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Roger mi porta a battere sui viali, poi mi fa conoscere il suo amichetto Andrea


di angietrav
17.03.2021    |    11.799    |    16 9.6
"C’è un ponte su un canale, prima del ponte, sulla destra, uno stradone lungo circa un chilometro a doppie corsie, aiuola spartitraffico nel mezzo con i..."
Dopo l’esperienza dell’invito a cena con la sorpresa di farmi scopare da un protettore e dalla sua puttana slavi, Roger ha rotto gli indugi. E’ sempre gentile, ma il suo atteggiamento è cambiato e sempre mi ricorda "vuoi fare la santarellina ma sei una puttanella e ti piace essere presa da maschi sconosciuti"; “Hai ragione caro, sai che ho un debole per la tua gentilezza, per come sai apprezzare la mia femminilità, e cerco sempre di accontentarti, anche facendo la puttana per te”. Inoltre ho anche capito che Roger finalmente si mostra per quel che in fondo è: un guardone. Infatti candidamente mi ha detto che gode a guardarmi quando gli altri mi scopano e, sempre più spesso, insiste che mi vuol portare la notte a battere sui viali: ho sempre rifiutato, la cosa mi fa paura, non si sa mai chi si incontra, però la tentazione è forte. Mi piace fare la puttana, però in casa mia e, quando ci riesco, mi eccita farmi pagare per i servizi. In passato è stato eccitantissimo andare a battere sul lungo mare di Torre del lago, un’altra volta un maschio mi ha portato a battere in un parcheggio sull’autostrada offrendomi ai camionisti, però nessuno dei due era un luogo di prostituzione. Dove mi vuol portare Roger sì.
Dopo la famosa cena, Roger viene più di rado a casa mia. Penso che dia libero sfogo alla sua omosessualità, gli piacciono i ragazzi giovanissimi, sbaciucchiarseli e succhiargli il cazzo, e credo che li paga per i servizi. Infatti, le ultime due volte che è venuto a casa mia era in compagnia di ragazzetti sempre in tuta da ginnastica e senza mutande, di solito di origine magrebina. Era inverno, fuori faceva freddo e lui ha approfittato della mia ospitalità. In casa i ragazzetti, apparentemente timidi e silenziosi, si lasciavano baciare da Roger come lui faceva con me (adesso io ancora mi lascio baciare da lui, ma con meno trasporto) e poi li faceva sdraiare sul letto, li succhiava il cazzo, ma non li faceva venire, chiedendomi “vieni Angie, fatti scopare…”, al che, messo il preservativo al giovane e mi son fatta prendere a pecorina: il ragazzo mi ha scopata in silenzio mentre Roger guardava toccandosi.
Finalmente ho ceduto alle insistenze ed alla tentazione così un giovedì notte di fine marzo, verso le 10, Roger è passato a prendermi per portarmi, come dice lui, "a battere sui viali". Per quell’ora sono pronta, come sempre pulita dentro e cremosa fuori. Mi vesto attraente ma non voglio dare troppo nell’occhio: trucco leggero ma con dei bei labbroni rosso corallo, così come le unghie delle mani e piedi; parrucca a caschetto biondissima; tubino elasticizzato nero senza spalle e corto fino a metà coscia, sotto un corsetto, autoreggenti nere a rete; sandali neri a piattaforma, tacco 12 cm; tanga di pizzo nero che contiene bene, indietro nascosto tra le gambe, il mio clitoride dormiente, ma con un filo in mezzo ai bei glutei rotondi e palestrati. Fa fresco e mi copro con un soprabito di gabardina beige corto a metà coscia come il tubino, infilo il braccio nella borsetta con il necessario (preservativi, rossetto, sigarette, documenti).
Sempre ho timore di uscire dal mio appartamento al terzo piano e per le scale incrociare qualche condomino, ma anche questa volta è andata bene. Prendo l’ascensore, scendo in strada, Roger mi aspetta con l’auto in doppia fila davanti al portone, apprezzo la gentilezza quando scende e mi fa accomodare aprendo la portiera del passeggero, “che bella puttanella sei Angie”, bacetto; “allora dove mi porti caro? Sono nelle tue mani”.
