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La nascita di Angie


di angietrav
16.11.2019    |    15.115    |    14 9.7
"Certo, Samantha mi vestiva e truccava piú da puttana che da signora, mettendomi indumenti molto sexy: baby doll, corpetti, abitini trasparenti e mini, ..."
Sin dall’adolescenza, 11 - 12 anni di età, sono stato attratto dalla femminilità. Avevo un viso bello, femminile. Spiavo mia madre mentre si vestiva e truccava; quando non c’era, mi eccitavo guardandomi allo specchio vestendo i suoi slip, calze e scarpe con tacco.
A scuola, ingenua ed inesperta, cedevo alle insistenze di compagni più smaliziati, anche loro evidentemente attratti dalla mia femminilità, che approfittavano di me. Confusa ma tentata, e non senza vergogna, mi lasciavo mettere le mani dentro i pantaloni, mi eccitava sentire le mani fredde palpeggiarmi il culetto, assaggiare il piccolo ano-fighetta ancora vergine; nei bagni c’era la fila a farsi masturbare: eccitata per tante attenzioni non sapevo dir di no. Ripeto, ero confusa e incomoda, una femminuccia in un corpo di bimbetto ingenuo. Ci fu poi un evento che pose fine a queste esperienze di adolescente. Certi compagni di scuola più grandi (sui 14, 15 anni) insistevano per invitarmi ad andare con loro sull’argine del fiume, un luogo appartato. La tentazione cresceva, dicevo sempre no, ma loro leggevano sempre più un sì. E finalmente vinsero loro, ed un giorno dissi di sì, pensando che avrebbero voluto che li masturbassi come facevo a scuola, ma mi ingannavo da sola. Era primavera e ci andai sull’argine del fiume con due compagni di scuola, tanta era la emozione che ero inebetita, non riuscivo a guardarli negli occhi né a parlare, solo facevo quel che volevano loro: mi scoparono tutti e due a turno, mi sverginarono, uno penetrandomi con foga e l’altro mettendomi il cazzo in bocca; io nel mezzo confusa, dicendo “oh no, no, no…” che in realtà era un sì. La cosa andò avanti fino alla fine dell'anno scolastico, e mi piaceva! Ma ero anche impaurita per i loro ricatti, posseduta da loro. Mi deridevano “lo vedi che non aspettavi altro, ti è piaciuto eh!, sei e sarai sempre un “finocchio” te!”. Avevo 12 anni e grande vergogna per sentirmi diversa dagli altri ragazzi, ma dentro di me avevo piacere nel sentirmi docile e femmina. Sì quella prima volta mi piacque!, l’essere presa da due maschietti ed averli fatti godere. Poi meno male che la scuola media terminò e, per fortuna, quei due non li ho più visti. Fu una liberazione. Per anni sono solo stato etero ed ho come rimosso quelle esperienze, ma non il piacere degli orgasmi anali in solitario.
A casa fantasticavo per vedermi donna ed ho cominciato a godere giocando col mio culetto affinché diventasse una figa-anale, dilatandolo più che potevo e godendo del dolore e piacere al tempo stesso. Cominciai con le matite: inserivo una, due, tre matite dolcemente; poi al centro delle prime tre una quarta, e così via, fino a raggiungere un diametro di 4 - 5 cm, già abbastanza per la mia fighetta vergine. Ho poi proseguito negli anni il processo di trasformazione verso la figa-anale inserendo qualsiasi oggetto cilindrico duro, liscio e di diametro fino a 10 cm. Oggi ho una bella figa-anale, slabbrata ed aperta al fisting, che quando il maschio passa la mano tra le chiappe sento le sue dita affondare nel caldo umido accogliente.
Ma è stato solo sui 30 anni, quando ho lasciato la mia città per lavorare a Roma, che ho cominciato a coltivare la femmina che avevo dentro. Vivendo per la prima volta da solo mi sono appassionato alla femminilità particolare delle trans e travestiti che andavo a vedere la notte. Ben presto ho cominciato a frequentarle abitualmente, soprattutto le trav, e sono diventato amico di Samantha. Fino a quel momento ero solo attivo.
