orge
Rosa dal meccanico (parte 1)

03.07.2025 |
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"“Quindi Rosa” era passato al tu “se non lo fai per giocare con tuo marito per azzerare un modo ci sarebbe”
Ancora silenzio
“Se state zitti che nessuno si offenda” disse mentre si slacciò i..."
Eravamo stati amanti molti anni fa.Ora siamo sposati da dieci anni ma la nostra storia mi è rimasta nel sangue.
Mora, piena, calda mi aveva regalato delle scopate intense e dei pompini con ingoio in ogni luogo.
Quando aveva voglia, e l’aveva spesso, mi provocava in ogni modo finchè non la prendevo più o meno dove capitava.
Mi sussurrava che si sarebbe scopata volentieri “quel tizio muscoloso del bar” oppure “quel vecchio del pian odi sopra che ha un cazzo d’asino” e anche “quel bell’uomo della spiaggia con il pacco grosso”.
Insomma mi metteva in competizione e quindi qualcosa dovevo fare.
E se non c’era tempo per una scopata era felice se le facevo assaggiare l’uccello sulle labbra e in gola. Adorava sentire la sborra calda in bocca o addosso.
Cinema, bagni dei bar, camerini di negozi, cucina del ristorante dove lavorava, spiaggia, sentieri, ogni luogo era quello buono.
Era già una goduria vedere lo sguardo dei suoi occhi golosi quando si inginocchiava legandosi i capelli e mi tirava fuori il cazzo.
La conoscevo benissimo sapevo già che lo avrebbe annusato e leccato e poi atteso che lo sbattessi come un manganello sulla faccia.
Voleva che poi le aprissi la bocca e lo infilassi con un colpo solo. Le piaceva essere soffocata e poi .. e poi la sua pompa era semplicemente perfetta fino alla sborrata che spesso ingoiava.
Qualche volta l’avevo sorpresa tirandolo fuori e sborrandogli sulla faccia, non gradiva ma mi faceva impazzire vedere le sue labbra impastate di crema che poi comunque leccava avidamente.
Quasi sempre mentre mi faceva il pompino si toccava e veniva prima di me. In quei casi era facile essere scoperti perché guaiva come una cagna in calore.
Fu così che capitò la vicenda che voglio raccontarvi.
Eravamo alla fermata dell’autobus per andare a ritirare la mia macchina dal meccanico.
D dopo due giorni che non stavamo insieme aveva chiaramente bisogno di essere montata.
“andiamo dopo, prima vorrei fare qualcosina”
“Tra poco chiude, dai Rosa in un’ora siamo a casa e facciamo le cose con calma”
“Sono tutta bagnata, sai che effetto mi fai”
“Tesoro anche tu, ma prendiamo la macchina e dopo andiamo a casa”
Lei però era davvero eccitata e si avvicinò a baciarmi infilandomi la lingua in bocca. Ricambiai con gioia ma ero imbarazzato dal fatto che mi stringeva il pacco da sopra i jeans e non eravamo soli.
“Per favore mi sta scoppiando e mi da fastidio che le persone ci guardino. Già sei uscita con questi pantaloni corti che hai le cosce di fuori”
“Non dirmi che non ti piaccio”
“Sei buona da impazzire ma dai siamo alla fermata”
Rosa continuava a insistere come un bambino con un giocattolo e il mio cazzo era in subbuglio ma volevo ritirare la macchina prima che chiudesse perché l’indomani mi sarebbe servita.
Finalmente arrivò l’autobus e dopo mezz’ora di toccatine e bacetti arrivammo dal meccanico.
Io ero abituato alla vista della sua straripante sessualità ma evidentemente i ragazzi che lavoravano dal meccanico furono colpiti perché praticamente smisero di respirare.
Mi voltai ad osservarla.
Era una bella ragazza mulatta, tette abbondanti fasciate in un top rosa, gambe tornite completamente nude, anche le braccia erano sexy.
Il minuscolo pantaloncino era riempito da due natiche alte e sode e tanto erano stretti che si intuiva benissimo la bella fica che contenevano.
Di viso poi era chiaramente sudamericana, mora ma con lentiggini e capelli lisci ramati.
Sentiva gli occhi dei ragazzi addosso e sorrideva soddisfatta.
Era abituata agli sguardi degli uomini e si vestiva così provocante solo quando era con me (almeno diceva così) perché si sentiva protetta. Non amava i ragazzi giovani o della sua età ma preferiva gli uomini più grandi. Io avevo dieci anni più di lei e l’avevo conquistata mentre stava con un ragazzo della sua età.
Della sua fedeltà non ero certo, anzi secondo me prendeva qualche cazzo in giro perché, detto da lei, io ero il meno dotato che aveva conosciuto e in casa aveva dei vibratori di notevole dimensione con cui giocava anche quando ero con lei.
Ero geloso, ma non così tanto anche perché io ero sposato. Insomma stavamo bene insieme ma era poco più che sesso.
Però quando era con me non gradivo avances né commenti da parte degli altri uomini. In quella circostanza comunque non ero preoccupato da quei ragazzi dell’officina, troppo giovani per piacere alla mia Rosa.
Mi preoccupava invece il titolare. Un Omone di circa 60 anni, grosso panciuto e decisamente virile.
Ci venne incontro e Rosa si fece avanti a presentarsi. Evidentemente non riusciva a tenere a bada gli ormoni.
Mai visto prima ma quasi lo baciava e lo faceva, credevo, per ripicca non avendola trombata appena me lo aveva detto.
“Piacere Mario” disse lui ma il suo sguardo diceva altro.
Mi stavo agitando ma per fortuna Mario si comportò bene e passò subito a spiegare il lavoro fatto e al costo da pagare.
Era un conto molto molto caro, ma effettivamente il lavoro era stato impegnativo.
