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Lui & Lei

Avventura Piccante in Discoteca


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
18.05.2023    |    3.478    |    3 9.2
"Non mi ero accorto di nulla e sotto sotto ero convinto che anche quella sera si sarebbe conclusa con un nulla di fatto..."
Qualche volta escono dal cassetto dei ricordi esperienze che pensavo di aver dimenticato. Esperienze lontane nel tempo. Da ragazzo ero molto diverso rispetto all’uomo che sono diventato. Non avevo affatto la consapevolezza di essere libertino. Ero solo un ragazzo come altri, con la spensieratezza incosciente che solo i giovani possono avere. In quegli anni semplicemente studiavo, facevo sport, mi divertivo. Tutto qui. Come tutti. Non mi interessava affatto riflettere sulle relazioni fra uomo e donna e non comprendevo affatto le implicazioni che stanno dietro al sesso. Diciamolo, ero solo un ragazzo a cui piaceva la figa. Né più né meno. Gli ormoni si facevano sentire e come tutti seguivo con modeste fortune questo impulso.

Era il periodo delle compagnie. Gli amici, quando hai vent’anni, sono tutto. O perlomeno lo erano quella volta. Il gruppo fidato con cui si facevano cazzate, si usciva, ci si ubriacava allegramente e ci si ammazzava di canne. Il mio gruppo era tutto al maschile. Non so perché ma si era creato così. Per me era normale, vivevo con grande piacere il cameratismo e gli scherzi fra ragazzi. Però era chiaro che si doveva andare a caccia al di fuori dal gruppo. Diciamolo subito, il mio non era un gruppo molto vincente. Insomma, mediamente ci sapevamo fare proprio pochino. Non eravamo molto attenti al nostro look e le nostre capacità di abbordare ragazze sconosciute era decisamente discutibile. Goffi, imbranati. Terrorizzati dal rifiuto. Fra noi era la solita tiritera del “dai vai tu a parlarci”. “No dai, vai tu”. “E cosa le dico?”. Alla fine, com’è ovvio, ci limitavamo a guardare e nessuno concludeva nulla.

Fra di noi solo il Cesco era portato nell’arte di rimorchiare. Aveva un bel fisico asciutto, gli occhi azzurri lunghi capelli biondi. Portava l’orecchino e lui sì, combinava. Era per me un modello da imitare e da invidiare. Qualche volta gli facevo da spalla e ci siamo divertiti a conoscere le classiche due amiche. Qualche volta ci è pure andata bene! Durante un caldo luglio tutta la comitiva era in vacanza assieme in una località balneare, Bibione. Avevamo la fortuna di disporre di un piccolo appartamento che non veniva affittato. Un piccolo bilocale stipato all’inverosimile di borse e vestiti sparsi in un caos assoluto. Ricordo che c’era la proibizione assoluta di farsi la doccia in casa, eravamo troppi e avremmo allagato tutto il bagno. Quindi la doccia veniva fatta in spiaggia, prima di rientrare e prepararci per la gran serata.

Frequentavamo una discoteca, il Top Ten. Nulla a che vedere con la grandi serate di Riccione, di Mikonos o di Ibiza. Una piccola discoteca senza pretese ma a noi sembrava il centro del mondo. Li andavamo spesso a ballare e, naturalmente, a cercare di rimorchiare. Quasi sempre si rientrava a casa con la coda fra le gambe, visibilmente ubriachi. Ma con la sensazione di aver passato una bella serata. Qualche volta, però, la vita ci offre un regalo inaspettato e insperato. Quella sera toccò a me.

La pista era gremita e le ragazze erano numerose. Fra di loro, molte tedesche e svedesi, le famose “nordiche” che erano il vero sogno proibito di quel periodo. Io ero lì in pista assieme agli altri amici. Non mi ero accorto di nulla e sotto sotto ero convinto che anche quella sera si sarebbe conclusa con un nulla di fatto. Troppo timido, troppo impacciato, troppo timoroso. Ricordò la frase di Ale, nel frastuono della musica, come se fosse successo ieri: “quella lì ti sta guardando da un’ora, cosa aspetti?”. Non mi ero naturalmente accorto di nulla! Mi volta e la vidi.

Era di qualche anno più grande di noi, ne avrà avuti circa ventisei o ventisette. Minuta, snella, con lunghi capelli scuri e un vestito elastico che la fasciava terminando ben sopra il ginocchio. La guardai; in effetti ricambiò il mio sguardo così come ricambiò il mio sorriso. Ero sbalordito. Ma per una volta trovai il coraggio. Va bene, non ero il prototipo del seduttore come il Cesco, ma non potevo essere così scemo. Perfino io mi resi conto che l’invito era palese. Troppo palese. Lo sguardo della sconosciuta non si staccava da me. Mi avvicinai passo dopo passo, muovendomi al ritmo della musica. Lei non arretrò.