Samantha ha iniziato la creazione di Angie (fu lei a darmi il nome, come la canzone dei Rolling Stones) e … mi ha sverginato "di nuovo", dopo quella prima esperienza da adolescente che pensavo non avrei più ripetuto. Samantha, non era bella di viso ma aveva un fisico spettacolare (ed anche un grosso "clitoride"), due belle gambe lunghissime: a quei tempi c’era una pubblicità di calze da donna per le strade di Roma; lei diceva che quelle gambe erano le sue. Viveva prostituendosi, riceveva a casa sua, e con me fu da subito molto gentile ed affettuosa, e mi propose di diventare la sua amica travestita obbediente da iniziare alla “professione”. Eccitatissima ben volentieri mi prestai e quasi tutte le notti ero da lei. La mattina per andare al lavoro era una tragedia, dormivo il pomeriggio. Fisicamente è stata facile la mia trasformazione, non sono alta (1,68 m), ho un fisico armonico, muscoli tonici ma non voluminosi e nemmeno ero/sono sovrappeso (66-68 kg), poca peluria, poca barba e, come già detto, lineamenti del viso gentili, facilmente femminilizzabili. A Samantha piacevo, si affezionò a me, mi insegnò a truccarmi e vestirmi da femmina prestandomi i suoi indumenti, trucchi,... solo dovetti comprarmi le scarpe (lei aveva piedi più grandi dei miei): le prime che comprai, le prime di una grande collezione, furono delle décolleté nere n. 39 con tacco da 8 cm. Il risultato mi lasciò inebriata. Mi piacevo e mi eccitavo a vedermi. Certo, Samantha mi vestiva e truccava piú da puttana che da signora, mettendomi indumenti molto sexy: baby doll, corpetti, abitini trasparenti e mini, oppure stivaloni di lattice con tacco altissimo…, trucco marcato, parrucche dai capelli lunghissimi, ondulati, e dai colori più improbabilii (rosso, verde, biondo). Non avevo mai visto il mio viso così liscio, con grandi occhi brillanti, labbra carnose e rosse; le forme del culo evidenziate dai tacchi alti. Samantha mi insegnò a camminare con i tacchi: “stai ben eretta, guarda davanti a te (con classico libro in equilibrio sopra la testa), spalle erette e petto in fuori, ginocchia unite davanti mentre cammini, metti un piede davanti l’altro, culo in fuori!”. Piano piano imparavo e mi piaceva enormemente.
Per l’iniziazione con il mio primo uomo, Samantha mi dette poche ma essenziali istruzioni: “il maschio deve sentirsi a suo agio, meglio che con una donna. Devi capire quali sono le sue voglie, le sue inibizioni ed eccitarlo. Non pressarlo, semmai sarà lui a chiedere. Devi saperlo eccitare: comincia lentamente con la punta della lingua, leccalo dappertutto e soffia leggermente, inizia dalla gola, dietro orecchie, cerca di capire se al maschio piace; sfiora le sue labbra, scendi sui pettorali, i capezzoli (succhiali e mordili dolcemente), vai giù all’ombelico, poi salta a succhiare dolcemente le ginocchia; se il maschio vuole, succhia le dita dei piedi una ad una; infine risali su passando la lingua all’interno delle cosce; quindi inguine, pube. Poi, se insiste, considera che gli devi leccare il culo (l’idea, a quel tempo, non mi piaceva per niente), valuta tu se è pulito, depilato (se non lo è, inventati una scusa): dai prima una bella slinguata cominciando dallo scroto, succhia dolcemente le palle, sali su in mezzo ai glutei inumidendo per bene, soffia e la frescura lo farà eccitare; gira con la punta della lingua attorno all’ano per farlo rilassare, bagnalo bene, e quando vedi che lui è eccitato lasciati andare slinguando forte, penetrandolo con la punta della lingua. Devi far arrivare il maschio al momento in cui sarà così eccitato che insisterà affinché tu gli succhi il cazzo ormai duro da scoppiare: fallo entrare lentamente, facendo un minimo di resistenza con le labbra come se fosse lui a penetrarti; devi sentirlo entrare con le labbra sempre ben a contatto col membro; una volta dentro rotea la lingua attorno al glande. Fai attenzione che il maschio non venga subito. Succhia con dolcezza fermandoti sotto la cappella, indugiando, come se non volessi farlo entrare di più, poi a sorpresa prendilo tutto fino in fondo alla gola: il maschio sussulterà di piacere. A questo punto continua a pompare decisa, più veloce o più lenta facendo attenzione all’ansimare del tuo uomo. Fermati un attimo, chiedigli se vuole metterlo nella tua figa-anale. Se vuole venirti in bocca continua e beviti tutto, è delizioso sentire la sborra calda che ti inonda. Quando ha sborrato, mi raccomando non far uscire il cazzo dalla bocca: fermati, fallo rilassare e non toccargli la cappella, è troppo sensibile ed il maschio si ritirerebbe; con le labbra prendi il membro stringendo leggermente e risalendo dall’inguine fin sotto la cappella per far uscire le ultime gocce. Poi, finalmente, lascialo andare e guardalo il tuo uomo, ti ecciterai a vedere l'espressione inebriata di chi ha goduto grazie a te!”. Questa fu la mia iniziazione all’arte del pompino.