Il mio uomo guida nella notte verso i quartieri a luci rosse di questa città del nord Europa dove lavoro, si eccita -e mi eccito- a vedere donne e trans in vetrina, incitandomi a provare, che a lui piacerebbe essere il mio …” gestore”: ”mi tenta caro, però troppi rischi, immagino la polizia scheda tutte queste signorine ed io questo non posso permettermelo”. Guardo le ragazze in vetrina, loro mi guardano con sorrisetti maliziosi, forse pensano che sono la fidanzata dell’uomo che mi sta accanto e mi porta in visita ai quartieri a luci rosse per eccitarsi ed eccitarmi.
Continuiamo per un grande boulevard, arriviamo alla fine, già non è più centro città. C’è un ponte su un canale, prima del ponte, sulla destra, uno stradone lungo circa un chilometro a doppie corsie, aiuola spartitraffico nel mezzo con i lampioni, ai lati penombra ed oscurità. Sul lato sinistro, lato canale, ci sono magazzini e garage di autobus e camion; sul lato opposto, oltre il marciapiede, c’è una fascia di verde larga circa 50 m con prati, alberi e cespugli. Nell'oscurità di questi giardini c’è movimento, si intravedono sagome di persone accampate o che passeggiano, mi sembrano quasi tutti africani. Sul marciapiede alcune prostitute (soprattutto slave e africane) e qualche travestito africano, per la verità poco curati e poco attraenti. Poche auto di clienti si muovono lentamente e, per quanto capisco, si accompagnano con prostitute o trav nei giardini. Igiene zero!
Roger mi dice di scendere mentre lui resterà a guardarmi e godersi lo spettacolo della sua puttana che batte. “Non ci penso nemmeno Roger!” dico, “questo posto non mi piace, troppi disgraziati rintanati tra i cespugli, non mi fido”. Cerca di convincermi guidando piano verso il fondo dello stradone che è meno affollato. Con fare più deciso mi ordina: “Dai scendi! cammina sul marciapiede, ti resterò vicino con l’auto, mi eccita vederti sculettare e voglio vedere che succede, se no chiamo io qualche bel negrone e ti sistema lui”, “no per favore, qui no! ... va bene, come vuoi tu, scendo, ma stammi vicino”. Timorosa, però eccitata, scendo e mi metto a camminare sul marciapiede nella penombra, ben eretta e sculettando un poco, non posso fare a meno di richiamare l’attenzione e vedere se piaccio. Non perdo di vista l’auto di Roger. Apro il soprabito e lascio intravedere le gambe col tubino tirato su fino alla fine delle autoreggenti. Mi guardo intorno, passeggiando fumo una sigaretta. Sento occhi addosso dall’oscurità, qualcuno si avvicina, praticamente nessuna auto si muove per la strada, non c’è più nemmeno Roger! Faccio finta di niente, cammino evitando di incrociare gli sguardi di africani che mi osservano, mi sento una preda con i leoni pronti a scattare. Dove sarà Roger? Che faccio? Ho paura e voglio andarmene! Ovviamente nemmeno l’ombra di un taxi.
Una mano mi tocca il culo, faccio un salto timorosa, l’uomo dice qualcosa che non capisco. Si avvicina e tira fuori un bel cazzone già duro, mmmm..., la tentazione è grande ma non mi fido: “non, merci”, dico sorridendo intimidita e cercando di tenere alla larga il maschio arrapato. Finalmente arriva Roger, corro verso l’auto. Divertito, si era nascosto e godeva al vedermi persa. Impaurita, lo abbraccio, “tesoro, non mi fare più questi scherzi per favore, sei cattivo, mi hai fatto prendere una paura!”. Mi sento una femmina bisognosa di protezione ed affetto, ma al contempo confusa: emozionata ed eccitata. “Come vedi faccio quel che ti piace per farti contento ma questa è l’ultima volta che vengo qua, se vuoi portami altrove in un luogo più sicuro, volentieri proverò di nuovo a battere per te”.
