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La resa


di ilmassaggiatore1
12.08.2017    |    15.406    |    5 9.4
"Inghiottì il cazzo sin dove poteva arrivare e si mise a fare su e giù scopandosi in bocca lentamente, dal canto mio iniziai a leccarle la figa già fradicia..."
La resa
Tempo che Luisa si sdocciò e mise in libertà, sedemmo a cena che erano le 21:00, soliti posti, Luisa capotavola ed io e Ale, rimessasi gli slip e la canottiera ombelicale, di fronte.
A metà cena, Luisa esordì: “Questa sera dovrei andare a dormire presto, domani mattina, visto che tuo fratello non c'è, devo essere in azienda presto per delle consegne urgenti, avete la mattinata libera”
Ali in piedi dietro le spalle di Luisa, stava aprendo il frigorifero, a quelle parole mi guardo con gli occhi luccicanti e si passò la lingua sulle labbra, facendomi l'occhiolino.
Tornò a sedere con la frutta ed in un attimo avevo già il suo piede che mi premeva sulla patta.
Dissi a Luisa “Non ti preoccupare tesoro, sparecchiamo noi, visto che sono le 22:30 vai pure a dormire, cerca di addormentarti, dopo resto a vedere un po di TV sul divano, cercherò di non svegliarti dopo”
Ali con i soliti capezzoli che bucavano la canottiera, stava facendo un pompino ad una banana ed una piede/sega a me: “Si mà, lo teniamo basso il TV, addormentati subito”
Luisa ci baciò e salì, sparecchiammo, caricammo la lavastoviglie, in mezzo a strusciamenti e palpatine, uscimmo in giardino a fumare, Ali mi cinse alla vita ed appoggiò la testa al mio petto, strusciandomi una tetta.
Si mise in punta di piedi e mi sussurrò all'orecchio, sfiorandolo con le labbra: “Non capisco cosa mi è successo, voglio tanto bene al mio ragazzo, ma quando facciamo sesso è a te che penso per godere”, “Paolo, mi sei entrato nel cervello la prima volta che ti ho visto, adesso devi entrarmi dentro, o me lo dai o me lo prenderò”.
Rientrati, mi sedetti sul divano ed accesi la TV, feci un po' di zapping tra i canali poi lasciai su Focus, c'era un documentario sugli animali, arrivo anche Ali, si stese sul resto del divano poggiando la testa sul mio grembo o meglio sul mio cazzo.
Cominciò a strusciare la guancia sul cazzo barzotto che ben presto raggiunse la consistenza di una mazza.
Abbassai il volume del TV sino a sentire il ronfare di Luisa di sopra, russava, se la stava dormendo alla grossa.
A quel punto Alice mi mise la mano sopra i boxer e cominciò a soppesarmi la palle ansimando, le passai il braccio sopra la spalla e le infilai la mano da sopra la canottiera sino a riempirmi la mano con la sua tetta. Lei tirò l'elastico in vita dei boxer e...
...il fratellino saltò su dalla cinta.
“Ma è anche bello oltre che grosso, adesso te lo mangio”, inarcai la schiena, tirò la cinta sino a portarla sotto i coglioni, lo impugnò alla base e cominciò ad accarezzarsi il viso, gli occhi, le labbra, “mhmmmm, non riesco a chiudere la mano è almeno il doppio di quello del mio fidanzato”, così dicendo se lo imboccò e cominciò a bagnarlo mentre se lo scappellava in bocca, poi lo uscì e cominciò a leccarlo dalla punta alla base coglioni compresi, mentre c'era, cominciò a succhiarli, avevo la cappella che mi stava scoppiando, tornò su, si fece la labbra a cuore e cominciò a scoparmi con la bocca. Niente da dire, il pompino era nel DNA della famiglia.
Mollai il melone che avevo in mano e cominciai a sfiorarle con i polpastrelli il capezzolo duro come una pietra, cominciò ad ansimare dal naso mentre cercava di imboccare sempre più cazzo rischiando un conato di vomito, Lasciò la presa, mi baciò la cappella e mi fa: “E' favoloso, al mio ragazzo arrivo a toccare il pube con il naso, il tuo a stento arrivo a metà, ti adoro, adesso ti svuoto”, mentre mi slinguava la cappella inumidendola mi piegai un po per arrivare con la mano nella figa sotto i suoi slip, arrivavo al clitoride duro e cominciai a carezzarlo sotto i polpastrelli mentre si sprofondava il cazzo sino alle tonsille, cominciò un lento su e giù come se mi stesse facendo uno smorzacandela con la bocca, sentivo la cappella che mi stava esplodendo e l'orgasmo montare, glielo dissi “sto venendo troia” accellerò il ritmo e la profondità, le misi l'altra mano dietro la nuca e le tenni la testa giù mentre le eruttavo un litro di sborra in bocca, mi morsi le labbra per non urlare, mi stava svuotando anche il cervello.