“La penetrazione ti farà impazzire di goduria, devi essere pronta a quelli che indugiano e poi affondano all’improvviso ed a quelli che te lo sbattono subito dentro senza curarsi di te. Mai inarcare la schiena, spingi sempre la pancia in basso affinché il culo sia in fuori e la figa-anale bella aperta. Se sei a pecorina tieni le cosce unite, così il maschio vedrà solo il culo e la tua figa-anale. Non c’è niente di più eccitante quando ti prendono per la vita e ti tirano a se per scoparti”.
Arrivò la iniziazione. “Sei pronta adesso, vieni che ti faccio un bel clisterone e ti preparo per il maschio da accontentare”, non dicevo nulla, solo obbedivo. Anche i clisteri furono una piacevole sorpresa e mi piaceva da matti sentirmi vuota e pulita dentro.
Samantha mi ha fatto scopare nelle varie posizioni: oltre che a pecorina, sdraiata sulla schiena con le gambe aperte a V; di fianco; a cavallo del maschio sdraiato (a smorza candela), e sdraiata con la pancia in giù. In quest’ultima posizione mi diceva “muoviti con i fianchi facendo perno sulle ginocchia, in su ed in giù, apriti quando ti alzi e stringi la figa quando ti abbassi, asseconda il ritmo del maschio, … così. Dai muoviti! sei una troietta nata tesoro, brava!”. Lei si divertiva ad assistere quando mi scopavano, in quei momenti diventava autoritaria, mi dava ordini, ed i maschi si eccitavano ancor più.
Mi ricordo ancora il primo ”cliente”. Un omaccio sui 60. Non bello (non mi piaceva), tarchiato, peloso, nemmeno granchè dotato e sapeva di maschio (quel sentore di sudore misto a testosterone). Però, amico di Samantha ed esperto, sapeva come fare. Dovetti forzarmi per accontentarlo, questo forzarmi ad accontentare il maschio di turno, anche se non era il mio ideale, mi eccitava. Fu anche il mio primo bacio con lingua in bocca di un uomo. Fino ad allora mi ero solo penetrata da sola e già avevo una figa-anale, però mai avevo sentito il corpo di un omaccio sopra di me, il suo odore. Mi piaceva? Sí mi piaceva moltissimo!, si liberava la mia femminilità e godevo a servire, obbedire e far godere i maschi.
Poi ho dovuto lasciare Roma per lavoro ed Angie è restata nascosta dentro di me, nel limbo, per una quindicina di anni durante i quali sono stato solo etero. Finché, verso i 45 anni di età il desiderio di essere femmina si è fatto sentire di nuovo con forza sempre maggiore. Angie, memore degli insegnamenti di Samantha, ha cominciato a riappropriarsi di me.
Non avendo una casa disponibile, ed essendo impegnato, prendevo appuntamenti a casa altrui, non mi è mai piaciuto farlo nei campi o in macchina, anche se qualche volta è successo di fare un pompino al maschio che stava guidando. Mi vestivo e truccavo il minimo necessario, cosicché Angie restava sempre un’idea incompiuta. Non ostante l’età adulta mi erano rimasti i lineamenti gentili, facilmente femminilizzabili, ed un bel fisico atletico e tonico. Gli appuntamenti si svolgevano quasi sempre nello stesso modo: arrivavo a casa del maschio con la mia borsa, lui lasciava la porta socchiusa così io andavo di corsa nel bagno per non farmi vedere, lì mi cambiavo mentre lui aspettava in salotto o in camera. Mi vestivo con poche cose ed ero sempre insoddisfatta della mia femminilità: un corsetto, un tanga, autoreggenti nere, le solite scarpe décolleté nere, un po’ di rossetto, rimmel sulle ciglia, un poco di fondo tinta.