Roger spesso mi ha anche invitato a visitarlo al piano-bar che gestisce per farmi conoscere Andrea, il suo amichetto barista. Non ci sono mai stata perché il locale è vicino casa mia, vorrei andarci come Angie ma, non ho l'auto ed ho paura di fare incontri con conosciuti. Questa sera però sono eccitata e cedo alle sue insistenze. Arriviamo che è quasi mezzanotte, nel bar non c’è più nessuno ed Andrea sta chiudendo. “Angie ti presento Andrea, guarda che bellezza è, vero?”, Roger deve esserne innamorato. Con una mano prende Andrea e me lo avvicina, me lo offre. Rimango sorpresa, Andrea è giovanissimo - Roger mi ha detto che ha 18 anni, ma secondo me ne ha meno, forse 15 o16 - è efebico, di una femminilità naturale, longilineo non alto, capelli ne lunghi ne corti ma con taglio femminile, pettinati con riga di lato ed accomodati dietro le orecchie con gel. I capelli sono colorati di castano molto chiaro, quasi biondi. Andrea ha bellissimi occhi verde chiaro e la sua pelle è leggermente abbronzata, deve essere di origini magrebine. Si muove con leggerezza, è vestito semplicemente con jeans larghi, camicia femminile di seta a grandi fiori coloratissimi (regalo di Roger, mi dirà lui) che tiene aperta sul petto e scarpe da tennis tipo Superga. È bello Andrea, mi piace; non parla, raramente mi guarda negli occhi, è timido (?), docile ed obbediente a Roger suo padre-padrone: in silenzio fa quel che gli chiede. Mi immagino nel retro del bar Roger se lo sbaciucchierà e gli succhierà il cazzo.
Mi viene naturale, avvicinandomi, di prenderlo per la vita, stringerlo a me e baciarlo con foga: si lascia fare. Carezzo il corpo esile e glabro sotto la camicia, emozionata slaccio i jeans, lui si sfila le scarpe e lascia cadere i pantaloni, è senza mutandine, ha due belle gambe lunghe, femminili, dalla pelle liscia, mi inginocchio: è ben depilato, pulito e profumato, il suo cazzetto è quasi infantile ma durissimo, circa 3 cm di diametro per 10 di lunghezza, piccoli coglioni duri raccolti nello scroto, succhio e lecco tutto con piacere. Lo giro, ha un bel culetto dai glutei tondi e sodi e con la figa-anale vergine, lecco ancora sempre più eccitata: lui ansima dal piacere.
Roger è eccitato, sussurra “Andrea, scopati Angie dai!”, mi fa piegare su un tavolino con braccia e spalle, gambe leggermente aperte e culo ben in fuori: tira su il tubino e mi sfila il tanga. Mentre Roger mi bacia slinguandomi con foga, Andrea obbediente mi lecca la figa-anale umida di gel, naturalmente aperta e slabbrata, caccio urletti di piacere; poi mi penetra, quasi non lo sento entrare, ma il bimbo mi scopa bene, forte e veloce e poi geme in silenzio venendomi dentro. Mi giro e lo bacio di nuovo abbracciandolo forte. Mi piace Andrea, potrei innamorarmi di lui, ma è di Roger che gli dà lavoro, lo paga e l’altro contraccambia con i suoi servizietti.
Mi riaccompagnano a casa che sono le una passate. Ci mettiamo d’accordo che nel giorno di chiusura del piano-bar (domenica e lunedì) verranno a trovarmi. Nell’attesa ho ripensato spesso ad Andrea, è bellissimo, mi eccita la sua femminilità e spero di piacergli. Oggi era giovedì, aspetterò ansiosa domenica, verranno?
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