Scambio di Coppia

La Sorpresa


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
19.10.2023    |    8.998    |    1 9.7
"I capezzoli piccole fragoline da leccare gentilmente per poi scendere..."
Galatea e io siamo, nel mondo libertino, una coppia abbastanza fuori dagli schemi. Non siamo unici, intendiamoci. Ho conosciuto alcune coppie che vivevano la loro dimensione di gioco in modo simile a noi. Tuttavia sono poche, pochissime. Ammettiamolo serenamente: siamo estremi.

In che senso “estremi”? No, non in quello che facciamo! Non siamo adepti di pratiche sessuali particolari, non siamo feticisti, non pratichiamo gang e neppure il BDSM. Nulla di tutto questo. A noi, a entrambi, piace il sano buon vecchio sesso. Incontri energie, allegria, passione, divertimento, seduzione, piacere. Ci piace godere e far godere. Ci piace quando riusciamo a creare una alchimia preziosa durante i nostri incontri. Se ci incontrate non vi proporremo nulla di “estremo”, non vi preoccupate!

E allora? Allora io ci definisco estremi nella misura in cui abbiamo dilatato al massimo, per noi, il concetto di libertà. Torno brevemente sulla differenze fra coppia scambista e coppia aperta; come si intuisce la coppia scambista è quella che appunto “scambia”. Ovvero incontra altre persone, siano esse uomini, donne o coppie per scambiare partner e giocare fluidamente secondo le situazioni assecondando gli istinti e le fantasie di tutti. Una coppia aperta viceversa può anche decidere di vivere solamente esperienze a due. In questo caso i partner si danno vicendevolmente il permesso di incontrare da soli altre persone, in quadro di accordi discussi e condivisi. Sono due modi di vivere la libertà di coppia completamente differenti. Essere coppia scambista è più “facile” nel senso che il partner è sempre lì, presente con noi. Lo vediamo ogni istante e questa vista, oltre ad essere eccitante, è anche in qualche modo rassicurante. Nella mia vita ho incontrato molte coppie scambiste ma pochissime coppie aperte. La coppia scambista vive sempre e comunque un’esperienza di coppia, un’esperienza a due. Il piacere è moltiplicato dal guardare dall’essere guardato dall’altro. Di condividere un momento fuori da schemi e convenzioni, condividere un momento di trasgressione come un segreto da serbare in due. Lo scambismo può essere un potente strumento per rendere la coppia ancora più salda e unita. La coppia aperta ha invece a che vedere con una dimensione individuale. Non si smette di essere individui quando si è coppia! Perlomeno non si dovrebbe a mio avviso. L’apertura è un gesto supremo, o appunto “estremo”, di fiducia nei confronti dell’altro.

"Io so che tu incontrerai quella persona, farai sesso con lui/lei. Ma so anche, confido, che questa persona avrà un ruolo diverso rispetto a quello che ho io. Non mi toglierà nulla, non toglierà nulla alla nostra coppia. Arricchirà te e questa ricchezza verrà poi travasata ancora nel nostro rapporto."

Più facile dirlo che farlo, ne convengo. E’ una strada maledettamente stretta, una strada che obbliga ogni giorno a fare i conti con noi stessi e con la nostra gelosia. Che obbliga a non dare mai per scontato quello che abbiamo; anzi che ci obbliga ad accettare che non “abbiamo” l’altro. Non lo possediamo. Ci rende più acutamente consapevoli che stare assieme è una scelta che si rinnova liberamente ogni giorno.

Galatea e io siamo una coppia estrema perché abbiamo deciso di vivere entrambe questi aspetti. Noi adoriamo giocare assieme, adoriamo il gioco di cacciare di essere cacciati, di scegliere e di essere scelti. Personalmente adoro quando la vedo presa da un altro uomo, quando perde il controllo, quando si muove su di lui con quella sua energia e squirta senza ritegno. Tuttavia non ci basta. Noi viviamo anche delle avventure, delle amicizie e degli incontri individualmente. In questa fase della nostra relazione abbiamo trovato un equilibrio e degli accordi che riteniamo adatti a noi.
Solo così si può raccontare questa serata, la serata della sorpresa!