Erano incontri veloci a casa di mariti con la moglie in vacanza o al lavoro, e per lo più si risolvevano con un pompino. A volte gli uomini mi ricevevano in case di vacanza, al mare o in campagna, fuori stagione; lì mi scopavano anche, ed alcuni giocavano con la mia figa-anale dilatandola (melanzane, carote, bottiglie…). Un paio di volte sono stata invitata da medici nel loro ambulatorio, ovviamente fuori orario: mi hanno scopata sul lettino delle visite. Sempre erano incontri clandestini e veloci ed Angie ne usciva frustrata anche se appagata per aver fatto godere il maschio. Ho fatto godere i maschi nei luoghi più diversi: in una galleria d’arte dietro un separè, il pomeriggio presto prima dell’apertura, nemmeno mi son potuta cambiare e truccare, unica soddisfazione, sotto i pantaloni avevo l’intimo femminile; mi hanno scopato in una biblioteca, anche in questo caso fuori orario, il bibliotecario mi ha presa in piedi tra gli scaffali dei libri focosamente, come un'amante clandestina: giù i pantaloni ed il perizoma, dentro il cazzo, una bella sborrata e via…, ciao cara. Il maschio contento, Angie con la sborra dentro che se ne va rossa in viso per l’eccitazione.
Le poche volte che l’ho fatto all’aperto è stato con un commesso viaggiatore, mi diceva di seguirlo nella notte in macchina su per una salita in collina, fino ad uno spiazzo dove finiva la strada. Lui restava in macchina e voleva che camminassi davanti all’auto illuminandomi con i fari, io vestita solo con biancheria intima (mutandine e reggiseno neri), autoreggenti, le solite décolleté nere, e sopra un soprabito che lasciava intravedere la mia parziale nudità. Lui si eccitava ed anche io. Poi usciva arrapato, si faceva spompinare e mi sbatteva sul cofano scopandomi con foga e sussurrando “che puttana sei, ti piace eh!”. Veniva rapido e se ne andava veloce. Io restavo lì, appagata per averlo fatto godere.
Però, prima di arrivare a quando sono andata a lavorare per alcuni anni in una città europea dove vivevo da sola, e quasi sempre "en femme", potendo così dare libero sfogo alla femmina che avevo dentro, c’è stata una progressiva presa di coscienza che Angie doveva mostrarsi e compiere con la tanto cercata femminilità. Non ero più giovane e bella come quando Samantha mi iniziò, però ero matura, piacente, più esperta e smaliziata.
Prima dell'esperienza all'estero, un passo in avanti è stato quando, con un amico etero ed attivo, affittavo un appartamentino fuori stagione a Torre del lago. Ci andavamo la sera verso le nove. Lì potevo vestirmi da femmina e truccarmi con comodo prima che lui arrivasse. Non avevo ancora il gran guardaroba di vestiti, scarpe ed intimo che avrei avuto più avanti, quando Angie si è appropriata di me. L'amico mi scopava a suo piacimento, di notte mi portava sul lungo mare e gli piaceva vedermi "battere". Mi faceva scendere dall’auto illuminandomi coi fari, io vestita con soprabito e sotto poco o niente (corsetto, perizoma, autoreggenti fumé nere). Memore degli insegnamenti di Samantha, mi eccitavo a camminare ancheggiando, accontentando i maschi con un pompino veloce in macchina, concedendo palpate al culo bello sodo, niente di più. Il mio amico non permetteva che mi appartassi tra le dune con altri uomini, però si eccitava per le attenzioni che ricevevo e, dopo un po', mi faceva rimontare nella sua auto, si faceva spompinare mentre guidava, mi riportava all’appartamento, e qui mi scopava di nuovo con più gusto di prima.
Angie finalmente si sentiva femmina, e lo sarebbe divenuta totalmente poco dopo quando andai a vivere da sola all’estero.
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