Se lo tenne in bocca succhiandolo sino a che non si ammosciò “finalmente sono riuscita a tenerlo tutto nella bocca” esordì dopo avermi ripulito da tutto ciò che non era riuscita ad ingoiare.
Si mise in piedi sul divano scansò gli slip e mi mise in bocca la figa depilata, che cominciai a slinguare, lappare, succhiare inebriandomi del suo sugo di femmina, le presi il clitoride tra le labbra e strinsi sino a sentirle gocciolare la figa sulla mia pancia, le cedettero le gambe mentre mugolava “siiiiiiiii, tu sei un uomo che sa come sciogliere una figa, non quella nullità del Mirko (fidanzato), ti voglio sei tu il mio toro da monta, sono disposta a dividerti con mia mamma”.
Mi si accasciò addosso abbracciandomi, le piantai la lingua in bocca mentre le strizzavo i glutei sodi, dopo un po, lentamente si rimise in piedi, “vado a cambiarmi gli slip che grondano, non ti muovere” “e dove vuoi che vada? Mi hai spompato”.
Avevavmo tolto la voce al TV, si sentiva solo Luisa di sopra che russava beatamente.
Mi sgranchii le gambe e la schiena stendendomi per lungo sul divano a tre posti, mi addormentai, aprii un occhio quando Ali tornò giù e si stese su di me poggiandomi la testa sulla spalla, alzai il braccio e l'abbracciai posandole la mano sull'anca.

Mi svegliai con una lingua che mi rovistava il palato, ricambiai di gusto e con passione, aprii un occhio, era Luisa, gelai quando vidi Ali ancora come ci eravamo addormentati. Luisa mi bisbigliò all'orecchio: “Amore, faccio colazione e scappo”, lentamente mi sfilai da sotto Alice e la raggiunsi in cucina, quando mi vide aggiunse una tazzina, non sapevo che dire, fu lei a rompere il silenzio mentre versava il caffè: “Che teneri che eravate addormentati abbracciati, la testa di Ali sulla tua spalla...”, “sai, mi ha confessato che ti vuole bene, si sta affezionando, povera figlia, il papà le è mancato troppo presto, non se l'è potuto godere...”.
Rincuorato, mi rilassai, sorridendo tra me e me pensai: “in compenso si sta godendo il patrigno ed ha idee bellicose la ragazza”.
Luisa: “Per il pranzo è tutto pronto, dovete solo accendere sotto la pentola con l'acqua verso le 12:30, per il resto fate quello che volete, rilassatevi, pomeriggio andiamo in piscina” mentre finiva una fetta biscottata imburrata e con marmellata di ciliege,
Mi ripiantò la lingua in bocca per salutarmi provocando un attenti dell'artiglieria pesante nei boxer, “Ooohhh poverino, non posso lasciarti così, ammmore vieni qua che ti faccio un pompino al volo”, “tranquilla, vedrai che mi passa appena faccio la pipì è una questione anche di idraulica...” replicai, non volevo si accorgesse che Ali mi aveva prosciugato le palle “finisco la colazione, faccio la doccia e me ne vado a letto comodo, sono appena le 6:20” e così feci.
Finita la doccia mi buttai sul letto nudo con le braccia e le gambe larghe come l'uomo vitruviano, occupavo tutto il letto. Mi riaddormentai.


Mi risvegliai per un solletico alla pancia, erano i lunghi capelli biondi di Ali, nuda, che stava giocando col mio cazzo barzotto in bocca, feci per accarezzarla sui fianchi rotondi e mi accorsi che ero legato mani e piedi al letto.
Mi aveva immobilizzato con le cinture degli accappatoi, cravatte e foulard.
“Lasciami fare, vedi quando è moscio è l'unico modo che ho di prendertelo tutto in bocca...” guardandomi maliziosa, si girò e mi baciò leccandomi le labbra e succhiandomi la lingua. Poi tornò a giocare col cazzo che prendeva consistenza, quando fu bello tosto cominciò a leccarlo per tutta la lunghezza su e giù, “che bisogno avevi di legarmi?” “Buono, te l'avevo detto che se non me lo davi, me lo sarei preso”, “oggi mi scopo col tuo bel cazzone, voglio sentirmi la figa piena di te” .