Era l’inaugurazione di un nuovo locale ed eravamo entrambi curiosi di scoprine la nuova gestione. Ci sarebbero stati tanti amici cari e certamente molte coppie che conoscevamo. C’era solo un piccolo intoppo. La mia compagna aveva un impegno nel pomeriggio e non sapeva, non avrebbe saputo fino all’ultimo, se avrebbe avuto le energie per uscire. Io non desideravo rinunciare a quella serata, né lei avrebbe voluto che io lo facessi. Così prendemmo questo accordo: avrei chiesto alla mia Amélie di fare coppia con me e sarei entrato con lei. Se Galatea se la fosse sentita, ci avrebbe raggiunti. Io ero autorizzato a giocare e lei, se fosse giunta, mi avrebbe immediatamente raggiunto. Non avendo il cellulare con me, non avrei avuto neppure modo di sapere se e quando arrivasse. Sarebbe stata, appunto, una sorpresa. Avremmo portato noi il vestito per la serata e l’avremmo lasciata all’ingresso in modo che lei potesse cambiarsi al momento.

Alea iacta est! La fatidica sera mi trovai con Amélie all’ingresso. Le numerose automobili parcheggiate e la lunga fila di persone davanti alla porta ci fecero capire che la serata sarebbe stata molto animata! La ragazza alla reception fu molto carina e disponibile quando le spiegammo che una certa Galatea avrebbe potuto arrivare e che, in caso, avrebbe dovuto consegnarle il vestito. La vasta sala centrale era gremita di persone all’inverosimile. L’ambiente era stato ridipinto di nero, da bianco che era, conferendo un fascino nuovo all’ambiente. La musica risuonava forte e vedemmo tanti volti conosciuti, di vista o di persona. Andammo a salutare un po’ tutti, per poi unirci al gruppo di amici, il nostro cerchio ristretto. Risate e gin tonic, balli e risate, provocazioni e complicità fra noi e con altri. L’energia era già molto alta in pista; coppie si cercavano, si avvinghiavano, donne si baciavano e toccavano fra loro sotto lo sguardo eccitato dei compagni. Un via vai di persone si inoltrava oltre la porta e tornavano indietro. La serata sarebbe stata bellissima, ne ero certo.

Amélie e io ci imbattemmo in Raf, un suo caro amico che anche io avevo incontrato a più riprese. Un ragazzo che univa una simpatia contagiosa, un carisma naturale e una energia erotica pressoché inesauribile. Non si sa come, ma lui concludeva sempre e riusciva quasi sempre a farsi dire di sì. Scherzosamente mi rimproverò di avergli “portato via” la sua accompagnatrice. Infatti lui quella sera era parte di un terzetto, assieme a un altro ragazzo e una loro amica. Iniziammo a chiacchierare e presentarci. Non appena vidi lei, capii che ne ero attratto. Era mora, piccola e di forme minute. Esattamente il mio tipo! Colpito e affondato in tempo zero. Non ebbi nessuna remora a farmi avanti e dopo qualche istante lei e io ci stavamo già baciando appassionatamente. La sua bocca era al tempo stesso delicata e ardente, esattamente come lo era il suo corpo. Fu proprio lei a dirci: “andiamo su ragazzi?”. Un invito diretto e schietto. Un invito al quale non potevamo dire di no. Raf e il suo amico caldeggiarono immediatamente la proposta. Non ricordo bene perché ma ci perdemmo di vista per un istante. Dove era finito il terzetto? Ero ben certo di aver capito quello che ci avevano detto, nonostante il frastuono. Il bacio della mora non mentiva. Mi desiderava quanto io lei. Io e la fantastica bionda che mi aveva fatto l’onore di esserle cavaliere andammo in cerca di loro. Girammo per la pista, ci fermammo davanti al bar. Non c’erano. A questo punto non potevano che essere al piano superiore e lì ci avviammo. Una rampa di scale conduceva in diversi ambienti in penombra dove corpi si muovevano o guardavano. Dove gemiti si levavano. Una prima ampia sala ospitava un immenso letto centrale; subito oltre, due stanze potevano essere chiuse a chi volesse giocare in nucleo chiuso. Li trovammo lì.

Raf stava parlando con un’altra coppia e li invitò a unirsi a loro, con i suoi consueti modi istrionici e convincenti. Tirammo una corda e che invitava altre persone a non entrare; improvvisamente fummo sette persone in uno spazio angusto che in cui i nostri profumi si mischiavano. Iniziò l’intreccio dei corpi. Amélie era assolutamente a suo agio e non ebbi alcuna preoccupazione per lei. Sapere cosa fare, sapeva cosa voleva fare. Da molto tempo la stupenda donna non aveva bisogno di me di quello che le potevo aver insegnato all’inizio della nostra relazione unica e speciale. Restai, come faccio spesso, qualche istante a godermi dal scena e a impregnarmi di quella energia erotica. La mia amica aveva un cazzo in bocca e una testa maschile fra le cosce. La conosco, la conosco così bene! Aveva la “sua” espressione, quella di quando decide consapevolmente di mollare il controllo di abbandonarsi al suo istinto. Le mie attenzioni erano ora per la sconosciuta che si era tolta inequivocabilmente il perizoma e contemporaneamente alzato il vestito. Mi sdraiai su di lei e iniziammo nuovamente a baciarci. Per un istante esistevamo solo noi! Abbassai le spalline del vestito e mi apparso il seno delicato e minuto, da ragazzina. I capezzoli piccole fragoline da leccare gentilmente per poi scendere. Scendere sempre più. Scendere fra le sue cosce spalancate e offerte. Scendere verso la sua figa umida. Lei aspettava, mi aspettava. Aspettava il piacere che le poteva dare la mia bocca. La assaggiai con la consueta lentezza che mi caratterizza. Esplorai senza fretta le grandi labbra, cercai il clitoride nascosto ma che potevo ben avvertire sotto la lingua… Si rilassò e inizio lentamente a godere, a eccitarsi. Quando fui certo che lo voleva, le salii sopra e la penetrai. Ci baciavamo di continuo, la guardavo negli occhi condividendo le mie emozioni e la mia eccitazione. Mi piaceva, cavolo se mi piaceva quella ragazza! Accanto a noi udivo distintamente il godimento di Amélie che avevo già ascoltato molte volte ma che continuavo a trovare irresistibile. La mia complice non stava fingendo… l’amico di Raf sapeva il fatto suo e la stava portando a una serie di orgasmi di cui la magnifica donna era capace. Subito dietro di me si era creato un terzetto lascivo e perverso, in cui la donna veniva penetrata davanti e dietro e mostrava di apprezzare oltremodo quel trattamento!

Ci fermammo per una pausa. Al club spesso succede così. Si alternano i vari momenti di ballo e socializzazione piuttosto che intraprendere una semplice maratona di sesso. Perlomeno io lo vedo come un modo più divertente e vario di passare la serata. Ormai ero certo che Galatea non si sarebbe più presentata, capisco che fosse stanca ma ne ero dispiaciuto in cuor mio. Mi rilassai al bar con il mio gin tonic, uscii a prendere una boccata d’aria. Quando rientrai mi unii al gruppo festoso delle mie amiche che ballavano in cerchio. Una figura slanciata e flessuosa era con loro. Una figura nuova. Le sue gambe erano eleganti e slanciate, il vestito bianco cortissimo le svelava quasi per intero. I suoi movimenti erano sciolti e flessuosi. Non ballava per farsi vedere né per eccitare. Ballava per esprimere la sua gioia di vivere. La guardai in viso… era lei! Galatea era arrivata quando non la aspettavo più. Quando non ci credevo più. Quando non ci speravo più. Ci eravamo ricongiunti e subito le andai incontro sorridendo e baciandola con passione li sulla pista. Amélie, seppi in seguito, aveva approfittato del suo arrivo per eclissarsi con un singolo che la attraeva e che, naturalmente, non le disse di no! La birichella non perdeva un colpo.

Galatea e io facevamo gli scemi come sempre, con la nostra complicità intatta. Ci univamo ad altre coppie conosciute e lei si strusciava sensuale baciandole con allegria. Il nostro desiderio era alto e desideravo semplicemente tornare nelle stanze delle coccole assieme a lei. Un membro della sicurezza impediva opportunamente ai singoli di accedere a parte del privé. Ci dirigemmo lì, sul letto gigante che troneggiava al centro e che avevo visto prima. Lì, proprio lì, in mezzo a tutti esplose la nostra passione eravamo circondati da altre coppie intente a fare sesso. Non vi fu l’occasione di scambiare questa volta. Il gioco era più legato al guardare e al farsi guardare in quella circostanza. Così terminò quella serata di divertimento, gioco e leggerezza. Terminò come meglio non poteva. Era arrivata la mia donna, la mia compagna. La sorpresa più bella. Testimone della nostra libertà estrema ma anche della nostra complicità.

Le due cose, sebbene in un equilibrio che richiede impegno e dialogo, possono stare assieme!

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