Continuava ad ancheggiare in un modo che a me sembrò irresistibile finché non misi una gamba fra le sue, la presi gentilmente per i fianchi e iniziai a muovermi assieme a lei. I nostri bacini erano incollati quando mi avvicinai a baciarla. Era tutto vero! Lei ci stava! Mi limonava con passione e frenesia. Fui preso da una sorta di vertigine (non sorridete, vi ho detto che ero giovane!). Tutto scomparve intorno a me. Non riuscivo a staccarmi dal quella bocca e avvertivo il cuore battere all’impazzata!

Mi stavo facendo una ragazza figa, e anche più grande! Chi avrebbe osato sperarlo? La mia eccitazione partì, immediata e incontrollabile. Sentivo il cazzo pulsare e bagnarsi. Avevo il profumo della sconosciuta nel naso. La portai in un angolo e le mani divennero più audaci, toccandole il culo sotto il tessuto. Sarei andato avanti, ignorando tutto e tutti quando uno dei buttafuori mi fece capire che dovevo darmi una calmata. Eppure dovevo trovare il modo di fare di più. Dovevo. Non avrei potuto portarla nel piccolo appartamento. O meglio, glielo proposi ma lei disse di no. Improvvisamente mi venne un’idea. Le dissi solo “seguimi” e le presi la mano. La spiaggia distava pochi minuti a piedi e durante tutto il tragitto avevo paura che lei cambiasse idea, che mi dicesse di no. Dovevo al più presto metterla nelle condizioni di non potersi tirare indietro. A tratti mi arrestavo per baciarla ancora e sussurrarle quanto mi piacesse. Fu la tecnica migliore che mi venne da attuare. Parlammo anche un poco assieme e compresi meglio che avevo avuto davvero una botta di culo. Mi disse infatti che quella sera aveva litigato con il fidanzato. Per quello era venuta da sola al Top Ten. Oggi capisco che voleva semplicemente vendicarsi di lui. Era chiaramente venuta lì per cornificarlo. In qualche modo, aveva scelto me come strumento di vendetta.

Non si tirò indietro, venne con me fino a raggiungere un tratto poco illuminato (maledetti riflettori notturni!) Si trovano lì numerose sdraio. Non persi tempo e mi distesi fianco a fianco con lei. Adesso sì ero libero di andare oltre. Adesso sì che, oltre a baciarla, potevo metterle le mani fra le gambe. Era fradicia e mi emozionai ancora di più. Con le dita le stavo pasticciando lentamente le labbra della figa per poi insinuare il dito dentro di lei. Godevo da morire per quella sensazione di scivolosità. Poi scivolai giù con la testa, fra le sue cosce aperte, il vestito ormai sollevato sopra l’ombelico. Le scostai l’intimo e impazzi allo spettacolo, per me ancora sconcertate della sua intimità. Le labbra semischiuse, il clitoride gonfio. Non posso dire che allora fossi un grande esperto, ma evidentemente era una dote innata in me. La leccai con passione fino a che la sentii sussultare in un orgasmo improvviso.

La ragazza mi fece alzare. Seduta di fronte a me, con sicurezza, tirò fuori il mio cazzo duro e gocciolante. Non era la prima volta che me lo facevo succhiare. In compenso era la prima volta che a succhiarmelo fosse una sconosciuta. Era questo che, più di ogni altra cosa, mi emozionava. Questa emozione in qualche modo centuplicava le sensazioni fisiche. Avevo la sensazione che la ragazza fosse la regina dei pompini. Ricordo perfettamente che me lo prese in bocca e, mentre ero dentro, faceva ruotare la punta della lingua intorno alla sensibilissima cappella. Non usava le mani, in lei tutto era bagnata delicatezza. Non avevo mai provato questa tecnica che ai miei occhi apparve sofisticata e sensuale come non mai. Non osai prenderle la testa per arrivarle in gola. Ve l’ho detto, ero solo un ragazzino. In quel momento ero un ragazzino in preda a una emozione indimenticabile. L’emozione delle prime volte, l’emozione che ti rimane dentro tutta la vita e che poi ricordi con un sorriso dolce.

Non avrei resistito molto a quel trattamento da troia di livello. Dopo poco dovetti farmi forza e staccarmi. Cosa avrebbe pensato la sconosciuta se le fossi venuto in bocca così, dopo pochi minuti? Dovevo e volevo fare la mia porca figura. E così indossai il preservativo e mi stesi su di lei. Subito le sue cosce si aprirono e mi circondarono i fianchi. Era talmente eccita che entrai in un solo istante. L’avevo finalmente riempita di cazzo! Era la realizzazione di un sogno. Una bella tipa si era fatta scopare subito da me, senza conoscermi. Qualcosa che non pensavo potesse accadere. Non pensavo potesse accadere a me, per essere precisi. Erano le avventure che capitavano agli altri, a quelli fighi, a quelli che combinavano. Non certo a me. Invece sì. Ero io a muovermi dentro di lei. Si stava lasciando scopare come una troia da me. Senza ritegno. Questa consapevolezza fu troppo. Venni e riempii il preservativo della mia passione, della mia voglia e della mia emozione
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