“Mamma mi ha confidato che vai pazzo per la Nutella, pure io” e me la stava spalmando lungo tutto il cazzo, ma non finì li, se ne spalmò un po' in tutta la figa e si mise 69 poggiandomi la figa in faccia ricominciò a slinguarmi il cazzo sue giù per tutta la lunghezza facendolo indurire come il ferro.
Ali non aveva la figa come Luisa, chiusa patatosa morbida a protezione delle labbra e del clitoride, lei aveva le piccole labbra, grandi e pendule, penso si dica ad “ali di farfalla” immaginatela cosparsa di nutella. Con il clitoride eretto a mo di piccolo cazzetto.
Inghiottì il cazzo sin dove poteva arrivare e si mise a fare su e giù scopandosi in bocca lentamente, dal canto mio iniziai a leccarle la figa già fradicia dei suoi umori frammisti alla nutella, la sentivo fremere quando le succhiavo le labbrone e le infilavo la lingua nel buco per risalire lungo il solco sino al clitoride che afferravo e stingevo tra le labbra.
Era bravissima, quando sentiva la cappella che si ingrossava vicino all'orgasmo smetteva e riprendeva a leccarmi lungo l'asta ed i coglioni, poi riprendeva a pomparmi di nuovo cencando di infilarsene sempre di più, arrivò un paio di volte ad avere conati di vomito, ma si riprese, intanto mi strusciava la figa sbrodolata sulla faccia, mi diceva: “mi stai facendo sbrodolare come una porca scrofa, sono già venuta due volte, tu no, trattieniti, mi devi riempire la figa” così dicendo si sollevò, si girò e si accovacciò su di me con i piedi sul letto, prese il cazzo, lo guidò al suo buco, calò lentamente sino a far sparire la cappella, poi si sollevo un po' e se la strusciò tra le labbra picchiettandosi sul clitoride, poi la reinghitottì, sentivo la cappella che mi stava scoppiando, anche lei “mhhhmmh come ti sento , la cappellona mi sta aprendo le pareti” andava su e giù lentamente sempre più in profondità, sentivo che gli toccavo l'utero, quando risaliva l'asta era lucida del suo godimento, “me la stai sfondando mio toro, non ho mai goduto così tanto”, “slegami le mani ti voglio mungere, vacca”, appena lo fece gliele afferai e le strizzai le tette con forza da farle male, gemeva e cavalcava, gli leccavo i capezzoli, li succhiavo li mordicchiavo mentre continuava a cavalcarmi, essendo semi libero, ricambiavo i colpi da sotto facendola sobbalzare, “scopami, scopami, sfondami adesso capisco perchè mia mamma urla sempre, mhhhh gooooodo gooooodoooo anche io come la VACCA MADRE, ti amoooo” la sua sbroda mi colava sui coglioni sino al culo.
Sentivo che non avrei resistito a lungo, glielo dissi: “Sto venendo non resito alla tua figa bollente”, Mi afferrò le mani, le intrecciò alle sue, si distese su di me, ci intrecciammo le lingue, strinse le gambe e mi sussurrò “riempimi tutta, sono anche io la tua vacca da monta, tranquillo prendo la pillola”, “V-e-e-e-e-e-n-gooooo!!!”
Persi il conto di quante volte le eruttai dentro, restammo abbracciati così non so per quanto tempo, lei sempre con le gambe strette, ci slinguevamo in attesa che mi si ammosciasse e scivolasse fuori, non avvenne, restai barzotto e dopo un po' ero di nuovo in tiro.
“ma cazzo, ce l'hai ancora duro” le infilai la lingua in bocca e cominciai a limonarla mentre si dimenava per sentirsi ravanata dentro dal vecchio cazzo duro che l'aveva riempita. Mi baciava, mi leccava la faccia, le orecchie, mi accarezzava da per tutto, “sono felice, al settimo cielo, la migliore scopata della mia vita, sarò sempre tua, ogni volta che vorrai, altro che quella nullità”.
“Andiamo a farci un caffè? Tergiversai, annuì e mi ribaciò annodandoci le lingue.
Dopo una veloce doccia ci siamo rivestiti e siamo scesi in cucina.
continua...
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