trans
Sette giorni

10.01.2025 |
127 |
2
"Mi guardavo e riguardavo nello specchio, cercando di conciliare la mia immagine abituale con questo nuovo riflesso..."
Sette giorni Giorno Uno: la seta e il segreto
Un brivido inatteso mi percorreva la schiena mentre aprivo il cassetto della biancheria di mia madre.
I suoi collant, morbidi e velati, color carne, giacevano lì, testimoni silenziosi di un mondo a me sconosciuto. Un impulso improvviso, forse nato dalla noia o da una curiosità latente, mi spinse ad afferrarli.
Infilandoli goffamente, sentii il nylon aderire alla pelle delle mie gambe, una sensazione nuova, quasi una carezza inattesa. Sdraiato sul letto, il pensiero di Giulia, la mia compagna di classe dai capelli ribelli e il sorriso contagioso, si intrecciò a quella nuova sensazione tattile. Mi masturbai, e fu diverso.
Il contatto del tessuto, la sua stessa proibizione, amplificarono l'eccitazione, aprendo una breccia in un territorio inesplorato.
Giorno Due: l'eco del tatto
L'ho rifatto. Di nascosto, come un ladro di emozioni. Questa volta con un collant nero, lo presi come un ladro dal cassetto della biancheria di mia madre, un gesto istintivo di cui non capivo il significato. Un senso di ridicolo si mescolava a una strana euforia, un’ebbrezza segreta. Il pensiero di Giulia persisteva, ma ora era avvolto da questa nuova dimensione sensoriale, da questo segreto che custodivo gelosamente.
L'eccitazione cresceva più rapidamente, più intensamente, come un fuoco alimentato da un vento improvviso. Non resistevo mi segavo e venivo pensando a Giulia e eccitato da quel contatto del collant e pensando a lei.
Giorno Tre: la carezza della seta
Nel cesto della biancheria sporca scovai un paio di mutandine di seta. Un’esitazione mi assalì, quasi paura di varcare una soglia invisibile. Ma la curiosità prevalse.
Le indossai sotto i collant, sentendo la seta liscia e fresca sulla pelle. Mi guardai allo specchio, un’ombra di sorriso sulle labbra.
Mi sentivo strano trasformato dall’eccitazione e dal proibito. Seduto sul bordo della vasca, il pensiero di Giulia ancora presente, raggiunsi l'apice del piacere, un’esperienza intensa e confusa, ma impregnata di una nuova consapevolezza del mio corpo e del desiderio di Giulia.
Giorno Quattro: il pizzo e lo specchio
Ogni volta aspettavo di trovare qualcosa di nuovo nel cesto della biancheria e quando trovai un body di pizzo nero non potei resistere.
Il cuore iniziò a battere all'impazzata mentre lo prendevo. Indossarlo fu un'esperienza straniante: le spalline sottili, la sensazione del tessuto aderente alla pelle, una seconda pelle inaspettata. Sopra misi anche il collant che avevo trovato nel cesto. Mi osservai a lungo nello specchio, cercando di decifrare l'immagine riflessa.
Sul mio corpo di ragazzo ora c’era qualcosa di femminile, di delicato; emergeva in contrasto con la mia immagine abituale. Seduto sul water, la mente turbinante di immagini confuse, trovai sollievo nella masturbazione, pazza, liberatoria, dopo la quale mi spogliavo di quegli indumenti e li riponevo nel cesto, con un senso di colpevolezza.
Giorno Cinque: il gioco degli opposti
Nel cesto fu un reggiseno bianco, con inserti di pizzo che catturò la mia attenzione.
Non sapevo nemmeno come si indossasse. Tentai goffamente di allacciare le spalline, un rituale sconosciuto. Lo indossai sopra il mio torace piatto e dentro vi misi i miei calzini a riempirlo un po’, lo ammetto ero buffo, ma la sensazione era singolare.
Aggiunsi un paio di décolleté con il tacco che avevo preso prima dall'armadio delle scarpe di mia madre. Mi erano in po' piccole. Camminare era un’impresa, un precario equilibrio tra goffaggine e scoperta.
Mi osservai nello specchio a figura intera. Un sorriso timido illuminò il mio viso.
Stavo giocando a essere qualcun altro, e quel gioco mi attraeva irresistibilmente. Mi eccitava assieme al pensiero della mia compagna e alla sua bellezza e al mio desiderio di lei e come ogni volta mi masturbai pensandola.
Giorno Sei: la trasformazione
Dall’armadio presi un vestito fiorato e leggero che completò la metamorfosi.
Mi vestii con cura, sistemando le spalline sottili. Poi, il trucco: il rossetto rosso di mia madre, passato incertamente sulle labbra, e un tocco di ombretto azzurro.
Mi guardavo e riguardavo nello specchio, cercando di conciliare la mia immagine abituale con questo nuovo riflesso.
Mi pettinai i capelli in modo che fossero più femminili.
Non ero più io, ero un’altra persona, ora con una immagine femminile. Seduto sul water, avvolto in questa nuova identità, sfogliai una rivista di moda femminile mentre mi masturbavo. L'eccitazione era diversa, più complessa, legata a questa trasformazione, a questo travestimento e guardavo le modelle, ognuna più eccitante dell’altra e di cui invidiavo la bellezza eccitandomi.
Giorno Sette: la rivelazione
Ho indossato tutto di nuovo: collant, mutandine, body, reggiseno, vestito, scarpe, trucco. Ho aggiunto due paia di calzini a riempire le coppe del reggiseno e ora sembra davvero che abbia un seno.
Chiuso nella mia stanza, mi sono osservato a lungo nello specchio. Non pensavo più solo a Giulia. Pensavo a me stesso, a questa nuova versione di me, un’identità segreta, proibita, ma innegabilmente eccitante. Seduto sul water, accarezzandomi cosce e gambe e, mi sono masturbato. Era solo piacere fisico. Era scoperta. Era un segreto che mi apparteneva completamente, un segreto che sentivo il bisogno di esplorare ancora. Divenne come una droga che mi accompagnò. Mi eccitava il pensiero di Giulia, quello delle modelle sulla carta patinata, ma ora anche di me stesso che mi immaginavo come loro, sensuale ed elegante.
Fu la prima volta che mi apparve questo mio piacere nel trasformarmi in una figura femminile.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Sette giorni:
