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Il mio processo di femminilizzazione ed i colleghi in ufficio


di angietrav
06.03.2017    |    30.926    |    19 9.9
"Lui non dice niente, mi guarda, pensa e, se all’inizio aveva un sorrisetto sarcastico, quel sorrisetto è piano piano cambiato in movimenti inconsapevoli..."
Da quando ho cambiato città per lavoro, ed ho affittato un appartamentino tutto mio, sono entrato in un processo di femminilizzazione fisica e psicologica che mi ha portato a conseguenze impreviste. Infatti, mi penso sempre femmina, guardo le donne per strada e non ho desiderio di loro, sono affascinato dalla loro femminilità e cerco di imitarle. Non vedo l’ora di tornare a casa dall’ufficio per mettermi “en femme”.
Sono sempre stata trav in privato e segreto per via dei miei compromessi professionali; per questo motivo, ma anche per il timore di non essere abbastanza femminile, e per il fatto che non sono più proprio giovane, nemmeno esco a passeggio di giorno. Solamente la notte, a volte, vado in un club privé.
Ultimamente ho rotto gli indugi, ho liberato di più la mia femminilità: gli effetti non si sono fatti aspettare, e con gran imbarazzo da parte mia.
Così vado tranquillamente nel negozio di cosmetici ed altri oggetti per donne. Qui entro con piacere ed eccitazione e compro il necessario per la cura del corpo e tutto il resto. Raccolgo un cestino e faccio la spesa, prendo: il fondo tinta coprente, la cipria, il fard, il rossetto -di solito rosso corallo o rosa chiaro-, le matite per il contorno delle labbra (rosse o più scure), le matite per il contorno degli occhi e per marcare le sopracciglia (nere); inoltre il necessario per il trucco degli occhi (ombretti di vari colori, rimmel per far le ciglia belle lunghe). E poi crema per il corpo, molta crema, per avere una pelle sempre liscia, cremosa e profumata, che tanto eccita gli uomini; la crema con le salviette per struccare. Prendo anche lo smalto per le unghie, mi piace il rosso corallo, e l’acetone per levare lo smalto dalle unghie. Infine il gel lubrificante vaginale, profumato alla banana o fragola, oltre a una bella scorta di preservativi. Non mi scordo mai il profumo, lo uso molto, adoro essere sempre ben profumata, mi piace quello forte di sapore orientale; anche se ad alcuni amanti non piace, timorosi di avere problemi con la propria donna. A volte compro anche gli assorbenti, ... per quando eccedo con le dilatazioni. Non so resistere a non prendere le calze autoreggenti, ne ho una collezione di tutti i tipi e colori. Quando vado a pagare, il conto è sempre salato, però che ci vuoi fare, noi donne abbiamo le nostre esigenze … e mi piace osservare l’espressione della cassiera quando mi guarda di sott’occhi.
Come dicevo, psicologicamente mi sento sempre più femmina e quindi mi voglio vedere sempre più come tale. Ho cominciato a frequentare la palestra e sono andata dalla estetista. In palestra (qui non sono mancante le avventure e sono oggetto di un altro racconto), senza troppi preamboli, ho detto all’istruttore che mi piace travestirmi e che quindi voglio apparire più femminile: mi ha quindi consigliato un percorso per affinare il giro vita, mantenere tonici i muscoli senza ingrossarli, pero sì, ingrossare i glutei e far le gambe belle sode. Avevo anche pensato di prendere dosi blande di ormoni femminili per fare la pelle più turgida e vellutata, al momento non ho ancora avuto il coraggio, vedremo.
Dalla estetista. Ho detto alla signorina che volevo fare le sopracciglia fini, da donna, e così pure le unghie di mani e piedi. Lei, gentile, ha quindi proceduto. Quando sono uscita avevo le sopracciglia ridotte ad un filo ben al di sopra gli occhi e mi son detta, adesso domani come faccio quando vado in ufficio? Anche le mani sono adesso ben curate e le unghie moderatamente lunghe e con smalto trasparente (quando vado in ufficio).
La mattina quando esco per andare in ufficio è ormai un'abitudine indossare delle mutandine femminili elesticizzate, che possono contenere il mio pisellino-clitoride dormiente riposto indietro tra le gambe, con i coglioni che faccio rientrare dentro lo scroto: cosicché sembra che non ce l’abbia (tucking lo chiamano, non lo sapevo); quindi tiro su i pantaloni, che siano ben attillati, affinchè il clitoride non si liberi di nuovo. Metto anche, sotto la camicia, un top femminile - di solito nero o rosa-, o addirittura una bustino con un accenno di seno. Non contenta, mi trucco un poco, però questo poco nel tempo è andato facendosi sempre più visibile. Non riesco a fare a meno di mettere un’impercettibile strato di fondo tinta intorno agli occhi ed un poco di rimmel sulle ciglia, appena appena, giusto per piacermi quando mi guardo allo specchio, senza essere troppo azzardata, ma questo lo penso solo io!... Sulle labbra sempre un rossetto trasparente (tipo protettore per le labbra) che così risultano lucide e brillanti.
In ufficio sono in stanza con un collega, Roberto, che è anche amico. Ci conosciamo da tempo ed io conosco anche sua moglie ed i due figli. Ci raccontiamo la nostra vita ed alcune intimità, niente di eccezionale, lui è un salutista e ciclista da sempre; non sa niente del mio essere femmina e non gli ho mai dato motivo per pensarlo. Oggi però, il giorno dopo il trattamento dall'estetista, sono arrivata con le sopracciglia femminili, mal celate sotto la zazzera dei capelli, e Roberto avrà pensato: perché oggi gli occhi di Angelo (che sarei io) risaltano più del solito, più grandi? Mi guarda, Roberto, e non dice niente. Andiamo in sala riunioni con gli altri colleghi per festeggiare un compleanno. Roberto continua a guardarmi, sento il suo sguardo addosso, così come quello di altri colleghi e colleghe (mi sembra che alcune ridono maliziose). Sono imbarazzata, ma anche eccitata. Finalmente il mio amico non ce la fa più e mi dice: " vieni un attimo in ufficio". Andiamo, entriamo e lui chiude la porta dietro di noi, mi immobilizza al muro mettendomi una mano sul petto. Roberto è più grande e forte di me. Si avvicina e mi chiede: “ma che stai facendo, sembri una donna!". Sento una vampata di calore che mi sale al viso. Cerco inutilmente di allontanarlo, mal celando la verità “ma che dici!”; e lui “senti, cosa credi che non ti vedo? guarda i tuoi occhi, le sopracciglia, le mani, che sta succedendo, dimmi!”. Non ce la faccio più a nascondermi, gli dico solo “adesso non posso spiegare, meglio se vieni a casa mia stasera verso le 7”; “va bene ci sarò, sono proprio curioso di sapere cos'è che stai combinando, sei così strano ultimamente. Sempre col pensiero altrove e silenzioso”. Abbasso lo sguardo e gli dico che devo andare adesso, non ce la faccio più di stare in ufficio; sono troppo emozionata e non avrei il coraggio di incrociare gli sguardi degli altri colleghi e colleghe.
Sono le 4 del pomeriggio, corro a casa confusa e col cuore in gola. Cosa gli dirò a Roberto, capirà o si arrabbierà e mi sputtanerà mandando in frantumi la nostra amicizia?
Bene, ho deciso, libero Angie e lui quando arriverà non troverà Angelo, il collega ed amico che conosce, ma Angie. Mi farò bella, il meglio che posso. Come sempre mi lavo per bene fuori e dentro (lunghi clisteri). Crema dappertutto. Mi trucco con tutta la attenzione possibile: un trucco sobrio, da signora. Metto la parrucca nera con i capelli lunghi fin sulle spalle ed un poco mossi. Un vestito rosso attillato, però corto, sotto un perizoma rosso ed autoreggenti beige trasparenti. Scarpe décolleté rosse con tacco de 8 cm. Mi vedo attraente però non volgare. Sul tavolo, in sala, ho messo due bicchieri ed una bottiglia di vino bianco fresco ... per rasserenare gli animi.
Sono le 7 in punto, suonano al citofono, è lui. Rispondo con la mia voce maschile: "vieni è aperto". Lo aspetto dietro la porta. Apre, entra e chiude la porta. Mi vede, resta interdetto, "ciao" dico io abbassando gli occhi, ma questa volta con voce femminile; "sì sono io, Angie". “Mio dio!” esclama lui, “già immaginavo qualcosa di simile, però non così ..., Angelo, ...Angie”. E’ imbarazzatissimo e rosso in viso: lui -maschio sportivo-, uomo di famiglia, fedele alla moglie. Anche io sono imbarazzata, però già sollevata, mi sono tolta un peso. Adesso Roberto sa, e speriamo che capisca. Lo prendo per mano, mi scruta: le unghie ben curate e con lo smalto rosso corallo, il braccialetto dorato, “vieni andiamo a sederci al tavolo e ti racconto”. Sorseggiamo il vino ed io fumo una sigaretta dietro l'altra. Gli racconto del mio processo di femminilizzazione, della mia storia di una nascosta femminilità fin dall'adolescenza e di come adesso, che sono sola per lavoro in questa città, approfitto per dare libero sfogo alla mia bisessualità con la quale convivo da sempre. "Sai Roberto, mi sento sempre più donna e mi eccita piacere agli uomini, non credo che tu possa capire, ma non fraintendermi ti prego di ascoltami. Mi piace vedere i maschi attratti dalla mia presenza ed essere posseduta come una femmina". Lui non dice niente, mi guarda, pensa e, se all’inizio aveva un sorrisetto sarcastico, quel sorrisetto è piano piano cambiato in movimenti inconsapevoli delle labbra inumidite e morse dai denti: percepisco una eccitazione che cresce. Dentro di me sento che sto vincendo. Finisco il mio racconto ripetendogli che spero capisca e che mantenga questo segreto tra noi due, che non dica niente ai colleghi in ufficio. Mentre lo guardo penso, e se ora questo mi ricatta o mi sputtana in ufficio? Potrei anche mettere a rischio la mia professione.
Però, niente di tutto ciò. Mi prende la mano, sento una vampata di calore che mi inonda il viso ed il petto. "Angelo, no scusa Angie, non ti preoccupare" dice lui, "ti voglio lo stesso bene come amico, però non posso negare che così come sei mi attrai anche come uomo. Sei veramente sorprendente per come sai cambiare, se ti incontrassi per strada non ti riconoscerei". Gongolo di gioia! E’ vero, quando divento femmina, mi piaccio, mi eccito e non smetto mai di sorprendermi per come divento femminile. E’ anche vero che i lineamenti gentili del mio viso, fin da bambino, hanno attratto le attenzioni di certi uomini.
Sempre tenendomi la mano, si alza, viene verso di me, mi fa alzare, mi stringe a se per la vita, così forte da togliermi il respiro. Focoso, mi bacia a lungo, con la lingua in bocca, come per vincere le remore e cedere alla tentazione che non sa reprimere. Ci baciamo, ormai mi sento tranquilla e mi lascio andare. Le sue mani scendono tremanti di eccitazione, sono sotto la gonna, corrono giù e su per le cosce, poi palpano forti il culo; non azzarda ad andare oltre per il momento. Io so solo gemere, “oh Roberto caro, ... oh Roberto... che paura avevo”. Non dico altro per non rompere l’incantesimo. Gli chiedo solo un momento, vado in bagno a rivedere il mio trucco, non voglio deluderlo proprio adesso: i suoi baci mi hanno infatti scompigliato il rossetto; sistemo quindi di nuovo la bocca, con matita di contorno leggermente più scura del rossetto rosso corallo. Torno in soggiorno. Roberto è seduto, sta sorseggiando il vino e fumando una sigaretta con le mani tremanti per l'emozione: lui, che di solito non fuma. "Posso pulirti la bocca dal mio rossetto?", così facendo mi avvicino di nuovo alla sua bocca, lui non si ritrae, anzi ... . “Caro, spero di non averti deluso e che manterrai il nostro segreto”, “non ti preoccupare” dice. Così dicendo mi carezza le cosce insinuando le mani nel mezzo, e questa volta sì, carezzandomi anche il clitoride. "Alzati" mi dice mentre lui resta seduto e mi squadra, mi fa girare, mi tira su la gonna, mi guarda il corpo. "Accidenti Angie, mi ecciti, non lo avrei mai pensato, ...