così rilassante, piacevole e allo stesso tempo doloroso. Vuole poi che io cambi posizione ed esige che io sia in ginocchio davanti a lui, obbediente: gli prendo il cazzo con una mano e lui ha un sussulto, incomincio a leccarlo piano piano, dolcemente e lo sento gemere. È sempre buono il suo sapore. Questo mi eccita da impazzire ed all'improvviso lo inghiotto tutto fino alle palle; lui lancia un gridolino e comincia a scoparmi in gola mentre con le mani gli cingo le chiappe, assecondando il suo movimento. Sentirmi scopare così in gola mi fa perdere i freni inibitori, amo da impazzire chi vuole usare la mia bocca per godere e per questo, sempre succhiandolo e leccandolo, lo accompagno fuori dalla mia bocca. Ciò crea in lui una eccitazione inverosimile e subito ricomincia a sbattermelo in gola con rinnovato vigore e mentre con una mano tiene le mie, con l'altra mi blocca la testa, costringendomi a ricevere il suo cazzo sempre più a fondo in gola. Mi sconquassa la gola con questo metodo tutto suo, la bava mi esce copiosa anche se cerco di risucchiarla appena si stacca col cazzo dalla gola. Sento i suoi rantoli, lo vedo tremare sulle gambe, il cazzo si ingrossa e scopandomi sento riempirmi la gola del suo seme che quasi mi strozza, più volte schizza mentre libero una mano e lo massaggio, con la cappella ancora nella mia bocca. Non l' ho ingoiato ancora tutto, un pò di sperma lo trattengo li in fondo alla gola, lo faccio indietreggiare e con l'unghia a mò di cucchiaino raccolgo quella sborra versata e me la spargo sul naso, ai bordi della bocca, sulle guance, gardandolo felice e trionfante. Chinata, capisco subito dopo che vuole la mia schiena, e io mi sento più sicura nel girarmi e dargli le spalle. Fa scivolare la sua mano lungo la colonna vertebrale e poi molla uno schiaffo sulla coscia, dove fa più male e continua a schiaffeggiare la mia coscia finché non resta un segno rosso che l'indomani sarà l’impronta viola della sua mano. Si avvicina ai punti che mi danno più piacere piano, facendomi aspettare. Poi mi afferra per tenermi ancorata e la sua mano continua a schiaffeggiare la mia coscia. Stringe forte un fianco e poi rilascia. Morde la mia spalla e io sento che si sta eccitando di nuovo. E’ l’unico che sappia darmi piacere con la forza. Mi afferra prendendomi in braccio, poi lentamente mi consegna al letto ed è il primo momento in cui lo guardo. Adoro la sua espressione eccitata, la passione che ha negli occhi. Nei suoi occhi non c’è mai ira. Lui è un violento romantico. Mi riempie di sculacciate e stringe forte i seni, i capezzoli. Li tiene tra le mani e affonda le dita fino a farmi male. Avvicina la punta del suo grosso cazzone al mio buchino e, senza colpo ferire, si insinua nella mia carne e lo sento così forte e dentro e vicino mentre ansimo e gli consegno tutto il mio piacere. Quasi lo anticipo mentre sta per sculacciarmi, fottendosi il buco. Gli mostro i punti in cui mi fa più male, inarco la schiena e soffro del fatto di non poterlo abbracciare ma averlo dietro di me che gode alle mie spalle. Annusa l'incavo del mio collo, poi arriva alle  mie labbra e le morde di sfuggita. Non molto, ma giusto quel tanto che basta a farmi avere i brividi. Sono sempre eccitata quando ho lui in corpo e sbrodolo come una cagna in calore. Mi piacciono i morsi e lui me ne regala sulla spalla, mentre col trapano mi scava dentro. Sento un altro schiaffo sul culo e poi si lascia accarezzare con le gambe le sue cosce nude. Mi stringe in una morsa e non mi permette di allargare le gambe. Sbatte e se frega. Sbatte e rompe. Lo sento scavare dentro me, lacerante nella foga. Non vuole ancora darmi quello che voglio e merito. Mi sente soffrire e godere. Ho una spalla dolorante, stringo le labbra ma pure il buco del culo, con un riflesso incondizionato. Non vuole più giocare, mi provoca, mi lascia senza il tocco delle sue mani. Adesso solo il cazzo dentro il mio budello. Lo sento sopra di me ma lui è impassibile e ha smesso pure di insultarmi con i peggio nomi. Sul suo viso leggo la soddisfazione perché riesce a tenermi in pugno, sempre e sempre a disorientarmi. Mi esplode una seconda carica  di sborra in culo e a schizzi violenti. Esce e mi lascia così smarrita, senza forze, tutta sbragata dietro. Lacerata. Eppure mi sento a casa, non so come spiegarlo altrimenti. Mi chiede piano di obbedirgli sempre e io obbedisco e piango perché il piacere che mi dona è infinito e vorrei che non finisse mai. "Torno giovedì" mi dice, ricomponendosi. Ma io so che passeranno settimane prima di rivederlo ancora il monello più bello di tutto il creato.
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