“venite in ufficio” disse lasciandosi precedere da noi.
Sicuramente voleva ammirare il culo di Rosa.
Lei scattò in avanti sculettando.
La guardai e notai che, come talvolta le era capitato, aveva un’ombra nei pantaloni che per esperienza sapevo era conseguenza del suo eccitamento.
SI, colava come una fontana durante l’amplesso, ma già ancor prima di iniziare, in giornate come quella colava umori dalla fica che bagnavano i pantaloni.
Mario avrebbe capito? Speravo di no e cercai di frappormi tra la vista del suo culo e lui.
In ufficio Rosa si sedette mentre io e Mario restammo in piedi.
Mi presentò il conto dettagliato e stavamo trattando sul metodo di pagamento quando Rosa si intromise.
“Ma non c’è modo di azzerare questo conto”
Cosa stava dicendo? Delle volte avevamo giocato alla cliente che si faceva azzerare i conti facendosi trombare. Pensava a quello? Ero al contempo geloso e eccitato.
“Cosa intende Signora?” chiede Mario
“Sta scherzando” dissi io.
“No amore, non scherzo. Tu oggi sei stato così tanto carino con me che voglio ricambiare”
“Smettila immediatamente Rosa”
“Cosa ha fatto di bello oggi suo marito?”
“Mi ha ignorato. Mi ha promesso che dopo che saremmo stati qui mi avrebbe portata a casa a fare l’amore. E’ tanto che non lo facciamo. Sono già due giorni.”
“Rosa vedi di calmarti. Non disturbiamo Mario che sta lavorando”
“Non disturba per niente” disse Mario che aveva capito che Rosa stava provocandomi e decise di stare al gioco vendendo dove sarebbe arrivato
“Rosa andiamo a casa” la situazione mi sfuggiva di mano. Rosa era imprevedibile quando era attizzata e certamente quell’uomo le piaceva. Lo si capiva da come giocava con i suoi capelli e dal suo sguardo languido. Segnali che aveva notato anche Mario.
“Quindi signora intende metter in imbarazzo suo marito o davvero cerca un modo di azzerare il conto?” così dicendo si strinse la patta dei pantaloni mostrando la consistenza e grandezza del suo pacco.
Rosa vide il movimento e mi guardò negli occhi
“Amore” mi disse.
Non risposi ma capii che stava chiedendo la mia autorizzazione.
[Maturo, virile, muscoloso, peloso, alto e dotato. Il suo ideale di maschio alfa] pensai. [Se la autorizzo si fa scopare ma tengo il gioco io se non la autorizzo e invece si fa scopare sarà la prima di molte volte]
Il silenzio era pesante.
L’umo si toccava sempre più insistentemente.
Io non parlavo
Rosa non parlava e guardava il pacco e me alternativamente. Erano evidenti la sua indecisione e la sua voglia.
“Quindi Rosa” era passato al tu “se non lo fai per giocare con tuo marito per azzerare un modo ci sarebbe”
Ancora silenzio
“Se state zitti che nessuno si offenda” disse mentre si slacciò i pantaloni e scostate le mutande mostrò una verga enorme quasi in erezione. Un cazzo venoso e grosso come un polso.
Lo sbattè a due passi dal viso di Rosa.
“Allora Signori, lo azzeriamo questo conto?”
Rosa mi guardò nuovamente quasi implorandomi.
Feci un cenno con la testa.
Rosa allungò una mano lo strinse e gemette.
Mario la prese per la testa e la avvicinò al cazzo.
“Lavati” le disse Rosa.
“Per azzerare devi essere troia dall’inizio alla fine “e la schiaffeggiò con il cazzo.
Come sapevo Rosa perse la testa e inghiottì quel palo di carne che le riempiva la bocca.
Ero eccitato anche io e liberai il mio cazzo. Rosa prese alternativamente in bocca i due cazzi.
“Rosa stai colando come una fontana” Le disse Mario vedendo che per terra sotto di lei nonostante gli short c’era una pozza di umori.
“Beato te Patrizio che te la scopi, ma oggi viva me che te la monto come si deve” disse mentre iniziò a scoparle la gola.
Era grosso davvero e Rosa aveva conati quando arrivava in fondo. Ma non lo mollava, anzi lo teneva per il culo ben stretto alla sua faccia.
Io volevo partecipare ancora ma Mario mi fermò “Se vuoi azzerare il conto puoi solo guardare e dopo toccherà a te”.
Mi allontanai ma mi chiamò “vieni qui”.
Mi avvicinai a Mario che mi calò i pantaloni e mi mise una mano sul culo mentre con l’altra dava il ritmo alla mia Rosa per il pompino.
Era un cazzo bestiale, capivo che a Rosa potesse piacere.
Mi sorprese invece quando lui le tolse il cazzo dalla bocca si mise seduto sulla scrivania e chiede a Rosa una cosa che sapevo non le piacesse
“Leccami il culo Rosa”
Mario era a gambe larghe sulla scrivania, Rosa aveva la testa tra le sue cosce e mi avvicinai per guardare meglio. Lei leccava e strusciava la faccia tra i coglioni ed il buco del culo dell’uomo mentre con una mano gli stringeva l’asta,
“Quanto sei porco” le disse mentre lappava di gusto
“Quanto sei troia. Ne ho scopate di mogliettine ma zoccola così pochissime”
“Vieni qui” mi disse di nuovo
Mi avvicinai, mi girò e mi strinse le chiappe poi si bagnò un dito e me lo mise nel culo.
Poi lo fece con due.
“Ma non sei vergine” mi disse.
“Ogni tanto lo scopo con un vibratore” disse Rosa
“Ma non mi piace” risposi
”Siete una coppia fantastica” disse Mario.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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