è la prima volta per me". "Anche per me" dico, "con un amico di Angelo che adesso è Angie …". Capisco che è il momento, lo faccio accomodare sul divano, mi inginocchio e gli carezzo i pantaloni, sento il suo cazzo già duro (dentro di me rido, ... ma guarda che cazzo piccolo c'ha Roberto...). Mi lascia fare, gli chiedo se posso aprire; mi fa cenno di sì, ma non dice niente. Silenzio denso di emozioni, come la prenderà? Mi azzardo. Apro i pantaloni, tiro fuori il cazzo e comincio a leccarlo e succhiarlo dolcemente. Roberto non dice niente, non oso guardarlo. Però nemmeno mi ferma, mi lascia fare. Sento che si eccita, lo succhio come so fare io, e so che piace molto ai maschi, spesso mi dicono, con mio gran piacere, che lo faccio meglio delle loro mogli. Però questo al mio amico non lo posso chiedere. Poggio quindi il cazzo sulle mie labbra rilassate e socchiuse, con una leggera pressione lo faccio entrare avendo cura di non aprire le labbra e lasciarle ben aderenti alla cappella; la tengo dentro e faccio roteare la lingua attorno alla corona. Comincio a pompare lentamente facendo entrare il pene fino a metà. Faccio tutto lentamente, un poco timida, avendo cura di percepire l’umore del mio amico. Poi d’improvviso faccio entrare il cazzo tutto nella mia gola profonda fino a toccare il suo pube con la bocca e sempre tenendo le labbra ben aderenti. Penso che penetrare la mia bocca deve essere per il maschio come metterlo nella vagina. Roberto adesso geme, è eccitato, sento il suo respiro ansimante ed il pulsare del pisello. Uuuuhhhh, sta già venendo! ... un urlo strozzato. Mi fermo con il cazzo ben piantato dentro la bocca ed ingoio tutto il caldo seme. Con le labbra strette in fondo al pene torno su facendo uscire le ultime gocce, avendo cura di non toccare la cappella, troppo sensibile in questi momenti, lo farebbe ritrarre e scappare subito. Invece Roberto resta lì, beato, assaporando l’orgasmo prodotto dal suo collega! e da come mi carezza le spalle capisco che è contento, appagato però, per timidezza ed un po’ di imbarazzo di tutti e due, restiamo in silenzio. Lo guardo negli occhi, un sorrisetto dolce da parte mia, subito corrisposto, sussurro “ti è piaciuto?”. Mi rassereno quando dice, “stupendo Angie, nemmeno mia moglie lo sa fare come te…”. Gioisco dentro. Sollevata e cosciente della mia femminilità, vado in bagno e mi rassetto.
Sono le otto di sera passate, lui deve andare, ha la famiglia a casa in attesa, mentre io ancora emozionata potrei anche ricevere qualche visita serale. Ci guardiamo, adesso con aria complice. Mi dice solamente di fare attenzione in ufficio "per lo meno non arrivare con gli occhi truccati, ‘ché si vede, ed i colleghi, soprattutto le colleghe, parlano". E’ stato così che l'amicizia con Roberto si è rinsaldata e “approfondita”, complici del nostro segreto. Lui viene spesso a casa mia ed ha imparato a farmi l’amore come si deve. Non ho mai osato di chiedergli il fisting. Voglio che il nostro rapporto resti nei limiti di un amore tra un maschio etero ed una femmina particolare come me, a complemento di sua moglie (mmm ...). Roberto ha anche voluto assaggiare il mio clitoride, vincendo la sua e mia timidezza. Una volta mi ha detto, per scherzo?, che adesso mi può scopare come e quando vuole visto che potrebbe svelare a chi di dovere il mio segreto. L’abbiamo presa a ridere, però mi è rimasto il sospetto. E comunque carpe diem, mi piace troppo essere femmina così, e sentirmi dire che lo faccio meglio della moglie del maschio etero di turno.
P.S. Roberto col tempo ci ha preso gusto ed è diventato uno splendido complice. In ufficio si comporta come sempre, correttamente, però nel pomeriggio, a volte mi sussurra: "ho voglia, esci un pò prima, fatti bella e così verso le 18 passo da te prima di andare a casa". Quindi per qualche mese i nostri incontri sono diventati quasi un'abitudine, lui si è smaliziato, e gode di me come tanti maschi non liberi e col tempo limitato: a volte un pompino veloce, altre volte mi scopa anche, ma sempre più spesso senza spogliarsi (lui), si svuota ben bene, gode, un bacetto e se ne va. In questi momenti per lui sono Angie e si scorda del collega ed amico dell'ufficio. E così è stato che la nostra relazione clandestina è durata un bel pò.

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